mercoledì 15 settembre 2021

SETTIMANA 36 2021

TABITHA - 03/09
Tabitha aveva seguito il corteo cercando di tenere il passo con Tionisla, un po' preoccupata per lo sballonzolare di Kel-hatril sulle spalle della maga. Non credeva che sarebbe morta per quello, ma insomma...
Una volta nello studio, la drow gettò giusto uno sguardo attorno, ma senza realmente vedere nulla, perchè in quel momento aveva come unico pensiero la sorella. Si posizionò nei pressi del divano dove Kel-hatril si riprese di lì a poco con l'intervento di Tionisla.
Tabitha rimase zitta per tutto il tempo, temendo di peggiorare la già difficile prova a cui Kelly era sottoposta, ma riuscì comunque a sentire lo scambio di battute tra i compagni sul fatto di non abbandonare nessuno, quindi spostò la sua attenzione su di loro.
Ricambiò lo sguardo di Morgon, con l'espressione che tradiva quanto quella frase le avesse scaldato il cuore. Era generica, lui aveva detto che nessuno veniva abbandonato, non aveva detto che lei e sua sorella non lo sarebbero state, eppure...   
Anche Fenryr rimarcò quelle parole e Kel-hatril si trovò sul punto di commuoversi, glielo lesse in faccia, in quell'accenno di lacrima che le inumidiva l'angolo dell'occhio, nell'espressione, perchè conosceva bene sua sorella. Le sorrise, felice, nonostante l'esito di quell'incontro fosse ancora incerto, ma non si poteva che essere contente per quella dimostrazione d'affetto che stavano avendo dai loro compagni.
Tionisla riportò tutti bruscamente alla realtà, ponendo il dubbio che Kelly stesse facendo apposta per cercare di commuoverla, e a Tabitha salì un moto di stizza direttamente dallo stomaco. Kel-hatril poteva avere tanti difetti, e ne aveva combinate di cotte e di crude, ma tra tutte le cose di cui si poteva accusarla non c'era la falsità o dei tentativi di raggiro. Anche quando era andata a parlare con loro nella grotta con il lago non aveva provato a fregarli, era stata chiara fin da subito sul perchè fosse lì e cosa voleva.
"Kelly non è..." fece per intervenire, ma la drow era già arrivata da Tionisla e stava già affrontando quella parte di giudizio, così Tabitha cacciò giù il rospo e la lasciò fare, dato che stava affrontando la questione decisamente meglio di come stava per fare lei.
E poi, a ben pensare, come poteva dar torto alla mezzorca? I suoi dubbi potevano essere legittimi visto che conosceva Kelly solo per le sue azioni.
Poi intervenne Brom chiedendo conto della morte di due nani, di cui Tabitha non sapeva nulla, e di Gramorn.
Tabitha strinse le labbra, abbassando lo sguardo a terra: si sentiva in parte responsabile per la questione di Gramorn, perchè se lei non fosse stata così sciocca probabilmente lui sarebbe stato ancora vivo. O forse no, ma magari non sarebbe finito anche lui sulla lista delle morti causate da sua sorella.
La voce rotta di Kelly spezzò il fiato a Tabitha, che sollevò gli occhi in tempo per vederla scappare nell'angolo più buio della stanza.
Gli occhi viola le si riempirono di lacrime, e fu la sua voce che risuonò un attimo dopo. "É stata colpa mia." dichiarò lasciando che quelle semplici parole aleggiassero nella stanza prima di proseguire. "Gramorn non mi ha mai detto che mi amava, o che volesse scappare con me. Io avevo travisato la sua gentilezza, il suo non essere brutale come tutti quegli altri che mi..." la voce le mancò di colpo, rievocare cosa l'aveva spinta a comportarsi così con Kelly le fece rivoltare lo stomaco. Deglutì a vuoto un paio di volte, ma si sforzò di continuare, doveva farlo per Kel-hatril. "..mi usavano...scambiandola per amore. Mi ero fatta il mio bel castello in aria, privo di qualunque fondamenta, che lui fosse il principe che mi avrebbe portato in salvo sul suo cavallo bianco, e un giorno che io e Kelly abbiamo litigato, le ho detto tutto, ovviamente secondo quello che io credevo: cioè che Gramorn amava in realtà me e ce ne saremmo andati assieme."
Tabitha fissò Brom negli occhi. "Ha sbagliato, ma se io non fossi stata così sciocca ed infantile in quel tentativo di farle del male a mia volta, forse Gramorn sarebbe ancora vivo. O forse no: magari sarebbe morto in battaglia, magari proprio contro di voi, o magari l'avrebbe tradita in un altro modo e l'esito sarebbe stato identico, chissà. Lei ha creduto di essere stata tradita e ha agito come ci hanno insegnato ed inculcato fin dall'infanzia, e l'ho spinta io a farlo. E con il senno di poi posso dire che visto come era Kelly a quel tempo, avrei dovuto immaginarlo che quella mia ripicca sarebbe costata cara a Gramorn, ma l'ho fatto lo stesso."
La drow abbassò il volto, lasciando che i capelli la nascondessero. "Mi dispiace Kelly...mi dispiace..." singhiozzò.
E non contava che a ben guardare Kel-hatril a lei avesse fatto ben di peggio, lei si sentiva terribilmente in colpa per quel che aveva fatto, a maggior ragione perchè aveva agito credendo ad un sogno che non aveva nulla di reale.

