giovedì 8 giugno 2017

ELWING - 24/08 - LISTA 03

Era rimasta lì, immobile, gli occhi chiari a scandagliare le fronde ed il pendio, per tornare spesso su quella cerva che ostacolava il loro cammino. Rimase in silenzio mentre ascoltò le parole della Rossa, il suo viso si tese, rendendo i lineamenti affilati e duri come marmo, mentre col capo annuì lievemente verso la Maga. Era preoccupata. Fu solo in un secondo momento che si rivolse al Paladino, schiudendo lievemente quelle labbra che fino ad ora erano rimaste serrate.

"Se un predatore si sente braccato e cacciato a propria volta, di solito si spinge allo scoperto...Ed è precisamente ciò che intenderei fare."

Di certo non si sarebbe azzardata ad affrontare un pericolo ignoto da sola. Stava per muoversi, quando Ghino risbucò dalla boscaglia sopra stante. Lo ascoltò attentamente, incamerando ogni singola informazione ricavata dall'esplorazione dell'altro.
 
D'istinto, dopo aver udito quel rapporto, la ranger s'irrigidì visibilmente, i lineamenti del viso, se possibile, si tesero ancora di più in un'espressione marmorea e sarebbe stato difficile per un interlocutore capire in quel momento i pensieri della giovane. Non era naturale. Era impossibile che un predatore lasciasse andare la propria preda e non la inseguisse, lasciando quanto meno delle tracce del suo passaggio. E soprattutto, tra preda e predatore v'era sempre lotta. Quella per la sopravvivenza.

"Una cosa come quella che avete appena descritto è innaturale...Preda e predatore lottano sempre ed il cacciatore lascia almeno tracce del proprio passaggio...Non c'erano nemmeno tracce di rami spezzati, Ghino?c'erano solo le impronte della cerva?"

Pose quelle domande con calma, mentre il suo sguardo si puntava dritto sulla cerva, come a volerla osservare nel profondo. Fu d'Istinto che prese l'arco e lo incoccò, tenendolo basso, pronta a reagire al minimo segno di pericolo. 

"Scarlett...per caso...potresti provare a capire se...la cerva che ci troviamo davanti è...davvero quello che sembra essere?"

Fu in un sussurro che uscirono quelle poche parole dalle labbra in direzione della Maga, gli occhi rimasero incollati sull'animale ed i sensi vennero tesi al massimo, all'erta, per cogliere anche solo il più piccolo fruscio di fronde. Non ci capiva nulla di magia, per lei era naturale chiedere in merito.Troppe cose non le tornavano ed iniziava a sospettare che quella cerva, in apparenza così fragile e ferita, non fosse altro che un diversivo. In cuor suo sperava vivamente di sbagliarsi.
 

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