venerdì 27 agosto 2021

SETTIMANA 33 2021

TABITHA - 03/09
Quando sentì due mani poggiarsi sulle sue spalle, Tabitha sobbalzò vistosamente, diventando poi una statua di marmo gelido subito dopo. Il tocco era stato gentile, non certo rude come le manate a cui l'avevano abituata gli uomini che avevano servito sua sorella, eppure il suo corpo aveva reagito istintivamente prima ancora di sapere chi fosse il responsabile, forse anche per tutta la tensione accumulata temendo che gli uomini di Tionisla volessero anche lei.
Poi era arrivata la voce di Morgon, così vicino che capì immediatamente che doveva essere stato lui a toccarla, e se possibile andò ancora di più nel panico. Era imbarazzatissima per la vicinanza del bardo e al contempo avrebbe tanto voluto sotterrarsi per la sua reazione spropositata a quel gesto gentile da parte di lui.
"Pe-perdonami... non avevo... non immaginavo...che fossi tu, e-ecco..." balbettò cercando di rilassare le spalle.
Stava per piangere, lo sentiva, così chiuse per un attimo le palpebre, e quando le riaprì posò gli occhi viola su Morgon. Aveva le guance in fiamme, ma gli doveva una spiegazione.
"Non... non lo faccio di proposito..." mormorò a voce bassissima, "Tu...non è colpa tua, tu sei sempre così gentile... e io non vorrei fare così...davvero..."
Tabitha lasciò andare un respiro tremante, mentre una singola lacrima le scivolava lungo la guancia. Era preoccupata per Kelly, per quello che poteva accaderle, perchè ora che l'aveva ritrovata non voleva doverle dire addio così presto, e aveva bisogno di quella sensazione di calore e sicurezza che Morgon era capace di infonderle, ma quel suo corpo sembrava non voler collaborare, quasi volesse punirla ancora e ancora, come se tutto quello che aveva subito non fosse abbastanza.
*Serve coraggio.*
Sentiva i muscoli della schiena ancora rigidi, con il cuore che le batteva furioso, ma alzò lo stesso un mano e andò a posarla sopra quella del bardo, come se stesse sfidando il suo stesso corpo a ribattere a quella sua decisione. Tirò poi fuori un sorriso, un po' incerto e tremolante, ma pur sempre un sorriso che lasciava trasparire la sua fiducia in Morgon e tutta la sua gratitudine. "Andrà bene..." ripeté aggrappandosi a quelle parole, voltando poi lo sguardo su Kel-hatril.
*Ce la faremo sorella... abbi fede...*

JEAN - 03/09
Jean osservava con disincantato interesse la scena, lasciando vagare di tanto in tanto lo sguardo sul resto della sala e sui commensali. La temperatura della faccenda non si era ancora innalzato oltre il livello di guardia, ma pur non dubitando dell’autorità di Tionisla sui propri uomini, cosa di cui avevano avuto peraltro una lapalissiana dimostrazione poco prima, non gli piaceva troppo la sensazione della spada sull’incudine.
Di sicuro la chiusa del discorso di Kel-Hatril non contribuì al rilassamento generale dell’ambiente.
La mezzorca reagì rapidamente allo svenimento della drow e lui stava per fare altrettanto, allontanando di colpo il piatto nel quale stava mangiando più per abitudine che per scortesia. Con sua sorpresa, però, Tionisla additò proprio lui per trasportare la svenuta Kel-Hatril fino al suo studio:
“Beh, non dovrebbe essere una cosa impossibile, anche se me la cavo meglio con le parole che con la forza…"
Vagamente circospetto e sempre osservando di sottecchi ciò che gli succedeva intorno, si avvicinò alla drow, la sollevò e seguì la padrona di casa...

FENRYR - KREENA - 03/09
Anche l'elfo dei ghiacci si fece però avanti, ignorando la scelta della padrona di casa, ma stavolta senza spavalderia.
"Dama Tionisla" - disse in tono formale, rispettoso - "La porterò io. E' la mia..."
Si fermò, cercando la parola.
"La mia...tharlany'lhar..."
Si fermò di nuovo, incapace di trovare una traduzione adatta.
Fu Kreena a proseguire al suo posto.
"Fidanzata...intende fidanzata...solo che lei non lo sa e mi sa neanche lui...sai come fanno i ragazzini...sospiri, bigliettini, messaggi segreti tramite amici..."
Scosse il capo con aria di aperto sconforto.
"Ecco, neanche quello...altro che tarlatari!"
Sospirò.
"Irrecuperabili...però, ecco, in fondo sono teneri, glielo farei fare..."
E strizzò l'occhio alla mezz'orca.
"Ah, già che ci siamo...io sono Kreena, l'Ammazzadraghi, neanche mi ero presentata: mi scusi per la maleducazione, ma sono stati giorni davvero difficili...e in più morivo di fame!" - esclamò, allungando la mano verso la padrona di casa.

Il gesto si fermò a mezz'aria allo strillo d'Indevar.
"Veleno?"
Gli occhi della ladra si socchiusero e così quelli dell'elfo. La sua mascella s'irrigidì.
Lesta, la giovane si avvicinò al piatto, al boccale usato dalla drow e iniziò ad annusare.

NdG
Kree prova a controllare, per capire se può esserci davvero qualcosa, Fenryr resta vicino alla drow.