KREENA - 03/09
[Kelly]
Non me la sentii di prendermela con Tabitha, ma
feci pagare lui per tutti e due». Di scatto portò le mani a coprirsi il
volto, poi fra le dita giunse la sua voce spezzata: «Allora mi sembrava
la cosa giusta da fare: mi aveva ingannata, si era preso gioco di me,
veniva a letto con me mentre dietro le spalle mi chiamava Faccia
Grigia... ma ora a ripensarci mi sento una schifezza...».

"E' giusto" - mormorò Kree, avvicinandosi piano all'angolo in cui si era rifugiata la drow - "Cioè...è sbagliato ma giusto...forse anche io avrei fatto così..."
Si chinò, allungò la mano verso la maga, fermandosi un attimo prima di toccarle i capelli.
"Ma a Tabitha hai fatto male...tanto...anche da prima...perchè?"
Deglutì e si fermò un istante.
"Perchè..." - ripetè - "Non capisco...ho bisogno di saperlo...perchè questa, invece, è una cosa che non avrei fatto mai..."

HAZA - 03/09
Conoscere i motivi per cui la drow aveva incenerito i due nani costruttori di trappole costrinse Haza a chiudere gli occhi e serrare la mascella.

Li immaginò accettare un lavoro per una drow per raggiungere la ricchezza che li avrebbe resi importanti agli occhi dei loro clan e delle loro donne, farsi le mani ancor più callose per realizzare congegni a regola d'arte, lasciarsi irretire e oscurare il cuore e la mente da quel che vedevano e dovevano ignorare ogni ora della loro giornata in quelle gallerie, alla fine essere talmente impazziti da tentare un folle ricatto ai danni di una incantatrice in grado di incenerirli con poche parole arcane senza aver predisposto una propria personale e nascosta via di fuga. Come avevano potuto pensare di restare vivi, o anche solo liberi, dopo un tentativo del genere?

Non erano che due innocenti corrotti dal convivere con la drow e defunti per sua colpa e sua mano.
 
Kel-Hatril chiedeva di essere perdonata per il suo 'pentimento' circa la sorte toccata a umani e coboldi.
Per non andare contro la volontà del gruppo, le doveva accordare di restare viva.
Ma lei non mostrava pentimento per il nanicidio. Un nano non vale meno di un coboldo, né soffre meno, né lascia familiari meno piangenti.

