Ghino apri il forziere senza problemi, accolto da uno sbuffo di polvere.
Si fece luce con la lanterna e cominciò a controllare l'interno, quasi in bilico sull'orlo mentre tirava fuori alcuni oggetti accompagnati da esclamazioni e qualche parolaccia.
Sembrava tutta roba abbastanza pesante e complicata da maneggiare, ma alla fine sul pavimento lasciò alcune cose, commentando mentre le tirava fuori.
In un angolo mise due sacchetti di tela pesante aperti, da cui si potevano intravedere campioni di minerali. Entrambi erano chiusi con un giro di spago al quale era fissata un'etichetta con indicato il nome del contenuto.
"Ce ne sono altri, parecchi. Ma immagino nulla di prezioso."
Da una parte appoggiò un sacchetto da cui tintinnarono fuori alcune monete d'oro.
"Almeno ci guadagnamo qualcosina da questa spedizione.
Poi chiamò tutti per vedere: "Questa ragazzi non la tocco. Haza vieni qui, abbiamo bisogno di te."
Nel forziere, in mezzo agli altri sacchi, c'era una scatola di piombo, non molto grande (il lato maggiore di una ventina di centimetri) ma piuttosto pesante forse a causa dello spessore delle pareti, tenuta accuratamente chiusa con una buona legatura di spago a cui era fissato un foglio di carta su cui spiccava un evidente simbolo con teschio e tibie incrociate sotto il quale c'è un'annotazione in nanico.
«Eccomi».
Il nano diede un'occhiata ai cartelli dei vari minerali, per capire se erano campioni di qualcosa di prezioso o di utile.
Poi osservò il cartello con la scritta in nanico per leggerlo.
Il disegnino non prometteva bene.
Ed ora non mi resta che salutarvə e darvə appuntamento...
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