martedì 21 settembre 2021

SETTIMANA 37 2021

TABITHA - 03/09
La lacrime di Tabitha andarono scemando mentre si sforzava di calmarsi, doveva farlo se voleva essere d'aiuto a Kelly, nel caso ci fossero state altre domande o accuse per cui poteva dire la sua.
Non aveva idea se Brom avesse effettivamente ascoltato e preso in considerazione il suo intervento riguardo Gramorn, ma sperava di sì, perchè Kelly aveva sbagliato tanto, ma per certe cose non poteva essere considerata l'unica responsabile, non sarebbe stato giusto.
La richiesta di Kreena e l'intenzione di sua sorella di dare una spiegazione arrivò come un pugno sullo sterno di Tabitha, che ebbe un sussulto. La drow incrociò le braccia sullo stomaco, stringendo le labbra e annuendo lievemente un'unica volta, come a dire a Kelly che aveva capito ma che sarebbe rimasta, quindi abbassò lo sguardo a terra, troppo spaventata all'idea di incrociare lo sguardo dei compagni. Aveva il terrore di leggerci disgusto, un'accusa, un giudizio, ma nemmeno la pietà l'avrebbe aiutata.
La verità era che non avrebbe voluto dover ascoltare di nuovo quelle cose, essere nuovamente messa davanti a quei comportamenti che erano lontani eoni dal suo modo di essere, come nemmeno dover rivivere quello che le avevano fatto gli uomini al soldo di sua sorella e Kel-hatril stessa. Ma non poteva andarsene, doveva restare lì proprio per quella sorella che, finalmente, aveva capito e accettato di poter costruire una vita lontana da tutto quello che le avevano insegnato, che essere una drow e comportarsi come tale erano due cose diverse, e non per forza una implicava l'altra.
Non appena Kelly iniziò a parlare, Tabitha si trovò ad arretrare fino a trovarsi con le spalle appoggiate al muro, cercando nella solida pietra la forza per rimanere in piedi. Aveva lo stomaco in subbuglio, ma fino a quando Kel-hatril si limitò alla premessa sui Kiliryn, tutto sommato non fu troppo difficile. Certo, non le fece minimamente piacere ricordare quanto era stato terribile scoprire di non avere alcun potere magico, come anche il rendersi conto di non essere mai stata uguale a nessun membro della sua famiglia, ma quelle erano cose che aveva già avuto modo di superare almeno in parte. Un altro paio di maniche era quello che Kelly le aveva fatto.
Tabitha cominciò a tremare in modo incontrollato. Cercava in tutti i modi di non soffermarsi sui ricordi che le rimbalzavano nella mente, di scacciarli e rinchiuderli in un angolo buio, ma più si sforzava di non pensarci, più quelli sembravano andare fuori controllo togliendole il respiro. Il freddo muro alle sue spalle era l'ancora che le impediva di cadere di schianto a terra e rannicchiarsi su se stessa, perchè le ricordava dove era e quale era la realtà... quello, e le mani che, inconsciamente, stava fissando da un tempo indefinito. Mani che non avevano rifiutato il contatto con lei nonostante lei si sentisse sudicia, che l'avevano sostenuta senza mai imporsi, lasciandole la possibilità di scegliere.
Gli occhi viola si alzarono, scorrendo sulle braccia del proprietario fino ad inquadrare la figura di Morgon per un attimo, e nel farlo si posarono anche su Fenryr, che con la sua fermezza le aveva fatto capire che poteva farcela, anche se serviva coraggio e non era sempre facile averne. E lei lo aveva fatto diventare una specie di mantra a cui attaccarsi ogni volta che vacillava e minacciava di fare passi indietro.
Tabitha tornò a guardare Morgon, trovando nella sua presenza l'aiuto di cui aveva bisogno per calmarsi quel tanto che bastava per non finire stesa a terra nel pieno di un attacco di panico.
Non si era nemmeno resa conto che Kelly nel frattempo aveva finito di parlare, se non quando udì Tionisla dire "la tua fine sarà rapida."
Sbiancò, annaspando nuovamente, non sapendo se quella fosse la sentenza o semplicemente si era persa un pezzo di discorso. Forse era la seconda...doveva, essere la seconda opzione.
"No, vi prego, aspettate..." riuscì a tirar fuori, cacciando indietro la bile e obbligando le gambe a muoversi per farla staccare da quel benedetto muro.
Ora doveva parlare però, solo che aveva agito d'istinto e non sapeva nemmeno lei che dire. O forse sì.
Tabitha chiuse per  un istante gli occhi e prese dei lenti respiri per calmarsi.
*Concentrati, ne hai già parlato con Kelly, puoi farcela... è stato peggio dire tutto quando non sapevi come avrebbe reagito lei...*
"Io...è...è vero, io non le avevo mai detto chiaro e tondo che non volevo fare...quelle cose." esordì stringendo i pugni fino a conficcarsi le unghie nei palmi. "Ad Al-bairath ero sempre stata quella diversa, per nostra madre ero un'autentica delusione sotto tutti i punti di vista, l'unica cosa per cui non sono mai stata rimproverata era per il mio aspetto..." un sorriso amaro le piegò le belle labbra. "Bella ma una macchia per il nome della famiglia. E poi c'era Kelly, l'unica che non mi ha mai trattato male, l'unica amica che io avessi mai avuto. Anche questo era sciocco: i drow non hanno amici, non come io credevo fossero, però lei per me lo era e le volevo - le voglio - un gran bene."
Tabitha strinse le labbra abbassando lo sguardo. "Quando sei l'unico punto bianco in mezzo al buio, a un certo punto vorresti diventare anche tu buio, per sentirti parte di quel mondo, per sentirti meno sola, per non sentirti sempre quella diversa, quella che tutti guardano male e disprezzano... o anche solo per far contenta l'unica persona al mondo che mostra gentilezza nei tuoi confronti. Così facevo quello che Kel-hatril mi chiedeva, anche se dentro di me avrei tanto voluto scappare, dirle di smettere, che io non ero così, non lo sarei mai stata, ma come potevo negare qualcosa proprio alla mia unica amica che mai mi aveva chiesto nulla? E poi mi ha salvato quando stavano per trasformarmi in drider..." un brivido visibile le corse lungo la schiena, "E non lo ha fatto semplicemente togliendomi da quella situazione, ma mi ha portato via da Al-bairath, da quel mondo di buio che non mi apparteneva, per portarmi in quello luminoso di cui sentivo di far parte, rischiando lei stessa la vita e inimicandosi così la nostra famiglia. Così, quando siamo andate in quella miniera, ho accettato tutto... per non perdere l'unica sorella e amica che avevo, e perchè mi sentivo in debito con lei. Le dovevo la vita, quindi quello che lei chiedeva a me era poca cosa a confronto."
Tabitha emise un sospiro tremulo, poi alzò gli occhi. "Kel-hatril ha fatto tante cose terribili e sbagliate, ma vi chiedo, nel giudizio che fate, di non prendere in considerazione quello che ha fatto a me." quelle parole pesavano come un macigno, ma l'averle dette aveva sollevato in parte lo spirito di Tabitha, come se effettivamente avesse scaricato quel peso. "In primo luogo perchè le credo quando dice che l'ha fatto con l'intento di aiutarmi, sbagliando siamo d'accordo, ma non voleva farmi realmente del male, e io, con la mia insicurezza, non ho mai avuto il coraggio di dirle davvero chiaramente che non volevo. Ho provato a farglielo capire, a volte, ma mi rendo conto che non ho mai davvero espresso seriamente quel che provavo, l'ho fatto solo pochi giorni fa, in quella grotta." l'elfa scura scrollò piano le spalle. "Forse lei poteva arrivarci, ma io senza ombra di dubbio avrei potuto essere più chiara con lei. L'unico momento in cui probabilmente son stata più decisa è stato proprio quando è successo il casino con Gramorn... e bhe... ho ottenuto un risultato disastroso..."
Tabitha si rabbuiò, ma poi sembrò farsi nuovamente forza. "Credo che per le azioni che ha fatto nei miei confronti, sia io a dover decidere se è colpevole o meno, e se io voglia o meno passarci sopra. E gliel'ho già detto: mi ci vorrà del tempo per riprendere confidenza con lei, soprattutto mi servirà tempo per riuscire a pensare ad esempio di rimanere sola in sua compagnia, però ho scelto di darle una possibilità, dare una possibilità a noi come sorelle, lontane da Al-bairath e da tutto quello con cui siamo cresciute. E per farlo ho tirato una linea netta, che non vuol dire che io abbia dimenticato, direi che è impossibile, ma non credo si possa pensare di ricominciare con qualcuno se non si è disposti davvero a mettere una pietra sopra al passato. Se voglio ricostruire il rapporto con mia sorella, non posso rinfacciarle o ripensare ogni minuto a quel che mi ha fatto e che, in qualche modo, le ho permesso di farmi, non sarà facile ma io voglio provarci."
Tabitha gettò un'occhiata a Kel-hatril, si sforzò di tirare fuori un sorriso o qualcosa che potesse assomigliarci, e si zittì tornando al suo posto a fianco di Morgon. Sperava che la ascoltassero, che prendessero in considerazione cosa pensava lei di quella faccenda, perchè, del resto, era di lei che si stava parlando.

KREENA - 03/09
Quella mano. Così piccola. Morbida. Delicata, eppure forte.
Come quella di Joan. Anche il calore era lo stesso.
Il cuore di Kreena battè più rapido e la giovane si lasciò portare, trascinare indietro fino al gruppo dalla maga drow.
Ascoltò le sue parole e poi la replica di Tabitha, senza mai lasciare la presa, senza mai perdere il contatto. Assaporando il calore di un ricordo, di un momento sospeso, irripetibile, che non sarebbe più tornato.
Perchè Jo aveva calli sul palmo, per l'uso della spada. Dita più agili, nervose. E una cicatrice sul dorso della destra. Quella non era la sua mano, era quella di Kelly, anche se il suo tocco le faceva fibrillare il cuore.
"Non so se l'avrei fatto" - mormorò soltanto, lasciando con fatica la presa - "Forse ti avrei soltanto uccisa"
Una pausa.
"Ma se tua sorella ti perdona, allora lo farò anch'io"

DUNGEON MASTER - 03/09
Finita la confessione di Kel-hatril Tionisla rimase a lungo in silenzio, con gli occhi fissi ed imperscrutabili sull'elfa scura.

