Ghino si fece trascinare dal gruppo senza sapere bene che pensare.
Torri di maghi pazzi, distrazioni mascherate da sfide.
Tempo che sfuggiva come sabbia fra le dita.
"È un fottuto diversivo. Troppo chiaro, ma non ce ne rendiamo conto o forse non lo vogliamo accettare. Un monaco che ho conosciuto in una locanda una volta mi ha spiegato una storia simile: urla, risate, pianti disperati che si sentivano dal nulla. Il tutto per coprire la vera natura del posto e confondere i viandanti."
Nonostante il tono scettico, Ghino estrasse la spada corta, saggiando il filo della lama con un dito.
"Ma ci toccherà di andare a vedere di cosa si tratta no?" Disse infine con un sorriso.
NDG: Ghino è pronto a seguire Brom e il drappello di volenterosi.
Finite le solite discussioni sul da farsi il gruppo, a parte Fenryr, varcò il passaggio individuato da Scarlett e da Kel-hatril senza incontrare alcuna resistenza.
Una volta che tutti furono passati, fu come se di colpo qualcuno avesse acceso una luce e, dall'incerta visione precedente di ruderi scarsamente visibili nella penombra notturna, si trovarono in un ampio salone ottagonale che, se solo vi fosse stato un po' più di arredamento, avrebbe potuto perfino definirsi accogliente. Magari il colore rosso scuro delle tappezzerie poteva risultare un tantino cupo nella luce soffusa ma, di certo, quanto meno la temperatura era gradevole e l'aria non sapeva affatto di chiuso come sarebbe stato lecito attendersi.
Tuttavia due cose erano chiaramente degne di nota: la totale assenza di finestre e di porte, inclusa la direzione dalla quale il gruppo doveva essere entrato, e la presenza al centro della sala di un tavolino, anch'esso ottagonale, al centro del quale si trovava un oggetto nero e lucido di forma semisferica.
Dopo alcuni secondi una voce incorporea si fece sentire: «Buonasera, miei graditi ospiti, buonasera» salutò in tono compitamente cordiale. «Permettete che mi presenti: il mio nome è Thargon, ma per certuni sono meglio noto come "il mago pazzo"». Appena un istante di pausa e poi si affrettò a precisare: «Oh, no, non temete e, soprattutto, non date peso alle dicerie: vi assicuro che non sono più pazzo di voi. Un tantino bizzarro, forse sì, lo ammetto, ma di certo non pazzo». Un'altra breve pausa e poi: «Vogliate scusarmi se non vi ho accolti subito con un rinfresco di benvenuto: diciamo che il rinfresco c'è e vi sta attendendo ma, diciamo così, dovrete meritarvelo». L'accenno di un risolino prima di riprendere: «Già me lo immagino: qualcuno di voi starà già pensando "ma allora questo qui pazzo lo è davvero". Ebbene, non proprio: come ho già detto, sono un tantino bizzarro, ma niente più di questo».
«Il fatto è, vedete, che già da anni io vivo qui per poter condurre in pace i miei esperimenti ed ho creato ad arte la mia nomea di "mago pazzo" per tenere fuori dai piedi il popolino curioso, che poi magari, oltre che a ficcare il naso, viene da me anche per chiedermi cose tipo incantesimi per far crescere meglio il granoturco... il che mi rompe le scatole e, peggio ancora, mi distrae dai miei studi». Un sospiro. «D'altro canto, stare sempre qui da solo a volte è un po' opprimente e quindi, quando vedo arrivare persone come voi, con tutta l'aria di poter essere interessanti, non sono capace di rinunciare a farle giocare un po' con me. Ah, a proposito: non c'è nessuna bambina in pericolo: era solo un trucchetto per far leva sul vostro buon cuore e senso del dovere, così da indurvi a farmi visita».
«In sostanza, la mia proposta è questa: voi gironzolate un po' nel mio piccolo labirinto mentre io vi osservo superare le cose che ho preparato per voi; tutto ciò che troverete potrete tenervelo, per così dire, a mo' di ricompensa per il vostro disturbo, e, se riuscirete a trovare l'uscita, domattina farò in modo di farvi giungere all'istante a destinazione. Vediamo un po'... ho visto che siete saliti dalla parte di La Soglia: sbaglio di molto se dico che siete diretti nella zona dei laghi? Vedo anche che fra di voi c'è Bardell, il rinomato bardo: posso anche azzardare che vi stia conducendo a fare visita ad Ulna, colei che con la sua voce può far cinguettare gli uccelli così come far rimbombare il tuono? Se così è, prometto che domani potrete raggiungerla: non tutti, purtroppo, dato che quel tipo diffidente non si è azzardato ad entrare, perché, ovviamente, chi è dentro, è dentro, chi è fuori, è fuori».
«Ed ora, se siete pronti, inviterei qualcuno di voi a toccare quella graziosa semisfera posata sul tavolo, così potremo dare inizio ai giochi».
"L'ho detto. Solo pochi minuti fa, no? Ve lo ricordate? Una grandissima perdita di tempo, e basta. Ma ora come ha detto lui siamo dentro..."
