martedì 21 settembre 2021

SETTIMANA 37 2021

TABITHA - 03/09
La lacrime di Tabitha andarono scemando mentre si sforzava di calmarsi, doveva farlo se voleva essere d'aiuto a Kelly, nel caso ci fossero state altre domande o accuse per cui poteva dire la sua.
Non aveva idea se Brom avesse effettivamente ascoltato e preso in considerazione il suo intervento riguardo Gramorn, ma sperava di sì, perchè Kelly aveva sbagliato tanto, ma per certe cose non poteva essere considerata l'unica responsabile, non sarebbe stato giusto.
La richiesta di Kreena e l'intenzione di sua sorella di dare una spiegazione arrivò come un pugno sullo sterno di Tabitha, che ebbe un sussulto. La drow incrociò le braccia sullo stomaco, stringendo le labbra e annuendo lievemente un'unica volta, come a dire a Kelly che aveva capito ma che sarebbe rimasta, quindi abbassò lo sguardo a terra, troppo spaventata all'idea di incrociare lo sguardo dei compagni. Aveva il terrore di leggerci disgusto, un'accusa, un giudizio, ma nemmeno la pietà l'avrebbe aiutata.
La verità era che non avrebbe voluto dover ascoltare di nuovo quelle cose, essere nuovamente messa davanti a quei comportamenti che erano lontani eoni dal suo modo di essere, come nemmeno dover rivivere quello che le avevano fatto gli uomini al soldo di sua sorella e Kel-hatril stessa. Ma non poteva andarsene, doveva restare lì proprio per quella sorella che, finalmente, aveva capito e accettato di poter costruire una vita lontana da tutto quello che le avevano insegnato, che essere una drow e comportarsi come tale erano due cose diverse, e non per forza una implicava l'altra.
Non appena Kelly iniziò a parlare, Tabitha si trovò ad arretrare fino a trovarsi con le spalle appoggiate al muro, cercando nella solida pietra la forza per rimanere in piedi. Aveva lo stomaco in subbuglio, ma fino a quando Kel-hatril si limitò alla premessa sui Kiliryn, tutto sommato non fu troppo difficile. Certo, non le fece minimamente piacere ricordare quanto era stato terribile scoprire di non avere alcun potere magico, come anche il rendersi conto di non essere mai stata uguale a nessun membro della sua famiglia, ma quelle erano cose che aveva già avuto modo di superare almeno in parte. Un altro paio di maniche era quello che Kelly le aveva fatto.
Tabitha cominciò a tremare in modo incontrollato. Cercava in tutti i modi di non soffermarsi sui ricordi che le rimbalzavano nella mente, di scacciarli e rinchiuderli in un angolo buio, ma più si sforzava di non pensarci, più quelli sembravano andare fuori controllo togliendole il respiro. Il freddo muro alle sue spalle era l'ancora che le impediva di cadere di schianto a terra e rannicchiarsi su se stessa, perchè le ricordava dove era e quale era la realtà... quello, e le mani che, inconsciamente, stava fissando da un tempo indefinito. Mani che non avevano rifiutato il contatto con lei nonostante lei si sentisse sudicia, che l'avevano sostenuta senza mai imporsi, lasciandole la possibilità di scegliere.
Gli occhi viola si alzarono, scorrendo sulle braccia del proprietario fino ad inquadrare la figura di Morgon per un attimo, e nel farlo si posarono anche su Fenryr, che con la sua fermezza le aveva fatto capire che poteva farcela, anche se serviva coraggio e non era sempre facile averne. E lei lo aveva fatto diventare una specie di mantra a cui attaccarsi ogni volta che vacillava e minacciava di fare passi indietro.
Tabitha tornò a guardare Morgon, trovando nella sua presenza l'aiuto di cui aveva bisogno per calmarsi quel tanto che bastava per non finire stesa a terra nel pieno di un attacco di panico.
Non si era nemmeno resa conto che Kelly nel frattempo aveva finito di parlare, se non quando udì Tionisla dire "la tua fine sarà rapida."
Sbiancò, annaspando nuovamente, non sapendo se quella fosse la sentenza o semplicemente si era persa un pezzo di discorso. Forse era la seconda...doveva, essere la seconda opzione.
"No, vi prego, aspettate..." riuscì a tirar fuori, cacciando indietro la bile e obbligando le gambe a muoversi per farla staccare da quel benedetto muro.
Ora doveva parlare però, solo che aveva agito d'istinto e non sapeva nemmeno lei che dire. O forse sì.
Tabitha chiuse per  un istante gli occhi e prese dei lenti respiri per calmarsi.
*Concentrati, ne hai già parlato con Kelly, puoi farcela... è stato peggio dire tutto quando non sapevi come avrebbe reagito lei...*
