martedì 25 ottobre 2022

SETTIMANA 42 - 2022

JEAN - 12/09
Durante il cammino verso La Soglia, l’umore di Jean subì un’impennata positiva. Erano finalmente diretti verso il suo habitat, il posto dove si sentiva realmente a proprio agio, e la sua eccitazione era quasi palpabile mentre allungava il collo in attesa di scorgere i primi profili dell’agglomerato urbano.
All’arrivo, era talmente contento che non si fece pregare neanche un secondo dal corpo di guardia. Slacciò i foderi delle spade e le consegnò insieme all’arco ed al pugnale d’argento.
“Devo lasciare anche questo stuzzicadenti?” Domandò con innocenza mostrando l’altro pugnale in suo possesso.

TABITHA - 12/09
Dopo l'intensa nottata passata a combattere, fortunatamente il giorno seguente si rivelò tranquillo, e anche la notte passò senza problemi. 
Tabitha era sempre più eccitata all'idea di giungere a La Soglia, ma al contempo temeva l'arrivo di quel momento, perché sapeva che il suo aspetto avrebbe potuto essere nuovamente motivo di difficoltà per il gruppo. Così l'ultima ora di cammino in realtà non fu così allegra come avrebbe voluto.
Il morale comunque le si risollevò quando arrivarono in vista della cittadina: non vedeva l'ora di visitarla, di entrare nei negozi e nella locanda... era così diverso quel mondo da quello in cui era cresciuta che tutto le pareva bellissimo.
Le guardie li fermarono all'ingresso per i controlli di routine, e in un istante Tabitha divenne rigida come un bastone. Riuscì a tirare il fiato quando capì che Filth era conosciuto e che, quindi, forse non avrebbero fatto storie per la presenza sua e di Kel-hatril...o almeno lo sperava.
Avrebbe potuto nascondersi nel mantello, ma sarebbe sicuramente risultata sospetta, e forse avrebbe causato ancora più problemi al gruppo che magari sarebbe stato accusato di voler introdurre di nascosto delle drow in città. Era meglio che fosse chiaro cosa fossero, che erano con loro e non erano lì per fare qualcosa di male.
La domanda di Gymla riguardo la sua padella le strappò un sorriso divertito ed ebbe l'effetto di riuscire a calmarle almeno un po' i nervi.
Tabitha si voltò verso Morgon, gli lanciò un sorriso un po' tremulo, e lasciò andare il fiato. "Meglio se mi tolgo subito il pensiero..." mormorò temendo che se avesse atteso a sbrigare quell'operazione avrebbe potuto andare in iperventilazione per l'ansia.
L'elfa fece per raggiungere le guardie, ma poi si fermò, sfilò arco, faretra, pugnale e spada, e tenendo tutto tra le mani in modo che non potesse risultare in nessun modo minacciosa, si fece avanti.
"Queste sono le mie armi..." disse posandole a terra e facendo un passo indietro. Stava imparando a gestire il contatto fisico, ma con degli sconosciuti - uomini per di più - non ce l'avrebbe fatta, neanche se non l'avessero fatto di proposito e si fosse trattato di un semplice tocco sulla mano. E poi le sembrava che fosse meglio fare così.
Aveva guardato per un attimo le guardie, ma poi aveva abbassato lo sguardo ed era tornata a fianco di Morgon, sperando che non le avrebbero impedito di entrare solo per via della sua razza.

SCARLETT - 12/09
La nottata passata a combattere ebbe come effetto che, la mattina seguente, per Scarlett e gli altri incantatori fu impossibile riuscire a studiare, quindi erano tutti con solo gli incantesimi rimasti dal giorno precedente. Fortunatamente però il viaggio fu tranquillo, riuscirono a riposare piuttosto bene e, la sera successiva, arrivarono finalmente a La Soglia dove vennero fermati all'ingresso. dalle guardie.
La Rossa ascoltò lo scambio di battute tra Filth e il sergente, le indicazioni che vennero date riguardo le armi, e osservò Tabitha che consegnava le proprie.
Sperava che non avrebbero posto problemi riguardo la presenza sua e di Kelly, ma sperava vivamente che il fatto che fossero in compagnia di Filth fosse già un segno del fatto che non erano da considerarsi come tutti gli altri drow.
Con un caldo sorriso, Scarlett si fece avanti a sua volta, sganciò i due pugnali che portava alla coscia e consegnò anche il bastone. "Ecco qui."

