sabato 11 settembre 2021

SETTIMANA 35 2021

DUNGEON MASTER 03/09
Passò qualche minuto da quando Kel-hatril ebbe riaperto gli occhi prima che la drow riuscisse a rimettersi in posizione seduta. «Credo di essere pronta a ricominciare», annunciò senza troppo entusiasmo.

«Per prima cosa vorrei capire cosa ti è successo», la interruppe Tionisla. «Sei davvero stata avvelenata come qualcuno ha supposto o cos'altro ti ha provocato quello svenimento?».

Kel-hatril scosse la testa. «No, nessun avvelenamento», rispose, al che Tionisla rilassò un po' la tensione che le si poteva leggere in viso: almeno il tradimento di qualcuno dei suoi poteva essere escluso, almeno quella volta. «Il fatto è che da qualche giorno, ossia da quando ebbi lo scambio di vedute con Taby e Scarlett che mi portò a cambiare bruscamente il mio punto di vista su molte cose... e soprattutto su me stessa... ho iniziato ad avere dei fenomeni... se così posso chiamarli... di immedesimazione», iniziò a spiegare Kel-hatril. «Non so perché, ma da allora a volte mi accade di provare su me stessa emozioni, e a volte anche sensazioni fisiche, di ciò che in realtà dovrebbe essere esterno a me».

«È risaputo che a certi uomini accade di provare forti crampi all'addome mentre le loro compagne stanno avendo le doglie», interloquì Filth. «Forse è qualcosa di simile».

«Ecco, sì, potrebbe essere qualcosa del genere», confermò Kel-hatril, poi lanciò un'occhiata verso la sorella ed aggiunse: «Mi accadde solo una volta in passato e fu quando Taby venne destinata ad essere trasformata in drider: avevo già avuto occasione di assistere ad alcune
fasi di quei rituali, ma si trattava di usanze che mi erano state insegnate fin da bambina e quindi mi era sempre parso tutto giusto e normale. Fu quando la stessa cosa giunse a toccare la mia sorellina che tutto di colpo cambiò e così, il giorno prima della data stabilita, mi trovai inaspettatamente ad immedesimarmi in quelle scene come se l'indomani avessi dovuto essere io al posto di Tabitha. Penso che in fondo fu proprio quello a darmi la forza di ribellarmi alle consuetudini del mio popolo, a rapire Taby e ad osare sfidare la collera della mia casata, di Al-bairath intera e, in ultima analisi, di Lolth stessa. Pensandoci, forse proprio a seguito di quell'evento nacque in me l'embrione dell'idea di riabilitarmi agli occhi della dea con quel mio folle progetto...». Tornandole in mente il ricordo di quel suo progetto, all'improvviso Kel-hatril venne nuovamente colta da un violento crampo: cacciò un grido di dolore e si contorse tutta stringendosi le braccia attorno al ventre. Questa volta, tuttavia, non giunse al punto di svenire: rimase per parecchi minuti a mugolare rannicchiata su sé stessa, ansimante e con il volto gocciolante di sudore.

«Da qualche giorno, ogni volta che ripenso a quei folli esperimenti, mi sento come se fossi io una di quelle femmine usate per generare quelle aberrazioni», spiegò a fatica Kel-hatril non appena ebbe ripreso abbastanza fiato. «D'altronde, immagino che mi sia ampiamente meritata questa punizione: vorrei solo che potessi riavvolgere il filo della mia vita ed annullare tutto ciò che di sbagliato ho commesso. Lo riavvolgerei fino a quando io e Taby vivevamo insieme nei boschi, che per me furono gli anni migliori mai vissuti... solo che una cosa del genere non si può fare, ovviamente».