"Io...è...è vero, io non le avevo mai detto chiaro e tondo che non volevo fare...quelle cose." esordì stringendo i pugni fino a conficcarsi le unghie nei palmi. "Ad Al-bairath ero sempre stata quella diversa, per nostra madre ero un'autentica delusione sotto tutti i punti di vista, l'unica cosa per cui non sono mai stata rimproverata era per il mio aspetto..." un sorriso amaro le piegò le belle labbra. "Bella ma una macchia per il nome della famiglia. E poi c'era Kelly, l'unica che non mi ha mai trattato male, l'unica amica che io avessi mai avuto. Anche questo era sciocco: i drow non hanno amici, non come io credevo fossero, però lei per me lo era e le volevo - le voglio - un gran bene."
Tabitha strinse le labbra abbassando lo sguardo. "Quando sei l'unico punto bianco in mezzo al buio, a un certo punto vorresti diventare anche tu buio, per sentirti parte di quel mondo, per sentirti meno sola, per non sentirti sempre quella diversa, quella che tutti guardano male e disprezzano... o anche solo per far contenta l'unica persona al mondo che mostra gentilezza nei tuoi confronti. Così facevo quello che Kel-hatril mi chiedeva, anche se dentro di me avrei tanto voluto scappare, dirle di smettere, che io non ero così, non lo sarei mai stata, ma come potevo negare qualcosa proprio alla mia unica amica che mai mi aveva chiesto nulla? E poi mi ha salvato quando stavano per trasformarmi in drider..." un brivido visibile le corse lungo la schiena, "E non lo ha fatto semplicemente togliendomi da quella situazione, ma mi ha portato via da Al-bairath, da quel mondo di buio che non mi apparteneva, per portarmi in quello luminoso di cui sentivo di far parte, rischiando lei stessa la vita e inimicandosi così la nostra famiglia. Così, quando siamo andate in quella miniera, ho accettato tutto... per non perdere l'unica sorella e amica che avevo, e perchè mi sentivo in debito con lei. Le dovevo la vita, quindi quello che lei chiedeva a me era poca cosa a confronto."
Tabitha emise un sospiro tremulo, poi alzò gli occhi. "Kel-hatril ha fatto tante cose terribili e sbagliate, ma vi chiedo, nel giudizio che fate, di non prendere in considerazione quello che ha fatto a me." quelle parole pesavano come un macigno, ma l'averle dette aveva sollevato in parte lo spirito di Tabitha, come se effettivamente avesse scaricato quel peso. "In primo luogo perchè le credo quando dice che l'ha fatto con l'intento di aiutarmi, sbagliando siamo d'accordo, ma non voleva farmi realmente del male, e io, con la mia insicurezza, non ho mai avuto il coraggio di dirle davvero chiaramente che non volevo. Ho provato a farglielo capire, a volte, ma mi rendo conto che non ho mai davvero espresso seriamente quel che provavo, l'ho fatto solo pochi giorni fa, in quella grotta." l'elfa scura scrollò piano le spalle. "Forse lei poteva arrivarci, ma io senza ombra di dubbio avrei potuto essere più chiara con lei. L'unico momento in cui probabilmente son stata più decisa è stato proprio quando è successo il casino con Gramorn... e bhe... ho ottenuto un risultato disastroso..."
Tabitha si rabbuiò, ma poi sembrò farsi nuovamente forza. "Credo che per le azioni che ha fatto nei miei confronti, sia io a dover decidere se è colpevole o meno, e se io voglia o meno passarci sopra. E gliel'ho già detto: mi ci vorrà del tempo per riprendere confidenza con lei, soprattutto mi servirà tempo per riuscire a pensare ad esempio di rimanere sola in sua compagnia, però ho scelto di darle una possibilità, dare una possibilità a noi come sorelle, lontane da Al-bairath e da tutto quello con cui siamo cresciute. E per farlo ho tirato una linea netta, che non vuol dire che io abbia dimenticato, direi che è impossibile, ma non credo si possa pensare di ricominciare con qualcuno se non si è disposti davvero a mettere una pietra sopra al passato. Se voglio ricostruire il rapporto con mia sorella, non posso rinfacciarle o ripensare ogni minuto a quel che mi ha fatto e che, in qualche modo, le ho permesso di farmi, non sarà facile ma io voglio provarci."
Tabitha gettò un'occhiata a Kel-hatril, si sforzò di tirare fuori un sorriso o qualcosa che potesse assomigliarci, e si zittì tornando al suo posto a fianco di Morgon. Sperava che la ascoltassero, che prendessero in considerazione cosa pensava lei di quella faccenda, perchè, del resto, era di lei che si stava parlando.

