«Senza che nessuno se ne accorgesse, come dici tu, figliolo», rispose mentre il sorriso sulle sue labbra andava lentamente spegnendosi, «ma non pensare a troppa stupidità da parte dei governanti di Karameikos... non in questo caso, almeno. Vedete, figli miei, nel buon tempo passato... se così lo si può davvero chiamare... Mayraberd faceva parte di un complesso sistema difensivo che con una lunga catena di insediamenti militari proteggeva le frontiere settentrionali: le principali fra tutte queste strutture furono mantenute e sono tuttora in uso, mentre la maggior parte, e Mayraberd fra queste, vennero poco a poco abbandonate perché era semplicemente troppo oneroso, fra manutenzione e guarnigione, mantenerle attive. Mayraberd, in particolare, serviva a controllare una via di comunicazione ormai del tutto caduta in disuso; per di più, subì gravi danni a causa di un terremoto: insomma venne abbandonata parecchio tempo fa insieme alle fortezze minori che facevano parte dello stesso complesso difensivo: Kura, Karkar e Askran. Tutto chiaro fin qui, vero? Oh, ma perdonatemi: almeno una coppa di pura acqua di fonte potevo offrirvela, no? Prendete: servitevi pure liberamente», invitò con un cenno della mano verso una caraffa di coccio posata sul tavolo accanto ad alcune semplici coppe.
«Ma ora veniamo al nostro amico Raxxla», riprese il sacerdote dopo una breve pausa per rinfrescarsi la gola. «Di lui non si sa assolutamente niente: per quello che abbiamo scoperto su di lui finora, ossai praticamente zero, potrebbe essersi anche materializzato lì dal nulla. Non si sa nemmeno da quanto tempo sia a Mayraberd, ma in ogni caso non penso da pochissimo, visto che tutti i rapporti concordano sul fatto che i danni alla fortezza sono stati riparati e che è tornata ad essere la roccaforte imprendibile che fu per secoli, fino al terremoto che la ridusse quasi in rovina».
«Altre domande prima che prosegua?», chiese infine.