Infine annuì e disse: «Kel-hatril, se non posso certo dire di aver apprezzato molte delle tue azioni, ti devo dare comunque atto di essere stata, credo, molto onesta nel parlarne senza cercare di sminuire i tuoi torti o sottolineare le poche cose buone. Direi che questo depone a tuo favore, anche se non può certo cancellare il tuo passato. Avresti potuto provare a mettere su un piagnisteo su come l'educazione ricevuta da bambina fosse la reale causa delle tue malefatte e che tu in fondo fossi solo una vittima innocente e traviata, ma non l'hai fatto: hai accennato alla cosa, ma senza calcare la mano e direi che anche questo depone a tuo favore. Hai ammesso i tuoi torti nei confronti di tua sorella ed hai accennato a ciò che di buono avevi fatto per lei non come un merito ma come un semplice dato di fatto, senza cercare di sfruttarlo a tuo vantaggio. Quindi devo riconoscerti di essere effettivamente onesta come dici. Tuttavia», e qui alzò il grosso pugno con l'indice minacciosamente proteso quasi a sfiorare il viso dell'elfa scura, «tuttavia rimane il fatto che tu non possa negare né di aver causato enormi sofferenze ad innocenti vittime dei tuoi scellerati esperimenti genetici, né di aver di fatto ridotto in schiavitù, sia materiale che sessuale, tua sorella, che tu stessa dici essere l'unica persona che tu abbia mai amato: come tu possa esserti macchiata di un comportamento così orribile proprio nei suoi confronti è una cosa che va ben oltre la mia capacità di comprensione». Fece una pausa e poi riprese: «Ci sono molte ombre e qualche barlume di luce in te e, sinceramente, ora come ora non saprei pronunciare un verdetto nei tuoi confronti: quelle ombre meriterebbero la morte, ma quei barlumi di luce mi fanno esitare».

Detto questo Tionisla cessò di interessarsi direttamente a Kel-hatril e si rivolse a tutti i presenti: «Ormai l'ora è tarda: vi suggerisco di ritirarvi negli alloggi che i miei servitori hanno allestito per ognuno di voi. Ci sono molte stanze qui dentro: alcune chiuse fra solide pareti di roccia, che penso potranno piacere a voi nani, altre con aperture che danno sulla valle, cosa che immagino verrà gradita a quelli fra voi che amano l'aria aperta. Scegliete liberamente: ci sarà una stanza privata per ciascuno di voi ed anche», e qui ammiccò all'indirizzo di Scarlett, «stanze a due posti per chi preferisce riposare in compagnia».

«La notte porta consiglio», aggiunse. «Sarebbe buona cosa che troviate qualche tempo per meditare su quanto Kel-hatril ci ha detto di sé: suggerisco che domani mattina ci troviamo nuovamente qui, dopo una sana colazione, così che ciascuno di voi... e intendo davvero proprio ciascuno di voi... faccia tutte le domande che crede e poi esponga la propria opinione su Kel-hatril ed esprima il proprio parere su cosa sarebbe giusto fare nei suoi confronti. Poi, pesato tutto ciò che avrete detto, vedrò di giungere ad un giudizio debitamente meditato».

Infine Tionisla tornò a rivolgersi a Kel-hatril: «Anche tu qui sei ospite, pur nella tua particolare situazione», le disse, «quindi avrai anche tu la tua stanza privata e tutto ciò che questo luogo può offrire ai suoi ospiti. Sarai anche libera di andare e venire a tuo piacimento: sono certa che non ne approfitterai. Se vuoi puoi anche farti restituire l'equipaggiamento: ho apprezzato la tua scelta di presentarti in veste di penitente, ma entrambe sappiamo che, al di là dell'atteggiamento simbolico, poco o nulla avrebbe cambiato se anche ti fossi presentata al pieno della tua potenza».

Kel-hatril annuì. «Lo so», rispose tranquillamente, «ma anche l'atteggiamento ha il suo significato». Ora l'espressione e l'atteggiamento dell'elfa scura erano tornati normali, anzi quasi rilassati come mai in precedenza: come se, una volta superato lo scoglio del mettersi completamente a nudo di fronte a Tionisla, a quelli che probabilmente tendeva a considerare suoi compagni e, soprattutto, a Tabitha, si fosse finalmente tolto un enorme peso di dosso.


[NdG] Ho voluto postare adesso questa mail per darvi tempo e modo, se vorrete, di riflettere sulla confessione di Kel-hatril e decidere l'atteggiamento del vostro PG, ovviamente sulla base del rispettivo allineamento e di come l'avete gestito finora. Dopo la mia settimana di vacanza al mare riaprirò la lista e, dopo le eventuali domande, Tionisla interrogherà tutti sul loro parere su cosa fare di Kel-hatril; poi, alla luce del complesso delle risposte ricevute, ruolerò la decisione di Tionisla. Nota bene: così come gestisco io in combattimento i PG dei giocatori "pigri", o "distratti", o "troppo impegnati" (scegliete voi la definizione che meglio si adatta ^__^ ), così gestirò io le loro risposte, sulla base del loro allineamento, background, eccetera.

SCARLETT - 03/09
Dopo aver detto la sua, Scarlett si era spostata nuovamente a fianco di Issus, ascoltando attentamente sia la confessione di Kel-hatril, che poi l'intervento di Tabitha, e si trovò d'accordo con la richiesta fatta da quest'ultima: su quanto era stato commesso nei confronti di Tabitha, era giusto fosse lei a dire la sua. Certo, per loro era difficile capire e accettare quello che Kelly le aveva fatto, nessuno di loro avrebbe mai agito a quel modo contro la propria sorella o contro chi amavano, ma se Tabitha, che era la vittima, decideva di perdonare - ed era evidentemente pienamente in grado di decidere in autonomia -, allora loro non erano nessuno per decidere al posto suo, almeno per quella faccenda. Il resto delle azioni di Kel-hatril erano un altro paio di maniche.
"Sono d'accordo con Kreena." disse spostando gli occhi su Tabitha e sorridendole gentilmente. "Per quello che ha fatto direttamente a sua sorella, se Tabitha la perdona, anche per me è a posto, e credo abbia ricevuto una lezione a dir poco esemplare."
Forse era superfluo dirlo, forse no, ma Scarlett voleva rassicurare Tabitha sul fatto che, da quel punto di vista, la sosteneva.
Tionisla a quel punto decise di rimandare alla mattina seguente il giudizio, per dare modo a tutti di riflettere e pensare ad eventuali domande da porre alla drow. Indubbiamente era molto meglio affrontare la questione con la mente fresca e riposata.
La mezzorca li informò che aveva fatto preparare stanze private per ciascuno di loro, e quando si voltò ad ammiccare nella sua direzione aggiungendo che c'erano anche stanze da due a disposizione, Scarlett non riuscì a trattenere un sorriso a dir poco sfacciato: le si leggeva in faccia che era più che felice di quella notizia e che "riposare" non era esattamente la parola più adatta a quel che aveva in mente, non in maniera prioritaria almeno.
Poi venne detto a Kel-hatril che poteva pure tornare in possesso del suo equipaggiamento, quindi la Rossa attese solo che Tionisla ebbe finito di parlare e iniziassero a muoversi per lasciare lo studio, per affiancarsi alla drow con un sorriso, allungandole al contempo il suo bastone.
"Cominciamo da questo, che ne dici?" le disse accennando poi al resto della roba. "Vuoi che ti ridia tutto qui, o preferisci che ti accompagno alla tua stanza così puoi fare con comodo?" era ovvio che Scarlett non aveva pensato nemmeno per un secondo di tenersi qualcosa.
La maga osservò la collega per qualche istante, poi le afferrò la mano stringendogliela gentilmente. "Forse non posso nemmeno immaginare quanto sia stato difficile, ma hai fatto la cosa giusta." le sorrise nuovamente. "I cambiamenti si fanno un passo dopo l'altro, a volte la strada è in salita, a volte è in discesa, ma se lo vuoi, puoi farcela."

MORGON - 03/09
Morgon passo nel giro di pochi minuti da uno stato di malessere ad uno di rabbia pura ed animalesca, da uno di stupore ad un classicone, e non poteva essere altrimenti, non poteva che chiudere con quello a cui era più abituato, l'imbarazzo.
Lo stato di malessere fu associato al ricordo di quanto aveva visto con i suoi occhi nella stanza degli esperimenti, un conato di vomito lo colse improvviso e fu trattenuto a stento.
Lo stato di rabbia lo pervase quando per la seconda volta dovette ascoltare il racconto di quanto Tabitha aveva dovuto subire ad opera della sorella. La mano si strinse forte attorno al flauto intarsiato a forma di drago che portava alla cintura.
Lo stupore lo raggiunse come uno schiaffo. Fu una vera e propria epifania. Dopo le parole di Tabitha, la drow era diventata una donna forte, risoluta e perentoria. Non contava come aveva pronunciato le parole dette, ma cosa aveva detto. La drow non gli pareva più indifesa e bisognosa di protezione e questo la posa in una nuova luce. Morgon si sentiva come una piccola falena attratta dalla luce brillante di quella donna.
Stava guardando TAbitha con questo nuovo sguardo negli occhi, con una nuova luce, quando la loro ospite parlò di camere singole per tutti e camere doppie per chi voleva. Ovviamente guardando la drow non aveva visto che Tionisla aveva guardato Scarlett ed Issus, per cui arrosì, arrossì ed arrossì ancora, se la cosa era umanamente possibile.

La cosa passò quando sentì parlare Scarlett; alzando lo sguardo vide che era vicina ad Issus - Forse parlava di loro due, ma si è sicuramente per quello! -

Mentre tutti uscivano, Morgon rimase fermo dov'era. Quanto successo poco prima lo aveva scosso. Quando Tabitha gli passò a fianco per uscire le sussurrò "Mi devo solo fermare a parlare di alcune questioni con la nostra ospite se lei me lo permetterà, ti auguro la buona notte...", poi fece una pausa. "...sei davvero straordinaria!".

Detto questo, con un groppo in gola grosso come un macigno, fece un passo verso la mezz'orca.
"Mi chiamo Morgon Di Hed... ecco... per prima cosa grazie per la tua... sua, sua ospitalità!"
"Prima di andare a dormire posso importunarla con alcune questioni o è stanca e pensa sia meglio proseguire domani?".
Ovviamente, avendo l'agitazione il sopravvento, non attesa alcune tipo di risposta da Tionisla e proseguì.
"La prima questione è legata al fatto che volevo dirle che se viene accesa una luce nell'oscurità e questa viene lasciata a se stessa potrebbe venire spenta, ma quando questa luce è custodita ed alimentata è destinata a spazzare via ogni forma di buio, a tal proposito ci sono alcune poemi che mi sono venuti in mente come sostegno a questa mia tesi... ma non credo sia questo il momento di proseguire in tal senso..."
Portò una mano dietro la testa a sottolineare che si era reso conto di aver parlato veramente tanto e tutto d'un fiato. Respirò profondamente e prese fiato.
"La seconda cosa che le voleva chiedere se mi potesse illuminare in merito alla parola Kan-Thor...la sacra isola. Per caso non è mica che conosce una certa Eudana?" La parola Kan-Thor venne pronunciata con un bisbiglio e con la mano a pararsi una lato della bocca.
"E l'ultima cosa le vorrei chiedere se sa dirmi cosa è questo..." disse estraendo da una tasca laterale della cintura un disco metallico (NDG vedi sotto).
Alla fine abbozzò una specie di sorriso che faceva trasparire, paura, consapevolezza dell'incoscienza di quanto appena fatto, disagio.