KREENA - 03/09
Quella mano. Così piccola. Morbida. Delicata, eppure forte.
Come quella di Joan. Anche il calore era lo stesso.
Il cuore di Kreena battè più rapido e la giovane si lasciò portare, trascinare indietro fino al gruppo dalla maga drow.
Ascoltò le sue parole e poi la replica di Tabitha, senza mai lasciare la presa, senza mai perdere il contatto. Assaporando il calore di un ricordo, di un momento sospeso, irripetibile, che non sarebbe più tornato.
Perchè Jo aveva calli sul palmo, per l'uso della spada. Dita più agili, nervose. E una cicatrice sul dorso della destra. Quella non era la sua mano, era quella di Kelly, anche se il suo tocco le faceva fibrillare il cuore.
"Non so se l'avrei fatto" - mormorò soltanto, lasciando con fatica la presa - "Forse ti avrei soltanto uccisa"
Una pausa.
"Ma se tua sorella ti perdona, allora lo farò anch'io"

DUNGEON MASTER - 03/09
Finita la confessione di Kel-hatril Tionisla rimase a lungo in silenzio, con gli occhi fissi ed imperscrutabili sull'elfa scura.

Infine annuì e disse: «Kel-hatril, se non posso certo dire di aver apprezzato molte delle tue azioni, ti devo dare comunque atto di essere stata, credo, molto onesta nel parlarne senza cercare di sminuire i tuoi torti o sottolineare le poche cose buone. Direi che questo depone a tuo favore, anche se non può certo cancellare il tuo passato. Avresti potuto provare a mettere su un piagnisteo su come l'educazione ricevuta da bambina fosse la reale causa delle tue malefatte e che tu in fondo fossi solo una vittima innocente e traviata, ma non l'hai fatto: hai accennato alla cosa, ma senza calcare la mano e direi che anche questo depone a tuo favore. Hai ammesso i tuoi torti nei confronti di tua sorella ed hai accennato a ciò che di buono avevi fatto per lei non come un merito ma come un semplice dato di fatto, senza cercare di sfruttarlo a tuo vantaggio. Quindi devo riconoscerti di essere effettivamente onesta come dici. Tuttavia», e qui alzò il grosso pugno con l'indice minacciosamente proteso quasi a sfiorare il viso dell'elfa scura, «tuttavia rimane il fatto che tu non possa negare né di aver causato enormi sofferenze ad innocenti vittime dei tuoi scellerati esperimenti genetici, né di aver di fatto ridotto in schiavitù, sia materiale che sessuale, tua sorella, che tu stessa dici essere l'unica persona che tu abbia mai amato: come tu possa esserti macchiata di un comportamento così orribile proprio nei suoi confronti è una cosa che va ben oltre la mia capacità di comprensione». Fece una pausa e poi riprese: «Ci sono molte ombre e qualche barlume di luce in te e, sinceramente, ora come ora non saprei pronunciare un verdetto nei tuoi confronti: quelle ombre meriterebbero la morte, ma quei barlumi di luce mi fanno esitare».

Detto questo Tionisla cessò di interessarsi direttamente a Kel-hatril e si rivolse a tutti i presenti: «Ormai l'ora è tarda: vi suggerisco di ritirarvi negli alloggi che i miei servitori hanno allestito per ognuno di voi. Ci sono molte stanze qui dentro: alcune chiuse fra solide pareti di roccia, che penso potranno piacere a voi nani, altre con aperture che danno sulla valle, cosa che immagino verrà gradita a quelli fra voi che amano l'aria aperta. Scegliete liberamente: ci sarà una stanza privata per ciascuno di voi ed anche», e qui ammiccò all'indirizzo di Scarlett, «stanze a due posti per chi preferisce riposare in compagnia».

«La notte porta consiglio», aggiunse. «Sarebbe buona cosa che troviate qualche tempo per meditare su quanto Kel-hatril ci ha detto di sé: suggerisco che domani mattina ci troviamo nuovamente qui, dopo una sana colazione, così che ciascuno di voi... e intendo davvero proprio ciascuno di voi... faccia tutte le domande che crede e poi esponga la propria opinione su Kel-hatril ed esprima il proprio parere su cosa sarebbe giusto fare nei suoi confronti. Poi, pesato tutto ciò che avrete detto, vedrò di giungere ad un giudizio debitamente meditato».

Infine Tionisla tornò a rivolgersi a Kel-hatril: «Anche tu qui sei ospite, pur nella tua particolare situazione», le disse, «quindi avrai anche tu la tua stanza privata e tutto ciò che questo luogo può offrire ai suoi ospiti. Sarai anche libera di andare e venire a tuo piacimento: sono certa che non ne approfitterai. Se vuoi puoi anche farti restituire l'equipaggiamento: ho apprezzato la tua scelta di presentarti in veste di penitente, ma entrambe sappiamo che, al di là dell'atteggiamento simbolico, poco o nulla avrebbe cambiato se anche ti fossi presentata al pieno della tua potenza».

Kel-hatril annuì. «Lo so», rispose tranquillamente, «ma anche l'atteggiamento ha il suo significato». Ora l'espressione e l'atteggiamento dell'elfa scura erano tornati normali, anzi quasi rilassati come mai in precedenza: come se, una volta superato lo scoglio del mettersi completamente a nudo di fronte a Tionisla, a quelli che probabilmente tendeva a considerare suoi compagni e, soprattutto, a Tabitha, si fosse finalmente tolto un enorme peso di dosso.


[NdG] Ho voluto postare adesso questa mail per darvi tempo e modo, se vorrete, di riflettere sulla confessione di Kel-hatril e decidere l'atteggiamento del vostro PG, ovviamente sulla base del rispettivo allineamento e di come l'avete gestito finora. Dopo la mia settimana di vacanza al mare riaprirò la lista e, dopo le eventuali domande, Tionisla interrogherà tutti sul loro parere su cosa fare di Kel-hatril; poi, alla luce del complesso delle risposte ricevute, ruolerò la decisione di Tionisla. Nota bene: così come gestisco io in combattimento i PG dei giocatori "pigri", o "distratti", o "troppo impegnati" (scegliete voi la definizione che meglio si adatta ^__^ ), così gestirò io le loro risposte, sulla base del loro allineamento, background, eccetera.

