giovedì 14 marzo 2024

SeTTiMaNa 10 - 2024

MORGON - 14/09
Morgon era stato particolarmente silenzioso all'uscita dalla prigione. Capiva benissimo che tutta quella faccenda in qualche modo si era conclusa grazie ad interventi altrui, nonostante il suo disastroso intervento.
Capiva anche che continuare a rimuginare su quella faccenda non avrebbe fatto bene, per cui si ripromise di smetterla. Ma a volte la mente gioca brutti scherzi ed infatti, quella notte passata abbracciato a Tabitha era trascorsa silenziosa.
La mattina dopo, in qualche modo, non vedeva l'ora di andare via da La Soglia. Era felice di avere Tabitha al fianco. La cosa, come sempre, lo faceva stare bene. 
Fu in quel momento, quando uscivano dalla cittadina, che a Morgon venne in mente la sciarpa che aveva comprato per Tabitha... maledisse la sua testa ed il suo continuo pensare a quanto accaduto il giorno prima.
Pensò a come fare per rimediare.

L'incrocio con i Manti Grigi cercò di dimenticarlo in fretta. Strinse forte la mano alla drow e proseguì. Quando si accamparono, dopo la cena, chiese a Tabitha se poteva accompagnarlo. La prese per mano, la condusse a pochi passi di distanza dal gruppo, dando loro le spalle e mettendosi di fronte a lei, trasse da una borsa appesa alla cintura la sciarpa che aveva preso il giorno prima.
"Per te. Un piccolo regalo. Un piccolo modo per dirti che ti voglio bene. Davvero."

NdG
Morgon non farebbe turni di guardia per non perdere la possibilità di usare incantesimi il giorno dopo


TABITHA - 14/09
Non appena avevano finito di cenare, Morgon le aveva chiesto se poteva andare con lui un attimo. Tabitha l'aveva osservato inclinando la testa con curiosità, chiedendosi il perchè di quella richiesta, ma subito si era alzata e l'aveva seguito con un sorriso, certa che doveva aver un buon motivo.
E se magari voleva dirle che aveva cambiato idea su di lei, loro? Di colpo lo stomaco le si chiuse, minacciando di farle rivedere tutta la cena, ma poi si rese conto che lui la stava tenendo per mano, l'aveva cercata lui, perchè avrebbe dovuto farlo se voleva dirle una cosa del genere? Le avrebbe semplicemente chiesto di seguirlo, senza aggiungere quel gesto sempre così dolce e gentile. Così Tabitha prese un bel respiro e scacciò quei pensieri prima che lui potesse notare il suo improvviso picco di ansia.
Morgon si fermò a poca distanza dall'accampamento, poco oltre il primo cerchio di alberi della radura, abbastanza vicino al gruppo da non correre rischi, ma abbastanza lontano perchè la loro conversazione restasse privata.
Il bardo si posizionò dando le spalle al fuoco, la cui luce filtrava a tratti in quella zona, e Tabitha si fermò, voltandosi per guardarlo in viso. Sorrise, osservandolo mentre cercava qualcosa in una borsa che portava appesa alla cintura, fino a che ne estrasse una sciarpa viola che le porse.

"Per te. Un piccolo regalo. Un piccolo modo per dirti che ti voglio bene. Davvero."

Tabitha sgranò gli occhi, posandoli sul lungo pezzo di stoffa impalpabile che brillava alla luce del fuoco. Non aveva visto Morgon fare quell'acquisto, non aveva la più pallida idea di quando fosse riuscito a comprarla, e forse nemmeno le importava. Riusciva solo a pensare a quanto Morgon fosse stato così gentile da pensare di farle un regalo. A lei.
I grandi occhi viola di Tabitha incrociarono lo sguardo del bardo, e lei si trovò a sbattere ripetutamente le palpebre per controllare le lacrime di felicità che glieli avevano inumiditi. Un secondo dopo, prima ancora di prendere il dono, Tabitha gettò le braccia al collo di Morgon, stringendosi a lui con forza. 
"Oh, grazie! Grazie! É stupenda, non dovevi!"  
Solo dopo un attimo l'elfa allentò la presa quel che le bastava per scostarsi il minimo che le serviva per poter guardare di nuovo il dono. Tabitha teneva ancora un braccio attorno alle spalle di Morgon, mentre l'altro lo aveva abbassato, facendo scorrere delicatamente la mano sulla stoffa viola, perfettamente intonata al colore dei suoi occhi.
L'aveva poi presa quasi con deferenza, lasciando che scorresse prima tra le sue dita e poi lungo il braccio, facendola finire attorno al collo in modo che non le potesse cadere, e infine aveva alzato di nuovo lo sguardo su Morgon.
Un sorriso bellissimo le piegò le labbra  e si espanse su tutto il suo viso, fino ad illuminarle le iridi.
"Grazie." ripeté un secondo prima di alzarsi sulle punte dei piedi per posargli un bacio a poca distanza dall'angolo delle labbra. Arrossì, ma non perse il sorriso né abbassò lo sguardo, poi lo abbracciò di nuovo, sprofondando il viso nell'incavo del suo collo. "Anche io ti voglio bene, Morgon."
Poi di colpo si risollevò guardandolo per un attimo negli occhi prima di abbassarli. "Io però non ho un regalo per te. Mi dispiace tanto... che sciocca, non ci ho pensato, avrei potuto..." iniziò a farfugliare dispiaciuta come non mai.