DUNGEON MASTER - 12/09
[Jean Tannen] “Devo lasciare anche questo stuzzicadenti?” Domandò con innocenza mostrando l’altro pugnale in suo possesso.
Il sergente stava per rispondere a Jean, quando si accorse della manovra di Tabitha per consegnare le armi. «Mi diverte sempre avere a che fare con voialtri avventurieri» commentò in tono piuttosto divertito. «Uno che cerca di spacciarmi per stuzzicadenti un affare che potrebbe bastare per sbudellare un orco, una che pare deporre le proprie armi come se stesse facendo un'offerta agli dei... e poi che altro?» Tornò a guardare Jean dritto negli occhi. «D'accordo, ragazzo, ci hai provato e non è andata: consegna pure quello... ma tanto lo sapevi già, no?» Poi, rivolgendosi a tutto il gruppo, aggiunse: «Lasciatemi solo chiarire una cosa: qui da noi sulla faccenda delle armi vigono due criteri molto semplici, cioè la tolleranza zero ed il pugno di ferro. In altre parole, se appena un passo oltre questa porta qualcuno si fa beccare con una qualsiasi arma addosso, viene preso ed appeso per il collo nella piazza del mercato, il tutto per direttissima, senza nemmeno disturbare il meritato riposo del giudice locale. Spero di essere stato chiaro. Poi, se qualcuno vuol fare il furbo, beh, che poi non si metta a frignare perché se la sarà proprio andata a cercare.» Sogghignò ed aggiunse: «Ma sono certo che siete tutti bravi ragazzi e che adesso metterete giù tutta la vostra mercanzia, così poi potrete andare a farvi viziare dalla birra di Vovelovì.»

[NdG] Per andare avanti assumo che tutti facciano i bravi, depositino tutto senza storie e che poi seguano il consiglio del sergente in merito alla birra di Vovelovì. Se poi qualcuno volesse invece fare il bastian contrario, allora faremo un bel flashback…

DUNGEON MASTER - 12/09
Sistemate tutte le faccende con le guardie cittadine, il gruppo di avventurieri andò alla locanda di Vovelovì, famoso e celebrato ritrovo degli avventurieri di passaggio nella zona. Per prima cosa si fecero assegnare delle stanze (NdG: lascio a voi la scelta su come dividervi fra camerate, stanze singole o doppie, eccetera), poi si sistemarono nella sala comune, ad un tavolo grande abbastanza da dare spazio a tutti (NdG: al solito, tranne chi eventualmente volesse regolarsi diversamente), e si fecero servire una soddisfacente cena.
Alla fine della cena, mentre tutti si stavano ancora dedicando a finire il rispettivo boccale di birra (NdG: o di qualsiasi altro liquido fosse stato scelto), tre personaggi si accostarono al tavolo: una donna, che con la massima disinvoltura si sedette su una sedia libera nello stesso momento in cui chiedeva "Posso?", e due uomini, che rimasero in piedi dietro di lei, uno per parte, a braccia conserte e con un evidente atteggiamento da guardie del corpo. Pur con alcune differenze, comunque sufficienti a non sembrare che stessero indossando una divisa, c'erano vari aspetti comuni fra tutti e tre: l'alta statura, il piglio da avventurieri esperti, perfino i mantelli che indossavano, della stessa foggia e grigi, più chiaro quello della donna, più scuri quelli degli uomini.
«Il mio nome è Edra ed ho un affare da proporvi» esordì senza mezzi termini la donna intanto che con uno schioccare di dita richiamava l'attenzione di una cameriera di passaggio. «Birra» ordinò, «un boccale per me e tre o quattro caraffe sul tavolo, a disposizione di tutti.»
«Un affare molto vantaggioso» riprese con la massima disinvoltura. 
«Cinquemila pezzi d'oro, forse anche trattabili in qualche misura: sapete anche voi che sarebbe già di più di quello che potreste spremere dal Conte Bryosk, ma prendendoli da me vi entrerebbero in tasca senza correre rischi. Rischi che, senza offesa, francamente non credo siate all'altezza di affrontare, ma io ed i miei abbiamo tutt'altre risorse rispetto a voi.» Fece un sorriso accattivante. «Una cosa pulita, insomma, in cui tutti avrebbero da guadagnare: noi, voi ed anche Karameikos. Niente male, vero?»
Detto questo si appoggiò all'indietro contro lo schienale della sedia, allungò una mano per prendere il boccale appena arrivato e ne trasse un sorso in stile non troppo femminile: «Piuttosto buona, la birra di questo posto, devo riconoscerlo» commentò poi con l'aria di sentirsi perfettamente a proprio agio e sicura del buon esito della sua proposta.
«Allora, passiamo ai dettagli?» aggiunse infatti subito dopo.