SCARLETT - 03/09
Dopo aver detto la sua, Scarlett si era spostata nuovamente a fianco di Issus, ascoltando attentamente sia la confessione di Kel-hatril, che poi l'intervento di Tabitha, e si trovò d'accordo con la richiesta fatta da quest'ultima: su quanto era stato commesso nei confronti di Tabitha, era giusto fosse lei a dire la sua. Certo, per loro era difficile capire e accettare quello che Kelly le aveva fatto, nessuno di loro avrebbe mai agito a quel modo contro la propria sorella o contro chi amavano, ma se Tabitha, che era la vittima, decideva di perdonare - ed era evidentemente pienamente in grado di decidere in autonomia -, allora loro non erano nessuno per decidere al posto suo, almeno per quella faccenda. Il resto delle azioni di Kel-hatril erano un altro paio di maniche.
"Sono d'accordo con Kreena." disse spostando gli occhi su Tabitha e sorridendole gentilmente. "Per quello che ha fatto direttamente a sua sorella, se Tabitha la perdona, anche per me è a posto, e credo abbia ricevuto una lezione a dir poco esemplare."
Forse era superfluo dirlo, forse no, ma Scarlett voleva rassicurare Tabitha sul fatto che, da quel punto di vista, la sosteneva.
Tionisla a quel punto decise di rimandare alla mattina seguente il giudizio, per dare modo a tutti di riflettere e pensare ad eventuali domande da porre alla drow. Indubbiamente era molto meglio affrontare la questione con la mente fresca e riposata.
La mezzorca li informò che aveva fatto preparare stanze private per ciascuno di loro, e quando si voltò ad ammiccare nella sua direzione aggiungendo che c'erano anche stanze da due a disposizione, Scarlett non riuscì a trattenere un sorriso a dir poco sfacciato: le si leggeva in faccia che era più che felice di quella notizia e che "riposare" non era esattamente la parola più adatta a quel che aveva in mente, non in maniera prioritaria almeno.
Poi venne detto a Kel-hatril che poteva pure tornare in possesso del suo equipaggiamento, quindi la Rossa attese solo che Tionisla ebbe finito di parlare e iniziassero a muoversi per lasciare lo studio, per affiancarsi alla drow con un sorriso, allungandole al contempo il suo bastone.
"Cominciamo da questo, che ne dici?" le disse accennando poi al resto della roba. "Vuoi che ti ridia tutto qui, o preferisci che ti accompagno alla tua stanza così puoi fare con comodo?" era ovvio che Scarlett non aveva pensato nemmeno per un secondo di tenersi qualcosa.
La maga osservò la collega per qualche istante, poi le afferrò la mano stringendogliela gentilmente. "Forse non posso nemmeno immaginare quanto sia stato difficile, ma hai fatto la cosa giusta." le sorrise nuovamente. "I cambiamenti si fanno un passo dopo l'altro, a volte la strada è in salita, a volte è in discesa, ma se lo vuoi, puoi farcela."

MORGON - 03/09
Morgon passo nel giro di pochi minuti da uno stato di malessere ad uno di rabbia pura ed animalesca, da uno di stupore ad un classicone, e non poteva essere altrimenti, non poteva che chiudere con quello a cui era più abituato, l'imbarazzo.
Lo stato di malessere fu associato al ricordo di quanto aveva visto con i suoi occhi nella stanza degli esperimenti, un conato di vomito lo colse improvviso e fu trattenuto a stento.
Lo stato di rabbia lo pervase quando per la seconda volta dovette ascoltare il racconto di quanto Tabitha aveva dovuto subire ad opera della sorella. La mano si strinse forte attorno al flauto intarsiato a forma di drago che portava alla cintura.
Lo stupore lo raggiunse come uno schiaffo. Fu una vera e propria epifania. Dopo le parole di Tabitha, la drow era diventata una donna forte, risoluta e perentoria. Non contava come aveva pronunciato le parole dette, ma cosa aveva detto. La drow non gli pareva più indifesa e bisognosa di protezione e questo la posa in una nuova luce. Morgon si sentiva come una piccola falena attratta dalla luce brillante di quella donna.
Stava guardando TAbitha con questo nuovo sguardo negli occhi, con una nuova luce, quando la loro ospite parlò di camere singole per tutti e camere doppie per chi voleva. Ovviamente guardando la drow non aveva visto che Tionisla aveva guardato Scarlett ed Issus, per cui arrosì, arrossì ed arrossì ancora, se la cosa era umanamente possibile.

La cosa passò quando sentì parlare Scarlett; alzando lo sguardo vide che era vicina ad Issus - Forse parlava di loro due, ma si è sicuramente per quello! -

Mentre tutti uscivano, Morgon rimase fermo dov'era. Quanto successo poco prima lo aveva scosso. Quando Tabitha gli passò a fianco per uscire le sussurrò "Mi devo solo fermare a parlare di alcune questioni con la nostra ospite se lei me lo permetterà, ti auguro la buona notte...", poi fece una pausa. "...sei davvero straordinaria!".