domenica 22 agosto 2021

SETTIMANA 32 2021

SCARLETT - 03/09
Quando fu il momento per Kel-hatril di farsi avanti, Scarlett la seguì con lo sguardo lanciandole un'occhiata significativa: erano dalla sua parte, forse non sarebbe stato facile, ma non solo la Rossa si sarebbe spesa per aiutarla, di questo era certa.
La drow era appena arrivata davanti a Tionisla che un armigero saltò in piedi per inveirle contro, seguito subito dalle voci dei compagni a sostenerlo, ma le urla vennero zittite un istante dopo da un poderoso pugno sul tavolo della padrona di casa. Tionisla era da ammirare e i motivi erano davanti a loro: comandava in modo esemplare, imponendo regole ed esigendo che tutti le rispettassero ma senza instaurare un clima di terrore, e trattava equamente anche quella che fino a pochi giorni prima era una sua nemica, una maga che aveva ucciso diversi suoi compagni. Non pochi umani in posizioni di comando avrebbero avuto che solo da imparare da lei.
Scarlett ascoltò con attenzione tutto il discorso di Kel-hatril, non doveva essere facile per la drow dover ripetere a voce alta tutto quello che aveva fatto, ma anche quello faceva parte del suo percorso per riscattarsi, e Kel-hatril lo stava affrontando in modo egregio.
Poi arrivò il momento degli esperimenti che aveva commissionato a quei due scarti umani, e poi abbassò di scatto le braccia stringendosi l'addome prima di svenire.
La Rossa scattò in piedi in contemporanea a Tionisla, allontanando la sedia ma fermandosi prima di muoversi per raggiungere la drow.
"Kel-hatril!" esclamò preoccupata, mentre la mezzorca stava già dando ordini per prendere Kel-hatril e spostarsi nel suo studio privato per continuare senza ulteriore pubblico.
Scarlett afferrò prontamente i suoi averi e quello che Kel-hatril le aveva affidato, ritenendo fondamentale assicurarsi che nulla della maga fosse toccato senza il suo permesso, quindi si preparò a seguire Tionisla ovunque li avesse condotti.
Probabilmente Kelly era solo svenuta per la tensione, o almeno lo sperava, ma certamente Filth ed Indevar sapevano cosa fare.
Avrebbe voluto esprimere a Tionisla le buone impressioni che le aveva fatto, o anche solo offrirsi se avesse avuto bisogno d'aiuto, ma certamente se l'avesse voluto la mezzorca gliel'avrebbe chiesto senza tanti pensieri, e comunque quello non era il momento delle chiacchiere, per quelle ci sarebbe stato tempo dopo, quindi Scarlett si accodò alla maga senza perdere altro tempo.

TABITHA - 03/09
Tabitha non sapeva se sentirsi sollevata dal non essere stata chiamata a sua volta dalle guardie. Da un lato avrebbe voluto dare il suo supporto a Kelly, ma dall'altro aveva tirato un sospiro di sollievo quando aveva capito di poter rimanere al suo posto.
Durante il tragitto si era guardata attorno, affascinata da quell'ambiente grezzo ma al contempo tanto peculiare, ma la tensione per il destino di sua sorella le impediva di godersi appieno quel momento, e anche la cena l'aveva passata in silenzio, scambiando solo poche parole con Morgon e mangiando poco, non perché il cibo non le piacesse, ma perchè le si era chiuso lo stomaco.
Quando Kelly si era alzata andando davanti a Tionisla, la drow si era trovata con la bocca asciutta. "Ho paura..." aveva mormorato a voce bassissima, mentre quell'uomo saltava in piedi chiedendo che Kel-hatril venisse giustiziata senza processo.
Tabitha sbiancò, oscillando lievemente sulla sedia, colta da un capogiro, ed istintivamente allungò una mano afferrando il braccio del bardo per cercare sostegno. Riuscì a non svenire per fortuna, e grazie al cielo Tionisla non era della stessa idea dei suoi uomini riguardo a sua sorella.
Poi Kel-hatril cominciò a parlare, e quando si voltò a guardarla per un istante, dicendo che il male che le aveva fatto era una delle sue maggiori colpe, Tabitha staccò la mano dal braccio di Morgon per afferrargli la mano. Era difficile riascoltare quello che avevano vissuto ad Al-bairath, vero che ormai era passato, ma ricordare quando l'avevano rinchiusa per essere trasformata in drider, la fuga, la paura che arrivassero a prenderla, le provocava ancora dei brividi di puro terrore, perchè un conto era lasciarlo nei recessi della sua memoria, un altro era rievocarlo con tutte quelle sensazioni.
Kelly nel frattempo era giunta agli esperimenti che aveva fatto compiere a quegli scienziati, e Tabitha si rese immediatamente conto che stava facendo sempre più fatica a proseguire, fino a che emise un singulto e si accasciò al suolo.
La drow schizzò in piedi facendo così ribaltare la sedia, mosse un paio di passi tirando Morgon, per poi lasciargli la mano. "Scusa, scusa..." farfugliò sperando di non avergli fatto male, per poi cercare di aggirare tavolo e compagni per raggiungere Kelly, anche se Tionisla aveva già dato disposizione per prenderla e spostarsi tutti nel suo studio privato.
"Kelly, Kelly mi senti?" provò a chiamarla sfiorandogli piano la fronte, affiancandosi a chi l'avrebbe presa in braccio per trasportarla.

MORGON - 03/09
Il sospiro che Morgon fece quando venne chiamata solo Kel-Hatril, fu forse fin troppo forte ed il bardo se ne rese conto. Tabitha al momento era al sicuro.
Il mezzelfo rimase nuovamente colpito dalla storia raccontata. Quando si arrivò agli esperimenti il ricordo di quello che aveva visto ancora gli fecero salire conati di vomito.
Poi la mano di Tabitha gli afferrò il braccio e quel gesto lo riportò al presente. Forse Tabitha aveva detto qualcosa, ma lui non aveva sentito.
Quando Kel-Hatril svenne e Tabitha partì di corsa trascinandoselo dietro, tirandolo per la mano, Morgon non oppose resistenza. La seguì. Non l'avrebbe lasciata sola un solo istante. Quando arrivò fece un passo indietro per evitare di fare confusione. Quando Tabitha si alzò, lasciando spazio affinchè sua sorella potesse essere sollevata, gli venne naturale poggiare le mani sulle spalle di lei e rassicurarla con un banale "Andrà tutto bene!".

INDEVAR - 03/09
Indevar era vicino a Kel, quando la vide svenire scattò in piedi.
Le parole di Tionisla lo avevano trovato pronto.
Lasciò che altri la prendessero in collo, lui stava spulciando mentalmente le possibili cause dello svenimento, non era sicuro di voler dire a voce alta:
“Che nessuno tocchi il piatto della Drow!” Ma le parole erano uscite da sole, con un tono secco ed imperioso.
“Nella padrona di casa ho piena fiducia, ma mi sembra che qualche cane sciolto ci sia!’’
Poi si girò verso la Rossa, “Sono sicuro che potresti dare un occhiata tu a quel cibo”
Rivolgendosi a Tionisla “Fateci strada signora, che sia emozione o peggio, meglio essere rapidi.”