La drow meritava non di morire una sola volta ma una volta per ogni morte atroce che aveva inflitto.
Purtroppo dubitava che avrebbe più avuto occasione di convincere gli altri su quale fosse la cosa più giusta da fare con lei. I suoi favori però non li avrebbe avuti mai, finché avrebbe avuto cuore e mente.

DUNGEON MASTER - 03/09
Mi sfuggono alcuni dettagli...

1) In base a quale indizio Haza è riuscito a raggiungere la conclusione che i due nani fossero onorevoli membri di un clan e non piuttosto due sbandati, abili come artigiani finché si vuole ma dalla morale abbastanza elastica da essere scacciati dal clan e ridotti a lavorare dove capitava? Non tutti i nani sono buoni e bravi e il fatto stesso che avessero tentato un goffo ricatto li etichetterebbe più come artigiani girovaghi e furbetti di mezza tacca. Magari Haza, anziché tacere e rimuginare, potrebbe farsi sentire dagli altri e da Kel-hatril ed eventualmente anche chiedere chiarimenti come proprio ora sta facendo Kreena.

2) "Se riuscirò a convincerti, non della mia innocenza, cosa impossibile, ma della mia sincerità": parole di Kel-hatril, da cui si evince chiaramente che non sta affatto chiedendo perdono ma sta chiedendo soltanto una possibilità di riscatto. Poi, come detto da lei stessa, per il perdono potrà solo sperare a tempo debito in un dio particolarmente misericordioso.

3) È vero che sembra che alcuni membri del gruppo siano propensi a concedere a Kel-hatril una seconda possibilità, ma per altri ancora non è detto: l'atteggiamento di Brom, ad esempio, sembra essere più che altro di condanna (e notare bene che si tratta di un PNG del DM). Quindi perché Haza non dovrebbe dire apertamente la sua? In ogni caso, spetterà poi a Tionisla emettere la sentenza pesando ogni fattore: che ci crediate o no, questa sentenza è ancora lungi dall'essere stata decisa (anche dal DM) e dipenderà in buona parte proprio da voi.

4) Il cosiddetto "nanicidio", a ben vedere, l'hanno causato proprio i due nani stessi e quand'anche i due ricattatori fossero stati di qualunque altra razza non avrebbe cambiato nulla: chi tenta di ricattare una persona pericolosa si sta scavando la fossa con le proprie mani. Anche Haza dovrebbe essere in grado di rendersene conto.

