venerdì 29 aprile 2016

KAYNE - LSITA 03 - 15/08

Kayne si svegliò di scatto. Il corpo madido di sudore. Respirò a fondo, mettendo lentamente a fuoco la stanza che lo circondava. Si alzò dal letto e andò a sciacquarsi la faccia. Il tramonto stava iniziando ad arrossare i tetti delle case di Specularum.
"Hai avuto di nuovo degli incubi?" la voce femminile alle sue spalle gli fece volgere il capo.
"Si."  si limitò ad annuire lui "Non è niente." aggiunse, passandosi nervosamente le mani tra i capelli neri, che scendevano morbidi e scomposti fin oltre le scapole.
"Padre Cruiser dice che è il modo che gli dei hanno di comunicare con noi." la giovane si sollevò a metà nell'enorme letto che riempiva parte della stanza.
"Non mi interessa sentire quello che hanno da dire." Kayne sospirò piano tornando a fissare il mondo oltre la finestra. Oltre il riflesso del suo volto, in cui spiccavano tutti i tratti tipici della gente degli Emirati di Ylaruam "Gea, Tarastia, Halav o chiunque esso sia. Deve finirla di farmi perdere il sonno."

"Dovresti ascoltarli invece." replicò pacatamente la donna "Forse i tuoi incubi cesserebbero."
"Ammiro la fermezza nella tua fede." disse lui girandosi verso il letto "Ma non è così che vanno le cose la fuori. Li la fede non basta."
"Hai proprio deciso di partire?" gli chiese ancora lei.
"Si. Il mio tempo in questo luogo è giunto al termine."
"Vieni qui." la giovane sorrise nella penombra "Sono certa che troveremo un modo piacevole per far trascorrere il tempo che ci è rimasto..."
Kayne sorrise a sua volta tornando a letto "Ne sono convinto."
Alcune ore più tardi l'uomo, portandosi dietro tutti i suoi averi, scese nella sala centrale della locanda in cui aveva alloggiato fino ad allora. L'armatura di cuoio borchiato nero, dall'aspetto inusuale rispetto ai canoni tipici dell'artigianato di Karameikos, aveva la forma di un lungo cappotto e gli avvolgeva il corpo atletico, come un guanto. Le gambe invece erano protette da schinieri morbidi e resistenti al tempo stesso, che salivano ben oltre il ginocchio.
Cinghie e rifiniture argentee, battute a sbalzo, conferivano al tutto un tocco esotico. Bizzarrie dei maestri artigiani di Alphatia.
Kayne depose il suo zaino, l'arco e la faretra accanto alla gamba di un tavolo posto in un angolo appartato del locale. Si sedette, con un leggero rumore metallico, causato dalle due scimitarre che teneva ai fianchi. Aveva speso quasi tutto ciò che aveva per permettersi una parte di quell'equipaggiamento, ma ora i soldi cominciavano a scarseggiare e lui doveva trovarsi un nuovo lavoro.
Uno dei camerieri si fermò a tre passi da lui "Se suo padre sapesse che è finita nuovamente sotto le tue lenzuola, saresti un uomo morto. Sei fortunato che sia fuori città da più di un mese e che non rientrerà prima della fine di questo."
"Ha fatto solo il suo lavoro di devota chierica di Chardastes." Kayne gli sorrise sornione "Ha semplicemente elevato il mio spirito a più alte vette..."
"Certo... si chiama spirito adesso..." l'altro ridacchiò piano "Spero almeno tu le abbia dato anche un'elargizione per il Tempio..."
"Le ho dato la parte migliore di me... più di una volta. Non è sufficiente?" gli rispose il mezz'elfo con un'alzata di spalle.
L'altro scosse il capo divertito "Il solito?" gli chiese infine tornando serio.
Kayne si limitò ad annuire. I suoi occhi talmente neri, tanto che risultava difficile distinguere l'iride dalla pupilla, scivolarono indifferenti sui presenti in sala, compresi i suoi cinque ex compagni d'avventura seduti ad un tavolo poco distante. La mente altrove.
Non poté fare a meno di notare la strana coppia che si avvicinò a quel tavolo poco dopo. Troppo appariscenti per passare inosservati. Una sprangata nelle gengive avrebbe fatto meno clamore.
Distrattamente ascoltò il monologo di quello che si presentò come il Conte Bryosk, poi quando se ne fu andato, gettò uno sguardo divertito al gruppo, che stava a significare - Solo voi potete attirare gente simile.

NdG: Scusa Guido, ma Kayne è un associale, non me la sono sentita di snaturare il mio pg a tal punto, già dalla prima mail. Se per te è un problema, come ho modificato la cosa, dimmelo.

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