NDG
Medaglione contadini
Il medaglione che Morgon riceve dal capo dei contadini è del tutto incomprensibile: in pratica è semplicemente un disco di metallo, forse rame, forse bronzo, chissà, e senza alcuna effigie: è completamente liscio. Tuttavia al tatto tradisce la sua natura magica per via di una lievissima vibrazione…

TABITHA - 03/09
Kreena e Scarlett l'avevano ascoltata, e la cosa la riscaldò sciogliendo almeno in parte il nodo che le stava stringendo lo stomaco. Sorrise, ad entrambe, con una gratitudine che quasi si poteva toccare tanto era palese. E non era tanto perchè l'avessero ascoltata, o fossero disposte a perdonare quelle azioni a Kel-hatril - per quanto indubbiamente anche queste cose le facessero enormemente piacere-, ma perchè lasciavano a lei quella decisione, le riconoscevano la libertà e la capacità di poter scegliere in autonomia cosa era meglio per lei, e non era una cosa così scontata, non per Tabitha.
Tionisla propose di rimandare il giudizio alla mattina seguente per dar modo a tutti di riflettere, e Tabitha si trovò ad annuire piano. Da un lato avrebbe preferito che la questione venisse chiusa subito, per non trascinare ulteriormente quell'agonia per sua sorella, ma dall'altro temeva il responso, quindi non poteva che essere contenta che fosse rimandato.
La loro ospite a quel punto li informò che aveva preparato stanze private per ognuno di loro, o doppie per chi avesse preferito, e per poco Tabitha non si strozzò con la sua stessa saliva.
Era ancora a fianco di Morgon e si era appena voltata sentendosi osservata, ma immediatamente aveva riportato lo sguardo su Tionisla, non capendo se la mezzorca, per caso, si stesse riferendo a lei. Loro.
Fortunatamente gli occhi le caddero sul volto di Scarlett, e nonostante il panico riuscì a decifrare la sua espressione, che lasciava ben pochi dubbi su quali che fossero le intenzioni della ragazza per la notte.
Tabitha se possibile arrossì ancora di più, però si sentì sollevata nel capire che con ogni probabilità, Tionisla si riferiva proprio alla Rossa e ad Issus.
*E perchè mai avrebbe dovuto riferirsi a me? Eh?...eh...*
Mentre il rossore scemava dalle sue guance, lasciandole la sensazione di essere proprio una stupida, Tabitha tornò al pensiero della stanza con vista sulla valle e, di colpo, sorrise con entusiasmo voltandosi verso Morgon.
"Io penso sceglierò una di quelle con la finestra!" gli disse, con l'aria di una bambina a cui avevano appena fatto un bel regalo. Non aveva mai avuto una stanza con vista su una valle del mondo in superficie, quindi in realtà non sapeva bene cosa aspettarsi, ma era convinta che fosse qualcosa di molto bello.
In quel momento però si rese conto che lui era rimasto fermo dov'era e non sembrava volersene ancora andare...e poi le augurò la buonanotte dicendole che era straordinaria.
Tabitha lo fissò senza capire. "Straordinaria?" ripeté non capendo davvero il perchè di quel complimento. Non pensava che Morgon volesse farle un apprezzamente per il suo aspetto estetico, quindi doveva essere per qualcosa che aveva fatto, ma sinceramente non trovava nulla di particolarmente bello nel suo recente comportamento: aveva appena rischiato un attacco di panico, nello studio della loro ospite, evitando per un soffio di rivedere la cena...e forse anche la colazione. Insomma, niente di particolarmente straordinario a suo avviso.
Ma il bardo si era già spostato per parlare con Tionisla, quindi non avrebbe avuto alcuna spiegazione in merito, non subito almeno.
"Ah...ehm...allora io esco...sì..." farfugliò imbarazzata, "Buona...buona notte..." aggiunse dirigendosi alla porta.
Non appena uscì si bloccò, l'entusiasmo di poco prima completamente scomparso dal suo viso che, anzi, pareva tirato.
Era spaventata. Credeva di essere contenta alla prospettiva di una camera tutta sua... e invece no. L'ultima camera da letto in cui era stata era anche la sua prigione, la stanza dove l'avevano... e prima di quella, l'unica altra camera era stata quella ad Al-bairath, un altro posto da dimenticare.
Si trovò a scuotere quasi violentemente la testa, cercando di scacciare i ricordi che il racconto di Kel-hatril aveva smosso dai posti oscuri della sua memoria dove cercava di tenerli rinchiusi. Sapeva che la dimora di Tionisla era sicura... ma se non fosse stato così? Se uno dei suoi uomini avesse voluto vendicarsi per i loro compagni uccisi da Kelly? Sicuramente poi sarebbero stati puniti, ma prima...
Tabitha si appoggiò con la schiena al muro subito fuori dalla porta dello studio, cercando di prendere ampi respiri per calmarsi. Difendere sua sorella era stato molto meno spaventoso.
Dormire con gli altri nei giorni passati non le aveva creato problemi, erano tutti assieme, e questo l'aveva rassicurata, quando poi di notte si svegliava in preda agli incubi le bastava guardare poco distante da lei per vedere Morgon che dormiva, e questo la tranquillizzava e le permetteva di riprendere sonno. Ma stare da sola, in una camera da letto sconosciuta, lontano da chi ora si fidava...
Lentamente scivolò lungo il muro fino a sedersi a terra, appoggiando la fronte sulle ginocchia e lasciando che i capelli la nascondessero.
Si vergognava, perchè le pareva di essere una bambina capricciosa, ma era più forte di lei... alcune cose riusciva ad affrontarle, ma altre... altre le avevano scavato un solco dentro...
Le scappò un singhiozzo, e subito strinse le labbra per non lasciarne uscire altri.
Non sapeva cosa fare, quello era il punto.
Da un lato avrebbe voluto chiedere a qualcuno di farle compagnia, ma la verità era che stare in una camera da letto con qualcuno, sia uomo che donna, per lei era... difficile. Ovviamente sarebbe stato più semplice con una delle ragazze, anche se grazie a Kelly non si trovava a suo agio nemmeno con le donne, però... però indubbiamente con un uomo sarebbe stato...
Le si chiuse la gola.
Eppure l'idea di andare in una stanza tutta sola, continuava a farle una gran paura... soprattutto se non sapeva dove sarebbero stati gli altri... Morgon.
Ma non poteva certo chiedergli di dormire con lei!
Divenne... rossa, bordeaux, viola, blu.
*Nononononono. E poi dovrei cambiarmi, non posso certo stare nel letto con questi vestiti sudici!*
Per poco non le venne un infarto.
Ecco... doveva anche togliersi quei vestiti...e non sarebbe stata invisibile...e c'erano ancora tutti quei segni...le corse un brivido lungo la schiena. Quelli forse sarebbero andati via...prima o poi, ma il resto? Un altro bagno magari l'avrebbe aiutata...magari.
Tabitha lasciò andare un lento sospiro, si fece forza sulle gambe e si obbligò ad alzarsi. L'idea di andare da sola non riusciva ad affrontarla, ma se doveva fare la figura della sciocca, almeno doveva provare a darsi un contegno.
Era categoricamente escluso che potesse dormire con qualcuno, però poteva cercare di avere una stanza vicino...o almeno sapere dove fosse...per sentirsi più tranquilla.
Tornò ad appoggiarsi al muro, concentrandosi sui ricordi più belli di quegli ultimi giorni per riprendere il controllo mentre aspettava con pazienza che Morgon uscisse. Sperava solo di non fare la figura della bambina frignona...
*Straordinaria...*

KREENA - 03/09
Alla proposta di Tionisla di stanze doppie, lo sguardo di Kree deviò per un istante sul paladino.
Aryn però non ricambiò l'occhiata. Era strano, distante, praticamente assente negli ultimi tempi, come perso in chissà quali pensieri.
Non importava, avrebbe fatto da sola, come sempre. Una stanza singola sarebbe bastata. Sospirò. Magari la vista sulla valle avrebbe aiutato.
Si avviò all'uscita, ma l'atteggiamento di Tabitha la fermò. La drow era rossa, paonazza in viso, sudava, forse stava male anche lei come la sorella. Rimase un istante incerta a studiarla, ne seguì lo sguardo, i gesti, quindi annuì, fece un sorrisetto e la seguì. Fuori, trovò l'elfa appoggiata al muro, spossata, quasi dovesse sostenere il peso della dimora intera col suo corpo minuto.
"Non ti cadrà in testa" - disse con un sorriso e un ammiccamento.
"E sai, per sbaglio, ho prenotato una stanza doppia...non è che ti andrebbe di dividerla?"
Il sorriso si allargò, nonostante la giovane inarcasse un sopracciglio.
"Niente strane idee, però, eh? Io qui, tu lì, ci ingozziamo di dolcetti, parliamo di ragazzi e del grande amore, beviamo del rosolio e sospiriamo..."
Tirò su col naso e fece una smorfia assurda.
"E magari prima ci facciamo un bagno: puzziamo come capre di montagna!"

FENRYR - 03/09
Fenryr rimase in silenzio, in disparte, spettatore immobile della confessione della drow.
Quando la maga uscì, si accodò senza una parola, restando tre passi indietro, nell'ombra, fino alla stanza che Tionisla le aveva fornito.
Attese che Kel-hatril entrasse, quindi si sedette fuori, sul nudo pavimento, la schiena appoggiata alla parete, la spada di traverso sulle gambe incrociate, i palmi appoggiati sul fodero di pelle. Lì chiuse gli occhi e lì rimase, a guardia della porta fino al nuovo giorno.