SCARLETT - 03/09
L'espressione di Scarlett si rattristò quando Kel-hatril corse a nascondersi nell'angolo piangendo. Mosse un passo come per seguirla, ma Kreena l'aveva già raggiunta e Tabitha aveva tirato fuori la voce per prendersi parte della responsabilità della morte di Gramorn.
*Tabitha sembra fragile, e per certi versi lo è, ma ha anche una forza non indifferente. Perchè ci vuole forza per scegliere e riuscire a perdonare quello che la sorella le ha fatto. Sarebbe stato molto più facile liberarsi di lei, non dico ucciderla, ma dirle di non farsi più vedere. Invece lei ha scelto di andare avanti e ricostruire il loro rapporto, e non solo a belle parole, ma Tabitha lo fa con i fatti...*
La Rossa gettò un'altra occhiata a Kel-hatril, quindi sorrise incoraggiante in direzione di Tabitha prima di voltare lo sguardo su Brom e Tionisla.
"Da quando abbiamo parlato con Kel-hatril nella caverna con il lago, posso dire che è stata sempre sincera e onesta nei nostri confronti." dichiarò senza remore. "Si è presentata a noi come un'immagine, mentre realmente era in quel finto tempio accompagnata da drow e ragni - tanti ragni -, quindi se avesse voluto penso che avrebbe potuto farci attaccare mentre eravamo divisi, visto che alcuni di noi erano in esplorazione e altri a guardia proprio di quel tunnel. Senza contare che ci ha detto che aveva capito dove era diretto il gruppo in esplorazione e comunque non ha mosso un dito contro di loro. Abbiamo portato avanti una trattativa onesta in cui lei si offriva di guidarci fuori dalla montagna, e quando è arrivata la loro sorella Kel-arish accompagnata da tutti quei drow, lei avrebbe potuto scappare - visto che cercavano nello specifico lei e Tabitha per riportarle ad Al-bairath - mentre noi affrontavamo il problema. Invece è venuta a darci manforte, rischiando per altro seriamente la sua vita anche per colpa di quella biglia impazzita di Vixiar che era con noi. Poco conta che non andavamo d'accordo e che non la pensassimo come lui, visto che stava nel nostro gruppo Kel-hatril avrebbe potuto prendersela anche con noi, ma non lo ha fatto. Non lo ha nemmeno ucciso, lo ha fermato senza torcergli un capello."
Scarlett fece una pausa, lasciando che quelle informazioni passassero.
"Ci ha portato poi in quella specie di tempio che si era costruita, ci ha spiegato come non prenderci in faccia le trappole che lei stessa aveva posizionato e ci ha aiutato ad affrontare drow ed umber hulk. E anche qui: se avesse voluto a quel punto poteva rivoltarsi contro di noi,. Abbiamo visto quanti ragni ha allontanato e sappiamo che alcuni erano particolarmente pericolosi, forse avremmo potuto vincere, farcela, ma a quale prezzo? Ci ha anche fornito pozioni di cura e poi ha fatto in modo di rinchiudere tutti i ragni in un'unica stanza senza uscita per poter riposare tranquilli. E di nuovo potrei dire che, se avesse voluto fregarci, per lei sarebbe stato un attimo."
Non era nelle intenzioni iniziali di Scarlett partire con l'arringa a difesa di Kel-hatril, ma visto che si metteva in discussione la sua sincerità e onestà, tanto valeva riportare a Tionisla quanto era accaduto, soffermandosi in particolare sul fatto che la drow aveva avuto ben più di un'occasione per quantomeno provare a far loro le scarpe.
"Ci ha guidato oltre il Pozzo della Morte e per superare quella cascata ha dato fondo alle sue energie magiche, si è infilata nel tunnel dove Vixiar era andato a cacciarsi per recuperarlo e fuori di qui ha ripetuto non so quante volte che temeva il giudizio di Tionisla ma lo avrebbe affrontato perchè era giusto così. E abbiamo fatto due notti all'aperto in cui, se l'avesse voluto, se ne sarebbe potuta andare alla chetichella."
La Rossa inspirò accennando ai due bastoni che portava. "Ha consegnato a me tutto cioè che aveva addosso di magico prima di entrare qui, perchè riteneva fosse la cosa migliore da fare. Io lo definirei onesto, oltre che una buona dimostrazione di sapersi fidare dei compagni, cosa che credo sia assurda per una drow cresciuta con l'idea di essere sempre pronta alla possibilità di essere tradita o di dover tradire. Eppure lo ha fatto."
Scarlett voltò lo sguardo dove c'era Kel-hatril. "Che abbia commesso atti terribili è fuor di dubbio, ma sull'onestà e sincerità non mi sento di accusarla."

DUNGEON MASTER - 03/09
[Kreena] "Ma a Tabitha hai fatto male...tanto...anche da prima...perchè?"

Passò qualce secondo prima che Kel-hatril si ricomponesse abbastanza da poter rispondere: «Questa... credo... è l'ultima cosa che mi rimane da spiegare». Sospirò. «La più brutta. La più vergognosa».

[Kreena] "Perchè..." - ripetè - "Non capisco...ho bisogno di saperlo...perchè questa, invece, è una cosa che non avrei fatto mai..."

«Ed io ho bisogno di dirlo. Devo confessarlo, a te ed a tutti», rispose Kel-hatril prendendo la mano di Kreena per trascinarla con sé al centro del gruppo, nel punto in cui si trovava prima davanti a Tionisla. (NdG: ammesso che Kreena si lasci prendere per mano, altrimenti Kel-hatril accenna il movimento e poi ci rinuncia)

«Esito un po' a parlare di quest'ultimo punto», iniziò a spiegare, «un po' per la vergogna che provo ma soprattutto perché il sentirne parlare potrebbe risultare troppo gravoso per mia sorella. Anzi, Taby, se preferisci andartene posso capirti appieno, ma devo dirti che, se
resterai, dirò comunque tutto. Fino in fondo».