GHINO - BOGNUS - 12/09
Ghino era rimasto fiducioso, le frecce magiche pronte all'uso in mano. Ma all fine era andata come le altre volte: era rimasto inutile e tremante in un angolo. Per fortuna qualcuno aveva risolto una volta per tutte la faccenda e non ci aveva più pensato.
 
Aveva goduto del buon umore generale mentre si spostavano a La Soglia: non chiedeva altro che un buon pasto, birra fresca, un letto comodo e magari un po' di compagnia per la notte. 
Arrivati ai cancelli della città si mise di buona lena a smontare ogni tipo di arma dallo zaino e i vestiti per lasciarle alle guardie, prendendosi una buona mezz'ora.
Infine si era goduto il pasto, il bis e anche il tris, finché quella tipa sicura di sé non era apparsa a interpellarli.
"Mai sputare su un'opportunità, diceva la mia vecchia madre... sentiamo cosa proponi..." disse guardando Filth come a chiedere un'autorizzazione.
 
Bognus aveva assunto il ruolo di guardiano di porta insieme a Gymla: non avrebbe potuto fare molto altro e almeno erano riusciti a impedire rischiose fughe a portata del Terrore.
Fu felice quando l'essere malefico venne sconfitto, ma questo stato d'animo durò poco: abituato a vivere in solitudine, si sentiva molto nervoso a entrare in una città. 
Rimase in silenzio per tutto il viaggio, quando li fermarono le guardie, a cui consegno senza peoblemi le proprie armi, e nella taverna. Solo la presenza di Gymla gli strappava occasionali sorrisi.

HAZA - 12/09
Senza armi a disposizione, per averle lasciate alle Guardie cittadine, Haza si sentiva spaesato.
Quando salì in camera decise di togliere anche l'armatura, tanto se nessuno in città disponeva di armi più pericolose di un coltello da cucina poteva girare tranquillo anche senza.
Se pausa doveva essere, che fosse. 
 
Chiese cibo e birra, senza esagerare. Riabituare lo stomaco alle comodità, dopo giorni di frugali razioni e cacciagione, sarebbe stata una cosa lunga, e non avevano in programma di fermarsi tanto.
 
L'arrivo della propostanon lo sorprese, gli era capitato altre volte di avere simili proposte mentre sostava in locanda.
Quando era già ingaggiato aveva l'abitudine di rifiutare a priori ulteriori incarichi.
Non essendo solo, questa volta, si limitò a manifestare la propria contrarietà con una smorfia di disappunto. 

JEAN - 12/09
[Flashback guardie]
Alla risposta della guardia, Jean lo osservò con lo sguardo istupidito del bove che rumina la gramigna a fine giornata, pronto per una notte di sonno tranquilla, quasi che sbudellare un orco fosse un’impresa tanto lontana dalle sue corde da non cogliere il riferimento. Aprì la bocca e la richiuse un paio di volte, nella perfetta imitazione di un ingenuotto di paese al suo primo approccio con l’autorità costituita, quindi rinunciò a rispondere e si strinse nelle spalle, lasciando cadere goffamente l’ultima arma a propria disposizione nelle mani dei soldati.
 
