martedì 13 settembre 2022

SETTIMANA 36 - 2022

GHINO - BOGNUS - 10-11/09
Ghino si era appena ripreso dal secondo terribile incubo. Questa volta aveva un'espressione decisa. Scimmiottò il tono di Argenta, ma dal suo viso si capiva che non aveva alcuna voglia di scherzare.
"Quinto - Non me ne frega un c@#€% se non entra qua dentro quell'affare. Mi ha terrorizzato così tanto che non riuscivo a muovermi e se annusate bene sentirete ancora gli effetti qui nell'aria. Per Asterius, ce ne dobbiamo andare. Ma subito però!"
 

Bognus era rimasto nell'angolo, vicino a Gymla e ancora con l'ascia in mano.
"Io dico che non possiamo affrontarlo se ci riduce a pezzi di fungo molle. Anche lei..." indicando Kel-hatril "...era terrorizzata. Se anche alcuni di noi possono colpirlo ma poi rimangono inermi non ha senso. Sono per partire, in questo modo solo se ci dovesse seguire saremmo costretti ad affrontarlo."
 
SCARLETT - 10-11/09
Scarlett si era messa schiena al muro ed era rimasta paralizzata per tutto il tempo, respirava solo perchè non poteva smettere di farlo, ma se fosse servito a nascondersi da quell'essere...
Poi il terrore pian piano era scemato nuovamente, anche se la Rossa era bianca come un lenzuolo e si passava nervosamente le mani lungo le braccia.
"Odio questa cosa... non riesco a controllarla e non mi permette di essere lucida..." borbottava, evidentemente infastidita. E visto che era una maga, era facile intuire che perdere la capacità di ragionare la spaventava quanto la creatura stessa.
Scarlett ascoltò i compagni ed Argenta, annuendo piano ai ragionamenti della maga, quindi si schiarì la voce che non era sicura di riuscire a tirar fuori in modo saldo come sempre.
"Potremmo anche uscire tutti ad aspettarlo..." disse rivolta ad Haza, "ma ciò non toglie che se la maggior parte di noi viene terrorizzata saremo inutili proprio come dice Bognus, perchè è una cosa completamente fuori dal nostro controllo. Ora che sono lucida e un poco più tranquilla sarei anche d'accordo con la tua idea di affrontarlo...ma poi mi ritrovo a non riuscire a ragionare, non so nemmeno se saprei dire come mi chiamo in quel momento..."
Quindi guardò Argenta. "Forse non può entrare, è un'ipotesi, ma non è una certezza, perchè in entrambi i casi qualcuno di noi è uscito, quindi quell'affare non aveva bisogno di entrare per avere qualcuno di cui cibarsi..." un brivido le corse lungo la schiena, ma la maga cercò di scacciarlo. "Vero, potrebbe entrare direttamente qui prima di insinuarsi nella nostra mente e averci tutti, non sappiamo perchè non l'abbia fatto, forse non può, forse non è così intelligente ed è animato solo da quella sua fame, ma nulla vieta che invece possa farlo..."
Scarlett si passò una mano sul viso tirato, stava iniziando ad accusare le continue interruzioni di sonno e di quel passo il giorno dopo la sua mente non sarebbe riuscita a memorizzare nemmeno mezzo incantesimo. "Stare qui ha comunque poco senso se non riusciamo a dormire, quel coso magari non può entrare, ma quando si è terrorizzati non si ragiona, quindi noi continueremo a lanciarci fuori proprio come vuole, senza contare che la casa può anche proteggerci - forse - ma domani mattina tutti noi maghi saremo inutili se non dormiamo. O almeno lo sarò io." c'era una nota di fastidio in quell'affermazione, come se odiasse in parte quel suo limite, ma del resto era il prezzo da pagare per poter manipolare il suo potere.
"In questo  momento vorrei andarmene da questa casa e mettere la maggior distanza possibile tra noi e quella creatura, ma mi rendo conto che lui è là fuori, e credo tornerà come ha già fatto. Visto però che è passato del tempo tra il primo attacco e il secondo, forse se partiamo subito possiamo mettere tra noi e lui una buona distanza. Probabilmente può percepire i vivi, c'è solo da sperare che saremo fuori dalla sua portata quando ricomparirà...altrimenti faremo quello che potremo."
Scarlett sospirò guardando Argenta. "Forse hai ragione sulla questione che magari di giorno non può agire, anche prima fuori stava nel punto tra gli alberi, dove le tenebre erano fitte...magari delle torce o luci potrebbero aiutare a tenerlo alla larga, anche se ovviamente ci esporrebbero alla vista di altre possibili creature."
 