NdG
Guido, mi sono portato avanti: tienine conto come descrizione di intenzioni, nel caso tu abbia in mente altro per la drow. Fenryr in ogni caso farà da guardiano a Kelly, che lei voglia o meno ^___-

TABITHA - 03/09
La voce di Kreena la fece letteralmente sobbalzare. Tabitha la guardò per un attimo spaesata, poi capì che era una battuta per il fatto che stava puntellata contro il muro di pietra, e a quel punto tirò fuori un sorriso tremulo... che si gelò non appena le chiese se voleva dividere la stanza con lei.
La drow rimase come cristallizzata, incapace di formulare una risposta per quell'offerta tanto gentile da parte della compagna. Perchè lei poteva avere tutti i problemi del mondo con le camere da letto, il dormirci in compagnia o da sola, ma questo non le impediva di percepire quel gesto per quello che era: una cosa molto carina da parte di Kreena.
Prese a tormentarsi le mani, dilaniata per la decisione da prendere: da un lato continuava a non sentirsi tranquilla all'idea di dormire con qualcuno, anche se quel qualcuno aveva appena assicurato che sarebbero state a distanza, ma dall'altro aveva paura che anche prendendo la camera a fianco di quella di Morgon, una volta sola si sarebbe sentita comunque sopraffatta dalla paura, o dall'angoscia per gli incubi. E poi c'era anche quella prospettiva di serata passata con un'altra ragazza, a chiacchierare... lei non l'aveva mai fatto, non aveva mai avuto altre amiche ad esclusione di sua sorella, e... e le sarebbe tanto piaciuto vivere quell'esperienza che era stata per anni impensabile.
"Io...io..." la guardava con gli occhi viola spalancati, palesemente in difficoltà. "...cosa è il rosolio?" domandò infine, non sapendo cosa fosse e perchè dovevano sospirare bevendolo.
Tabitha si rese immediatamente conto che la sua domanda doveva sembrare molto stupida, soprattutto tenendo conto che non era certo quel rosolio il punto della situazione, così arrossì imbarazzata.
"Cioè...scusa... ti ringrazio per la tua offerta...ecco..." stava scivolando nuovamente nel panico, lo sentiva crescere dentro il suo petto. Si rese conto che stava facendo una figuraccia, poteva addirittura sembrare che non volesse se non si decideva a dire qualcosa di sensato.
*Come posso pensare di superare quello che ho passato e non lasciare che mi faccia ancora del male e mi impedisca di vivere davvero, se non affronto i miei timori? Ho paura, ma Kreena è sempre stata gentile con me... *
"Grazie..." riuscì a tirare fuori sforzandosi di sorriderle, "Io... per me è difficile, ecco... però..." deglutì, stringendo i pugni per racimolare tutta la sua determinazione. "Mi piacerebbe...non ho mai condiviso la stanza con una...un'amica con cui chiacchierare...e forse starei meglio che da sola...credo..."
Era palesemente combattuta tra quello che desiderava e quello che l'istinto, purtroppo, le suggeriva.
"Però io... io non posso fare il bagno... cioé, voglio proprio farmene uno, ma da sola..." mormorò sperando di non offenderla. "Non è per te... è che io...non ci riesco...Ma vorrei provare a condividere la stanza, per farci compagnia, sì."
Tabitha abbassò lo sguardo. "Scusa, per me è difficile... Proviamo, se però proprio non dovessi farcela...ecco... non ti arrabbiare, per favore, non è colpa tua... ok?"
Prese dei lenti respiri fino a calmarsi, concentrandosi sulla parte bella e che la entusiasmava alla prospettiva di quella serata. "Dici che le stanze hanno il bagno? E... E secondo te ci sarà qualcosa che posso usare per dormire? I miei vestiti vanno lavati e non...non posso proprio stare senza...niente...ecco..."

GHINO - 03/09
Ghino si era sistemato su una sedia bassa in un angolo dello studio, in penombra.
Ascoltava con attenzione la conversazione più che altro per le possibili conseguenze, ma nel frattempo sospirava in modo nervoso.
Donne.
Odiava trovarsi nel bel mezzo di una conversazione fra donne.
Da una situazione pericolosa, dove rischiavano di doversi difendere da una potente maga mezz'orca fornita di un drappello di armati, si doveva sorbire confessioni imbarazzanti, sospiri confusi, reazioni isteriche da parte delle quattro femmine.
Gli ricordavano le prostitute di una locanda che si scambiavano pettegolezzi sui clienti della giornata, oppure le zingare attorno al fuoco quando non danzavano.
In più cascava dal sonno, rischiando di tirare una capocciata alla libreria quando si addormentava ciondolando.
Quando terminarono, quasi senza preavviso, Ghino si alzò barcollando e si trasferì in una stanza piccola, ben nelle viscere della montagna.

KREENA - 03/09
[Tabitha]
"Cioè...scusa... ti ringrazio per la tua offerta...ecco..." stava scivolando nuovamente nel panico, lo sentiva crescere dentro il suo petto. Si rese conto che stava facendo una figuraccia, poteva addirittura sembrare che non volesse se non si decideva a dire qualcosa di sensato.
*Come posso pensare di superare quello che ho passato e non lasciare che mi faccia ancora del male e mi impedisca di vivere davvero, se non affronto i miei timori? Ho paura, ma Kreena è sempre stata gentile con me... *
"Grazie..." riuscì a tirare fuori sforzandosi di sorriderle, "Io... per me è difficile, ecco... però..." deglutì, stringendo i pugni per racimolare tutta la sua determinazione. "Mi piacerebbe...non ho mai condiviso la stanza con una...un'amica con cui chiacchierare...e forse starei meglio che da sola...credo..."

"Figurati" - rispose Kree, facendo spallucce - "Siamo tra amiche, mica serve scusarsi, fare ossequi o ringraziare come a corte...non che sappia bene cosa si fa a corte, a dire il vero, a parte corteggiare, ovviamente..."
La giovane rimase pensierosa per un istante, poi si scosse e tornò a sorridere.
"E certo che starai meglio, via! Mica vorrai passare la notte a tener su il muro?" - aggiunse, facendole l'occhiolino.
Abbassò la voce e schermò la bocca con la mano, con fare cospiratorio.
"Il rosolio, detto fra noi, non è che sia poi questa gran cosa...fa tanta scena, ma è troppo dolce, se ti ubriachi poi vomiti per una settimana..." - mormorò, con l'aria di chi ne sapesse per esperienza vissuta.
"E dubito ce ne sia qui in giro, comunque" - sospirò in modo esagerato - "Tionisla mi sembra più da birra e salsicce...che poi anche io letteralmente adoro!"
Si sbracciò, se ne accorse, si ricompose, assumendo una buffa posa affettata.
"Comunque, se non rosolio qualcosa troviamo...e anche il bagno: al peggio basta una tinozza d'acqua calda e un pezzo di sapone, che forse ho anche qui, da qualche parte..."
Si tolse lo zaino, lo slacciò, ma si fermò prima di frugarci dentro.
"E stai tranquilla: tu ti lavi, io sto fuori, mi chiami quando hai finito...anche se, a dirla tutta, c'e' mica niente che non abbia già visto..."
Sorrise e, senza quasi guardare, tirò fuori un involto dal bagaglio.
"Poi ti puoi metter questo" - esclamò, allungando alla drow un completo rosso fiamma.
"L'ho comprato anni fa, ma è come nuovo: il colore è bello, ma non si intona al mio incarnato..." - concluse - "Forse ti va un po' largo, ma meglio che andar nuda, al limite ci metteremo qualche spillo..."
E di nuovo le strizzò l'occhio.

BOGNUS - 03/09
Appena arrivati nello studio di Tionisla, Bognus si mise immobile vicino alla porta, una mano appoggiata sull'impugnatura dell'ascia.
Solo il lento muoversi del petto e gli occhi che seguivano i diversi interlocutori durante la confessione di Kel-hatril facevano capire che nel frattempo non si era trasformato in pietra.
Poi Tionisla spiegò le modalità di alloggio per la notte. Il nano esitò solo un attimo, guardò prima Gymla e poi Parrywimple, quindi disse con tono chiaro e fermo.
"Noi prenderemmo una stanza per tre, se ce ne sono. Lei e il ragazzo sono sotto la mia protezione personale, non posso lasciarli soli. Altrimenti dormirò per terra davanti alla loro porta, ci sono abituato."
Dopo pochi secondi ebbe come un ripensamento, sorrise e continuò
"Devi perdonare le mie maniere brusche, mia signora, ma ho vissuto solo, isolato per troppo tempo. Non che non mi fidi della tua dimora in cui ci hai dato ospitalità di cui ti ringrazio molto, ma visto l'accaduto da quando siamo entrati in quella maledetta miniera credo di dover continuare a proteggerli  È la mia missione ormai." Quindi chinò il capo come a riconoscere l'autorità della maga.

DUNGEON MASTER - 03/09
Giusto per chiarire cosa i vostri PG trovano nei rispettivi alloggi, così come vi viene spiegato da un solerte maggiordomo mentre vi conduce nella zona ospiti.

Tutte le stanze che vi sono state fornite sono spaziose, pulite e in ordine, sono dotate di un comodo letto a due piazze, di caminetto, armadio, sedie e scrittoio e di una tinozza da bagno che si trova nello stesso ambiente ma separata dal resto da un paravento mobile. Ogni stanza è anche dotata di un pitale per eventuali urgenze notturne ma, non essendoci un impianto idraulico centralizzato (va bene il comfort, ma non pretendiamo poi troppo in un tempo in cui nemmeno i re potevano disporre di acqua corrente nelle proprie stanze), per l'espletamento delle necessità corporali sono a disposizione due appositi ambienti, uno
per le femmine e uno per i maschi, adiacenti fra loro ma separati e debitamente presidiati da un servitore incaricato sia della manutenzione che del corretto uso dei due ambienti.

Al vostro arrivo nelle rispettive stanze trovate il letto fatto, il caminetto acceso (siete in alta montagna e l'estate è sul finire), un adeguato assortimento di sapone, salviette, pettine, spazzola, vari flaconcini misteriosi, eccetera; la tinozza da bagno è piena d'acqua, la cui temperatura tuttavia ormai è poco più che tiepida a causa del protrarsi della riunione nello studio di Tionisla.