Kel-hatril chiuse un istante gli occhi, deglutì a vuoto e poi iniziò a parlare.

«È necessaria una premessa», esordì, rivolgendosi a tutti ma guardando soprattutto verso Kreena, almeno nei rari momenti in cui riusciva a sollevare la testa. «La casata Kiliryn si è sempre contraddistinta per una voracità sessuale fuori misura: pensandoci, forse è stato a causa di questo che furono storicamente sempre gli ultimi nella gerarchia delle casate di Al-bairath». Si concesse un sogghigno sardonico. «Forse, se tutti avessero pensato più al proprio rango e meno a scopare, la casata avrebbe potuto aspirare ad un potere ed un prestigio più elevati, ma così non avvenne mai nella storia della città. Questa voracità era
propria delle femmine e sembrava che più alto fosse il rango più questa caratteristica fosse spiccata, ma anche i maschi non ne furono mai esenti: semplicemente, presto tutti impararono che non era un'idea intelligente presentarsi alla convocazione di qualche femmina di rango già spompati dai divertimenti con le ancelle e le serve della casata.
Però, se non fosse stato per questa saggia precauzione, anche i Kiliryn maschi avrebbero speso una parte eccessiva della loro esistenza a fornicare».

«Nemmeno io ero esente da questa inclinazione di famiglia, tutt'altro», proseguì, «solo che sono sempre stata la meno attraente fra le femmine della casata», fece una smorfia a metà fra sarcastica e irritata, «per cui non era che i maschi sgomitassero per i miei favori. E tanto meno le femmine, ovviamente. Tuttavia, ero pur sempre una maga: non un chierica,
d'accordo, ma pur sempre un membro di un certo peso nella gerarchia della casata. Insomma, al mio comando i maschi arrivavano, un po' per obbedienza, un po' perché in fondo pure io la patata ce l'ho e un po' perché, in parte per compensare la mia scarsa avvenenza, in parte per rabbia dovuta allo stesso motivo ed in parte per puro e semplice
istinto, mi ero fatta la reputazione di essere una scatenata priva di inibizioni. Come dire, un giocattolo divertente col quale trastullarsi, per maschi e femmine».

«C'era solo un'eccezione in tutta la casata», continuò. «L'avrete già indovinato: Tabitha. Timida, pudica, riservata... e bellissima. Di gran lunga la più attraente elfa di tutta Al-bairath. Essendo così vicine di età, appena una decina d'anni fra lei e me... cosa strana fra tutte le
razze elfiche, che tendono ad avere figli in tempi molto più distanziati... io e lei crescemmo insieme, legatissime l'una all'altra. La bella e la brutta. Quella che già da piccola appariva molto promettente nella magia e quella che a trent'anni ancora non riusciva ad accendere una candela con un banale incantesimo. Per parecchi anni feci di tutto per aiutarla nei suoi due difetti: uno vero, l'assenza di poteri magici, e uno che non era tale, l'assenza di appetiti sessuali in linea con le usanze dei Kiliryn. Per il primo problema cercai per anni di schermarla, o addirittura, quando potevo, di eseguire di nascosto incantesimi al posto suo per coprire i suoi fallimenti agli occhi dei maestri; per il secondo, cercando il più possibile di coinvolgerla nei miei giochetti erotici. Lei inizialmente fu recalcitrante, ma poi, complice la sua eccessiva dolcezza d'animo, finì per cedere. Però era palese il suo disagio. Non capii mai che il suo disagio non era semplice timidezza ma un rifiuto che non era capace di esprimere: pensai sempre che, essendo anche lei una Kiliryn, fosse semplicemente repressa a causa di un qualche tipo di blocco mentale. Come poteva, un'elfa così bella,
non sfruttare questa dote? Questa cosa, comunque si voglia chiamare… errore di valutazione da parte mia, egoistico desiderio di lei, volgare sfogo dei miei appetiti, forse un po' di tutti questi fattori insieme… si è protratta fino a pochi giorni fa, quando nel corso del faccia a faccia fra me, Scarlett e Tabitha, lei finalmente è riuscita a tirare  fuori tutto ciò che per anni aveva represso dentro di sé: per me era stata una mazzata tremenda, ma una mazzata meritatissima e di fatto anche molto salutare».