Ghino parlò con tono sommesso ai compagni, come se avesse paura di farsi sentire.
Poi si rivolse a Bardell, sottovoce: "Ma tu questo lo conosci? Non può aiutarci in qualche modo?"
Intanto continuava a guardarsi attorno, nervoso.
Kree si fece scura in volto.
Aprì e chiuse la bocca più volte, senza riuscire a dire niente.
Poi sbottò.
"Stupido pazzo borioso. E stupidi noi a cascarci"
Inspirò a fondo. Guardò i compagni.
"Fate quel che volete. Io non vado da nessuna parte"
"Non farò il topino da compagnia di questo squilibrato"
Sbuffò. E si sedette a terra.
“Quanto è deprecabile la condizione umana dell’avere sempre ragione…”
Mormorò Jean, rivolto a nessuno in particolare. Il trucco della bambina era tanto stupido che soltanto un paladino poteva cascarci, i bambini di sei anni della Collina degli Orfani avrebbero potuto inventare una cosa più convincente di quella senza neppure sforzarsi a pensare.
“Sai Kree, non penso che rimarcene qua seduti possa essere una soluzione percorribile - le disse mentre si lasciava cadere a terra non distante da lei - ma che io sia plurifottuto con una picca regolare se ho voglia di mettermi a giocare con un mago dentro il suo personale labirinto.”
Era certo che non gli sarebbe stato concesso di scegliere semplicemente di non partecipare e si ritrovò ad invidiare Fenryr, che adesso probabilmente camminava circospetto intorno alla torre…
Non dover affrontare un mago pazzo per liberare una bambina in pericolo era una buona notizia. Nonostante fosse una delle possibilità previste da tutti, sapere che corrispondeva alla realtà era un sollievo. Haza non riuscì a trattenere un sospiro, rilasciando l'ansia.
Cominciò tuttavia a montare una irritazione crescente per l'inganno ordito dal mago... soprattutto perché nonostante anche lui e il Paladino sapessero della possibilità di un inganno, l'elfo rimasto fuori si sarebbe gloriato per secoli di aver avuto ragione 'in quella occasione'.
«Se è l'unico modo di uscire da qua, vediamo di darci una mossa».
Il nano pose la mano sulla semisfera.
“Kreena…” disse timidamente Morgon avvicinandosi cautamente alla compagna che si era seduta a terra.
“So che potresti mandarmi a quel paese, o anche picchiarmi, ma spero non lo farai e… ecco… quando ero piccolo, mi hanno insegnato a cercare di trovare sempre un aspetto positivo nelle cose che capitano nella vita e… “ fece una pausa.
“...il nostro ospite, non so perchè, ma mi sembra sincero… tra le tante cose che ha detto e che ti hanno dato fastidio, ha pronunciato anche queste parole: domattina farò in modo di farvi giungere all'istante a destinazione.”
Ed ora la parte importante in cui doveva mettere tutto se stesso e la sua arte oratoria.
“Se saremo bravi, e con te a dare una mano lo saremo di sicuro, troveremo presto l’uscita e saremo a destinazione prima che se avessimo fatto tutta la strada a piedi.”
“Che ne pensi?”
Kreena fissò Morgon con intensità.
"So camminare perfettamente" - rispose irritata.
"Inoltre, non che quell'elfo mi stia troppo simpatico...è arrogante, villano e un assassino di goblin...ma è del gruppo ed è fuori...ti piacerebbe se ti lasciassimo lì a sorvegliare una torre, mentre noi ce la filiamo dal retro?"
Sbuffò e nello stesso momento Haza toccò la pietra.
Morgon cerco di reggere lo sguardo, ma dovette cedere dopo poco.
Guardando il pavimento le rispose.
"Non mi piacerebbe, ma se succedesse sarei certo che voi fareste di tutto per farmi sapere l'accaduto e che ci rivedremmo presto... e penso che sarà proprio quello che succederà con... quell'elfo la fuori. Non lo abbandoneremo. Lo rivedrai".
Fece una pausa..
"Ci darai una mano?"
[Ghino] Poi si rivolse a Bardell, sottovoce: "Ma tu questo lo conosci? Non può aiutarci in qualche modo?"
«No, non lo conosco personalmente: solo di fama, così come immagino che lui conosca me per lo stesso motivo» rispose Bardell. «Riguardo al poterci aiutare in qualche modo, beh, lui ha detto che se staremo al suo gioco poi ci ricompenserà facendoci giungere a destinazione domani stesso, il che direi che sarebbe una bella cosa, sia per il tempo guadagnato che per il fatto di evitare tutti i possibili cattivi incontri lungo il cammino. Se poi ci sia o no da fidarsi della sua parola, beh, questo non lo saprei proprio dire».
[NdG] Ormai il nano ha tagliato corto con le discussioni e quindi si parte...
[GdR]
Non appena Haza ebbe toccato la semisfera tutti i membri del gruppo provarono simultaneamente un senso di vertigine e per un attimo non videro nulla, ma presto la sensazione si dissipò e tutti si ritrovarono in un nuovo ambiente.