SCARLETT - 03/09
Alla fine Kel-hatril se la caricò in spalla Tionisla e li condusse tutti al suo studio privato.
Era un ambiente piuttosto ampio, in linea con quello che Scarlett si aspettava di trovare nello studio di un mago di una certa esperienza, di fatti assomigliava un po' a quello della sua maestra. Taglia del mobilio e teschio di papà esclusi ovviamente.
La Rossa gettò uno sguardo ai resti di Martogh più per curiosità che per altro, poi dedicò la sua attenzione agli scaffali ingombri di volumi e al tavolo per esperimenti. Era chiaro che trovava l'ambiente molto stimolante e affine alla sua natura di maga, ma si limitò ad osservare senza il minimo cenno a voler toccare alcunché, non tanto per paura di esplodere - per quanto non dubitasse fosse una reale possibilità -, ma per rispetto alla padrona di quel posto che, fino a quel momento, era stata ospitale e gentile nei loro confronti.
Kel-hatril lentamente riprese i sensi e confermò, fortunatamente, che non era stata avvelenata. Scarlett aveva pensato ad uno svenimento per la tensione, ma a tutti gli effetti era qualcosa di un po' peggio per la drow, anche se nulla di mortale. Le spiaceva vederla soffrire, ma quello era parte del suo cambiamento, della presa di coscienza di quel che aveva fatto e, purtroppo, non si era limitata a rubare delle caramelle. Non si poteva cancellare il male che aveva fatto, era un peso che si sarebbe portata dietro tutta la vita, e questo non c'era modo di cambiarlo. Però poteva essere una persona migliore da lì alla fine dei suoi giorni, e ripagare così almeno in parte le azioni crudeli che aveva compiuto.
La Rossa posò lo zaino a terra e ne estrasse una striscia di stoffa, ultimo rimasuglio della sua camicia da notte, la ripiegò formando una specie di fazzoletto, la bagnò con un poco di acqua della borraccia, quindi la passò piano sulla fronte madida della drow. Le sorrise gentilmente lasciandole poi la pezza improvvisata. "Non cancella niente e non fa miracoli, ma può darti un po' di sollievo almeno dal sudore..."
Quindi Scarlett tornò accanto ad Issus. Kel-hatril avrebbe dovuto continuare il suo discorso a Tionisla e doveva farlo lei, se però si fosse reso necessario un loro intervento a spiegazione, la maga era pronta a farlo.

HAZA - 03/09
Haza conosceva quel desiderio.
Probabilmente ognuno di loro in quella sala l'aveva provato almeno una volta per le più svariate ragioni, da quelle più tragiche a quelle più goliardiche. Probabilmente anche Tionisla l'aveva desiderato... vi avrebbe forse fatto ricorso per avere la soddisfazione di ammazzare più volte il padre, visto che una sola non pareva sufficiente e aveva scelto di osservarne il cranio separato dal corpo ogni giorno della sua vita.
Haza aveva desiderato di poter fermare il necromante prima che i suoi servi uccidessero la sua famiglia. Persino il necromante forse aveva desiderato tornare indietro per impedire che Haza e Ghino e tutti gli eroi che l'avevano combattuto nascessero, per evitare di essere sconfitto.

Chi non desidera riavvolgere il tempo come fosse un gomitolo?

Ma il tempo, purtroppo e per fortuna, non è fatto di lana, è fatto di una roccia che si sgretola in polvere e sfugge per sempre fra le dita.

JEAN - 03/09
Per quanto la sua avversione alla magia fosse marcata, Jean non potè fare a meno di rimanere affascinato dallo studio di Tionisla. Si guardò attorno con curiosità, annotando mentalmente qualche particolare. Ignorava la funzionalità del novantanove percento degli ammennicoli che adornavano la stanza, ma gli sarebbe comunque piaciuto arredarci la propria casa...
Quando Kel-Hatril si riprese e ricominciò a parlare, comunque, i voli pindarici su una vita che non avrebbe avuto per diverso tempo ancora lasciarono il posto al consueto pragmatismo condito di ironia:
“Per le rotonde tette di Noumena, Kel-Hatril, ma lo sai che tra i miei sogni di bambino al primo posto c’era proprio quello di avere potenzialmente alle calcagna una intera città drow? Ammetto di aver sempre pensato a Menzoberranzan, ma solo perché  quella testa di cazzo di Hok la citava nei suoi plurifottuti racconti del terrore intorno al fuoco, quando avevo sì e no sei anni. Avrei potuto andarmene, ma prima di tutto era dannatamente freddo per stare lontani dal falò e secondariamente preferivo avere paura che lividi. I fifoni non erano precisamente tutelati, laggiù. Beh, comunque pare proprio che dovremo aggiungere questa eventualità alla lista di cose che potrebbero farci trapassare prima di quanto non sia strettamente necessario, perché chi glielo direbbe al nostro Morgon che vi piantiamo in asso dopo avervi fatto abbandonare la dannata miniera?"
Sorrise sardonico, sperando di alleggerire la pesante atmosfera che aleggiava nello studio della maga.