[da Vovelovì]
Entrò nella locanda con il sorriso sincero di chi aspettava un momento simile da troppo tempo, molto più di quello che avrebbe ritenuto di poter e volere tollerare. Si sedette al tavolo con i gomiti appoggiati, sorseggiando il miglior vino elfico che la casa potesse servirgli, osservando con calma il resto degli avventori e gustandosi la situazione. Iniziava a sentirsi a proprio agio…
Mentre riprendeva contatto e confidenza con il suo mondo, una donna si sedette su una sedia, non troppo lontana dalla sua e, senza tanti preamboli, fece una proposta.
Jean si abbandonò comodamente allo schienale e fischiò piano:
“Per le palle del Tredicesimo, cinquemila pezzi d’oro a testa! - fece attenzione a calcare bene l’accento su quest’ultima parola - Fanno un bel mucchio di metallo, da domandarsi come portarlo in giro, quasi….”
Si leccò la punta del pollice, lo strofinò sull’indice ed iniziò un breve conto immaginario. Non appena ebbe esaurito le dita della mano destra, riprese:
“Ahhhhh… mi piacerebbe poter essere un valido interlocutore per questa, ehm, trattativa. Purtroppo in questo gruppo non vige la democrazia e, pertanto, io dovrò limitarmi ad ascoltare, ammesso e non concesso che il nostro leader trovi che si debba farlo, ovviamente.”

SCARLETT - 12/09
Passato il controllo delle guardie, si diressero alla famosa locanda di Vovelovì, dove presero le stanze per la notte e poi si sedettero ad un tavolo per godersi una buona cena.
Scarlett si godette ogni istante, a partire dal cibo, passando per l'ottima birra, fino alle chiacchiere con i compagni. Si era seduta come sempre accanto ad Issus, e aveva invitato Kel-hatril a mettersi lì vicino, così da poterle offrire sostegno se l'elfa si fosse sentita un po' sopraffatta da tutto l'andirivieni di gente, e inoltre voleva coinvolgerla nelle chiacchiere, così da darle l'ennesima riprova che avesse fatto una buona scelta.
Boo come al solito si era inizialmente trattenuto nei pressi della padrona e di Issus, attendendo pazientemente che i due gli elargissero qualcosa dai piatti, poi piano piano si era allargato, provando ad elemosinare da Kelly, poi da qualcuno ancora più in là, per poi lanciarsi diretto da Tabitha e piazzarsi là con lei. La Rossa sorrise divertita notando come il furetto chiedeva prima  del cibo e poi provava a giocare con l'elfa.
"Ehi Boo!" lo richiamò sorridendo, "Vedi di non rompere le scatole, intesi?"
L'animaletto la osservò per un istante come a dirle che aveva capito, quindi riprese il suo gioco per ottenere un po' dell'ottimo cibo nei piatti.
Dopo un attimo Scarlett si sporse sul tavolo. "Kreena! Se abbiamo tempo dobbiamo portare Tabitha e Kelly in un negozio qui, sicuro hanno di meglio che a Verge. Ti va?" 
 
[NdG: se Kel-hatril o Kreena non dovessero essere al tavolo, ovviamente ignorate le relative parti ^_^]
 
La cena si concluse, erano ancora lì a finire la birra quando al tavolo si avvicinò una donna scortata da due uomini. Chiese se poteva sedersi quando ormai aveva già posato il didietro su una sedia, ordinò birra per sé e caraffe per loro, quindi avanzò senza mezzi termini una proposta che già solo per il modo in cui era stata posta veniva da rifiutarla.
Ghino chiese delucidazioni, ma non le sfuggì la smorfia di disappunto di Haza, quindi  un sorrisetto divertito le piegò le labbra sentendo la precisazione di Jean riguardo che i cinquemila pezzi erano a testa.
Scarlett si appoggiò allo schienale puntando gli occhi sulla donna. "Stai dando un po' troppe cose per scontate, non credi?" osservò pacatamente, "Tipo che ci interessi esclusivamente il denaro e che abbiamo capacità e risorse inferiori a voi..."
Le labbra della Rossa si piegarono in un breve sorriso di cortesia. "Ma prego, illustraci pure questi dettagli..."