mercoledì 11 agosto 2021

SETTIMANA 31 2021

JEAN - 03/09
Com’era come non era, i guai riuscivano a trovare quel gruppo qualunque cosa facesse ed in qualunque luogo si trovasse… Neppure il tempo di ipotizzare un tranquillo ingresso nella residenza di Tionisla - finalmente! - che la presenza di Kel-Hatril, i modi duri di Fenryr e lo spirito militaresco che pervadeva il luogo, avevano prospettato un soggiorno tutt’altro che rilassante.
“Fantastico. Entrare da qualche parte con la scorta militare era una delle cose da provare prima di morire sulla mia lista.” Strizzò l’occhio all’elfo dei ghiacci e si accodò al variopinto drappello in attesa di essere introdotti alla signora del castello…
La marcia fu anche più breve del previsto. Giusto il tempo di girare un po’ il collo a destra ed a sinistra nel tentativo di capire che cosa poteva aspettarsi, che giunsero al cospetto della padrona di casa.
Ora, non è che Jean avesse dedicato a Tionisla alcuna delle sue fantasie notturne, avvero com’era alla magia, ma tutto si aspettava fuorché  una mezz’orca.
“Fiiiiiuuuu…” gli sfuggì un breve e basso fischio di sorpresa, che mascherò immediatamente con un sorriso aperto. Non aveva nulla contro i mezzorchi o i mezzosangue in generale, era solo stupito.
“Piacere di conoscerla, il mio nome è Jean Tannen.” Si presentò educatamente e partecipò volentieri a tutti i brevi rituali che l’etichetta richiedeva, quindi prese posto a tavola e si godette il pasto. Nonostante l’atmosfera leggermente formale ed imbarazzata, quelle pietanze erano di gran lunga le migliori che avesse assaggiato da diverse leghe a questa parte.
Ascoltò con attenzione il racconto della maga, quindi attese di capire se fosse necessario il suo intervento nel confronto con Kel-Hatril che stava per andare in scena...

SCARLETT - 03/09
La cena servita al tavolo di Tionisla era buona, ma a differenza del solito, erano quasi tutti zitti e anche quei pochi scambi tra loro, si spegnevano nel giro di poco. Per quanto riguardava Scarlett non era tanto l'aver scoperto che la famosa maga era una mezzorca, forse quanto più la tensione per quanto sarebbe avvenuto dopo la cena, ovvero il dover affrontare la questione di Kel-hatril. E poi, in un secondo momento, lei ed Issus avrebbero dovuto parlarle di quanto era accaduto all'uomo a Mayraberd, perchè secondo Bradda lei era la persona più indicata ad aiutarlo.
Fu Tionisla a decidere di rompere il ghiaccio raccontando la sua storia.
Una storia piena di violenza, ma quando si nasceva tra gli orchi difficilmente si sarebbe potuto raccontare qualcosa di diverso, però era chiaro che, irascibilità a parte, la maga aveva poco da spartire con la cattiveria quasi gratuita che spesso animava quelli della razza del padre. Anche il fatto che si fosse preoccupata che Kel-hatril non avesse quasi toccato cibo, rivolgendosi a lei come a chiunque altro, lasciava sperare Scarlett su un buon esito per quanto riguardava il destino della drow.
Quando Tionisla ebbe finito di parlare, la Rossa le rivolse un sorriso aperto e sincero. "Vorrà perdonarmi, sono stata incredibilmente maleducata a non presentarmi nemmeno, la mia maestra mi avrebbe dato una strigliata che l'avrebbe sentita gridare il Granduca in persona." a quel punto Scarlett si alzò allungando una mano attraverso la tavola. "Io sono Scarlett Crownster, ed è un vero piacere fare la sua conoscenza."
Era palese che per la maga il fatto che che l'altra fosse una mezzorca non le provocava alcun pensiero, anzi.
La Rossa attese che Tionisla accettasse o meno di stringerle la mano, quindi tornò seduta, preparandosi mentalmente per quando la padrona di casa avrebbe dato il via al confronto con Kel-hatril. Lei era quella che ci aveva parlato e discusso per prima e che con l'aiuto di Tabitha era riuscita a convincerla che poteva cambiare se lo voleva, quindi si sentiva in qualche modo responsabile per quello che sarebbe accaduto, ed era ovvio che era pronta a dare manforte alla drow.

HAZA - 03/09
Il nano aveva guardato il posto con occhio molto più critico di quanto non mostrasse Bognus.
Il compagno armaiolo mostrava di apprezzare lo stile del luogo, mentre Haza era davvero perplesso, trovando che il posto avrebbe avuto bisogno dell'opera dei nani.
Era profondamente ingiusto che le miniere dei nani fossero state invase da coboldi e drow, mentre un luogo così grezzo dovesse ospitare un'armata e la sua padrona.
Ancora una volta gli Dei si rivelavano pazzi desiderosi di giocare con la pelle dei mortali e per nulla degni di ricevere preghiere e parole d'elogio. Non fosse stato per il dono che essi davano ai chierici di lenire le ferite e di scacciare i non-morti, avrebbe scacciato ogni dubbio circa la loro esistenza e avrebbe preso a immaginare scranni vuoti fra le nuvole.

A differenza dell'architettura, apprezzò il cibo.
Con l'ospite condivideva la ricerca della vendetta, che aveva guidato i suoi primi anni da avventuriero, eppure non riusciva a provare empatia per lei, poichè la sua vendetta era per la morte della propria famiglia ad opera di non morti, mentre quella di lei era contro un proprio familiare, sebbene a suo dire un padre assassino che l'aveva ripudiata.
Dal suo racconto ebbe invece la pressante sensazione che fosse un bene non contraddirla e non finire sul suo taccuino nero. Per tanto usare poche parole era la cosa migliore.
Quando gli parve fosse il suo turno di presentarsi alzò una mano e disse semplicemente "Haza", ritenendolo sufficiente tanto come informazione quanto come cortesia verso l'ospite.

DUNGEON MASTER - 03/09
Qualche chiarimento su alcuni punti che forse non ho approfondito abbastanza...

1) La residenza sotterranea di Tionisla è nettamente migliore della miniera di Kel-hatril, tranne che per il piccolo appartamento privato della drow: volumi interni più spaziosi, aria più respirabile, lavoro di scalpello più rifinito, arredamento più curato (seppure di gusto piuttosto orchesco). I tunnel della miniera erano invece grezzi e soffocanti, visto il loro scopo prettamente utilitaristico di estrazione di minerali, e l'arredo era minimalista, sia perché riciclato dal vecchio e malridotto arredo dei minatori che perché la marmaglia di Kel-hatril non era certo fatta di gente colta, raffinata ed esigente, tale da preoccuparsi di dettagli come eleganza, ordine e pulizia.