GHINO - BOGNUS - 03/09
Ghino rimase in silenzio, un po' in disparte.
La sua espressione divenne accigliata nel battibecco fra le guardie e Tionisla, poi sorridente quando la cena venne servita. Non sollevò quasi gli occhi dal piatto, preferì gustare il primo vero cibo che poteva mangiare da tantissimo tempo, con l'ovvia eccezione dei pasti più che decenti preparati da Gymla.
Quando tutti si trasferirono nello studio della mezz'orca, li segui con un cosciotto ancora caldo in mano, sgranocchiandone la pelle dorata e croccante di tanto in tanto.
Spalancò gli occhi con rinnovato interesse osservando libri e oggetti vari di cui era stipato lo studio. Ancora una volta non segui con attenzione la conversazione, sforzandosi di decifrare le coste dei libri, ma stando bene attento a tenere le mani in vista. Non avrebbe mai voluto sporcare scaffali e pavimento con brandelli delle sue viscere e del mantello multicolore.

Bognus rimase sul chi vive tutto il tempo, sempre vicino a Gymla. Mangiò poco, fece attenzione a quanto dicevano Tionisla e i membri del gruppo ma senza partecipare.

 

 

 

 

MORGON - 03/09
Morgon aveva seguito il gruppo incollato a Tabitha. Non era che non le importasse di Kel-Hatril o dei compagni, ma al momento in cima ai suoi pensieri c'era Tabitha, la sua salute, il suo profumo, i suoi capelli, le linee del suo corpo che si muovevano davanti a lui.
Era nuovamente assorto nei suoi pensieri.
Si stava perdendo in pensieri legati a riportare alla mente tutto quello che aveva mai letto sui drow, pensieri che cercavano di immaginare cosa avesse dovuto provare la drow che aveva al fianco, condannata al rituale di trasformazione in una creatura mostruosa; pensieri legati ad una piccola casa nel bosco dove vivere insieme lui, Tabitha... e Kel-Hatril.
Ehi... un momento... e quel pensiero che c'entrava? Kel-Hatril che viveva con loro? Ma che diavolo di pensieri stava facendo?
Pensieri confusi da cui Morgon fu salvato nel momento in cui sentì pronunciare il suo nome da parte di Jean.

"Eh? Come dici Jean? Qui non si abbandona nessuno... vero?" l'ultima domanda venne rivolta girando lo sguardo verso Scarlett e poi verso Tabitha e poi verso Kreena, chissà poi perchè verso Kreena.

FENRYR - KREENA
"Non vuol dire 'fidanzata'..." - iniziò Fenryr in direzione di Kree, fulminandola con lo sguardo quando la vide ingoiare cibi forse avvelenati.
Poi scosse il capo, fece spazio a Tionisla e la seguì in silenzio, lo sguardo sulla drow ballonzolante.
Per la prima volta,  da quando i compagni l'avevano incontrato, sembrava imbarazzato e a disagio.

 

 

Kreena non si scompose e, a passo svelto, si accodò al gruppo, fino allo studio della maga. Gli occhi le scintillarono nel veder libri, pergamene, alambicchi e ampolle, insieme a molti altri oggettini interessanti.

[Tionisla]
«A proposito», aggiunse dopo qualche istante rivolgendosi a tutti i
presenti, «permettete che vi presenti il possente Martogh».

L'attenzione della ladra fu calamitata dal teschio e la sua mano scivolò da sola fino alla cicatrice che le marchiava il volto.
Di scatto la ritirò.
"Anch'io avevo preso la testa di Vorno...il mio patrigno...ma non la trovo più, devo averla persa da qualche parte...ormai sarà marcita..."
Sbuffò, quindi fece spallucce e, vedendo Kelly riprendersi, le labbra le si aprirono in un magnifico sorriso.
"Meno male, non sei morta! Se no sarei morta anch'io...letteralmente! Un po mi sarebbe spiaciuto, a esser onesta: sono ancora giovane, ho chissà quanti altri draghi da ammazzare..."
Sospirò. E fece un passetto verso lo scaffale più vicino.