Infine, in ogni stanza c'è un cordone tramite il quale si può far suonare una campanella posta in un apposito locale (che tuttavia non sapete dove si trova) per chiamare un inserviente che è a disposizione degli ospiti giorno e notte.

mercoledì 15 settembre 2021

SETTIMANA 36 2021

TABITHA - 03/09
Tabitha aveva seguito il corteo cercando di tenere il passo con Tionisla, un po' preoccupata per lo sballonzolare di Kel-hatril sulle spalle della maga. Non credeva che sarebbe morta per quello, ma insomma...
Una volta nello studio, la drow gettò giusto uno sguardo attorno, ma senza realmente vedere nulla, perchè in quel momento aveva come unico pensiero la sorella. Si posizionò nei pressi del divano dove Kel-hatril si riprese di lì a poco con l'intervento di Tionisla.
Tabitha rimase zitta per tutto il tempo, temendo di peggiorare la già difficile prova a cui Kelly era sottoposta, ma riuscì comunque a sentire lo scambio di battute tra i compagni sul fatto di non abbandonare nessuno, quindi spostò la sua attenzione su di loro.
Ricambiò lo sguardo di Morgon, con l'espressione che tradiva quanto quella frase le avesse scaldato il cuore. Era generica, lui aveva detto che nessuno veniva abbandonato, non aveva detto che lei e sua sorella non lo sarebbero state, eppure...   
Anche Fenryr rimarcò quelle parole e Kel-hatril si trovò sul punto di commuoversi, glielo lesse in faccia, in quell'accenno di lacrima che le inumidiva l'angolo dell'occhio, nell'espressione, perchè conosceva bene sua sorella. Le sorrise, felice, nonostante l'esito di quell'incontro fosse ancora incerto, ma non si poteva che essere contente per quella dimostrazione d'affetto che stavano avendo dai loro compagni.
Tionisla riportò tutti bruscamente alla realtà, ponendo il dubbio che Kelly stesse facendo apposta per cercare di commuoverla, e a Tabitha salì un moto di stizza direttamente dallo stomaco. Kel-hatril poteva avere tanti difetti, e ne aveva combinate di cotte e di crude, ma tra tutte le cose di cui si poteva accusarla non c'era la falsità o dei tentativi di raggiro. Anche quando era andata a parlare con loro nella grotta con il lago non aveva provato a fregarli, era stata chiara fin da subito sul perchè fosse lì e cosa voleva.
"Kelly non è..." fece per intervenire, ma la drow era già arrivata da Tionisla e stava già affrontando quella parte di giudizio, così Tabitha cacciò giù il rospo e la lasciò fare, dato che stava affrontando la questione decisamente meglio di come stava per fare lei.
E poi, a ben pensare, come poteva dar torto alla mezzorca? I suoi dubbi potevano essere legittimi visto che conosceva Kelly solo per le sue azioni.
Poi intervenne Brom chiedendo conto della morte di due nani, di cui Tabitha non sapeva nulla, e di Gramorn.
Tabitha strinse le labbra, abbassando lo sguardo a terra: si sentiva in parte responsabile per la questione di Gramorn, perchè se lei non fosse stata così sciocca probabilmente lui sarebbe stato ancora vivo. O forse no, ma magari non sarebbe finito anche lui sulla lista delle morti causate da sua sorella.
La voce rotta di Kelly spezzò il fiato a Tabitha, che sollevò gli occhi in tempo per vederla scappare nell'angolo più buio della stanza.
Gli occhi viola le si riempirono di lacrime, e fu la sua voce che risuonò un attimo dopo. "É stata colpa mia." dichiarò lasciando che quelle semplici parole aleggiassero nella stanza prima di proseguire. "Gramorn non mi ha mai detto che mi amava, o che volesse scappare con me. Io avevo travisato la sua gentilezza, il suo non essere brutale come tutti quegli altri che mi..." la voce le mancò di colpo, rievocare cosa l'aveva spinta a comportarsi così con Kelly le fece rivoltare lo stomaco. Deglutì a vuoto un paio di volte, ma si sforzò di continuare, doveva farlo per Kel-hatril. "..mi usavano...scambiandola per amore. Mi ero fatta il mio bel castello in aria, privo di qualunque fondamenta, che lui fosse il principe che mi avrebbe portato in salvo sul suo cavallo bianco, e un giorno che io e Kelly abbiamo litigato, le ho detto tutto, ovviamente secondo quello che io credevo: cioè che Gramorn amava in realtà me e ce ne saremmo andati assieme."
Tabitha fissò Brom negli occhi. "Ha sbagliato, ma se io non fossi stata così sciocca ed infantile in quel tentativo di farle del male a mia volta, forse Gramorn sarebbe ancora vivo. O forse no: magari sarebbe morto in battaglia, magari proprio contro di voi, o magari l'avrebbe tradita in un altro modo e l'esito sarebbe stato identico, chissà. Lei ha creduto di essere stata tradita e ha agito come ci hanno insegnato ed inculcato fin dall'infanzia, e l'ho spinta io a farlo. E con il senno di poi posso dire che visto come era Kelly a quel tempo, avrei dovuto immaginarlo che quella mia ripicca sarebbe costata cara a Gramorn, ma l'ho fatto lo stesso."
La drow abbassò il volto, lasciando che i capelli la nascondessero. "Mi dispiace Kelly...mi dispiace..." singhiozzò.
E non contava che a ben guardare Kel-hatril a lei avesse fatto ben di peggio, lei si sentiva terribilmente in colpa per quel che aveva fatto, a maggior ragione perchè aveva agito credendo ad un sogno che non aveva nulla di reale.

KREENA - 03/09
[Kelly]
Non me la sentii di prendermela con Tabitha, ma
feci pagare lui per tutti e due». Di scatto portò le mani a coprirsi il
volto, poi fra le dita giunse la sua voce spezzata: «Allora mi sembrava
la cosa giusta da fare: mi aveva ingannata, si era preso gioco di me,
veniva a letto con me mentre dietro le spalle mi chiamava Faccia
Grigia... ma ora a ripensarci mi sento una schifezza...».

"E' giusto" - mormorò Kree, avvicinandosi piano all'angolo in cui si era rifugiata la drow - "Cioè...è sbagliato ma giusto...forse anche io avrei fatto così..."
Si chinò, allungò la mano verso la maga, fermandosi un attimo prima di toccarle i capelli.
"Ma a Tabitha hai fatto male...tanto...anche da prima...perchè?"
Deglutì e si fermò un istante.
"Perchè..." - ripetè - "Non capisco...ho bisogno di saperlo...perchè questa, invece, è una cosa che non avrei fatto mai..."

HAZA - 03/09
Conoscere i motivi per cui la drow aveva incenerito i due nani costruttori di trappole costrinse Haza a chiudere gli occhi e serrare la mascella.

Li immaginò accettare un lavoro per una drow per raggiungere la ricchezza che li avrebbe resi importanti agli occhi dei loro clan e delle loro donne, farsi le mani ancor più callose per realizzare congegni a regola d'arte, lasciarsi irretire e oscurare il cuore e la mente da quel che vedevano e dovevano ignorare ogni ora della loro giornata in quelle gallerie, alla fine essere talmente impazziti da tentare un folle ricatto ai danni di una incantatrice in grado di incenerirli con poche parole arcane senza aver predisposto una propria personale e nascosta via di fuga. Come avevano potuto pensare di restare vivi, o anche solo liberi, dopo un tentativo del genere?

Non erano che due innocenti corrotti dal convivere con la drow e defunti per sua colpa e sua mano.
 
Kel-Hatril chiedeva di essere perdonata per il suo 'pentimento' circa la sorte toccata a umani e coboldi.
Per non andare contro la volontà del gruppo, le doveva accordare di restare viva.
Ma lei non mostrava pentimento per il nanicidio. Un nano non vale meno di un coboldo, né soffre meno, né lascia familiari meno piangenti.

La drow meritava non di morire una sola volta ma una volta per ogni morte atroce che aveva inflitto.
Purtroppo dubitava che avrebbe più avuto occasione di convincere gli altri su quale fosse la cosa più giusta da fare con lei. I suoi favori però non li avrebbe avuti mai, finché avrebbe avuto cuore e mente.

DUNGEON MASTER - 03/09
Mi sfuggono alcuni dettagli...

1) In base a quale indizio Haza è riuscito a raggiungere la conclusione che i due nani fossero onorevoli membri di un clan e non piuttosto due sbandati, abili come artigiani finché si vuole ma dalla morale abbastanza elastica da essere scacciati dal clan e ridotti a lavorare dove capitava? Non tutti i nani sono buoni e bravi e il fatto stesso che avessero tentato un goffo ricatto li etichetterebbe più come artigiani girovaghi e furbetti di mezza tacca. Magari Haza, anziché tacere e rimuginare, potrebbe farsi sentire dagli altri e da Kel-hatril ed eventualmente anche chiedere chiarimenti come proprio ora sta facendo Kreena.

2) "Se riuscirò a convincerti, non della mia innocenza, cosa impossibile, ma della mia sincerità": parole di Kel-hatril, da cui si evince chiaramente che non sta affatto chiedendo perdono ma sta chiedendo soltanto una possibilità di riscatto. Poi, come detto da lei stessa, per il perdono potrà solo sperare a tempo debito in un dio particolarmente misericordioso.

3) È vero che sembra che alcuni membri del gruppo siano propensi a concedere a Kel-hatril una seconda possibilità, ma per altri ancora non è detto: l'atteggiamento di Brom, ad esempio, sembra essere più che altro di condanna (e notare bene che si tratta di un PNG del DM). Quindi perché Haza non dovrebbe dire apertamente la sua? In ogni caso, spetterà poi a Tionisla emettere la sentenza pesando ogni fattore: che ci crediate o no, questa sentenza è ancora lungi dall'essere stata decisa (anche dal DM) e dipenderà in buona parte proprio da voi.

4) Il cosiddetto "nanicidio", a ben vedere, l'hanno causato proprio i due nani stessi e quand'anche i due ricattatori fossero stati di qualunque altra razza non avrebbe cambiato nulla: chi tenta di ricattare una persona pericolosa si sta scavando la fossa con le proprie mani. Anche Haza dovrebbe essere in grado di rendersene conto.