2) La vendetta di Tionisla fu contro il padre, che fu di propria mano assassino della madre della maga (e quindi non di una persona qualsiasi), e che poi non ripudiò semplicemente la neonata, ossia non la disconobbe lasciandola tuttavia vivere la propria vita, ma dispose che venisse data in pasto ai cani. Direi che il diritto alla vendetta di Tionisla, ammesso che un tale diritto esista, non è inferiore a quello di Haza e semmai è superiore, visto che suo padre era perfettamente senziente al contrario dei non-morti che sono sostanzialmente privi di coscienza.

3) La truppa al servizio di Tionisla, per quanto disciplinata, ben addestrata e ben equipaggiata, è decisamente troppo esigua per essere definita un'armata: si tratta di una trentina di persone o poco più, tutti maschi umani (almeno per quello che avete potuto vedere finora).

HAZA - 03/09
Grazie per i chiarimenti, in particolare sul punto 1 non avevo colto.
In ogni caso non mi sembra che tu abbia descritto come 'nanica' l'architettura mentre la miniera ricordo sapessimo fin dal principio di chi era opera. Dunque per quanto un umano la riterrebbe migliore di una miniera, per Haza la struttura del maniero di Tionisla non è abbastanza nanica da meritare maggiore considerazione.

Riguardo il punto 2, puntualizzo che la vendetta di Haza non era (solo) contro i non morti ma (principalmente) contro il necromante che li aveva creati, lo davo per implicito. Avrei potuto essere più chiaro. Per quanto riguarda il diritto alla vendetta, non ho scritto che Tionisla non lo avesse nè ho fatto graduatorie di leggittimità.
Ho scritto solo che Haza non prova empatia perchè lui ritiene che avrebbe agito diversamente se si fosse trovato nei panni di Tionisla.

Punto 3, ad Haza pare ovvio che ci sia un'armata, dato che qui vediamo spadaccini, sono stati sorvegliati e seguiti da arcieri, ci sono una marea di panche nella sala da pranzo e molte stanze sconosciute. Inoltre, questo è un posto considerato sicuro nonostante la relativa vicinanza di coboldi e drow.
Ad opinione, probabilmente fallace, di Haza non può essere solo per 30 armati nè una mezzorca essere così 'dotata' magicamente da essere da sola in grado di garantire la sicurezza del luogo.

DUNGEON MASTER - 03/09
Sorvolando sugli altri due punti, di limitata importanza, vorrei soffermarmi invece un po' sul punto 3...

Effettivamente avrei dovuto menzionare il fatto che nella sala durante la cena ci sono parecchie persone, ma non avevo pensato che potesse non risultare evidente che, se ci sono quattro tavoli oltre a quello di Tionisla, non sono lì solo per fare arredamento. In effetti il fatto stesso che il posto vi sia apparso grande non è perché Tionisla è grande e grossa e sente il bisogno di avere spazio attorno, ma è perché là ci vive e ci lavora, visto che perfino i maghi per campare devono pure lavorare. E un mago di un certo livello non di rado ha assistenti e allievi. Devo ammettere che avevo pensato che fosse ovvio che, al pari di Argenta e Solcan (sia pace all'anima sua), anche altra gente lavorasse con o per Tionisla: allievi maghi come Argenta e Solcan stessi, studiosi, ricercatori, artigiani, eccetera... ed una truppa di difesa di ragionevoli dimensioni, naturalmente. Per non parlare del personale di servizio. In totale, si può stimare che da lei vivano stabilmente 80-100 persone.

Già che ci sono, preciserò un altro punto: Tionisla è ricca. Parecchio, anche. La sua residenza è anche il luogo in cui lei, oltre che studiare la magia (è ben noto che un mago è sempre impegnato a progredire), elabora nuovi incantesimi, magari anche su commissione, produce oggetti magici e incanta oggetti non magici, ed infine educa ed istruisce giovani maghi, magari anche intascando sostanziose rette da facoltose famiglie desiderose di avere nel proprio ambito un mago di buona esperienza.

Spero che adesso sia più chiaro, ma nel caso chiedete.

DUNGEON MASTER - 03/09
Finita la cena, Kel-hatril si alzò dal suo posto senza aver quasi toccato cibo, discese dalla parte rialzata della sala ed andò a mettersi fra i tavoli in modo di trovarsi di fronte a Tionisla.

Non fece nemmeno a tempo ad aprir bocca che uno degli armigeri si alzò a mezzo dal suo posto al tavolo che divideva con i commilitoni e, mentre già inizava a sguainare la spada, urlò: «Ha ucciso Solcan e gli altri! Non occorre processo! A morte la strega drow!». Subito dai suoi compagni si levò un clamore rabbioso di voci: «A morte! Morte alla strega! Giustizia per Solcan!». Il solo Erdem non aprì bocca, anche se l'espressione sul suo volto rendeva chiaro quanto condividesse l'atteggiamento dei suoi uomini.

L'enorme pugno di Tionisla piombò sul tavolo facendo sobbalzare rumorosamente le stoviglie: «Silenzio!», ruggì ed in una frazione di secondo non si udì più volare una mosca. «Qua non si fanno processi sommari», proseguì in tono minaccioso, «e pronunciare sentenze, se del caso, spetta solo a me!». Un istante di pausa e poi abbaiò, ancora piena
di collera: «Erdem!». Il capo delle guardie immediatamente balzò in piedi e, seppur non mettendosi letteralmente sull'attenti, si mise subito in attesa di ordini. «Quell'uomo!», ruggì Tionisla puntando il dito sul soldato che aveva dato inizio all'incidente. «Ha accennato a
sguainare la spada senza motivo né permesso, per di più alla mia mensa: tre giorni di cella e senza paga! Ora!».

«Signorsì, Padrona!», rispose prontamente Erdem, poi fece un cenno e due dei suoi uomini si avvicinarono al colpevole, gli sequestrarono la spada e lo condussero via senza che questi opponesse alcuna resistenza. Anzi, dal suo atteggiamento traspariva come fosse perfettamente consapevole della punizione che gli era toccata.

Tionisla rivolse allora l'attenzione su Kel-hatril: «Qualunque cosa tu abbia da dire, attendi qualche istante», disse in tono ancora alterato. «Per via della mia metà orchesca io vado facilmente in collera, ma di solito mi passa presto». Kel-hatril annuì, un po' inquieta e chiaramente scossa dall'incidente, mentre Tionisla con un sospiro chiudeva gli occhi e si reclinava indietro per appoggiarsi allo schienale della sedia.

Passò qualche minuto di attesa, poi Tionisla riaprì gli occhi e si rimise in posizione eretta. «Parla pure, ora», disse in tono tranquillo a Kel-hatril, «e di' quello che ritieni di avere da dire su di te. Poi discuteremo».