FENRYR - 12/09
Di nuovo quella sensazione, terribile, bloccante: come una morsa di ghiaccio sulle membra, che non veniva però da fuori, ma da dentro, come se il sangue ardente di Maebh si fosse spento, estinto, spazzato via dalla più terribile bufera. Viel'in-dhar. La Paura.
Assoluta, ancestrale, viscerale. Evocata da quella voce, che non era la Sua e allo stesso tempo lo era. La Voce che l'aveva dannato, esiliato e che ora tornava a farsi beffe di lui e del suo mancato coraggio.
Fenryr scosse il capo, fermandosi davanti alle porte della città umana. Il pensiero lo perseguitava dallo scontro con il demone, impossibile da scacciare. Perchè a cosa serviva il rigido addestramento, a cosa le privazioni, se poi una voce bastava a privarlo di ogni volontà?
Digrignò i denti e fu lì lì per rispondere all'arroganza della guardia. Quindi inspirò, slacciò la cinghia e consegnò spadone e asce ai soldati.
"Questa meglio non toccarla" - sussurrò soltanto, accennando alla grande spada.
Seguì gli altri in silenzio, fino alla locanda, sempre in silenzio sorseggiò la birra e sempre in silenzio accolse la femmina sfrontata.
Guardò lei, guardò le guardie alle sue spalle e annusò l'aria. Sorrise appena, stavolta, nascosto dal boccale. C'era un pungente odore di guai.

DUNGEON MASTER - 12/09
Oops... mi sa che stavo dimenticando di darvi i px per il Terrore Notturno…
Facciamo che vi potete segnare tutti 400px per la nottataccia alla fattoria, ok?

KREENA - 12/09
Le cose non erano andate esattamente come previsto: però alla fine il mostro era stato incenerito, anche se Kree non ricordava bene come, nè chi l'avesse fatto.
Rabbrividì, ripensando al terrore di quella notte, che l'aveva catapultata di nuovo ragazzina, in balia di Vorn e del fuoco. Senza volerlo, si sfiorò la guancia, quindi scosse le spalle.
Comunque il suo piano aveva funzionato, quello contava. E se gli altri l'avevano seguita, questo voleva dire che lei era il capo. Sorrise. L'aveva sempre saputo, in fondo. Capessa. Solo gli altri dovevano rendersene conto. Ammiccò alle guardie di LaSoglia e fece per passare, solo per esser fermata un po' ruvidamente.
"Ehi!" - sbottò. Non si parlava così a un capo.
Poi capì che la questione riguardava le armi. Sbuffò.
"Proprio proprio tutto?" - chiese speranzosa alla guardia della porta, ritraendosi piccata alla rispostaccia dell'altro.
"Screanzato..." - sbuffò a mezza voce, per poi alzare nuovamente il tono - "Ci vorrà un po', sappilo--- e non sperare che mi spogli qui, davanti a tutti...e neanche dentro, sai, per i tuoi comodi..."
Quindi iniziò a impilare armi, accompagnando ognuna con un gran sospiro. Erano tante, in modo davvero sorprendente e più aumentavano, più tempo la ladra impiegava a separarsene, quasi fossero amici, fratelli o amanti. Ci volle davvero un po', anche più che un po', considerando che lo stesso stava facendo Ghino, poco distante.
Appena finito, sospirò un'ultima volta e lanciò un'occhiataccia alle guardie.
"E comunque, queste sono armi micidiali" - disse, agitando in aria le mani tese.
Quindi gonfiò il petto ed entrò in città, da conquistatrice.
[Scarlett]
"Kreena! Se abbiamo tempo dobbiamo portare Tabitha e Kelly in un negozio qui, sicuro hanno di meglio che a Verge. Ti va?"
 
La giovane sbattè con foga il boccale sul tavolo, irrorando i presenti di schizzi schiumosi.
"Ombre di mille ombre!" - esclamò, arrochendo la voce in stile piratesco - "Certo, che diamine! Quel buco non aveva neanche una tela di sacco, voglio un cappello con tanto di piume!!"
Si bloccò, però, quando la donna si sedette non invitata al tavolo.
 
[Edra]
«Un affare molto vantaggioso» riprese con la massima disinvoltura. «Cinquemila pezzi d'oro, forse anche trattabili in qualche misura: sapete anche voi che sarebbe già di più di quello che potreste spremere dal Conte Bryosk, ma prendendoli da me vi entrerebbero in tasca senza correre rischi. Rischi che, senza offesa, francamente non credo siate all'altezza di affrontare, ma io ed i miei abbiamo tutt'altre risorse rispetto a voi.» Fece un sorriso accattivante. «Una cosa pulita, insomma, in cui tutti avrebbero da guadagnare: noi, voi ed anche Karameikos. Niente male, vero?»
 
