martedì 23 gennaio 2024

SeTTiMaNa 03 - 2024

HAZA - 13/09
Il nano attendeva pazientemente.
Sperava che le commissioni di cui, in compagnia di Filth e dell'elfo dei ghiacci, attendeva notizia avessero successo. 
Nel frattempo cercava di appuntarsi le regole del gioco che aveva conosciuto presso il capo delle Guardie e che aveva impegnato loro tutta la mattinata. Se mai avesse avuto dei figli, li avrebbe istruiti a quel genere di passatempo.

MORGON - 13/09
Morgon era silenzioso. Non aveva più proferito parola. Ripensava all’entusiasmo con cui si era lanciato nella sua esibizione, pensando a come avrebbe risolto tutta la situazione, pensò a come si sentiva al centro della scena, pensò a come immaginava la gratitudine dei compagni per il colpo di genio dell’esibizione. Pensava a tutte queste cose che erano in così netto contrasto con la realtà di come erano andate le cose. Questa dualità così netta e tagliente lo aveva reso triste. Ora se ne stava in un angolo in silenzio. Cercava di guardare il pavimento e di non incrociare lo sguardo di nessuno, come se in quelle lastre di pietra ci fosse una qualche verità che lo avrebbe aiutato.

DUNGEON MASTER - 13/09
Filth e quelli del gruppo che erano andati con lui erano ormai tornati da qualche tempo alla locanda e stavano pazientemente, o quasi, attendendo il ritorno degli altri dal mercato, quando inaspettatamente un caporale della guardia cittadina si accostò al tavolo, si esibì in un impeccabile saluto e rivolgendosi al chierico disse: «Messer Filth, vogliate scusare il disturbo, ma il mio comandante vorrebbe nuovamente conferire con voi al corpo di guardia.» Esitò un istante prima di riprendere con aria imbarazzata: «Ahem... ci sono stati dei dissapori al mercato fra alcuni dei vostri compagni ed un paio di uomini di Edra...
immagino che la conosciate, giusto?... per cui io stesso ho dovuto provvedere a trasferire tutti quanti dal mio comandante per lasciare a lui il compito di districare questa faccenda, che per la verità mi pare un po' ingarbugliata.»

Filth lasciò sfuggire dalle labbra un sibilo esasperato, ma quando rispose al caporale lo fece con l'abituale tono pacato: «Ma certo, amico mio: andiamo anche subito. E...» aggiunse gettando un'occhiata verso quelli seduti con lui «riguardo ai miei amici, quali sono gli ordini?
Devono venire anche loro?»

«Il comandante non l'ha specificato» aggiuse senza esitazione il caporale, «quindi penso che la scelta stia a loro: possono venire con noi, restare qui o fare quel che più garba loro... con la preghiera di non mettere su altri casini, che per oggi direi che ne abbiamo già avuti
abbastanza.»

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