Kel-hatril annuì. I lineamenti tirati ed il brutto tono grigiastro che la sua pelle aveva assunto rendevano evidente il suo stato d'animo, ma quando iniziò a parlare la sua voce fu ferma e controllata: «Ti ringrazio per il tuo intervento di poco fa: posso accettare di venire condannata, ma non di essere linciata senza un equo giudizio. D'altro canto posso capire l'atteggiamento dei tuoi soldati: conoscevano personalmente Solcan e la loro collera è comprensibile. Tuttavia non mi ritengo colpevole della morte del tuo mago e di quelli che erano con lui: avevano tentato di introdursi furtivamente in casa mia ed avevo tutti i diritti di difendermi. Semmai posso essere accusata di aver usato una mano troppo pesante nell'interrogatorio, sia con lui che con Argenta, ma all'epoca stavo ancora seguendo una filosofia di vita che ora mi sto adoperando di abbandonare. Ma di questo parleremo più tardi.
Tuttavia devo ammettere che non è stato certo il trattamento riservato a Solcan la cosa peggiore di cui mi sia macchiata in vita mia, anche se quando commisi quelle azioni mi sembravano ancora comportamenti del tutto naturali e legittimi». Lo sguardo le corse per un istante su Tabitha. «Due sono le mie maggiori colpe, secondo il mio giudizio attuale: il male che ho fatto a mia sorella, che è la sola persona che abbia mai davvero amato in vita mia, e gli esperimenti genetici che ho fatto compiere a due cosiddetti scienziati nella speranza di riuscire a perseguire i miei obiettivi».

Lo sguardo della mezzorca si fece ancora più attento: «Esperimenti genetici, hai detto? E per quali obiettivi?», chiese. Il suo tono pareva essere più incuriosito che accusatorio, almeno per il momento. «Poi parleremo anche del resto, ma per ora voglio capire di più su questi punti».

«Allora, per rispondere alle tue domande, forse farò meglio a riassumere brevemente la mia vita e quella di Tabitha», rispose Kel-hatril. «Noi siamo della casata Kiliryn di Al-bairath, che è la meno prestigiosa delle casate di quella città. Io nacqui maga e venni educata come tale,
assumendo quindi in tutto e per tutto mentalità e modi di vivere tipici della cultura degli elfi scuri: pur essendo un'allieva piuttosto recalcitrante, non mi allontanai mai dalle regole della nostra società. La mia unica vera disobbedienza fu l'istintivo rapporto di affetto che mi legava a Tabitha, forse anche perché eravamo così vicine di età... e poi... beh, e poi lei è sempre stata eccezionalmente bella e io… insomma, io... ma questa in fondo è un'altra faccenda. Intanto che crescevamo insieme, io allo stesso tempo crescevo come maga ed in me cresceva anche l'odio contro tutto e tutti, fatta eccezione solo per Tabitha: ero maga ed ambiziosa, ma ero socialmente costretta ad un ruolo subalterno rispetto alle mie sorelle chieriche di Lolth, che quindi odiavo cordialmente; avrei voluto vedere la nostra casata innalzata ad un rango superiore nella gerarchia di Al-bairath e quindi odiavo mia madre perché non la ritenevo all'altezza del suo ruolo; odiavo tutti gli altri perché trattavano Tabitha come una reietta da quando divenne chiaro che era del tutto priva di poteri magici, cosa rara ma non unica fra le femmine degli elfi scuri. Finii per convincermi che, se avessi assassinato mia madre e le mie sorelle chieriche avrei ottenuto il favore di Lolth, che magari mi avrebbe innalzata a chierica e capo della casata. Furono sette volte sette anni di studio matto e disperatissimo, durante i quali affinai con la massima determinazione le mie doti di maga, anni che giunsero però bruscamente alla fine quando nostra madre decretò che Tabitha sarebbe stata sottoposta alla procedura per venire trasformata in una drider. Sai cosa sono i drider, Tionisla?». La mezzorca annuì e quindi Kel-hatril riprese: «Si tratta di una trasformazione che comporta sofferenze atroci per chi la subisce e che spesso conduce alla sua morte: non potevo accettare che la mia sorellina subisse una cosa del genere, per cui in pratica la rapii dalla cella in cui era stata rinchiusa ed insieme fuggimmo fino alla superficie».

«Eravamo libere, almeno per il momento, ma soprattutto Tabitha era salva», riprese a narrare Kel-hatril. «Ci abituammo un po' alla volta alla vita all'esterno e vivemmo alla macchia per parecchi anni, sopravvivendo grazie alle sue capacità come cacciatrice ed alle mie doti come maga. Eravamo ancora più unite di prima, dipendenti come eravamo una dall'altra, ma fu una vita allo stesso tempo bellissima e molto dura: da nobildonne ad Al-bairath a profughe sempre con il timore che nostra madre potesse aver incaricato qualcuno della casata di darci la caccia. Fu così che alle ragioni di odio che già avevo si aggiunse anche il desiderio di vendetta. Mi venne l'idea di raccogliere un esercito per
ritornare nel sottosuolo ed attaccare Al-bairath: una follia, l'ho finalmente capito appena pochi giorni fa, ma che divenne una fiamma che mi bruciava dentro. Facendo piani su piani giunsi infine alla conclusione che con un esercito di normali umanoidi non sarei mai riuscita a conseguire i miei obiettivi, così mi venne l'idea di creare un esercito di esseri ottenuti mescolando insieme le migliori caratteristiche di varie specie diverse: ne parlai con due studiosi che conobbi quasi per caso e loro mi giurarono di essere in grado di realizzare quanto chiedevo».

Accennò con la mano al gruppo di avventurieri. «Loro hanno visto i risultati degli esperimenti di quei due. Onestamente, vedere quei poveri esseri era una cosa atroce, ora lo posso apertamente riconoscere: non che non me ne fossi già resa conto una volta visti i primi risultati ma, se inizialmente non avevo tenuto in considerazione le sofferenze delle vittime di quegli esperimenti, fu la mia educazione drow a soffocare ogni altra emozione anche dopo essermene resa conto: erano specie inferiori, non contavano nulla e potevano essere sacrificate sull'altare dei miei obiettivi». Man mano che Kel-hatril raccontava di quegli esperimenti le parole le uscivano di bocca sempre più a fatica, finché si interruppe completamente e nascose il volto fra le mani soffocando un singhiozzo. Poi, di colpo, abbassò le braccia per cingersi con forza l'addome mentre tutto il suo corpo si contorceva su sé stesso come in preda ad un violento spasmo, dopodiché si accasciò svenuta.

