venerdì 14 aprile 2017

DUNGEON MASTER - 23/08 - LISTA 03

«Fila via!», ringhiò Issus mentre sfilava le lame dal cadavere del bugbear, prima ancora che quel suo enorme corpo finisse di accasciarsi al suolo.

Ma non c'era tempo per verificare che Scarlett stesse seguendo il suo suggerimento: ancora due bugbear stavano convergendo su di lei...

Udito il suo grido, Issus era abbastanza fiducioso che Jean si sarebbe effettivamente preso debita cura di quello alla sua destra - ragazzo notevole, quel Jean, ed Issus era quasi sicuro che insieme col tempo avrebbero potuto costituire una coppia davvero micidiale: oh, se solo ci fosse stato lui al suo fianco anziché quell'idiota di Fesses quando aveva tentato l'incursione nella fortezza! - ma il bugbear alla sua sinistra pareva ancora quasi illeso e stava trottando deciso verso la maga dai capelli rossi.

Non c'era da perdere tempo: la priorità era sbarrare la strada a quel bestione, a qualunque costo...

Si lanciò all'attacco, ma la troppa foga lo tradì: la bella lama damascata della sua spada venne deviata dalla massiccia arma del suo avversario e solo con il pugnale riuscì a raggiungere l'obiettivo, ma tutto quello che ne ricavò fu una cosa che, su un bersaglio come quello, ad essere benevoli poteva al più essere definito un graffietto. Anche peggio, la spada del bugbear, completata la parata, grazie al suo semplice peso continuò inarrestabile la sua corsa ed andò a ferirlo profondamente nel fianco: per un istante Issus si lasciò sfuggire un breve grido, ma subito serrò le labbra impedendosi di lasciar capire al mostro quanto duramente l'avesse in effetti colpito.

Nella sua carriera di sicario Issus assai di rado aveva provato il dolore: era sempre stato lui ad infliggerlo agli altri, in quel breve istante che per i suoi bersagli separava il momento del dolore da quello della morte. Aveva provato molto dolore come prigioniero di Raxxla, ma erano le botte da orbi con i quali i suoi scagnozzi si divertivano quando il loro capo aveva finito con lui: il dolore che giorno dopo giorno quell'essere immondo gli elargiva era invece di una natura del tutto differente, sottile e crudele come una lama invisibile che gli penetrasse negli anfratti più reconditi della mente per evocarne gli incubi più profondi e dimenticati; era il dolore della mente torturata. Il dolore che ora stava provando invece era di una natura ancora differente ma, in certo senso, era anche più pulito: faccia a faccia, lama contro lama e, soprattutto, subìto mentre stava cercando di perseguire un obiettivo degno di essere perseguito.

Vincendo il dolore ed il senso di sbigottimento che la massa del nemico torreggiante su di lui gli incuteva, Issus appuntò lo sguardo su quello del bugbear e con un sogghigno sibilò: «Vediamo se ci riesci di nuovo!».

Non sapeva se il mostro poteva capire le sue parole, ma il loro senso era certamente chiaro: era una sfida! Issus era certo che tanto sarebbe bastato per tenere l'attenzione del bestione appuntata su di lui e di conseguenza lontana da Scarlett...

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