Detto questo, con un groppo in gola grosso come un macigno, fece un passo verso la mezz'orca.
"Mi chiamo Morgon Di Hed... ecco... per prima cosa grazie per la tua... sua, sua ospitalità!"
"Prima di andare a dormire posso importunarla con alcune questioni o è stanca e pensa sia meglio proseguire domani?".
Ovviamente, avendo l'agitazione il sopravvento, non attesa alcune tipo di risposta da Tionisla e proseguì.
"La prima questione è legata al fatto che volevo dirle che se viene accesa una luce nell'oscurità e questa viene lasciata a se stessa potrebbe venire spenta, ma quando questa luce è custodita ed alimentata è destinata a spazzare via ogni forma di buio, a tal proposito ci sono alcune poemi che mi sono venuti in mente come sostegno a questa mia tesi... ma non credo sia questo il momento di proseguire in tal senso..."
Portò una mano dietro la testa a sottolineare che si era reso conto di aver parlato veramente tanto e tutto d'un fiato. Respirò profondamente e prese fiato.
"La seconda cosa che le voleva chiedere se mi potesse illuminare in merito alla parola Kan-Thor...la sacra isola. Per caso non è mica che conosce una certa Eudana?" La parola Kan-Thor venne pronunciata con un bisbiglio e con la mano a pararsi una lato della bocca.
"E l'ultima cosa le vorrei chiedere se sa dirmi cosa è questo..." disse estraendo da una tasca laterale della cintura un disco metallico (NDG vedi sotto).
Alla fine abbozzò una specie di sorriso che faceva trasparire, paura, consapevolezza dell'incoscienza di quanto appena fatto, disagio.

NDG
Medaglione contadini
Il medaglione che Morgon riceve dal capo dei contadini è del tutto incomprensibile: in pratica è semplicemente un disco di metallo, forse rame, forse bronzo, chissà, e senza alcuna effigie: è completamente liscio. Tuttavia al tatto tradisce la sua natura magica per via di una lievissima vibrazione…

TABITHA - 03/09
Kreena e Scarlett l'avevano ascoltata, e la cosa la riscaldò sciogliendo almeno in parte il nodo che le stava stringendo lo stomaco. Sorrise, ad entrambe, con una gratitudine che quasi si poteva toccare tanto era palese. E non era tanto perchè l'avessero ascoltata, o fossero disposte a perdonare quelle azioni a Kel-hatril - per quanto indubbiamente anche queste cose le facessero enormemente piacere-, ma perchè lasciavano a lei quella decisione, le riconoscevano la libertà e la capacità di poter scegliere in autonomia cosa era meglio per lei, e non era una cosa così scontata, non per Tabitha.
Tionisla propose di rimandare il giudizio alla mattina seguente per dar modo a tutti di riflettere, e Tabitha si trovò ad annuire piano. Da un lato avrebbe preferito che la questione venisse chiusa subito, per non trascinare ulteriormente quell'agonia per sua sorella, ma dall'altro temeva il responso, quindi non poteva che essere contenta che fosse rimandato.
La loro ospite a quel punto li informò che aveva preparato stanze private per ognuno di loro, o doppie per chi avesse preferito, e per poco Tabitha non si strozzò con la sua stessa saliva.
Era ancora a fianco di Morgon e si era appena voltata sentendosi osservata, ma immediatamente aveva riportato lo sguardo su Tionisla, non capendo se la mezzorca, per caso, si stesse riferendo a lei. Loro.
Fortunatamente gli occhi le caddero sul volto di Scarlett, e nonostante il panico riuscì a decifrare la sua espressione, che lasciava ben pochi dubbi su quali che fossero le intenzioni della ragazza per la notte.
Tabitha se possibile arrossì ancora di più, però si sentì sollevata nel capire che con ogni probabilità, Tionisla si riferiva proprio alla Rossa e ad Issus.
*E perchè mai avrebbe dovuto riferirsi a me? Eh?...eh...*
Mentre il rossore scemava dalle sue guance, lasciandole la sensazione di essere proprio una stupida, Tabitha tornò al pensiero della stanza con vista sulla valle e, di colpo, sorrise con entusiasmo voltandosi verso Morgon.
"Io penso sceglierò una di quelle con la finestra!" gli disse, con l'aria di una bambina a cui avevano appena fatto un bel regalo. Non aveva mai avuto una stanza con vista su una valle del mondo in superficie, quindi in realtà non sapeva bene cosa aspettarsi, ma era convinta che fosse qualcosa di molto bello.
In quel momento però si rese conto che lui era rimasto fermo dov'era e non sembrava volersene ancora andare...e poi le augurò la buonanotte dicendole che era straordinaria.
Tabitha lo fissò senza capire. "Straordinaria?" ripeté non capendo davvero il perchè di quel complimento. Non pensava che Morgon volesse farle un apprezzamente per il suo aspetto estetico, quindi doveva essere per qualcosa che aveva fatto, ma sinceramente non trovava nulla di particolarmente bello nel suo recente comportamento: aveva appena rischiato un attacco di panico, nello studio della loro ospite, evitando per un soffio di rivedere la cena...e forse anche la colazione. Insomma, niente di particolarmente straordinario a suo avviso.
Ma il bardo si era già spostato per parlare con Tionisla, quindi non avrebbe avuto alcuna spiegazione in merito, non subito almeno.
"Ah...ehm...allora io esco...sì..." farfugliò imbarazzata, "Buona...buona notte..." aggiunse dirigendosi alla porta.
Non appena uscì si bloccò, l'entusiasmo di poco prima completamente scomparso dal suo viso che, anzi, pareva tirato.
Era spaventata. Credeva di essere contenta alla prospettiva di una camera tutta sua... e invece no. L'ultima camera da letto in cui era stata era anche la sua prigione, la stanza dove l'avevano... e prima di quella, l'unica altra camera era stata quella ad Al-bairath, un altro posto da dimenticare.
Si trovò a scuotere quasi violentemente la testa, cercando di scacciare i ricordi che il racconto di Kel-hatril aveva smosso dai posti oscuri della sua memoria dove cercava di tenerli rinchiusi. Sapeva che la dimora di Tionisla era sicura... ma se non fosse stato così? Se uno dei suoi uomini avesse voluto vendicarsi per i loro compagni uccisi da Kelly? Sicuramente poi sarebbero stati puniti, ma prima...
Tabitha si appoggiò con la schiena al muro subito fuori dalla porta dello studio, cercando di prendere ampi respiri per calmarsi. Difendere sua sorella era stato molto meno spaventoso.
Dormire con gli altri nei giorni passati non le aveva creato problemi, erano tutti assieme, e questo l'aveva rassicurata, quando poi di notte si svegliava in preda agli incubi le bastava guardare poco distante da lei per vedere Morgon che dormiva, e questo la tranquillizzava e le permetteva di riprendere sonno. Ma stare da sola, in una camera da letto sconosciuta, lontano da chi ora si fidava...
Lentamente scivolò lungo il muro fino a sedersi a terra, appoggiando la fronte sulle ginocchia e lasciando che i capelli la nascondessero.
Si vergognava, perchè le pareva di essere una bambina capricciosa, ma era più forte di lei... alcune cose riusciva ad affrontarle, ma altre... altre le avevano scavato un solco dentro...
Le scappò un singhiozzo, e subito strinse le labbra per non lasciarne uscire altri.
Non sapeva cosa fare, quello era il punto.
Da un lato avrebbe voluto chiedere a qualcuno di farle compagnia, ma la verità era che stare in una camera da letto con qualcuno, sia uomo che donna, per lei era... difficile. Ovviamente sarebbe stato più semplice con una delle ragazze, anche se grazie a Kelly non si trovava a suo agio nemmeno con le donne, però... però indubbiamente con un uomo sarebbe stato...
Le si chiuse la gola.
Eppure l'idea di andare in una stanza tutta sola, continuava a farle una gran paura... soprattutto se non sapeva dove sarebbero stati gli altri... Morgon.
Ma non poteva certo chiedergli di dormire con lei!
Divenne... rossa, bordeaux, viola, blu.
*Nononononono. E poi dovrei cambiarmi, non posso certo stare nel letto con questi vestiti sudici!*
Per poco non le venne un infarto.
Ecco... doveva anche togliersi quei vestiti...e non sarebbe stata invisibile...e c'erano ancora tutti quei segni...le corse un brivido lungo la schiena. Quelli forse sarebbero andati via...prima o poi, ma il resto? Un altro bagno magari l'avrebbe aiutata...magari.
Tabitha lasciò andare un lento sospiro, si fece forza sulle gambe e si obbligò ad alzarsi. L'idea di andare da sola non riusciva ad affrontarla, ma se doveva fare la figura della sciocca, almeno doveva provare a darsi un contegno.
Era categoricamente escluso che potesse dormire con qualcuno, però poteva cercare di avere una stanza vicino...o almeno sapere dove fosse...per sentirsi più tranquilla.
Tornò ad appoggiarsi al muro, concentrandosi sui ricordi più belli di quegli ultimi giorni per riprendere il controllo mentre aspettava con pazienza che Morgon uscisse. Sperava solo di non fare la figura della bambina frignona...
*Straordinaria...*