SCARLETT - 03/09
L'espressione di Scarlett si rattristò quando Kel-hatril corse a nascondersi nell'angolo piangendo. Mosse un passo come per seguirla, ma Kreena l'aveva già raggiunta e Tabitha aveva tirato fuori la voce per prendersi parte della responsabilità della morte di Gramorn.
*Tabitha sembra fragile, e per certi versi lo è, ma ha anche una forza non indifferente. Perchè ci vuole forza per scegliere e riuscire a perdonare quello che la sorella le ha fatto. Sarebbe stato molto più facile liberarsi di lei, non dico ucciderla, ma dirle di non farsi più vedere. Invece lei ha scelto di andare avanti e ricostruire il loro rapporto, e non solo a belle parole, ma Tabitha lo fa con i fatti...*
La Rossa gettò un'altra occhiata a Kel-hatril, quindi sorrise incoraggiante in direzione di Tabitha prima di voltare lo sguardo su Brom e Tionisla.
"Da quando abbiamo parlato con Kel-hatril nella caverna con il lago, posso dire che è stata sempre sincera e onesta nei nostri confronti." dichiarò senza remore. "Si è presentata a noi come un'immagine, mentre realmente era in quel finto tempio accompagnata da drow e ragni - tanti ragni -, quindi se avesse voluto penso che avrebbe potuto farci attaccare mentre eravamo divisi, visto che alcuni di noi erano in esplorazione e altri a guardia proprio di quel tunnel. Senza contare che ci ha detto che aveva capito dove era diretto il gruppo in esplorazione e comunque non ha mosso un dito contro di loro. Abbiamo portato avanti una trattativa onesta in cui lei si offriva di guidarci fuori dalla montagna, e quando è arrivata la loro sorella Kel-arish accompagnata da tutti quei drow, lei avrebbe potuto scappare - visto che cercavano nello specifico lei e Tabitha per riportarle ad Al-bairath - mentre noi affrontavamo il problema. Invece è venuta a darci manforte, rischiando per altro seriamente la sua vita anche per colpa di quella biglia impazzita di Vixiar che era con noi. Poco conta che non andavamo d'accordo e che non la pensassimo come lui, visto che stava nel nostro gruppo Kel-hatril avrebbe potuto prendersela anche con noi, ma non lo ha fatto. Non lo ha nemmeno ucciso, lo ha fermato senza torcergli un capello."
Scarlett fece una pausa, lasciando che quelle informazioni passassero.
"Ci ha portato poi in quella specie di tempio che si era costruita, ci ha spiegato come non prenderci in faccia le trappole che lei stessa aveva posizionato e ci ha aiutato ad affrontare drow ed umber hulk. E anche qui: se avesse voluto a quel punto poteva rivoltarsi contro di noi,. Abbiamo visto quanti ragni ha allontanato e sappiamo che alcuni erano particolarmente pericolosi, forse avremmo potuto vincere, farcela, ma a quale prezzo? Ci ha anche fornito pozioni di cura e poi ha fatto in modo di rinchiudere tutti i ragni in un'unica stanza senza uscita per poter riposare tranquilli. E di nuovo potrei dire che, se avesse voluto fregarci, per lei sarebbe stato un attimo."
Non era nelle intenzioni iniziali di Scarlett partire con l'arringa a difesa di Kel-hatril, ma visto che si metteva in discussione la sua sincerità e onestà, tanto valeva riportare a Tionisla quanto era accaduto, soffermandosi in particolare sul fatto che la drow aveva avuto ben più di un'occasione per quantomeno provare a far loro le scarpe.
"Ci ha guidato oltre il Pozzo della Morte e per superare quella cascata ha dato fondo alle sue energie magiche, si è infilata nel tunnel dove Vixiar era andato a cacciarsi per recuperarlo e fuori di qui ha ripetuto non so quante volte che temeva il giudizio di Tionisla ma lo avrebbe affrontato perchè era giusto così. E abbiamo fatto due notti all'aperto in cui, se l'avesse voluto, se ne sarebbe potuta andare alla chetichella."
La Rossa inspirò accennando ai due bastoni che portava. "Ha consegnato a me tutto cioè che aveva addosso di magico prima di entrare qui, perchè riteneva fosse la cosa migliore da fare. Io lo definirei onesto, oltre che una buona dimostrazione di sapersi fidare dei compagni, cosa che credo sia assurda per una drow cresciuta con l'idea di essere sempre pronta alla possibilità di essere tradita o di dover tradire. Eppure lo ha fatto."
Scarlett voltò lo sguardo dove c'era Kel-hatril. "Che abbia commesso atti terribili è fuor di dubbio, ma sull'onestà e sincerità non mi sento di accusarla."

DUNGEON MASTER - 03/09
[Kreena] "Ma a Tabitha hai fatto male...tanto...anche da prima...perchè?"

Passò qualce secondo prima che Kel-hatril si ricomponesse abbastanza da poter rispondere: «Questa... credo... è l'ultima cosa che mi rimane da spiegare». Sospirò. «La più brutta. La più vergognosa».

[Kreena] "Perchè..." - ripetè - "Non capisco...ho bisogno di saperlo...perchè questa, invece, è una cosa che non avrei fatto mai..."

«Ed io ho bisogno di dirlo. Devo confessarlo, a te ed a tutti», rispose Kel-hatril prendendo la mano di Kreena per trascinarla con sé al centro del gruppo, nel punto in cui si trovava prima davanti a Tionisla. (NdG: ammesso che Kreena si lasci prendere per mano, altrimenti Kel-hatril accenna il movimento e poi ci rinuncia)

«Esito un po' a parlare di quest'ultimo punto», iniziò a spiegare, «un po' per la vergogna che provo ma soprattutto perché il sentirne parlare potrebbe risultare troppo gravoso per mia sorella. Anzi, Taby, se preferisci andartene posso capirti appieno, ma devo dirti che, se
resterai, dirò comunque tutto. Fino in fondo».

Kel-hatril chiuse un istante gli occhi, deglutì a vuoto e poi iniziò a parlare.

«È necessaria una premessa», esordì, rivolgendosi a tutti ma guardando soprattutto verso Kreena, almeno nei rari momenti in cui riusciva a sollevare la testa. «La casata Kiliryn si è sempre contraddistinta per una voracità sessuale fuori misura: pensandoci, forse è stato a causa di questo che furono storicamente sempre gli ultimi nella gerarchia delle casate di Al-bairath». Si concesse un sogghigno sardonico. «Forse, se tutti avessero pensato più al proprio rango e meno a scopare, la casata avrebbe potuto aspirare ad un potere ed un prestigio più elevati, ma così non avvenne mai nella storia della città. Questa voracità era
propria delle femmine e sembrava che più alto fosse il rango più questa caratteristica fosse spiccata, ma anche i maschi non ne furono mai esenti: semplicemente, presto tutti impararono che non era un'idea intelligente presentarsi alla convocazione di qualche femmina di rango già spompati dai divertimenti con le ancelle e le serve della casata.
Però, se non fosse stato per questa saggia precauzione, anche i Kiliryn maschi avrebbero speso una parte eccessiva della loro esistenza a fornicare».

«Nemmeno io ero esente da questa inclinazione di famiglia, tutt'altro», proseguì, «solo che sono sempre stata la meno attraente fra le femmine della casata», fece una smorfia a metà fra sarcastica e irritata, «per cui non era che i maschi sgomitassero per i miei favori. E tanto meno le femmine, ovviamente. Tuttavia, ero pur sempre una maga: non un chierica,
d'accordo, ma pur sempre un membro di un certo peso nella gerarchia della casata. Insomma, al mio comando i maschi arrivavano, un po' per obbedienza, un po' perché in fondo pure io la patata ce l'ho e un po' perché, in parte per compensare la mia scarsa avvenenza, in parte per rabbia dovuta allo stesso motivo ed in parte per puro e semplice
istinto, mi ero fatta la reputazione di essere una scatenata priva di inibizioni. Come dire, un giocattolo divertente col quale trastullarsi, per maschi e femmine».

«C'era solo un'eccezione in tutta la casata», continuò. «L'avrete già indovinato: Tabitha. Timida, pudica, riservata... e bellissima. Di gran lunga la più attraente elfa di tutta Al-bairath. Essendo così vicine di età, appena una decina d'anni fra lei e me... cosa strana fra tutte le
razze elfiche, che tendono ad avere figli in tempi molto più distanziati... io e lei crescemmo insieme, legatissime l'una all'altra. La bella e la brutta. Quella che già da piccola appariva molto promettente nella magia e quella che a trent'anni ancora non riusciva ad accendere una candela con un banale incantesimo. Per parecchi anni feci di tutto per aiutarla nei suoi due difetti: uno vero, l'assenza di poteri magici, e uno che non era tale, l'assenza di appetiti sessuali in linea con le usanze dei Kiliryn. Per il primo problema cercai per anni di schermarla, o addirittura, quando potevo, di eseguire di nascosto incantesimi al posto suo per coprire i suoi fallimenti agli occhi dei maestri; per il secondo, cercando il più possibile di coinvolgerla nei miei giochetti erotici. Lei inizialmente fu recalcitrante, ma poi, complice la sua eccessiva dolcezza d'animo, finì per cedere. Però era palese il suo disagio. Non capii mai che il suo disagio non era semplice timidezza ma un rifiuto che non era capace di esprimere: pensai sempre che, essendo anche lei una Kiliryn, fosse semplicemente repressa a causa di un qualche tipo di blocco mentale. Come poteva, un'elfa così bella,
non sfruttare questa dote? Questa cosa, comunque si voglia chiamare… errore di valutazione da parte mia, egoistico desiderio di lei, volgare sfogo dei miei appetiti, forse un po' di tutti questi fattori insieme… si è protratta fino a pochi giorni fa, quando nel corso del faccia a faccia fra me, Scarlett e Tabitha, lei finalmente è riuscita a tirare  fuori tutto ciò che per anni aveva represso dentro di sé: per me era stata una mazzata tremenda, ma una mazzata meritatissima e di fatto anche molto salutare».

Kel hatril si strinse la testa china fra le braccia, con le dita allacciate dietro la nuca e gli avambracci stretti alle tempie in una posizione con la quale pareva voler impedire alla testa di scoppiare. La sua voce giunse soffocata in quella posizione, ma ancora sufficientemente udibile: «Nella miniera, con attorno quella masnada di farabutti, io iniziai a scivolare sempre più in basso: prima un solo uomo, poi due, poi tre o quattro, infine anche un ogre, sempre alla ricerca di una soddisfazione che però dei tipi così grossolani non erano in grado di darmi. Solo che io non capivo il perché. Ero come drogata: di più, sempre di più. E in tutto questo trascinavo anche Taby. Solo l'ogre le risparmiai, ma solo perché io stessa lo trovai assolutamente deludente: grosso, anzi enorme, ma nulla più di quello. Ad un certo punto iniziai anche a somministrarle delle sostanze, pensando che così sarebbe finalmente riuscita a liberare la Kiliryn nascosta dentro di lei. Che idiota sono stata! Insensibile, egoista, fissata su un'idea non meno assurda di quella di conquistare Al-bairath con un esercito di mutanti. E mia sorella a farne le spese. Non so spiegare come tutto questo possa sposarsi con il fatto che Taby rimane l'unica persona che abbia mai amato. E che amo ancora, forse più di prima. So solo che, da quando ho capito quanto male le ho fatto, provo una vergogna ed un senso
di colpa infiniti».

Paasarono parecchi secondi e poi Kel-hatril rialzò la testa. «Non fatevi trarre in inganno dal mio aver parlato di ciò che ho fatto a Tabitha in maniera tutto sommato abbastanza razionale e controllata: ho dovuto fare uno sforzo su me stessa, perché se avessi lasciato prevalere l'emozione non sarei mai riuscita a finire il discorso». Si strinse nelle spalle.
«In realtà, dentro sono a pezzi».