GHINO - 14/09
I primi giorni era contento di essere tornato alla civiltà. Aveva mangiato e bevuto a sazietà, si era goduto ogni notte passata in un letto caldo e le occasionali visite al bordello locale.
Ma poi erano rimasti invischiati nell'indecisione, intrappolati da quella Edra e dai suoi scagnozzi grigi. Aveva perso interesse a ogni tentativo di risolvere la situazione, limitandosi ad aspettare gli altri nella taverna, bevendo spesso da solo nella sala comune.
Quando gli altri tornarono con la notizia che la situazione si era finalmente sbloccata, si era ripreso e preparato in fretta per la partenza.
Uscire dalla città, riprendere il cammino e incrociare lo sguardo mesto dei Grigi non aveva prezzo, dopo quel periodo di inattività forzata.
Sentiva voglia di infilarsi in qualche sotterraneo pericoloso, nonostante il lungo periodo passato nella miniera di Kel-Athril. Si sorprese anche a fischiettare durante la lunga salita: era di buon umore.
Quando si fermarono per la cena, Scarlett chiese aiuto per cucinare.
Ghino estrasse due padelle dalle profondità della borsa conservante, lasciandole alla rossa.
"Vado in cerca di selvaggina, arrivo." 
Torno dopo una mezz'ora con quattro conigli, dei tuberi che aveva trovato in mezzo a un prato e qualche erba officinale.
"Questi dovrebbero macerare una notte in vino e ginepro, ma per stavolta credo che basti così." Terminò con un sorriso che non appariva sul suo volto da troppo tempo.


DUNGEON MASTER - 14/09
Concordati che furono i turni di guardia, i primi due (NdG: Jean e Indevar) si scelsero i posti dai quali montare la guardia mentre gli altri si sistemarono per la notte.

Non molto tempo dopo che il movimento nel campo si fu placato le due sentinelle iniziarono a percepire che qualcosa di strano stava accadendo: sensazioni, più che certezze, di movimenti al di là del limitare del campo.

Infine, circa a metà del turno di guardia, un goblin si fece avanti guardingo, con una spada corta stretta in pugno e proteggendosi con uno scudo rotondo; arrivato ad un paio di passi all'interno dell'area illuminata dal fuoco, depose la spada al suolo e sollevò la mano nel
gesto universale di chi vuole parlamentare.

Guardandosi intorno ma palesemente prestando attenzione a non fissare direttamente il fuoco disse: «Io vuole parla a voi. Voi grossi ma voi pochi. Noi piccoli ma noi millemila, qui in buio. Io dice voi meglio sta fermi e parla. Voi parla a me?»


JEAN - 14/09
[Flashback]:
Infine, ripartirono da La Soglia… Non era stato proprio il soggiorno che sognava, ma non era andata male dopotutto. Osservò Kreena, accanto a lui, quindi riservò alle porte della città un’eloquente occhiata di rimpianto. Sospirò e si mise al seguito di Bardell, che rientrava per il momento tra le cose buone avvenute nelle ultime ore. 

Non era passato molto quando incrociarono i Manti Grigi. Non destavano più alcuna preoccupazione, sapeva che avrebbe dovuto semplicemente lasciar perdere, ma il suo sguardò vagò attentamente tra le loro fila alla ricerca di un obiettivo preciso che non tardò ad inquadrare. Eccolo lì. Rallentò leggermente l’andatura e lo fissò.