Tionisla balzò immediatamente in piedi. «Portiamola nel mio studio: proseguiremo là questa faccenda. Filth e tu, giovanotto», disse rivolgendosi ad Indevar, «preparate i vostri incantesimi e le pozioni di cura». Fece scorrere lo sguardo sul gruppo: due, grandi, grossi e di certo forti abbastanza, ma rivestiti di lamiera dalla testa ai piedi… meglio di no; un elfo dall'aria vigorosa, ma un elfo di superficie… meglio di no; due nani maschi e una femmina, di sicuro forti abbastanza, ma... meglio di no, con i nani non si può mai sapere cosa gli passa per la testa; un umano dall'aria di potersi ribaltare in caso di vento... di certo no; un elfetto ed un mezzuomo... "no, dai, cerchiamo ancora"; una maga dall'aria sveglia, ma di certo inadatta a portare più che i due bastoni che già teneva in mano... "come sarebbe, due bastoni? La drow ha affidato a lei il suo? Interessante..."; due o tre ragazze dall'aria vigorosa, ma... "no, per la drow, meglio un maschio"; ecco, finalmente due umani dall'aria praticamente perfetta per lo scopo. Ne scelse uno a caso. «Tu, giovanotto!», sbottò puntando un enorme indice verso Jean Tannen. «Pensi di farcela a portare in braccio questo scricciolo fino al mio studio?». Rivolse poi uno sguardo severo verso la sua piccola comunità. «Voialtri, gente: per stasera lo spettacolo è finito! Chi ha mansioni da svolgere, si dia da fare, a chi invece spetta il meritato riposo, bene, si sbrighi ad andare a riposare». Batté forte le mani. «Sciò! Filate alla svelta!».

Poi si rivolse agli ospiti: «Voi, invece, venite con me, se non vi dispiace. Proseguiremo questa faccenda in privato».


[NdG] MI ci è voluto un po' per scrivere tutto e quindi sono finito un paio di giorni in ritardo sui miei piani. Fino a mercoledì 11 sarò normalmente online, poi andrò via per qualche giorno (ritorno a casa previsto per il 17 o 18), ma avrò con me il laptop e quindi sarò abbastanza raggiungibile. Direi che per ruolare quanto potrebbe conseguire da ciò che ho scritto sopra la mia disponibilità sarà più che sufficiente, ma per mandare effettivamente avanti la vicenda io aspetterei il mio ritorno a casa... il che non vuol dire "non scrivete",
visto che mi pare di aver messo abbastanza carne al fuoco per commenti, prime reazioni, eccetera. Ma fate voi, ovviamente...

sabato 7 agosto 2021

SETTIMANA 30 2021

SCARLETT - 03/09
In realtà il suo intervento fu con ogni probabilità inutile, ma Scarlett si sentì leggermente sollevata nel notare che Erdem e i suoi uomini erano fortemente disciplinati e che, almeno all'apparenza, non fossero dell'idea di giustiziare su due piedi Kel-hatril.
La drow si fece avanti quando Erdem lo domandò, e Scarlett la seguì con lo sguardo, l'espressione che esprimeva piena approvazione, ma anche fiducia e sostegno, per come stava affrontando la questione. Kel-hatril aveva commesso atti abominevoli, ma voleva cambiare, e la Rossa era fortemente convinta che il modo migliore per dimostrarlo e iniziare il suo percorso per pagare le sue colpe, era farlo rendendosi utile. Se fosse stata giustiziata, sarebbe stato solo l'ennesimo cadavere nella scia di Raxxla.


TABITHA - 03/09
Il cuore le mancò un battito quando Erdem chiese a Kel-hatril di farsi avanti.
Aveva paura per lei, anche per se stessa ovviamente, ma più per Kelly. Poi la vide avanzare, vestita solo della sua tunica grigia, fermarsi davanti all'uomo e abbassare il cappuccio.
E a quel punto un moto d'orgoglio le chiuse lo stomaco: sua sorella aveva sbagliato tanto, ma era evidente che stava provando a dimostrare tutte le sue migliori intenzioni.
Tabitha abbassò lo sguardo a terra, prendendo un ampio respiro.
*Serve solo coraggio.*
Poi alzò le mani e si abbassò il cappuccio. Era inutile nascondersi, Fenryr aveva detto che lì c'erano due drow, quindi se quelle guardie avessero voluto, sarebbe bastato loro controllarli uno a uno per trovarla. Lei sarebbe passata per una stupida codarda, sia agli occhi degli uomini di Tionisla che, ancora peggio, a quelli dei suoi compagni.
Certo, tra il farlo e l'essere tranquilla così esposta, ce ne passava di acqua sotto i ponti, ma si stava sforzando di non abbassare lo sguardo.
"Se mi chiamano..." la voce le uscì flebile e non molto ferma, così Tabitha si fermò voltandosi per cercare lo sguardo di Morgon, poi parve prendere un altro respiro per calmarsi. "Se devo andare anche io, lascio a te il mio arco... penso sia meglio in caso che ci vada disarmata..."
Ma era chiaro che stava sperando con tutta se stessa di non doversi allontanare.

DUNGEON MASTER - 03/09

[Fenryr] "E tu mi hai giudicato bene"

«Temo invece che tu non abbia capito niente», replicò Erdem senza alcuna enfasi, poi si rivolse al più anziano dei quattro soldati. «Jared, lascio a te il compito di stabilire i turni: uno di voi deve sempre seguire quest'elfo, con discrezione, ma dovunque, anche fuori dalla latrina. Hai capito il tipo, no? Testa calda e cervello imprigionato nel suo spadone: evita che accadano casini. Soprattutto evita che la Padrona debba irritarsi per essere stata disturbata». Poi, con l'aria di aver detto tutto ciò che c'era da dire, si rivolse al chierico che gli stava accanto: «Messer Filth, la Padrona attende».

«Allora non facciamola attendere oltre, amico Erdem», rispose Filth con un sorriso. «La conosciamo bene, la cara Tionisla, vero? Tanto buona di cuore quanto un pochino irascibile».

«Mi stupirei del contrario, data la sua natura», replicò Erdem con un asciutto sorriso prima di avviarsi a passo deciso lungo il corridoio. Dietro di loro, la grande porta esterna si chiuse rumorosamente.