Allargò le braccia. «Ecco, con questo credo di aver completato la mia confessione», concluse. «Se volete chiedermi qualcosa... qualsiasi  cosa... chiedete pure e vi prometto che risponderò con la massima sincerità. Dopodiché», proseguì rivolgendosi direttamente a Tionisla, «aspetterò il tuo verdetto. Per parte mia so di meritare la morte e non la temo: con tutto ciò che ho commesso sarebbe cosa giusta, non lo nego, e non mi sottrarrò ad essa se questa sarà la decisione». Accennò un sorriso sforzato. «Posso solo sperare che sarà più misericordiosa di quella che diedi io in certi casi. Tuttavia, se la scelta sarà invece di concedermi una possibilità di riscatto, giuro davanti a tutti voi che darò tutta me stessa nel perseguire questa via, per quanto ardua possa essere».

«Non so ancora quale potrà essere la decisione finale», replicò Tionisla con voce profonda e mortalmente seria. «Forse ci saranno domande e forse  ci saranno discussioni. Una cosa però posso anticiparti: pur avendo in parte sangue di orco io non sono crudele, o almeno non troppo», e così dicendo alzò una mano enorme protendendo l'indice fino a sfiorare la
fronte di Kel-hatril. «Se sarà decisa la condanna capitale, non avrà senso torturarti per darti una punizione prima di morire: ci vorrebbero mesi. Quindi, se sarà decretato che tu venga giustiziata, la tua fine sarà rapida».

sabato 11 settembre 2021

SETTIMANA 35 2021

DUNGEON MASTER 03/09
Passò qualche minuto da quando Kel-hatril ebbe riaperto gli occhi prima che la drow riuscisse a rimettersi in posizione seduta. «Credo di essere pronta a ricominciare», annunciò senza troppo entusiasmo.

«Per prima cosa vorrei capire cosa ti è successo», la interruppe Tionisla. «Sei davvero stata avvelenata come qualcuno ha supposto o cos'altro ti ha provocato quello svenimento?».

Kel-hatril scosse la testa. «No, nessun avvelenamento», rispose, al che Tionisla rilassò un po' la tensione che le si poteva leggere in viso: almeno il tradimento di qualcuno dei suoi poteva essere escluso, almeno quella volta. «Il fatto è che da qualche giorno, ossia da quando ebbi lo scambio di vedute con Taby e Scarlett che mi portò a cambiare bruscamente il mio punto di vista su molte cose... e soprattutto su me stessa... ho iniziato ad avere dei fenomeni... se così posso chiamarli... di immedesimazione», iniziò a spiegare Kel-hatril. «Non so perché, ma da allora a volte mi accade di provare su me stessa emozioni, e a volte anche sensazioni fisiche, di ciò che in realtà dovrebbe essere esterno a me».

«È risaputo che a certi uomini accade di provare forti crampi all'addome mentre le loro compagne stanno avendo le doglie», interloquì Filth. «Forse è qualcosa di simile».

«Ecco, sì, potrebbe essere qualcosa del genere», confermò Kel-hatril, poi lanciò un'occhiata verso la sorella ed aggiunse: «Mi accadde solo una volta in passato e fu quando Taby venne destinata ad essere trasformata in drider: avevo già avuto occasione di assistere ad alcune
fasi di quei rituali, ma si trattava di usanze che mi erano state insegnate fin da bambina e quindi mi era sempre parso tutto giusto e normale. Fu quando la stessa cosa giunse a toccare la mia sorellina che tutto di colpo cambiò e così, il giorno prima della data stabilita, mi trovai inaspettatamente ad immedesimarmi in quelle scene come se l'indomani avessi dovuto essere io al posto di Tabitha. Penso che in fondo fu proprio quello a darmi la forza di ribellarmi alle consuetudini del mio popolo, a rapire Taby e ad osare sfidare la collera della mia casata, di Al-bairath intera e, in ultima analisi, di Lolth stessa. Pensandoci, forse proprio a seguito di quell'evento nacque in me l'embrione dell'idea di riabilitarmi agli occhi della dea con quel mio folle progetto...». Tornandole in mente il ricordo di quel suo progetto, all'improvviso Kel-hatril venne nuovamente colta da un violento crampo: cacciò un grido di dolore e si contorse tutta stringendosi le braccia attorno al ventre. Questa volta, tuttavia, non giunse al punto di svenire: rimase per parecchi minuti a mugolare rannicchiata su sé stessa, ansimante e con il volto gocciolante di sudore.

«Da qualche giorno, ogni volta che ripenso a quei folli esperimenti, mi sento come se fossi io una di quelle femmine usate per generare quelle aberrazioni», spiegò a fatica Kel-hatril non appena ebbe ripreso abbastanza fiato. «D'altronde, immagino che mi sia ampiamente meritata questa punizione: vorrei solo che potessi riavvolgere il filo della mia vita ed annullare tutto ciò che di sbagliato ho commesso. Lo riavvolgerei fino a quando io e Taby vivevamo insieme nei boschi, che per me furono gli anni migliori mai vissuti... solo che una cosa del genere non si può fare, ovviamente».

SCARLETT - 03/09
Alla fine Kel-hatril se la caricò in spalla Tionisla e li condusse tutti al suo studio privato.
Era un ambiente piuttosto ampio, in linea con quello che Scarlett si aspettava di trovare nello studio di un mago di una certa esperienza, di fatti assomigliava un po' a quello della sua maestra. Taglia del mobilio e teschio di papà esclusi ovviamente.
La Rossa gettò uno sguardo ai resti di Martogh più per curiosità che per altro, poi dedicò la sua attenzione agli scaffali ingombri di volumi e al tavolo per esperimenti. Era chiaro che trovava l'ambiente molto stimolante e affine alla sua natura di maga, ma si limitò ad osservare senza il minimo cenno a voler toccare alcunché, non tanto per paura di esplodere - per quanto non dubitasse fosse una reale possibilità -, ma per rispetto alla padrona di quel posto che, fino a quel momento, era stata ospitale e gentile nei loro confronti.
Kel-hatril lentamente riprese i sensi e confermò, fortunatamente, che non era stata avvelenata. Scarlett aveva pensato ad uno svenimento per la tensione, ma a tutti gli effetti era qualcosa di un po' peggio per la drow, anche se nulla di mortale. Le spiaceva vederla soffrire, ma quello era parte del suo cambiamento, della presa di coscienza di quel che aveva fatto e, purtroppo, non si era limitata a rubare delle caramelle. Non si poteva cancellare il male che aveva fatto, era un peso che si sarebbe portata dietro tutta la vita, e questo non c'era modo di cambiarlo. Però poteva essere una persona migliore da lì alla fine dei suoi giorni, e ripagare così almeno in parte le azioni crudeli che aveva compiuto.
La Rossa posò lo zaino a terra e ne estrasse una striscia di stoffa, ultimo rimasuglio della sua camicia da notte, la ripiegò formando una specie di fazzoletto, la bagnò con un poco di acqua della borraccia, quindi la passò piano sulla fronte madida della drow. Le sorrise gentilmente lasciandole poi la pezza improvvisata. "Non cancella niente e non fa miracoli, ma può darti un po' di sollievo almeno dal sudore..."
Quindi Scarlett tornò accanto ad Issus. Kel-hatril avrebbe dovuto continuare il suo discorso a Tionisla e doveva farlo lei, se però si fosse reso necessario un loro intervento a spiegazione, la maga era pronta a farlo.

HAZA - 03/09
Haza conosceva quel desiderio.
Probabilmente ognuno di loro in quella sala l'aveva provato almeno una volta per le più svariate ragioni, da quelle più tragiche a quelle più goliardiche. Probabilmente anche Tionisla l'aveva desiderato... vi avrebbe forse fatto ricorso per avere la soddisfazione di ammazzare più volte il padre, visto che una sola non pareva sufficiente e aveva scelto di osservarne il cranio separato dal corpo ogni giorno della sua vita.
Haza aveva desiderato di poter fermare il necromante prima che i suoi servi uccidessero la sua famiglia. Persino il necromante forse aveva desiderato tornare indietro per impedire che Haza e Ghino e tutti gli eroi che l'avevano combattuto nascessero, per evitare di essere sconfitto.

Chi non desidera riavvolgere il tempo come fosse un gomitolo?

Ma il tempo, purtroppo e per fortuna, non è fatto di lana, è fatto di una roccia che si sgretola in polvere e sfugge per sempre fra le dita.

JEAN - 03/09
Per quanto la sua avversione alla magia fosse marcata, Jean non potè fare a meno di rimanere affascinato dallo studio di Tionisla. Si guardò attorno con curiosità, annotando mentalmente qualche particolare. Ignorava la funzionalità del novantanove percento degli ammennicoli che adornavano la stanza, ma gli sarebbe comunque piaciuto arredarci la propria casa...
Quando Kel-Hatril si riprese e ricominciò a parlare, comunque, i voli pindarici su una vita che non avrebbe avuto per diverso tempo ancora lasciarono il posto al consueto pragmatismo condito di ironia:
“Per le rotonde tette di Noumena, Kel-Hatril, ma lo sai che tra i miei sogni di bambino al primo posto c’era proprio quello di avere potenzialmente alle calcagna una intera città drow? Ammetto di aver sempre pensato a Menzoberranzan, ma solo perché  quella testa di cazzo di Hok la citava nei suoi plurifottuti racconti del terrore intorno al fuoco, quando avevo sì e no sei anni. Avrei potuto andarmene, ma prima di tutto era dannatamente freddo per stare lontani dal falò e secondariamente preferivo avere paura che lividi. I fifoni non erano precisamente tutelati, laggiù. Beh, comunque pare proprio che dovremo aggiungere questa eventualità alla lista di cose che potrebbero farci trapassare prima di quanto non sia strettamente necessario, perché chi glielo direbbe al nostro Morgon che vi piantiamo in asso dopo avervi fatto abbandonare la dannata miniera?"
Sorrise sardonico, sperando di alleggerire la pesante atmosfera che aleggiava nello studio della maga.

GHINO - BOGNUS - 03/09
Ghino rimase in silenzio, un po' in disparte.
La sua espressione divenne accigliata nel battibecco fra le guardie e Tionisla, poi sorridente quando la cena venne servita. Non sollevò quasi gli occhi dal piatto, preferì gustare il primo vero cibo che poteva mangiare da tantissimo tempo, con l'ovvia eccezione dei pasti più che decenti preparati da Gymla.
Quando tutti si trasferirono nello studio della mezz'orca, li segui con un cosciotto ancora caldo in mano, sgranocchiandone la pelle dorata e croccante di tanto in tanto.
Spalancò gli occhi con rinnovato interesse osservando libri e oggetti vari di cui era stipato lo studio. Ancora una volta non segui con attenzione la conversazione, sforzandosi di decifrare le coste dei libri, ma stando bene attento a tenere le mani in vista. Non avrebbe mai voluto sporcare scaffali e pavimento con brandelli delle sue viscere e del mantello multicolore.

Bognus rimase sul chi vive tutto il tempo, sempre vicino a Gymla. Mangiò poco, fece attenzione a quanto dicevano Tionisla e i membri del gruppo ma senza partecipare.