«La Stanza Grigia» annunciò teatralmente la voce di Thargon.
In effetti si trattava di una stanza ottagonale, grande abbastanza affinché tutti i membri del gruppo ci potessero stare comodamente, le cui pareti erano decorate in maniera di dare l'impressione di essere in una caverna. Non c'era alcun pezzo di arredamento, neppure una sedia per sedersi a riflettere. Su sette delle otto pareti vi erano delle porte di colori diversi: partendo in senso orario da quella priva di porta erano nell'ordine rosa, gialla, verde, rossa, azzurra, nera e bianca. Sulla parete priva di porta c'era scritto a chiare lettere: "parola magica: xyzzy".
«La Stanza Grigia» annunciò teatralmente la voce di Thargon.
"Molto bene" - sbottò Kree dopo essersi ripresa dal trasporto magico.
"Per fortuna, ero già seduta" - aggiunse.
Poi srotolò la coperta dallo zaino e si preparò a dormire.
"Vedi almeno di non fare troppo baccano" - concluse, rivolta alla voce incorporea che li aveva intrappolati.
Ghino si riprese dal teletrasporto inaspettato e si trovò nella stanza con le sette porte colorate insieme agli altri.
In modo assurdo, il suo interesse si accese.
"Ora ci tocca giocare ragazzi. Cerchiamo di essere cauti."
Poi a tono più alto;
"Oh saggio Thargon, potente mago... dove ci porteranno queste porte? Ti saremo grati se potrai aiutarc⁷"
In attesa della risposta esaminò più da vicino la porta bianca e quella nera, ma senza toccarle, per il momento.
Alla fine entrarono tutti tranne Fenryr, ed esattamente come avevano immaginato, non c'era nessuna bambina da salvare. Il proprietario della torre, Thargon, non era forse letteralmente pazzo, ma sicuramente tutto inquadrato non era se il suo divertimento per avere compagnia era attirare chi gli interessava nella torre per "giocare".
Scarlett sospirò, massaggiandosi la radice del naso con malcelata irritazione. "Ma cosa ho fatto di male?" stava borbottando a voce bassissima radunando tutta la pazienza di cui era capace. I suoi occhi cercarono Issus e poi Kel-hatril. "E prima Vixiar, adesso questo, ma cos'ho? Il lanternino per i maghi squinternati?"
La Rossa prese un altro respiro profondo mentre Kreena decretava che lei non aveva alcuna intenzione di dare corda a Tharion, e come darle torto? Pure lei probabilmente non avrebbe acconsentito a quel giochetto, se non fosse stato che rischiavano di rimanere bloccati lì dentro per troppo tempo rispetto a quello che avevano a disposizione.
"Credimi che non è il modo con cui i maghi normali cercano di farsi amici o trovare compagnia..," commentò con l'ennesimo sospiro guardando Kreena e Jean. "Non vorrei dargli corda, come odiavo dover discutere con Vixiar, ma temo che l'alternativa sia il non uscire da qui, cosa che non mi aggrada neanche un po'."
In quel momento Haza toccò la semisfera, tutto si oscurò e si trovarono teletrasportati in una stanza con porte colorate e una parola magica.
Dopo un attimo di stordimento, e una rapida occhiata attorno, Scarlett lasciò andare l'ennesimo, pesante, sospiro. "Tharion, senti, abbiamo capito che dobbiamo fare sta cosa, ma gentilmente, visto che ci tocca collaborare, alla fine gradiremmo almeno avere la possibilità di portare con noi il nostro compagno rimasto fuori o almeno poterlo avvisare."
Parlò forse al nulla, ma vista la situazione ormai non restava che ballare, tanto valeva cercare di risolvere anche il problema di Fenryr.
Fatto questo la Rossa si spostò davanti alla parete con la parola magica, quindi da lì osservò tutte le porte. Muoveva piano le labbra senza emettere alcun suono, le braccia incrociate mentre tamburellava sul braccio pensosa.
Ghino provò a rivolgersi al mago, quindi Scarlett attese l'eventuale risposta di Tharion, prima di guardare i compagni. "Rosso." dichiarò indicando la parola alle sue spalle.
Attesa qualche istante, poi spiegò: "La parola magica sono 5 lettere, di cui la prima diversa e poi due coppie di lettere uguali. L'unico colore di porta che può corrispondere è il rosso."
A quel punto scrollò le spalle. "Chiaramente non ho idea se sia la risposta corretta, ma al momento questo mi è venuto in mente. Se però voi avete altre idee ditele pure, magari sono più sensate della mia."
[Haza]
«Io avevo pensato CASSA, ma ROSSO ha più senso, in effetti».
Sorrise a Scarlett mentre osservava la parete con la scritta, per vedere se si sarebbe aperta una porta magica.
Se nulla fosse avvenuto su quella parete, sarebbe andato ad aprire la porta rossa.
Ed ora non mi resta che salutarvə e darvə appuntamento...