Il corridoio lungo il quale il capo delle guardie guidò il gruppo era una galleria ampia e diritta, dal soffitto piuttosto alto e con il pavimento ben levigato e le pareti accuratamente sbozzate a scalpello, così da dare un'impressione di ordine e pulizia pur mantenendo un aspetto grezzo. Numerose torce illuminavano il percorso e ad intervalli regolari le pareti erano decorate con oggetti di artigianato di stampo guerresco, scudi, spade, asce, pelli decorate, così da dare, insieme ai tappeti fatti con pelli di animali, un sapore quasi barbarico all'ambiente. Lungo l'intero percorso si trovavano solo poche e robuste porte in legno di quercia rinforzato con bande metalliche, tutte però chiuse, così da non poter cogliere la destinazione dei locali ai quali conducevano.

Dopo essere penetrati a fondo nelle viscere della montagna il gruppo giunse infine a destinazione: una grande porta a doppio battente, del tutto simile a quella che chiudeva al mondo esterno l'intero complesso, sbarrava loro la strada. Due armigeri si fecero avanti per aprire, così che davanti agli occhi di tutti comparve una grande sala con la volta sostenuta da colonne quadrate e scolpite direttamente nella roccia stessa della montagna. Le decorazioni dell'ambiente richiamavano quelle del corridoio e quattro lunghi tavoli disposti parallelamente l'uno all'altro parevano guidare lo sguardo verso un quinto tavolo, disposto trasversalmente agli altri e rialzato per il fatto di trovarsi su una parte della sala il cui pavimento era più alto di un buon mezzo metro. Curiosamente, la parte centrale di questo quinto tavolo era decisamente più alta del resto, come se fosse riservata al un commensale di taglia eccezionale.

Nella sala ferveva l'attività: servitori erano affaccendati a disporre sui tavoli stoviglie, caraffe di bevande e grosse pagnotte ancora calde, mentre nell'aria proveniva dalle cucine intenso ed invitante il profumo delle pietanze quasi pronte per essere servite. Un paio di maggiordomi dirigevano le operazioni sotto l'occhio attento di una donna di taglia gigantesca, più alta di Filth di tutta la testa ma dalla corporatura molto meglio proporzionata di quella del chierico: se non fosse stato per la taglia fuori misura, le sue forme sarebbero state quelle di una gran bella donna, se non altro di corpo visto che al momento stava volgendo le spalle ai nuovi arrivati.

«Tionisla! Vecchia amica!», esclamò Filth con palese gioia allungando il passo verso la donnona.

Tionisla si volse al suono di quella voce, rivelando così il motivo di quella taglia eccezionale: la padrona di quel luogo era una mezzorca.

«Filth! Vecchia puzzola! Quanto tempo...», esclamò di rimando Tionisla allargando le braccia per serrare l'esile chierico in un abbraccio, è proprio il caso di dirlo, da orco. La stretta possente durò qualche secondo, dopodiché la maga fece scorrere il suo sguardo attento su tutti i membri del gruppo, senza lasciare trasparire le sue prime sensazioni.
L'esame durò parecchi istanti, poi lo sguardo da attento divenne cordiale e Tionisla annunciò: «Siete giunti proprio in tempo: la cena sta per essere servita». Batté forte le mani ed impartì alcuni ordini ai camerieri, che si affrettarono ad aggiungere posti a sedere al tavolo della Padrona. «Siete parecchi, quindi starete forse un po' stretti, ma vi voglio tutti con me alla mia tavola». Fece un sorriso, decisamente accattivante malgrado le due minacciose zanne che le spuntavano dalle labbra: «Scusate il posto speciale per me: Filth può confermarvi che non sono una che ami l'ostentazione, ma il fatto è che io non riesco proprio ad infilare le mie gambone sotto a un tavolo adatto a voi piccoletti».

«So chi c'è fra voi, ma alla mia tavola a volte c'è posto sia per gli amici che per i nemici: dipende soprattutto dai nemici», aggiunse poi, in tono molto più serio. «Prima dividiamo il cibo e poi affronteremo le questioni aperte. Tutte le questioni aperte». Detto questo, raggiunse il proprio posto, si sedette, fece un ampio gesto circolare di invito a sedersi, attese che tutti fossero al proprio posto e poi ordinò con voce tonante di iniziare a servire il cibo.

SCARLETT - 03/09
Fortunatamente le guardie di quel posto avevano una disciplina ferrea, quindi odio o meno nei confronti di Kel-hatril, Erdem si limitò a chiamarla per poi condurli tutti all'interno.
Percorsero un lungo corridoio scolpito direttamente nella roccia, ben illuminato da torce e con diverse decorazioni alle pareti, quindi arrivarono ad un'altra porta massiccia che si apriva su un'ampia sala in cui vi erano cinque tavoli, di cui uno posto più in alto e con, curiosamente, la parte centrale più alta. Che quello fosse il posto di Tionisla era logico, visto che comandava in quel luogo, ma il perchè fosse così fuori misura rispetto al resto lasciò Scarlett perplessa.
Sensazione che durò giusto il tempo di capire chi fosse Tionisla in quella sala, perchè poi divenne palese il perchè quella parte di tavolo fosse più alta del resto: la famosa maga era una mezzorca.
La Rossa dovette ammetterlo con se stessa: stupidamente aveva sempre pensato a Tionisla come ad un'umana, ma la realtà non la turbò né la sconvolse particolarmente anzi, forse se possibile la fece incuriosire ancora di più. Per un secondo le balenò in mente l'immagine di Vixiar, ed istintivamente si irrigidì, fece per voltarsi come per mettere a tacere con un'occhiataccia qualunque esternazione fuori luogo che certamente sarebbe arrivata, ma si bloccò in tempo, lasciando andare il fiato rilassando la schiena.
La mezzorca salutò Filth e poi scrutò tutto il gruppo , dichiarando infine che voleva cenare con tutti loro, scusandosi per il posto particolare che lei avrebbe occupato e poi specificando che sapeva perfettamente chi c'era nel gruppo ma che prima avrebbero cenato e poi parlato delle questioni aperte.
Scarlett si trovò a sorridere, una luce vivace ad illuminarle gli occhi, era palese che per lei il primo impatto con Tionisla era stato più che positivo. "Per ora mi piace." commentò a bassa voce chinandosi verso Issus mentre raggiungevano il tavolo per accomodarsi.
La Rossa prese posto a fianco di Issus, un po' più rilassata rispetto al loro arrivo. Aveva capito  dai discorsi di Filth ed Erdem che Tionisla era incline agli scoppi d'ira, quindi certamente bisognava prestare un po' di attenzione, ma come si era posta sapendo della presenza di Kel-hatril le lasciava ben sperare sulla questione, quantomeno era abbastanza sicura che non l'avrebbe giustiziata su due piedi senza ascoltare spiegazioni.
A ben vedere era stata molto più gentile e diplomatica di tanti umani.