 

 

 

 

MORGON - 03/09
Morgon aveva seguito il gruppo incollato a Tabitha. Non era che non le importasse di Kel-Hatril o dei compagni, ma al momento in cima ai suoi pensieri c'era Tabitha, la sua salute, il suo profumo, i suoi capelli, le linee del suo corpo che si muovevano davanti a lui.
Era nuovamente assorto nei suoi pensieri.
Si stava perdendo in pensieri legati a riportare alla mente tutto quello che aveva mai letto sui drow, pensieri che cercavano di immaginare cosa avesse dovuto provare la drow che aveva al fianco, condannata al rituale di trasformazione in una creatura mostruosa; pensieri legati ad una piccola casa nel bosco dove vivere insieme lui, Tabitha... e Kel-Hatril.
Ehi... un momento... e quel pensiero che c'entrava? Kel-Hatril che viveva con loro? Ma che diavolo di pensieri stava facendo?
Pensieri confusi da cui Morgon fu salvato nel momento in cui sentì pronunciare il suo nome da parte di Jean.

"Eh? Come dici Jean? Qui non si abbandona nessuno... vero?" l'ultima domanda venne rivolta girando lo sguardo verso Scarlett e poi verso Tabitha e poi verso Kreena, chissà poi perchè verso Kreena.

FENRYR - KREENA
"Non vuol dire 'fidanzata'..." - iniziò Fenryr in direzione di Kree, fulminandola con lo sguardo quando la vide ingoiare cibi forse avvelenati.
Poi scosse il capo, fece spazio a Tionisla e la seguì in silenzio, lo sguardo sulla drow ballonzolante.
Per la prima volta,  da quando i compagni l'avevano incontrato, sembrava imbarazzato e a disagio.

 

 

Kreena non si scompose e, a passo svelto, si accodò al gruppo, fino allo studio della maga. Gli occhi le scintillarono nel veder libri, pergamene, alambicchi e ampolle, insieme a molti altri oggettini interessanti.

[Tionisla]
«A proposito», aggiunse dopo qualche istante rivolgendosi a tutti i
presenti, «permettete che vi presenti il possente Martogh».

L'attenzione della ladra fu calamitata dal teschio e la sua mano scivolò da sola fino alla cicatrice che le marchiava il volto.
Di scatto la ritirò.
"Anch'io avevo preso la testa di Vorno...il mio patrigno...ma non la trovo più, devo averla persa da qualche parte...ormai sarà marcita..."
Sbuffò, quindi fece spallucce e, vedendo Kelly riprendersi, le labbra le si aprirono in un magnifico sorriso.
"Meno male, non sei morta! Se no sarei morta anch'io...letteralmente! Un po mi sarebbe spiaciuto, a esser onesta: sono ancora giovane, ho chissà quanti altri draghi da ammazzare..."
Sospirò. E fece un passetto verso lo scaffale più vicino.

[Tionisla]
«Non vi proibisco a priori di toccare in giro, ma vi sarei estremamente
grata se prima di farlo me ne chiedeste il permesso», concluse Tionisla.
«Sapete, detesto veder esplodere i miei ospiti troppo ficcanaso».
Scrollò le spalle. «Il fatto è che poi è un casino ripulire tutto dalle
loro interiora sanguinolente». Sorrise candidamente. «Vale per tutti, ma
naturalmente voi stessi sapete bene a chi mi sto rivolgendo più in
particolare...».

La giovane si bloccò sul posto. Poi diede di gomito a Ghino, con aria saccente.
"Certo certo, sappiamo tuuutti chi intendi..." - disse, ammiccando e accennando l'hin col capo, sfacciatamente.

[Morgon]
"Eh? Come dici Jean? Qui non si abbandona nessuno... vero?" l'ultima domanda venne rivolta girando lo sguardo verso Scarlett e poi verso Tabitha e poi verso Kreena, chissà poi perchè verso Kreena.

La ladra guardò lui, guardò Tabitha, gli sorrise e strizzò maliziosamente l'occhio.
Poi il giovane si sentì stringere la spalla da dita forti.
"Dici bene" - confermò l'elfo dei ghiacci, fissandolo con rispetto - "Nessun compagno viene abbandonato"

DUNGEON MASTER - 03/09
[Kreena] "Meno male, non sei morta! Se no sarei morta anch'io...letteralmente!"
[Morgon] "Eh? Come dici Jean? Qui non si abbandona nessuno... vero?"
[Fenryr] "Dici bene" - confermò l'elfo dei ghiacci, fissandolo con rispetto - "Nessun compagno viene abbandonato"

Lo sguardo di Kel-hatril, dapprima sorpreso e poi sempre più turbato, si spostò da Kreena, a Morgon ed infine a Fenryr. «Ma... state parlando di me?», chiese in tono incerto. Una vaga umidità sospetta accennò ad apparire nell'angolo di un occhio.

Fu però il vocione brusco di Tionisla a spezzare l'incantesimo: «Fin qui il tuo racconto è stato abbastanza convincente, Kel-hatril», iniziò. Poi il suo tono si fece più severo: «Però qualcosa non mi convince: prima, in sala da pranzo, sei svenuta; poi, un momento fa, sei parsa di nuovo sul punto di perdere i sensi; ora sembri commuoverti alle parole dei tuoi occasionali compagni di viaggio. Guardami bene negli occhi», ordinò fissando lo sguardo severo sulla drow. Poi aggiunse: «Non è che stai tentando di buttarla sulla sceneggiata emotiva per intenerirci?».

Un lampo di irritazione si accese per un istante negli occhi rossicci della drow. Poi Kel-hatril si alzò in piedi e si avvicinò lentamente a Tionisla, con movimenti dignitosamente calmi e sicuri e senza dare alcun segno di timore. Si arrestò ad un passo appena da lei, restando ferma in piedi con le braccia distese lungo i fianchi ed il viso minuto rivolto verso quello dai lineamenti pesanti della mezzorca.
 
«Io non temo la morte», rispose. «Io temo solo di poter perdere l'occasione di ricominciare da zero, ora che ho scoperto valori che non avevo mai considerato tali in passato: la fiducia reciproca, l'agire senza dare ascolto solo al proprio ego e, sì, anche l'amicizia disinteressata. Cose insignificanti per una nobildonna drow ma che ora sono diventate importanti. Molto importanti. In passato io avevo un solo valore positivo e tenevo ad esso. Ci tenevo moltissimo. Ora ci tengo ancora di più. È l'onestà, d'animo prima ancora che materiale. Quando dico a qualcuno "ti ucciderò" è perché farò il possibile per dare la morte a chi lo dico; quando dico "non ti ucciderò", quella persona potrà dormire tranquilla che non le nuocerò mai. Quindi se prima sono svenuta non è stata una finta, è stato perché... beh, l'ho già spiegato il perché; se ora mi sono emozionata nel sentire cosa dicono i miei compagni, che io non considero affatto occasionali, è perché le loro parole mi hanno colpita. Capito? Niente trucchetti, niente mezzucci, niente sceneggiate. Se riuscirò a convincerti, non della mia innocenza, cosa impossibile, ma della mia sincerità, bene, allora vivrò e farò del mio meglio per meritarmelo. Se non riuscirò a convincerti, allora morirò e nell'aldilà spero di trovare a giudicarmi un dio misericordioso».

«Al tempo», intervenne inaspettatamente Brom. «Tu parli di onestà, sincerità e cose positive del genere, ma io vorrei che ci spiegassi come queste virtù si sposino con due cose che avevamo trovato nella miniera: chiuso in una cella in attesa di essere sacrificato su un altare, un moribondo che diceva di essere stato il tuo amante; poco oltre, i corpi carbonizzati di due nani che non sembravano affatto guerrieri e che avevano tutta l'aria di essere stati colti di sorpresa e assassinati». L'espressione severa del paladino sembrava tradire la convinzione che Kel-hatril avesse ben poco di giustificabile in entrambi i casi.

Kel-hatril si volse verso Brom: «Comincerò dai nani», rispose. «Quei due effettivamente erano due artigiani e non due guerrieri, anche se Gymla stessa, qui, è la testimonianza che tutti i nani sono in qualche misura anche guerrieri. Come artigiani erano bravi, anche: a loro avevo affidato la realizzazione di tutte le trappole e i passaggi segreti che poi voi avevate neutralizzato uno dopo l'altro. Purtroppo, però, erano anche dei bastardi, visto che, finito il lavoro e ricevuto il pagamento, tentarono di ricattarmi: se non avessi dato loro molto di più di quanto pattuito avrebbero venduto i segreti della mia miniera. Non potevo né sottostare al ricatto, ovviamente, né fidarmi che si sarebbero attenuti al segreto professionale anche dopo aver ricevuto il denaro in più. Finsi di cedere, diedi loro un po' di diamanti e poi non feci altro che attendere che si fermassero ad esaminare il bottino per bruciarli entrambi con una palla di fuoco. Mi dispiace, Brom, ma non riesco a sentirmi colpevole per la loro morte: se si fossero comportati da nani onesti, ora sarebbero felicemente intenti a martellare metalli nella
bella fucina che avrebbero potuto comprarsi con il mio denaro».

«La vicenda di Gramorn è molto più brutta», aggiunse poi Kel-hatril, «e mi fa ancora molto male parlarne. Lui era il capo delle mie guardie ed era anche di gran lunga il migliore dei miei tanti... hm, o forse troppi... amanti. Sapeva dire quelle cose che fanno vibrare il cuore di una donna e, anche se non c'era vero amore fra noi, di certo c'era sintonia e... sì... tutto sommato anche una certa fiducia. Poi, non molti giorni fa, venni a scoprire che le sue parole vellutate non facevano vibrare solo il mio, di cuoricino, ma anche quello di Taby. Qualcuno disse che l'inferno non conosce furia peggiore di una donna oltraggiata. Ecco, fu quello che accadde a me: rabbia, orgoglio ferito, gelosia, invidia per la bellezza di Tabitha. Venni travolta da un'ondata di emozioni, fra le quali c'era una parola che predominava su tutto: vendetta. Sono un'elfa scura: conosco la crudeltà, so come spezzare un uomo dentro e fuori. Non me la sentii di prendermela con Tabitha, ma feci pagare lui per tutti e due». Di scatto portò le mani a coprirsi il volto, poi fra le dita giunse la sua voce spezzata: «Allora mi sembrava la cosa giusta da fare: mi aveva ingannata, si era preso gioco di me, veniva a letto con me mentre dietro le spalle mi chiamava Faccia Grigia... ma ora a ripensarci mi sento una schifezza...».

Detto questo Kel-hatril, sempre nascondendosi il viso fra le mani, scappò a nascondersi nell'angolo più buio della stanza.