KREENA - 03/09
Alla proposta di Tionisla di stanze doppie, lo sguardo di Kree deviò per un istante sul paladino.
Aryn però non ricambiò l'occhiata. Era strano, distante, praticamente assente negli ultimi tempi, come perso in chissà quali pensieri.
Non importava, avrebbe fatto da sola, come sempre. Una stanza singola sarebbe bastata. Sospirò. Magari la vista sulla valle avrebbe aiutato.
Si avviò all'uscita, ma l'atteggiamento di Tabitha la fermò. La drow era rossa, paonazza in viso, sudava, forse stava male anche lei come la sorella. Rimase un istante incerta a studiarla, ne seguì lo sguardo, i gesti, quindi annuì, fece un sorrisetto e la seguì. Fuori, trovò l'elfa appoggiata al muro, spossata, quasi dovesse sostenere il peso della dimora intera col suo corpo minuto.
"Non ti cadrà in testa" - disse con un sorriso e un ammiccamento.
"E sai, per sbaglio, ho prenotato una stanza doppia...non è che ti andrebbe di dividerla?"
Il sorriso si allargò, nonostante la giovane inarcasse un sopracciglio.
"Niente strane idee, però, eh? Io qui, tu lì, ci ingozziamo di dolcetti, parliamo di ragazzi e del grande amore, beviamo del rosolio e sospiriamo..."
Tirò su col naso e fece una smorfia assurda.
"E magari prima ci facciamo un bagno: puzziamo come capre di montagna!"

FENRYR - 03/09
Fenryr rimase in silenzio, in disparte, spettatore immobile della confessione della drow.
Quando la maga uscì, si accodò senza una parola, restando tre passi indietro, nell'ombra, fino alla stanza che Tionisla le aveva fornito.
Attese che Kel-hatril entrasse, quindi si sedette fuori, sul nudo pavimento, la schiena appoggiata alla parete, la spada di traverso sulle gambe incrociate, i palmi appoggiati sul fodero di pelle. Lì chiuse gli occhi e lì rimase, a guardia della porta fino al nuovo giorno.