GHINO - BOGNUS - 03/09
Ghino era perplesso, confuso e nervoso.
Dell'atteggiamento di Fenryr, delle guardie che gli erano sembrate subito troppo rigide, del fatto di tornare nelle viscere di un'altra maledetta montagna dopo aver passato giorni nella miniera.
Per la prima volta da quando era con quel gruppo, sentì la necessità di andarsene, mollare tutto e partire per conto suo, come gli era successo tante volte in passato.
Entrò a seguito degli altri stando ben attento a non toccare le sue armi, ma rimanendo guardingo.
Il profumo del cibo lo distrasse un attimo, ma le perplessità tornarono quando vide la loro ospite. Orchi e affini non erano mai stati popoli con cui si fosse sentito a suo agio: una delusione dopo giorni e chilometri dove sembrava che la dimora di Tionisla fosse l'unico posto sicuro in terre pericolose, inospitali.
Decise di rimanere calmo, lasciando gestire l'incontro a Filth, sperando che le prime impressioni negative venissero disattese dai fatti.

Bognus rimase in silenzio, sempre a fianco di Gymla. Il suo volto di  pietra non lasciò trasparire emozioni. Si limitò ad entrare dietro agli altri, apprezzando sia le modalità di costruzione che le semplici e grezze decorazioni della casa di Tionisla.
Anche lui rimase perplesso quando la incontrarono, ma non lo diede a vedere. Semmai il suo aspetto gli generò curiosità, cercando di collegarlo alle cose che aveva sentito dire su di lei.

 

 

DUNGEON MASTER - 03/09
La cena al tavolo di Tionisla andò avanti quasi in silenzio, con poche e brevi conversazioni imbarazzate malgrado cibi e bevande fossero di qualità più che sufficiente per invogliare i commensali ad un atteggiamento più rilassato se solo si fossero trovati in una compagnia
meno particolare.

Fu così che ad un certo punto Tionisla, dopo aver fatto scorrere lo sguardo ancora una volta sui presenti, decise di intervenire. «Non è la prima volta che mi accade di avere dei compagni di tavolo messi in difficoltà dalla mia presenza», esordì. «Non che non possa capire la situazione, ma odio che i miei ospiti non si sentano a proprio agio. Forse, se vi raccontassi qualcosa di più su di me, questo potrebbe aiutarvi a rilassarvi un po'. Beh, se non altro di solito quando lo faccio le cose poi migliorano...».

«Accade di rado che orchi e mezzorchi abbiano accesso alla vera e propria magia», cominciò a spiegare. «Di norma fra di essi è più facile trovare sciamani e guaritori. C'è chi dice che la causa sia nello spessore eccessivo delle ossa del cranio», spiegò picchiandosi
ripetutamente un indice contro la tempia e sogghignando. «Grandi, grossi, cattivi e pure scemi siamo considerati... e il più delle volte non a torto. Per quanto riguarda me, grande e grossa... beh, lo vedete da voi... scema... diciamo che non sono intelligente quanto mi
piacerebbe essere. Cattiva, però, beh, quello oserei dire di no». A queste parole Filth assentì con convinzione. «Dicono che sia un po' irascibile, quello sì, ma d'altronde un po' di sangue orchesco non posso non averlo, no?».

«Sono pressoché certa di aver ereditato le mie modeste doti magiche da mia madre: umana, dicono anche eccezionalmente bella, maga di grande talento, che tuttavia non sviluppò mai completamente poiché per sua natura disdegnava il mondo dei maghi di città e preferiva la vita semplice delle campagne ed il mettere le sue un po' grezze capacità al servizio della gente che non poteva permettersi le parcelle dei maghi alla moda. Mio padre, invece, era ovviamente un orco, capo di un clan particolarmente feroce e dedito alle razzie. Io nacqui proprio a causa di una di queste razzie: mia madre e molti altri del villaggio vennero
catturati come schiavi, ma a lei venne riservato un destino diverso dagli altri quando lo sciamano del clan si trovò a percepire il talento di mia madre. Venuto a conoscenza di questo, mio padre la violentò e la tenne prigioniera, nella speranza che in questo modo avrebbe avuto un figlio dotato di poteri magici. Ci aveva visto giusto, in effetti, ma quando lei partorì una femmina anziché un maschio mio padre si infuriò, fracassò la testa a mia madre e fece gettare me in pasto ai cani. Venni salvata e tenuta nascosta da una coppia di schiavi, contadini del villaggio di mia madre, che quando fui grande abbastanza mi raccontarono
tutto. Io allora giurai vendetta, ma ovviamente dovetti prima diventare molto più potente per riuscire a vendicare mia madre: ci misi anni, ma alla fine mi sentii pronta per saldare il conto a mio padre».

«MI ci volle del tempo per trovare il nuovo covo del clan», continuò a raccontare Tionisla, «ma infine riuscii a scoprire che si erano insediati in una vecchia fortezza in disuso, Mayraberd, un posto praticamente inespugnabile piazzato in cima ad una grande collina
rocciosa. Andai là e dovetti trascorrere parecchio tempo in inutili ricerche, finché un giorno, quasi per caso, nei pressi di un villaggio scovai una galleria che pareva condurre nella direzione giusta. Esplorare tutto il percorso non fu cosa facile né breve, ma alla fine mi
ritrovai all'interno della fortezza. Trovare mio padre a quel punto fu la parte più facile. Portare a compimento la mia vendetta non fu molto più difficile». I suoi lineamenti si distorsero in qualcosa che stava a metà fra una smorfia ed un sorriso cattivo. «Più tardi, se vorrete, vi
presenterò mio padre. O, almeno, ciò che ne resta».

Lo sguardo di Tionisla si spostò poi su Kel-hatril: «Non hai quasi toccato cibo», osservò. «Non ti garbano queste pietanze? Posso farti portare dalle cucine qualcosa di diverso».

La drow scosse la testa. «No, il cibo non c'entra», rispose tenendo gli occhi fissi nel piatto. «È solo che mi sento come se avessi lo stomaco chiuso in una morsa. Scusami, non intendo offendere la tua ospitalità».
Sospirò. «Immagino che tu possa capire».