Kel hatril si strinse la testa china fra le braccia, con le dita allacciate dietro la nuca e gli avambracci stretti alle tempie in una posizione con la quale pareva voler impedire alla testa di scoppiare. La sua voce giunse soffocata in quella posizione, ma ancora sufficientemente udibile: «Nella miniera, con attorno quella masnada di farabutti, io iniziai a scivolare sempre più in basso: prima un solo uomo, poi due, poi tre o quattro, infine anche un ogre, sempre alla ricerca di una soddisfazione che però dei tipi così grossolani non erano in grado di darmi. Solo che io non capivo il perché. Ero come drogata: di più, sempre di più. E in tutto questo trascinavo anche Taby. Solo l'ogre le risparmiai, ma solo perché io stessa lo trovai assolutamente deludente: grosso, anzi enorme, ma nulla più di quello. Ad un certo punto iniziai anche a somministrarle delle sostanze, pensando che così sarebbe finalmente riuscita a liberare la Kiliryn nascosta dentro di lei. Che idiota sono stata! Insensibile, egoista, fissata su un'idea non meno assurda di quella di conquistare Al-bairath con un esercito di mutanti. E mia sorella a farne le spese. Non so spiegare come tutto questo possa sposarsi con il fatto che Taby rimane l'unica persona che abbia mai amato. E che amo ancora, forse più di prima. So solo che, da quando ho capito quanto male le ho fatto, provo una vergogna ed un senso
di colpa infiniti».

Paasarono parecchi secondi e poi Kel-hatril rialzò la testa. «Non fatevi trarre in inganno dal mio aver parlato di ciò che ho fatto a Tabitha in maniera tutto sommato abbastanza razionale e controllata: ho dovuto fare uno sforzo su me stessa, perché se avessi lasciato prevalere l'emozione non sarei mai riuscita a finire il discorso». Si strinse nelle spalle.
«In realtà, dentro sono a pezzi».

Allargò le braccia. «Ecco, con questo credo di aver completato la mia confessione», concluse. «Se volete chiedermi qualcosa... qualsiasi  cosa... chiedete pure e vi prometto che risponderò con la massima sincerità. Dopodiché», proseguì rivolgendosi direttamente a Tionisla, «aspetterò il tuo verdetto. Per parte mia so di meritare la morte e non la temo: con tutto ciò che ho commesso sarebbe cosa giusta, non lo nego, e non mi sottrarrò ad essa se questa sarà la decisione». Accennò un sorriso sforzato. «Posso solo sperare che sarà più misericordiosa di quella che diedi io in certi casi. Tuttavia, se la scelta sarà invece di concedermi una possibilità di riscatto, giuro davanti a tutti voi che darò tutta me stessa nel perseguire questa via, per quanto ardua possa essere».

«Non so ancora quale potrà essere la decisione finale», replicò Tionisla con voce profonda e mortalmente seria. «Forse ci saranno domande e forse  ci saranno discussioni. Una cosa però posso anticiparti: pur avendo in parte sangue di orco io non sono crudele, o almeno non troppo», e così dicendo alzò una mano enorme protendendo l'indice fino a sfiorare la
fronte di Kel-hatril. «Se sarà decisa la condanna capitale, non avrà senso torturarti per darti una punizione prima di morire: ci vorrebbero mesi. Quindi, se sarà decretato che tu venga giustiziata, la tua fine sarà rapida».

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