NdG
Guido, mi sono portato avanti: tienine conto come descrizione di intenzioni, nel caso tu abbia in mente altro per la drow. Fenryr in ogni caso farà da guardiano a Kelly, che lei voglia o meno ^___-

TABITHA - 03/09
La voce di Kreena la fece letteralmente sobbalzare. Tabitha la guardò per un attimo spaesata, poi capì che era una battuta per il fatto che stava puntellata contro il muro di pietra, e a quel punto tirò fuori un sorriso tremulo... che si gelò non appena le chiese se voleva dividere la stanza con lei.
La drow rimase come cristallizzata, incapace di formulare una risposta per quell'offerta tanto gentile da parte della compagna. Perchè lei poteva avere tutti i problemi del mondo con le camere da letto, il dormirci in compagnia o da sola, ma questo non le impediva di percepire quel gesto per quello che era: una cosa molto carina da parte di Kreena.
Prese a tormentarsi le mani, dilaniata per la decisione da prendere: da un lato continuava a non sentirsi tranquilla all'idea di dormire con qualcuno, anche se quel qualcuno aveva appena assicurato che sarebbero state a distanza, ma dall'altro aveva paura che anche prendendo la camera a fianco di quella di Morgon, una volta sola si sarebbe sentita comunque sopraffatta dalla paura, o dall'angoscia per gli incubi. E poi c'era anche quella prospettiva di serata passata con un'altra ragazza, a chiacchierare... lei non l'aveva mai fatto, non aveva mai avuto altre amiche ad esclusione di sua sorella, e... e le sarebbe tanto piaciuto vivere quell'esperienza che era stata per anni impensabile.
"Io...io..." la guardava con gli occhi viola spalancati, palesemente in difficoltà. "...cosa è il rosolio?" domandò infine, non sapendo cosa fosse e perchè dovevano sospirare bevendolo.
Tabitha si rese immediatamente conto che la sua domanda doveva sembrare molto stupida, soprattutto tenendo conto che non era certo quel rosolio il punto della situazione, così arrossì imbarazzata.
"Cioè...scusa... ti ringrazio per la tua offerta...ecco..." stava scivolando nuovamente nel panico, lo sentiva crescere dentro il suo petto. Si rese conto che stava facendo una figuraccia, poteva addirittura sembrare che non volesse se non si decideva a dire qualcosa di sensato.
*Come posso pensare di superare quello che ho passato e non lasciare che mi faccia ancora del male e mi impedisca di vivere davvero, se non affronto i miei timori? Ho paura, ma Kreena è sempre stata gentile con me... *
"Grazie..." riuscì a tirare fuori sforzandosi di sorriderle, "Io... per me è difficile, ecco... però..." deglutì, stringendo i pugni per racimolare tutta la sua determinazione. "Mi piacerebbe...non ho mai condiviso la stanza con una...un'amica con cui chiacchierare...e forse starei meglio che da sola...credo..."
Era palesemente combattuta tra quello che desiderava e quello che l'istinto, purtroppo, le suggeriva.
"Però io... io non posso fare il bagno... cioé, voglio proprio farmene uno, ma da sola..." mormorò sperando di non offenderla. "Non è per te... è che io...non ci riesco...Ma vorrei provare a condividere la stanza, per farci compagnia, sì."
Tabitha abbassò lo sguardo. "Scusa, per me è difficile... Proviamo, se però proprio non dovessi farcela...ecco... non ti arrabbiare, per favore, non è colpa tua... ok?"
Prese dei lenti respiri fino a calmarsi, concentrandosi sulla parte bella e che la entusiasmava alla prospettiva di quella serata. "Dici che le stanze hanno il bagno? E... E secondo te ci sarà qualcosa che posso usare per dormire? I miei vestiti vanno lavati e non...non posso proprio stare senza...niente...ecco..."

GHINO - 03/09
Ghino si era sistemato su una sedia bassa in un angolo dello studio, in penombra.
Ascoltava con attenzione la conversazione più che altro per le possibili conseguenze, ma nel frattempo sospirava in modo nervoso.
Donne.
Odiava trovarsi nel bel mezzo di una conversazione fra donne.
Da una situazione pericolosa, dove rischiavano di doversi difendere da una potente maga mezz'orca fornita di un drappello di armati, si doveva sorbire confessioni imbarazzanti, sospiri confusi, reazioni isteriche da parte delle quattro femmine.
Gli ricordavano le prostitute di una locanda che si scambiavano pettegolezzi sui clienti della giornata, oppure le zingare attorno al fuoco quando non danzavano.
In più cascava dal sonno, rischiando di tirare una capocciata alla libreria quando si addormentava ciondolando.
Quando terminarono, quasi senza preavviso, Ghino si alzò barcollando e si trasferì in una stanza piccola, ben nelle viscere della montagna.

KREENA - 03/09
[Tabitha]
"Cioè...scusa... ti ringrazio per la tua offerta...ecco..." stava scivolando nuovamente nel panico, lo sentiva crescere dentro il suo petto. Si rese conto che stava facendo una figuraccia, poteva addirittura sembrare che non volesse se non si decideva a dire qualcosa di sensato.
*Come posso pensare di superare quello che ho passato e non lasciare che mi faccia ancora del male e mi impedisca di vivere davvero, se non affronto i miei timori? Ho paura, ma Kreena è sempre stata gentile con me... *
"Grazie..." riuscì a tirare fuori sforzandosi di sorriderle, "Io... per me è difficile, ecco... però..." deglutì, stringendo i pugni per racimolare tutta la sua determinazione. "Mi piacerebbe...non ho mai condiviso la stanza con una...un'amica con cui chiacchierare...e forse starei meglio che da sola...credo..."