Kreena fece un plateale sbadiglio e incrociò le gambe sopra al tavolo.
"Sì sì, proprio niente male...non so chi sia questo Briosc, dal nome sembra un fornaio, ma se invece è un Conte come dici, tu devi essere Duca o almeno una Barona..."
Sorrise, bevve un gran sorso di birra che, per la posizione allungata, le finì di traverso. Tossì, sputò, si rialzò di scatto, solo per fortuna evitò di cadere.
Fissò il boccale con astio, quasi fosse colpa sua, quindi regalò alla donna un nuovo, luminoso sorriso.
"Troppo avvezza al vino elfico" - disse, sbattendo le ciglia - "La mia gola rifugge queste bevande popolane...anche se il gusto è gradevole, devo dire..."
Rigirò il bicchiere più volte davanti agli occhi, quindi lo posò sul tavolo in modo deciso.
"Principessa Kreena de Sarnath, Ammazzadraghi e Signora delle Ombre" - si presentò formalmente.
"Non badate alle facezie della mia scorta" - proseguì fulminando Jean con lo sguardo - "Sono buzzurri ma fedeli e simpatici a modo loro"
"Il denaro non ci manca" - concluse in tono fermo, tornando a sedersi - "Ma la proposta è così sfacciata da incuriosirmi, per cui, prego, continuate..."

MORGON - 12/09
Morgon sorrise.
"Sei stata molto coraggiosa, ed hai fatto bene!".
Anche Morgon seguì l'esempio dei compagni, posando le armi, per poi dirigersi alla locanda, ambiente che apprezzava maggiormente; anche se era comunque un poco teso a causa di Tabitha. Aveva paura che qualcuno volesse attaccare briga o non accettasse le due drow che erano con loro. La cosa lo stava facendo diventare sospettoso di tutti coloro che passavano vicino al loro tavolo e buttavano un'occhiata. Cercava di intercettare il loro sguardo, ricambiando con un cipiglio serio e cupo, come per far capire che non era proprio aria e che potevano proseguire il loro incedere.
La situazione venne però sdrammatizzata da Kreena. Che forza quella ragazza. O donna? Effettivamente non avrebbe saputo dare un'età alla ladra. Era talmente piena di vita che avrebbe potuto anche avere cinquant'anni e sembrare una venticinquenne. Sorrise a quel pensiero ed alle parole di lei. Fu talmente contento di quelle parole che lo rilassarono all'instante che volle assecondarle.
"Mia signora, chiedo scusa, prima che la nostra ospite prosegua, gradite altro da bene" disse con tono serio ma sommesso. Non guardò Kreena negli occhi, aveva paura di scoppiare a ridere. Guardava verso il tavolo, con faccia seria.

DUNGEON MASTER - 12/09
Kel-hatril scrollò lievemente le spalle all'intimazione di consegnare le armi: «Se proprio dobbiamo...» commentò.
Detto questo porse ad uno dei soldati il bastone, tenendolo orizzontalmente con le braccia distese così da costringere l'uomo a riceverlo nella stessa maniera, poi disse: «Reggilo così per un momento, prego.» Subito dopo fece scorrere le mani per la sua lunghezza, tenendole appena sollevate rispetto alla superficie, ed allo stesso tempo recitando una breve litania in un linguaggio incomprensibile.  «Ecco fatto» annunciò poi. «Ora, chiunque tentasse di fare al mio bastone qualcosa che a me non piacerebbe dovrebbe vedersela con l'effetto del mio incantesimo e, ne sono certa, non troverebbe l'esperienza di suo gradimento.»
Mentre l'uomo, con l'aria di uno che si aspetti di vedere trasformare un pezzo di legno in un serpente velenoso, si affrettava verso il corpo di guardia per andare a riporre il bastone, Kel-hatril si volse verso Scarlett, sorrise e le disse: «Non lo conoscevi questo incantesimo? È molto utile in situazioni del genere. Se vuoi lo faccio anche sul tuo. Poi magari stasera te lo insegno.»