HAZA - 10-11/09
"Davvero? Davvero vorreste andarvene?"
Il nano guardava i suoi compagni con gli occhi sgranati.
"Abbiamo affrontato un lich, ed eravamo di meno. È vero che avevamo altri strumenti, il Cuore era nelle mani di Ghino e la Spada Nera nelle mie ad esempio, ma non abbiamo mai messo la nostra sorte davanti alla necessità di eliminare quel pericolo per il mondo intero. Lascereste vagare quel non-morto in cerca di una nuova vittima?"
Gli occhi continuavano a saltare da uno all'altro.
"La prima volta mi ha straziato la carne con il suo raggio, la seconda mi ha instillato un terrore per il quale volentieri sarei diventato una parte di quella parete, ma ogni volta alcuni di noi hanno resistito e qualcuno è riuscito a fargli male. Per questo propongo di andare tutti fuori... così che anche chi è impaurito faccia la sua parte, con la stessa funzione delle immagini di Argenta, di 'attirare' il raggio e dare più tempo a chi ha resistito di agire."
Il nano aveva quasi le lacrime agli occhi, il ricordo della fine della sua famiglia si mescolava allo strazio che immaginava avessero subito gli abitanti di quella casa... e tutti coloro che prima o poi sarebbero passati per quella fattoria.
"Quando ci sarà un gruppo di avventurieri così numeroso da queste parti? Pensate che verrà mai qualcuno a risolvere questo problema? Io dico: usiamo le due ore che abbiamo prima che torni per capire cosa lo lega a questo luogo, perché non va in giro per il Ducato a seminare morte. Può darsi che troviamo il suo filatterio o qualsiasi cosa lo trattenga qui e lo renda vulnerabile... come per il lich."
 
ARGENTA - 10-11/09
"Alcuni di noi vogliono restare e combattere, altri andarsene, ma tutti temiamo il terrore che quella creatura può infliggerci...."
 
"Mancano circa 4 ore all'alba...."
 
"Io propongo di fare un tentativo ed aspettare l'arrivo di quella cosa, da dentro questa casa, con le porte sbarrate per impedire a chi di noi venisse preso dal terrore di uscire".
 
"Dovesse entrare, potremmo comunque scacciarla e/o combatterla anche qui dentro."
 
"Se invece non entra aspetteremo l'alba quando, io credo, se ne andrà da sola"
 
"Se credete possa servire, prima di sbarrare le porte potrei uscire e castare "luce perpetua" sul tetto della casa avvolgendola in una bolla di luce...."

MORGON - 10-11/09
Morgon sentì nuovamente quella voce. Sentì nuovamente quella sensazione che gli stava crescendo dentro. Sentì il suo mondo interiore riempirsi fino all'orlo. Si sentì quasi soffocare e dovette spalancare la bocca. Nel farlo, urlò!
Come già fatto in precedenza la cosa più naturale che gli suggerì l'istinto, fu quella di fuggire via, allontanarsi il più possibile da quella voce.
La finestra aperta gli sembrò un buon compromesso ed iniziò a correre. La raggiunse e si tuffò, letteralmente, al di fuori, atterrando (sarebbe meglio dire, cadendo) nel prato umido della notte.
Quando si alzò per iniziare a correre i piedi scivolarono e si trovò faccia a terra.
Il secondo tentativo fu accompagnato da un allentarsi di quella presa mortale e paurosa che sentiva allo stomaco. Istante dopo istante riprese il controllo di sè ed abbacchiato per essersi nuovamente lasciato vincere dalla paura, rientrò dalla porta con sguardo basso.
 
Intercettò con lo sguardo Tabitha. Si sedette accanto a lei e le prese la mano.
 
"Sono scappato di nuovo... che figura barbina..."
 
"Tu che ne pensi di cosa stanno dicendo? ... io non vorrei provare nuovamente quella sensazione, ma al contempo non vorrei lasciare libera quella creatura e pensare che incontri magari qualcun'altro, magari qualche ragazzino..." disse rivolgendosi a Tabitha, ma senza parlare sottovoce.
 