"Figurati" - rispose Kree, facendo spallucce - "Siamo tra amiche, mica serve scusarsi, fare ossequi o ringraziare come a corte...non che sappia bene cosa si fa a corte, a dire il vero, a parte corteggiare, ovviamente..."
La giovane rimase pensierosa per un istante, poi si scosse e tornò a sorridere.
"E certo che starai meglio, via! Mica vorrai passare la notte a tener su il muro?" - aggiunse, facendole l'occhiolino.
Abbassò la voce e schermò la bocca con la mano, con fare cospiratorio.
"Il rosolio, detto fra noi, non è che sia poi questa gran cosa...fa tanta scena, ma è troppo dolce, se ti ubriachi poi vomiti per una settimana..." - mormorò, con l'aria di chi ne sapesse per esperienza vissuta.
"E dubito ce ne sia qui in giro, comunque" - sospirò in modo esagerato - "Tionisla mi sembra più da birra e salsicce...che poi anche io letteralmente adoro!"
Si sbracciò, se ne accorse, si ricompose, assumendo una buffa posa affettata.
"Comunque, se non rosolio qualcosa troviamo...e anche il bagno: al peggio basta una tinozza d'acqua calda e un pezzo di sapone, che forse ho anche qui, da qualche parte..."
Si tolse lo zaino, lo slacciò, ma si fermò prima di frugarci dentro.
"E stai tranquilla: tu ti lavi, io sto fuori, mi chiami quando hai finito...anche se, a dirla tutta, c'e' mica niente che non abbia già visto..."
Sorrise e, senza quasi guardare, tirò fuori un involto dal bagaglio.
"Poi ti puoi metter questo" - esclamò, allungando alla drow un completo rosso fiamma.
"L'ho comprato anni fa, ma è come nuovo: il colore è bello, ma non si intona al mio incarnato..." - concluse - "Forse ti va un po' largo, ma meglio che andar nuda, al limite ci metteremo qualche spillo..."
E di nuovo le strizzò l'occhio.

BOGNUS - 03/09
Appena arrivati nello studio di Tionisla, Bognus si mise immobile vicino alla porta, una mano appoggiata sull'impugnatura dell'ascia.
Solo il lento muoversi del petto e gli occhi che seguivano i diversi interlocutori durante la confessione di Kel-hatril facevano capire che nel frattempo non si era trasformato in pietra.
Poi Tionisla spiegò le modalità di alloggio per la notte. Il nano esitò solo un attimo, guardò prima Gymla e poi Parrywimple, quindi disse con tono chiaro e fermo.
"Noi prenderemmo una stanza per tre, se ce ne sono. Lei e il ragazzo sono sotto la mia protezione personale, non posso lasciarli soli. Altrimenti dormirò per terra davanti alla loro porta, ci sono abituato."
Dopo pochi secondi ebbe come un ripensamento, sorrise e continuò
"Devi perdonare le mie maniere brusche, mia signora, ma ho vissuto solo, isolato per troppo tempo. Non che non mi fidi della tua dimora in cui ci hai dato ospitalità di cui ti ringrazio molto, ma visto l'accaduto da quando siamo entrati in quella maledetta miniera credo di dover continuare a proteggerli  È la mia missione ormai." Quindi chinò il capo come a riconoscere l'autorità della maga.

DUNGEON MASTER - 03/09
Giusto per chiarire cosa i vostri PG trovano nei rispettivi alloggi, così come vi viene spiegato da un solerte maggiordomo mentre vi conduce nella zona ospiti.

Tutte le stanze che vi sono state fornite sono spaziose, pulite e in ordine, sono dotate di un comodo letto a due piazze, di caminetto, armadio, sedie e scrittoio e di una tinozza da bagno che si trova nello stesso ambiente ma separata dal resto da un paravento mobile. Ogni stanza è anche dotata di un pitale per eventuali urgenze notturne ma, non essendoci un impianto idraulico centralizzato (va bene il comfort, ma non pretendiamo poi troppo in un tempo in cui nemmeno i re potevano disporre di acqua corrente nelle proprie stanze), per l'espletamento delle necessità corporali sono a disposizione due appositi ambienti, uno
per le femmine e uno per i maschi, adiacenti fra loro ma separati e debitamente presidiati da un servitore incaricato sia della manutenzione che del corretto uso dei due ambienti.

Al vostro arrivo nelle rispettive stanze trovate il letto fatto, il caminetto acceso (siete in alta montagna e l'estate è sul finire), un adeguato assortimento di sapone, salviette, pettine, spazzola, vari flaconcini misteriosi, eccetera; la tinozza da bagno è piena d'acqua, la cui temperatura tuttavia ormai è poco più che tiepida a causa del protrarsi della riunione nello studio di Tionisla.

Infine, in ogni stanza c'è un cordone tramite il quale si può far suonare una campanella posta in un apposito locale (che tuttavia non sapete dove si trova) per chiamare un inserviente che è a disposizione degli ospiti giorno e notte.

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