DUNGEON MASTER - 12/09
Edra ascoltò impassibile le varie risposte e poi fissò lo sguardo sulle suole degli stivali di Kreena: «Direi che questa è una posa poco consona ad una... ehm... principessa, ma forse la vita all'aria aperta inquina un poco le maniere di corte» commentò placidamente. «Comunque io non sono né una duchessa, né una baronessa e quindi nulla mi obbliga a non fare lo stesso» aggiunse posando a sua volta i piedi sul tavolo e mettendo così in mostra un paio di costosi stivali di ottima qualità. Sorrise ed aggiunse: «Ecco, questi stivali sono giusto un esempio del fatto che il denaro non basta mai: mi sono costati un occhio, ma sono comodissimi per una persona come me... e come te... con la vita che facciamo. E poi, una vera signora si riconosce dai dettagli, non è vero?» completò fissando  ignificativamente gli stivali di Kreena.
«Bel tentativo, ragazzo mio, ma no, non parlavo di cinquemila pezzi a testa» aggiunse rivolgendosi questa volta a Jean. «Non credere però che non apprezzi un po' di sana sfrontatezza: magari potresti anche considerare l'idea di entrare nella nostra organizzazione.» Fece un gesto noncurante con la mano. «Comunque il denaro è il minore dei problemi: di certo noi non siamo a corto di risorse e sappiamo bene quando è il caso di non tirare troppo sul prezzo.»
«Anzi, a proposito di tirare sul prezzo» continuò fissando uno sguardo penetrante su Issus, «noi due ci conosciamo, non è vero? Sei molto lontano dai tuoi abituali terreni di caccia, dico bene?» Sorrise ironica. «Quanto tempo sarà passato? Un paio d'anni? Su, non fare quella
faccia: tu sai che io so chi sei e qual è il tuo mestiere, no? Te lo leggo in volto che mi hai riconosciuta: mi avevi chiesto una cifra oscena per quel lavoretto... ricordi?... solo che io avevo solo una certa disponibilità per quel progetto, per cui ci eravamo accordati per la cifra che ti avevo offerto io più un pagamento... come dire... in natura. Arrossisci, adesso? Lo credo bene, visto che fu la scopata peggiore della mia vita: breve e per nulla interessante. Eh, già, trombi proprio come ammazzi la gente: alla svelta e senza la minima emozione.
Chissà se magari ora sei cambiato: potrei anche darti una possibilità di riscattarti... che ne dici? Ma ti dovresti impegnare di più. Comunque devo dartene atto: il lavoro l'avevi portato a termine in maniera perfetta, quindi mi sa che se ti avessi pagato quello che chiedevi mi sarei risparmiata la peggior notte di passione... se così avesse potuto chiamarsi... della mia vita... anche se a spese dei miei committenti.»
«Comunque, che ne direste di passare agli affari?», riprese Edra dopo aver dato un istante di stacco dalle schermaglie iniziali. «Il motivo per cui vi sto proponendo questo affare è semplice: noi siamo molto interessati a portare a termine il vostro lavoro e sappiamo di essere più in grado di voi di farlo. Perché?» La domanda retorica era chiaramente in risposta all'obiezione di Scarlett. «Perché voi siete una dozzina o poco più, noi siamo dieci, cento volte tanti e non meno capaci di voi, anzi tutt'altro: possiamo mettere in campo un gruppo piccolo come il vostro oppure, a seconda delle necessità, possiamo decidere di rafforzarlo finché occorre e magari poi tornare ad un piccolo gruppo, con la massima flessibilità: siamo abili, siamo organizzati e siamo determinati. Non meno ed anzi più di voi.»
Con un fluido movimento riportò i piedi al loro posto sul pavimento ed assunse un'aria più professionale. «Ora voi vi starete chiedendo perché, se siamo così bravi, non siamo andati direttamente a Mayraberd a vedercela con Raxxla... ebbene sì, come vedete so tutto... ma un motivo c'è: ci siamo resi conto che tutti gli altri gruppi entrati a vario titolo nella faccenda sono andati dritti a Mayraberd, incluso l'esercito del Generale Dunfield. Tutti, tranne un solo gruppo: il vostro. Anche adesso state andando a nord-est quando invece Mayraberd è a nord-ovest. Non ci vuole un genio per capire che voi, al contrario di tutti gli altri, dovete essere al corrente di qualcosa di importante, forse anche di vitale per la missione: ecco, questo è proprio ciò che ci interessa.»
«Insomma, la nostra proposta è questa: voi ci mettete a parte di ciò che sapete, noi vi paghiamo profumatamente e poi voi vi levate di mezzo e lasciate lavorare i professionisti.»


Ed ora non mi resta che salutarvi e darvi appuntamento...
...al prossimo incontro!
LoShAmAnO


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