[Tionisla]
«Non vi proibisco a priori di toccare in giro, ma vi sarei estremamente
grata se prima di farlo me ne chiedeste il permesso», concluse Tionisla.
«Sapete, detesto veder esplodere i miei ospiti troppo ficcanaso».
Scrollò le spalle. «Il fatto è che poi è un casino ripulire tutto dalle
loro interiora sanguinolente». Sorrise candidamente. «Vale per tutti, ma
naturalmente voi stessi sapete bene a chi mi sto rivolgendo più in
particolare...».

La giovane si bloccò sul posto. Poi diede di gomito a Ghino, con aria saccente.
"Certo certo, sappiamo tuuutti chi intendi..." - disse, ammiccando e accennando l'hin col capo, sfacciatamente.

[Morgon]
"Eh? Come dici Jean? Qui non si abbandona nessuno... vero?" l'ultima domanda venne rivolta girando lo sguardo verso Scarlett e poi verso Tabitha e poi verso Kreena, chissà poi perchè verso Kreena.

La ladra guardò lui, guardò Tabitha, gli sorrise e strizzò maliziosamente l'occhio.
Poi il giovane si sentì stringere la spalla da dita forti.
"Dici bene" - confermò l'elfo dei ghiacci, fissandolo con rispetto - "Nessun compagno viene abbandonato"

DUNGEON MASTER - 03/09
[Kreena] "Meno male, non sei morta! Se no sarei morta anch'io...letteralmente!"
[Morgon] "Eh? Come dici Jean? Qui non si abbandona nessuno... vero?"
[Fenryr] "Dici bene" - confermò l'elfo dei ghiacci, fissandolo con rispetto - "Nessun compagno viene abbandonato"

Lo sguardo di Kel-hatril, dapprima sorpreso e poi sempre più turbato, si spostò da Kreena, a Morgon ed infine a Fenryr. «Ma... state parlando di me?», chiese in tono incerto. Una vaga umidità sospetta accennò ad apparire nell'angolo di un occhio.

Fu però il vocione brusco di Tionisla a spezzare l'incantesimo: «Fin qui il tuo racconto è stato abbastanza convincente, Kel-hatril», iniziò. Poi il suo tono si fece più severo: «Però qualcosa non mi convince: prima, in sala da pranzo, sei svenuta; poi, un momento fa, sei parsa di nuovo sul punto di perdere i sensi; ora sembri commuoverti alle parole dei tuoi occasionali compagni di viaggio. Guardami bene negli occhi», ordinò fissando lo sguardo severo sulla drow. Poi aggiunse: «Non è che stai tentando di buttarla sulla sceneggiata emotiva per intenerirci?».

Un lampo di irritazione si accese per un istante negli occhi rossicci della drow. Poi Kel-hatril si alzò in piedi e si avvicinò lentamente a Tionisla, con movimenti dignitosamente calmi e sicuri e senza dare alcun segno di timore. Si arrestò ad un passo appena da lei, restando ferma in piedi con le braccia distese lungo i fianchi ed il viso minuto rivolto verso quello dai lineamenti pesanti della mezzorca.
 
«Io non temo la morte», rispose. «Io temo solo di poter perdere l'occasione di ricominciare da zero, ora che ho scoperto valori che non avevo mai considerato tali in passato: la fiducia reciproca, l'agire senza dare ascolto solo al proprio ego e, sì, anche l'amicizia disinteressata. Cose insignificanti per una nobildonna drow ma che ora sono diventate importanti. Molto importanti. In passato io avevo un solo valore positivo e tenevo ad esso. Ci tenevo moltissimo. Ora ci tengo ancora di più. È l'onestà, d'animo prima ancora che materiale. Quando dico a qualcuno "ti ucciderò" è perché farò il possibile per dare la morte a chi lo dico; quando dico "non ti ucciderò", quella persona potrà dormire tranquilla che non le nuocerò mai. Quindi se prima sono svenuta non è stata una finta, è stato perché... beh, l'ho già spiegato il perché; se ora mi sono emozionata nel sentire cosa dicono i miei compagni, che io non considero affatto occasionali, è perché le loro parole mi hanno colpita. Capito? Niente trucchetti, niente mezzucci, niente sceneggiate. Se riuscirò a convincerti, non della mia innocenza, cosa impossibile, ma della mia sincerità, bene, allora vivrò e farò del mio meglio per meritarmelo. Se non riuscirò a convincerti, allora morirò e nell'aldilà spero di trovare a giudicarmi un dio misericordioso».