[NDG: in funzione della reazione che il DM sceglierà mi riservo qualche altra riga di flashback]

Alla proposta dei turni di guardia rilanciata da Kreena, il darokiniano la schernì:
“Comprensibile. Non riusciresti a stare all’erta un attimo con me nei paraggi.” Le sorrise in tralice e si dispose per il primo turno con Indevar. A dir la verità non era neppure stanco…

Gli altri quasi non fecero in tempo ad addormentarsi che dei rumori piuttosto evidenti misero le sentinelle sul chi va là... [NDG per DM: si riesce a dare una dimensione ai rumori che si sentono? Non pretendo di capire il numero, solo escludere che possa trattarsi di un esercito. Do per scontato di sì, se così non fosse non tenete conto del proseiguo]
Jean strinse le spade, in posizione di guardia, pronto a praticare vari fori aggiuntivi sulla prima cosa che gli si fosse parata davanti, Manto Grigio o Manticora che fosse, e stava per farlo… Si fermò appena in tempo. Un goblin solitario, piuttosto coraggioso dovette ammettere a sé stesso lo spadaccino, si era fatto avanti con spada e scudo levati, ma prima di provocare la sua reazione li aveva deposti a terra sollevando le mani. 
Jean non si mosse di un millimetro mentre quello parlava in comune stentato, né lo fece quando ebbe terminato e mentre rispondeva:
“Per le palle di Perelandro, possibile che siamo perseguitati da questi plurifottuti umanoidi ovunque andiamo?! Deve essere la puzza di Filth che li attrae, una specie di cazzo di feromone per mostriciattoli verdi. Roba da non credere.”
Con una delle due lame indicò il goblin e subito dopo descrisse un arco che abbracciava l’oscurità subito dietro ad esso:
“Mi piace che tu abbia parlato chiaro. Adesso ascoltami bene perché farò altrettanto. Una sola mossa falsa da parte tua o dei tuoi amici e nei successivi tre secondi succederanno queste cose: prima sveglierò i miei compagni, poi tu morirai. Sarà una cosa molto rapida. Non sono un grande ascoltatore, quindi se hai qualcosa da dire che valga la pena dilla in fretta.”


DUNGEON MASTER - 14/09
[Jean Tannen] Non era passato molto quando incrociarono i Manti Grigi. Non destavano più alcuna preoccupazione, sapeva che avrebbe dovuto semplicemente lasciar perdere, ma il suo sguardò vagò attentamente tra le loro fila alla ricerca di un obiettivo preciso che non tardò ad inquadrare. Eccolo lì. Rallentò leggermente l’andatura e lo fissò.

Il Manto Grigio si accorse dello sguardo fisso su di lui e borbottò infastidito al compagno più vicino: «Ma che ha da fissare quello là?». «Boh...» fu la diplomatica risposta, poi: «Magari gli piaci...» aggiunse ridacchiando. «Fanculo» ribatté scocciato il primo dei due.

Evidentemente per lui la faccenda dell'insulto a Kreena era del tutto dimenticata, ammesso e non concesso che si fosse mai reso conto anche in precedenza dello sdegno di Jean.


DUNGEON MASTER - 14/09
[Jean Tannen] “Per le palle di Perelandro, possibile che siamo perseguitati da questi plurifottuti umanoidi ovunque andiamo?! Deve essere la puzza di Filth che li attrae, una specie di cazzo di feromone per mostriciattoli verdi. Roba da non credere.”
Con una delle due lame indicò il goblin e subito dopo descrisse un arco che abbracciava l’oscurità subito dietro ad esso: “Mi piace che tu abbia parlato chiaro. Adesso ascoltami bene perché farò altrettanto. Una sola mossa falsa da parte tua o dei tuoi amici e nei successivi tre secondi succederanno queste cose: prima sveglierò i miei compagni, poi tu morirai. Sarà una cosa molto rapida. Non sono un grande ascoltatore, quindi se hai qualcosa da dire che valga la pena dilla in fretta.”

Il goblin fissò a bocca aperta Jean: «Tu parla, parla tanto. Io capisce un cazzo di tu parla. Tu uno. Noi millemila. Tu parla bene, noi no fa te culo come capanna. Tu blablabla tanto, noi fa culo come capanna.»

[NdG] I rumori che si erano sentiti erano leggeri: di certo non un esercito, ma è altrettanto certo che chi sia capace di muoversi bene al buio (come ad esempio i goblin...) di rumore non ne fa tanto.