 
TABITHA - 10-11/09
Tabitha era schizzata dietro il primo riparo che aveva visto e lì era rimasta, tenendosi le braccia sopra la testa, fino a che la sensazione di terrore non era scemata nuovamente. I compagni avevano iniziato a discutere tra loro per decidere il da farsi, e l'elfa era scivolata a sedere contro la parete, tenendosi le ginocchia strette al petto. 
Odiava quella sensazione di puro e incontrollabile terrore... sapeva che era tutta colpa di quella creatura, eppure non poteva impedirsi di rannicchiarsi a terra pregando di non essere mangiata.
Morgon la raggiunse in quell'istante e, se possibile, riuscì a sentirsi ancora peggio rendendosi conto che non era riuscita nemmeno a pensare a lui.
Il bardo le prese la mano e Tabitha gli si fece ancora più vicino, aderendo al suo fianco. "E io mi sono nascosta... di nuovo..." mormorò lei in risposta, lanciandogli un debole sorriso come a dirgli che non doveva preoccuparsi di essere scappato.
L'elfa ascoltò la sua domanda e lasciò andare un sospiro. "Anche io vorrei riuscire a fare qualcosa, fermarlo...ma temo che la sua capacità di spaventarci sia un problema abbastanza grosso... cioè, non è che non voglio affrontarlo, come credo che anche gli altri non si tirerebbero affatto indietro, ma come dice Bognus, se una volta tutti davanti a lui la metà o più di noi non riesce a fare altro che scappare o nascondersi, potrebbe diventare difficile..." Tabitha scrollò piano le spalle. "Ma del resto ci son tante cose difficili nella vita, no? Forse vale la pena almeno provare..." affermò spostando lo sguardo anche su Haza e gli altri.
 
 
SCARLETT - 10-11/09
Scarlett ascoltò Haza e, alla fine, lasciò andare un pesante sospiro. Rimase in silenzio ancora per un attimo, poi si alzò da terra con una spinta delle gambe e si avvicinò al nano.
"Hai ragione, va bene, almeno proviamoci, facciamo un tentativo." un sorriso le piegò le labbra per un brevissimo istante. "Posso fare anche io le immagini come Argenta, fermo restando che io riesca a mantenermi lucida, ma nel caso posso farlo per dargli ulteriori bersagli. E giusto perchè lo sappiate: ho ancora a disposizione una palla di fuoco e un dardo incantato. Il resto dei miei incantesimi purtroppo temo non sia efficace contro quell'essere."
Il concentrarsi sul fare qualcosa la stava aiutando a riprendere il pieno controllo. "Come dicevi possiamo nel frattempo cercare informazioni... non abbiamo la certezza che non possa spostarsi da altre parti, alla fin fine può essere arrivato qui per caso e aver trovato cibo di suo gradimento in noi, però la tua è comunque un'ipotesi valida."

FENRYR - KREENA - 10-11/09
Fenryr serrò i denti, prima di riuscire a rispondere ad Argenta e Haza.
"E se il terrore ci colpisse tutti?"
Scosse il capo, con rabbia.
"Un guerriero aelir deve morire combattendo, non piangendo e sbavando nel suo piscio" - sputò fuori e di nuovo la luce di paura trapelò nel suo sguardo.
Una paura diversa, perfino peggiore. Il terrore di un giudizio superiore, freddo e inappellabile. Il giudizio spietato di Maebh.
 
Kreena ascoltò gli scambi senza capirci molto, pur simulando grandissima attenzione.
La colpì però il tono dell'elfo e il timore nei gesti, negli sguardi di quasi tutti i compagni.
"Per caso, oltre alla luce, non è che avreste qualche altra protezione?" - disse, rivolta a maghi e paladini - "Qualcosa magari che ci impedisca di impazzire, ecco...così poi magari fingiamo di esser terrorizzati...urliamo, strilliamo...ho no, ti prego, non venire a mangiarci...cose così, lo attiriamo per bene e szacc...fregato..."
Si grattò la testa, dubbiosa.
"Ma niente palle di fuoco, qui dentro, però..." - aggiunse in fretta, verso l'amica Scarlett.