«Al tempo», intervenne inaspettatamente Brom. «Tu parli di onestà, sincerità e cose positive del genere, ma io vorrei che ci spiegassi come queste virtù si sposino con due cose che avevamo trovato nella miniera: chiuso in una cella in attesa di essere sacrificato su un altare, un moribondo che diceva di essere stato il tuo amante; poco oltre, i corpi carbonizzati di due nani che non sembravano affatto guerrieri e che avevano tutta l'aria di essere stati colti di sorpresa e assassinati». L'espressione severa del paladino sembrava tradire la convinzione che Kel-hatril avesse ben poco di giustificabile in entrambi i casi.

Kel-hatril si volse verso Brom: «Comincerò dai nani», rispose. «Quei due effettivamente erano due artigiani e non due guerrieri, anche se Gymla stessa, qui, è la testimonianza che tutti i nani sono in qualche misura anche guerrieri. Come artigiani erano bravi, anche: a loro avevo affidato la realizzazione di tutte le trappole e i passaggi segreti che poi voi avevate neutralizzato uno dopo l'altro. Purtroppo, però, erano anche dei bastardi, visto che, finito il lavoro e ricevuto il pagamento, tentarono di ricattarmi: se non avessi dato loro molto di più di quanto pattuito avrebbero venduto i segreti della mia miniera. Non potevo né sottostare al ricatto, ovviamente, né fidarmi che si sarebbero attenuti al segreto professionale anche dopo aver ricevuto il denaro in più. Finsi di cedere, diedi loro un po' di diamanti e poi non feci altro che attendere che si fermassero ad esaminare il bottino per bruciarli entrambi con una palla di fuoco. Mi dispiace, Brom, ma non riesco a sentirmi colpevole per la loro morte: se si fossero comportati da nani onesti, ora sarebbero felicemente intenti a martellare metalli nella
bella fucina che avrebbero potuto comprarsi con il mio denaro».

«La vicenda di Gramorn è molto più brutta», aggiunse poi Kel-hatril, «e mi fa ancora molto male parlarne. Lui era il capo delle mie guardie ed era anche di gran lunga il migliore dei miei tanti... hm, o forse troppi... amanti. Sapeva dire quelle cose che fanno vibrare il cuore di una donna e, anche se non c'era vero amore fra noi, di certo c'era sintonia e... sì... tutto sommato anche una certa fiducia. Poi, non molti giorni fa, venni a scoprire che le sue parole vellutate non facevano vibrare solo il mio, di cuoricino, ma anche quello di Taby. Qualcuno disse che l'inferno non conosce furia peggiore di una donna oltraggiata. Ecco, fu quello che accadde a me: rabbia, orgoglio ferito, gelosia, invidia per la bellezza di Tabitha. Venni travolta da un'ondata di emozioni, fra le quali c'era una parola che predominava su tutto: vendetta. Sono un'elfa scura: conosco la crudeltà, so come spezzare un uomo dentro e fuori. Non me la sentii di prendermela con Tabitha, ma feci pagare lui per tutti e due». Di scatto portò le mani a coprirsi il volto, poi fra le dita giunse la sua voce spezzata: «Allora mi sembrava la cosa giusta da fare: mi aveva ingannata, si era preso gioco di me, veniva a letto con me mentre dietro le spalle mi chiamava Faccia Grigia... ma ora a ripensarci mi sento una schifezza...».

Detto questo Kel-hatril, sempre nascondendosi il viso fra le mani, scappò a nascondersi nell'angolo più buio della stanza.

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