[NdG] Per chiarire: il goblin ha posato solo la spada, ma lo scudo se lo sta tenendo davanti per bene. Mica si fida…


JEAN - 14/09
Jean represse un mezzo sorriso:
“Hai ragione mezza sega. Facciamola facile, che cazzo vuoi?”


DUNGEON MASTER - 14/09
Il goblin fece una faccia perplessa e rispose: «Sega? Cosa è "sega"?»
Poi distese i lineamenti per aggiungere: «Ma io capito "che cazzo vuoi", sì. Allora io spiega. Voi pochi. Noi millemila. Voi dà noi uno di voi. Meglio femmina: più morbida. Noi dà femmina a Mama Cap. Mama Cap mangia. Mama Cap contenta. Mama Cap no mangia noi. Noi contenti. Noi lascia voi va via. Voi contenti. Femmina che Mama Cap mangia no tanto contenta. Ma femmina una sola. Poi, femmina no conta. Altri voi va via vivi. Contenti. Voi no dà femmina, noi fa voi culo come capanna. Voi morti. Voi no contenti. Mama Cap ancora fame. Mama Cap vuole uno di goblin. Lei mangia. Lei contenta. Però noi no tanto contenti che mangia goblin. Goblin mangiato no contento.» Fece una specie di smorfia che per lui
doveva essere un ampio sorriso. «Allora io dice: meglio se voi dà femmina. Femmina no conta. Se no culo come capanna. Voi pochi. Noi millemila. Capito, sì?»

Detto questo, che forse era stato il più lungo e complesso discorso di tutta la sua vita, il goblin raccolse la spada e, rivolgendosi a qualcuno dietro le sue spalle, abbaiò un ordine. Un istante dopo una freccia sibilò dall'oscurità ed andò a conficcarsi nel terreno a due
spanne dai piedi di Jean.

«Noi no scherza, capito, sì?» rincarò il goblin. «Voi pochi. Noi millemila.» Detto questo, si ritirò nell'oscurità.


GHINO - 14/09
NdG
La domanda è molto naturale e ovvia.
I dormienti si svegliano o continuano a cavalcare nelle praterie di Morfeo?


DUNGEON MASTER - 14/09
Mettiamola così: non credo che Jean abbia alcun interesse a parlare sottovoce e d'altronde anche il goblin probabilmente si sente abbastanza al sicuro da non abbassare la voce (piuttosto stridula, come tipico dei goblin) dal momento che loro sono "millemila".

Insomma, lascio a voi la scelta sul fatto che i rispettivi PG si siano svegliati. Tranne Indevar, ovviamente, che essendo di guardia dovrebbe essere sveglio per definizione.


HAZA - 14/09
Il problema con i Manti Grigi si era dissipato come nebbia, ma proprio come la nebbia potevano tornare.
Per Haza, vederli scorrere di fianco a loro ma in direzione opposta era un sollievo effimero. Dava al gruppo un po' di vantaggio, ma ben poco. Il nano era convinto che se li sarebbero trovati dietro, pronti a cogliere un momento buono per attaccarli, oppure in attesa che trovassero quanto cercavano per godere dei frutti senza faticare o rischiare in proprio.

Accolse perciò volentieri la proposta di fare il proprio turno di guardia insieme a Ghino e si addormentò accanto a lui, certo che Fenryr avrebbe usato una punta di stivale infilata nel costato di ciascuno dei due per destarli quando sarebbe stato il loro turno.

A svegliarlo invece fu la voce di Jean... e un'altra ancora più fastidiosa.
Indossò l'elmo e raccattò ascia e scudo, non era il caso di perdere tempo a rimettere l'armatura. Controllò che anche Ghino si fosse svegliato, pronto a scuoterlo nel caso.


FENRYR - KREENA - 14/09
Fenryr aprì gli occhi non appena sentì la vocina acuta del goblin. Si alzò senza fretta, la lama della spada appannata di brina, come prima di uno scontro. Vide la freccia colpire il terreno, fissò il buio in quella direzione e fece un ghigno.