DUNGEON MASTER - 10-11/09
«Mai provata tanta paura» pigolò inaspettatamente la voce di Trilly.
«Nemmeno io» replicò Kelly, con uno strano tono di voce meditabondo e dopo un istante di esitazione, «ma, se ciò che facevamo provare alle nostre vittime era qualcosa di simile a questo, credo che in fondo una dose della nostra stessa medicina ce la siamo anche meritata.»
«Abbiamo capito la lezione! Lo giuro!» proruppe Trilly in tono accorato. Poi si fece più esitante: «Cioè... l'abbiamo capita tutte e due… voglio dire, anche tu... vero?»
«Ma certo, sciocca!» replicò Kelly. «Però ora dobbiamo guardare avanti. Credo che Haza abbia ragione: dobbiamo fermare quell'essere, qualunque cosa sia.» Esitò, colta da un pensiero. «Ad essere sincera, mi suona un po' strano dire che bisogna fermarlo: è un po' come dire che anche noi andavamo fermate e... ecco, mi suona strano, tutto qua... cioè, non
sbagliato, ma strano...».
«Però nessuno finora ci ha fermate» obiettò Trilly con voce turbata.
«Vuoi dire che poi toccherà anche a noi?». Così dicendo chinò il capo e si mise a piangere in silenzio.
Fu Issus a farsi avanti, prendendo il viso dell'elfa scura fra le mani per costringerla a sollevare lo sguardo verso di lui. «Ti sbagli, Kel-hatril» le disse con il tono che si usa per consolare una bambina che piange «non toccherà anche a te perché in realtà qualcuno ti ha già fermata: tu stessa, quando hai capito i tuoi errori e hai scelto di sottoporti al giudizio di Tionisla.»
«Dici davvero?» chiese Kel-hatril, tirando su col naso e sforzandosi di ricacciare indietro le lacrime.
«Dico davvero» fu la sicura risposta dello spadaccino. «Con questo non sto dicendo che tu non abbia dei debiti da saldare, ma che sei sulla buona strada per farlo.»
«Ma trovo ancora piacevole usare i miei poteri per sconfiggere i miei nemici, piegarli alla mia forza, vederli soffrire» obiettò Kel-hatril. «In me c'è ancora tanta crudeltà: lo sento. Sono ancora malvagia: forse merito ancora di essere fermata.»
«Dimmi, allora: chi sono i tuoi nemici?»
«A parte Kel-hatril, gli stessi che hai tu: Raxxla e i suoi seguaci.»
«E perché li stai combattendo?»
«Perché stanno spargendo il terrore fra la gente comune per perseguire i loro scopi, quali che essi siano, e... oh...» si interruppe di colpo, poi: «Credo di aver capito». Abbassò di nuovo la testa, questa volta per appoggiare brevemente la fronte contro il petto di Issus, e disse piano: «Grazie...». Poi si alzò in punta di piedi per deporre un leggero bacio sulla guancia dello spadaccino e si allontanò da lui per portarsi accanto a Scarlett. Dopo un istante ridacchiò e disse: «Tranquilla, è tutto tuo! E poi, non ho forse giurato di rigare dritto?»
Detto questo cambiò ancora tono, rivolgendosi a tutti i presenti e passando ad un modo di fare molto pratico: «Allora, per come la vedo io, Haza ha ragione: bisogna sfruttare il tempo che abbiamo per prepararci ad affrontare quel coso qui fuori, nell'aia, e dargli il fatto suo una
volta per tutte. Evitiamo di scacciarlo, perché si limiterebbe a tornare dopo un po': questa volta lo massacriamo e basta... e giuro che lo farò con piacere: per me sarà un po' una catarsi. Io per parte mia ho ancora parecchie cosette in serbo per lui: due dardi incantati, un fulmine magico, ancora una palla di fuoco e, se vogliamo provare a bloccarlo, anche un paio di ragnatele. Poi ho anche dell'altro, ma non credo che sia roba che contro quell'affare possa servire.» Fece girare lo sguardo attorno, ad osservare tutti i volti per coglierne le possibili reazioni, e poi riprese: «Potremmo fare così: dividerci in gruppetti, uno nascosto nella stalla, uno dietro il pozzo, uno qui dentro, proprio accanto alla porta, magari anche uno dietro l'angolo della casa ed uno solo di noi in piena vista a fare da esca. Uno solo, così da indurre quel coso a concentrare il suo attacco su un unico bersaglio: magari così finirà per spargere attorno meno terrore. Mi offro volontaria: ho dei conti da mettere a posto con la mia coscienza e questo mi pare un buon modo per iniziare. Voi che ne dite?»
Fu Brom a farsi avanti: «No, Kel-hatril, per te sarà una catarsi più che sufficiente anche solo combattere quel mostro: non occorre che sia tu a fare da esca, sempre ammesso che si scelga questa via. Senza offesa, ma sei troppo gracile: lascia che sia io a fronteggiare da solo in mezzo all'aia quella personificazione del Male.»
«Io sarei più per lo stare chiusi qui in casa con la luce magica di Argenta a proteggerci, ma se la scelta sarà quella di combattere, allora, se permettete, meglio che sia io a fare da esca» intervenne Gymla. «Io non ho vere e proprie armi magiche e sono anche troppo tappa
per riuscire a raggiungere quel coso mentre svolazza per aria. E poi, posso provare a sventolargli davanti il martello di Moradin: se quel chierico fantasma nella miniera aveva ragione non è un'arma magica, ma magari è abbastanza imbevuto della benevolenza del nostro dio per ottenere lo stesso qualche risultato utile.»

NDG
Quasi dimenticavo...
Segnatevi tutti 100px per il compleanno del DM più altri 50px perché quest'anno ha fatto cifra tonda: totale 150px, quindi...

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