domenica 17 settembre 2017

DUNGEON MASTER - 24/08 - LISTA 03

Finalmente concluse le trattative con il vecchio nano, quest'ultimo si diede da fare a raccogliere dalle rovine della capanna le cose che avrebbero potuto servirgli nel corso della missione; fatto questo, si mise alacremente al lavoro per avvolgere in coperte e stracci le sue preziose armature, che poi ripose con cura in una buca nel terreno; una volta ricoperto lo scavo, questo non parve affatto diverso da tutte le altre zone di terra smossa che costellavano la piana popolata dagli ankheg.

Il gruppo ripartì, lasciandosi alle spalle solo una capanna distrutta, una piana butterata di mucchi di terra smossa e tre cadaveri di ankheg sbrigativamente privati dei loro carapaci. Guidati da Bognus si inoltrarono lungo il sentiero che proseguiva verso nord oltre la capanna; prima ancora che raggiungessero la sicurezza della più vicina zona rocciosa, però, poterono percepire l'ormai familiare vibrazione del terreno, seppur smorzata dalla distanza: voltandosi, videro la scena di un grosso ankheg che sbucava fuori dal terreno e piombava sul cadavere di uno dei suoi simili per farlo rapidamente a pezzi con le sue chele e subito dopo tornare a scomparire nel sottosuolo, portandosi appresso un grosso pezzo di cibo.

Ripresa in fretta la marcia, ben presto il sentiero divenne una traccia che percorreva con andamento irregolare una zona di grosse rocce. «Ecco, adesso siete tutti al sicuro», annunciò quindi Bognus. «Gli ankheg non superano mai questo punto: immagino che sia perché è troppo roccioso anche nel sottosuolo per i loro gusti».

Il gruppo continuò la marcia ancora per qualche ora, finché l'approssimarsi del tramonto li indusse a fermarsi e mettere in piedi il campo per la notte. Per buona sorte, nulla intervenne a turbare il loro riposo e le sentinelle non percepirono alcuna minaccia imminente, a parte un suono di tamburi, soffocato ed appena percepibile per la distanza, per la durata del primo turno di guardia. Poi più nulla.

Il mattino dopo, compiute le usuali pratiche mattutine, ripresero il cammino sotto un cielo nuvoloso che lasciava presagire la possibilità di pioggia più avanti nella giornata. Dopo meno di un'ora di cammino raggiunsero un guado che riportava il sentiero a congiungersi con la via principale, appena al di là del torrente. Ripreso quel cammino senza problemi di rilievo, la marcia procedette spedita per un'ora o due, senza incontrare anima viva ma peraltro con la sensazione che la regione non dovesse essere del tutto disabitata: infatti, parecchie impronte di coboldi segnavano il tracciato del sentiero.

Improvvisamente la voce di Ahrar si fece sentire: «Tra non molto arriveremo a casa mia», annunciò in "coboldese". «Sarà meglio fare attenzione: molti coboldi, là. E poi anche i nostri capi. E il re. Ed anche il Negromante», concluse abbassando intimorito la voce.

Proseguendo per un'altra ora dopo che Ahrar ebbe fatto il suo annuncio, il gruppo giunse ad una brusca svolta della valle. «Ecco, dopo questa svolta c'è un altro pezzo di sentiero e poi c'è la nostra palizzata», annunciò Ahrar, ovviamente sempre in "coboldese".

[NdG] Ho cercato di accelerare un po', ma se qualcuno vuole dire o fare qualcosa lungo il cammino può aprire un flashback: nel caso, per chiarezza è meglio aggiungere nel subject che si tratta per l'appunto di un flashback.

[NdG] Ho assunto per semplicità che qualcuno fra quelli del gruppo che conoscono il draconico si sia preso la briga di tradurre per gli altri. Se qualcuno vuole interagire con Ahrar, sia quando aveva parlato la prima volta che la seconda, può farlo come se fosse in flashback. (Per Alex: ovviamente per il momento prenderò io il controllo di Ahrar...)

[NdG] Al momento non vedete nulla di particolare: a poca distanza da voi la valle (e di conseguenza il sentiero) gira a sinistra rispetto alla vostra direzione di marcia e quindi non siete ancora in condizione di farvi un'idea di cosa vi aspetti. Nemmeno sentite nulla di particolare, perché lo scroscio del torrente copre eventuali suoni provenienti da oltre la curva.

[NdG] È mattina inoltrata, quasi mezzogiorno, ed il cielo è ancora cupo e minaccioso: talvolta si sente anche qualche tuono lontano, ma ancora non sta piovendo.

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