Kreena venne strappata dal primo sonno dalla voce sonora di Jean.
"Oh ma che vuoi?" - borbottò, girandosi tra le coperte - "Non ho sempre voglia di fare quelle cose...lasciami dormire..."
Poi alla coscienza giunse anche una seconda voce, pigolante e sconosciuta. La giovane aprì gli occhi, sbattè le palpebre, si tirò in piedi giusto in tempo per vedere il messaggero goblin fare dietro front e sparire nella notte.
"Millemila...tse..." - sbuffò la ladra, scuotendo la testa.
"Senti tu!" - esclamò poi, in tono così squillante da scuotere chiunque stesse ancora dormendo - "Voi millemila, noi forti: voi venire, noi fare culo a capanna, poi ballare su vostre ossa"
Sorrise.
"Ma noi amici di cose piccole...io sorella di sangue di re Arhar coboldo...noi liberato da strega Kelath..."
Guardò un attimo in direzione di Kelly, come per assicurarsi che reggesse il gioco.
"Lei nera, cattiva..sputava ghiaccio davanti e fuoco dietro...per capirci..."
Scosse le spalle.
"Mama Cap mangia soltanto. Noi aiutare. Voi dire dov'è Mama Cap, noi uccidere. Poi ballare insieme su sue ossa"
Sorrise ancora.
"Capisc?"


MORGON - 14/09
[Tabitha]
 "Io però non ho un regalo per te. Mi dispiace tanto... che sciocca, non ci ho pensato, avrei potuto..." iniziò a farfugliare dispiaciuta come non mai.

"Ehi, un attimo. Non ti ho fatto questo regalo per rattristarti. Non ti ho fatto questo regalo per averne qualcosa in cambio."
Non aggiunse altro.
L'abbracciò forte e rimase così, con lei, per parecchio tempo. Stava bene.

"Rientriamo dagli altri?" le propose.

Quando si svegliò, sentendo la voce di Kreena parlare a qualcuno ad alta voce, si scoprì abbracciato a Tabitha. Sorrise felice e poi si levò per cercare di capire cosa stesse succedendo.
Non capì molto degli scambi verbali che stavano avvenendo, ma per sicurezza, allungò la mano verso l'arco e la faretra e nel mentre svegliò Tabitha con una carezza e abbassandosi su di lei sussurrandole di non fare troppo rumore.


TABITHA - 14/09
Tabitha aveva preso sonno che ancora stava sorridendo felice, aveva augurato la buonanotte a Morgon e poi era letteralmente crollata abbracciata a lui.

Una vocetta stridula era penetrata nella sua coscienza addormentata abbastanza da indurla a stringersi a Morgon. L'elfa si era mossa per pochi secondi, poi era risprofondata nel sonno, almeno fino a che non sentì chiaramente una mano del bardo che la accarezzava fino a svegliarla.
Gli occhi viola si aprirono, pensando che fosse ormai mattina, così rimase sorpresa quando invece incontrarono la piena oscurità della notte. Qualcosa non andava.
Kreena aveva appena finito di dire qualcosa che però non era riuscita ad afferrare, mentre Morgon si era chinato su di lei per sussurrarle di non fare tanto rumore.
Tabitha aveva annuito lentamente, quindi con cautela si era mossa per sollevarsi leggermente, le spalle al fuoco per poter scrutare l'oscurità della foresta. L'arco lo aveva lasciato lì vicino per ogni evenienza, così le bastò allungare la mano tenendola praticamente rasoterra per afferrarlo. 
Non aveva idea di cosa ci fosse di preciso, ma a quel punto si ricordò della vocina stridula che era convinta di aver solo sognato, e realizzò che, forse, si trattava di goblin.


SCARLETT - 14/09
Scarlett si era addormentata da poco appoggiata al petto di Issus, quando la voce di Jean l'aveva strappata dal sonno. Si era immobilizzata, cercando di mantenere il respiro lento di qualcuno che dormiva, aveva poi sbirciato giusto per avere la conferma che quella voce apparteneva ad un goblin come pensava. A quel punto aveva rinsaldato la presa su Issus, sprofondando contro di lui, ricevendo la conferma dalla tensione nei muscoli che anche lui si era svegliato.
"Goblin..." aveva sussurrato pianissimo, allentando le braccia per permettergli di alzarsi se lo avesse voluto.
Una freccia sibilò a poca distanza dai piedi di Jean, quindi nella radura risuonò la voce di Kreena che stava cercando di parlamentare con i goblin.
Scarlett si trovò a sorridere: quella sì che era una bella idea.
Lentamente la Rossa si risollevò afferrando il bastone lì a fianco, gli ultimi strascichi di sonno che lasciavano la sua mente tornata nuovamente in moto.
Ora c'era da vedere se quanto detto da Kreena poteva sortire un buon esito, altrimenti avrebbero dovuto usare le maniere forti. Qualcosa di adatto lo aveva pronto, il più era capire dove fossero nascosti, perchè al buio i goblin avevano l'innegabile vantaggio di vederci a differenza sua.
 

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