lunedì 26 luglio 2021

SETTIMANA 29 2021

DUNGEON MASTER - 03/09
[Scarlett] "Va tutto bene, amore?"

«Sai che non lo so?», rispose Issus dopo un istante di riflessione. «Anch'io, come tutti, non conoscevo Artemis di persona, quindi non avevo idea che il sicario e la brunetta fossero la stessa persona. Cioè... lo stesso essere. Ovviamente Artemis non mi piaceva, ma non era solo rivalità professionale: è che non mi andava giù il suo modo di agire. C'è poco da vantarsi nel mestiere di sicario professionista, ma io ho sempre curato di fare meno danno possibile: solo la vittima designata e con il minimo della sofferenza. Lui, invece... o lei che fosse...sembrava considerare un marchio di fabbrica lasciarsi dietro un mezzo macello, spesso con parecchi danni collaterali. Eravamo ugualmente efficaci, ma nell'ambiente io ero considerato il migliore proprio in virtù di questa differenza. La brunetta invece mi era simpatica. Era simpatica a tutti: vivace, spigliata, civettava con tutti ma si diceva che non la desse mai a nessuno». Ridacchiò ironicamente. «Già, e come avrebbe potuto? Io, poi, te l'avevo detto come ero con le donne, no? Solo professioniste e solo quando ero quasi arrivato al punto di aver voglia di trombarmi una pecora. Lei, poi, nessuno sapeva il suo vero
nome e nemmeno di che vivesse, ma tutti erano concordi nel dire che non era una che faceva la vita: era carina, vivace, spigliata... e misteriosa». Si strinse nelle spalle. «Insomma, avrei voglia di brindare per la morte di Artemis ma allo stesso tempo mi sento triste per la
morte della brunetta».

Intanto che Issus spiegava il suo stato d'animo a Scarlett, tutti e due stavano risalendo il pendio per tornare da Scortum. Arrivarono su per ultimi, in tempo per vedere la grassa chierica impegnatissima a congedarsi dal gruppo di avventurieri elargendo a tutti con equanimità baci, abbracci e fiumi di lacrime. Quanto meno, a tutti quelli che non cercavano di starle fuori tiro. «Grazie per aver portato una giornata diversa dal solito a questa povera chierica solitaria», era il suo tema preferito.

Finiti i convenevoli gli avventurieri ripresero il cammino, ma ebbero subito un buon motivo per fermarsi: nel caso qualcuno si fosse chiesto cosa mai potesse essere successo al vero Vixiar, la risposta comparve ai loro piedi (letteralmente) a poca distanza dal campo, quando svoltarono dietro un masso un po' più grosso degli altri: il cadavere del mago in nero era là, steso scompostamente al suolo con la gola squarciata da un orecchio all'altro. In quale circostanza fosse stato colto così palesemente di sorpresa non era difficile immaginare: la tunica sollevata fino alla vita e le brache calate lasciavano pochi dubbi su cosa potesse essere accaduto nella notte precedente.

Il resto della giornata trascorse tranquilla, scarpinando in fila indiana su per il sentiero senza vedere nulla di anomalo, tranne alcuni arcieri che dall'inizio del pomeriggio avevano preso a tenerli d'occhio a turno, senza mai farsi vedere più d'uno alla volta, seguendo un percorso parallelo al loro e muovendosi agilmente fuori sentiero con la sicurezza di chi si sta muovendo su un terreno familiare. «Guardie di Tionisla», aveva detto quasi subito Argenta. «Non c'è da preoccuparsi».

Era quasi giunta l'ora di cena quando il gruppo giunse a destinazione: dopo una curva il sentiero proseguiva ancora per un breve tratto e poi terminava improvvisamente in uno slargo, lungo una ventina e largo una decina di passi, che a destra ed a sinistra si apriva su un dirupo alto una decina di metri e che aveva l'aria di essere stato, chissà quando, almeno in parte modificato artificialmente. Il lato opposto al punto di arrivo del sentiero era costituito dalla parete stessa della montagna ed al centro si apriva un grande portale di quercia rinforzata da grosse bande metalliche.

Il battente del portale era socchiuso ed un gruppo di armati era evidentemente in attesa del gruppo di avventurieri. Nessuno dei presenti aveva però le armi in pugno, anche se l'atteggiamento rendeva chiaro che si trattava di professionisti che avrebbero potuto passare all'azione in un solo istante. Quasi al centro dello spiazzo era in attesa un uomo, che dalle insegne pareva essere il comandante della squadra.

«Attendete qui», disse Filth quando lo vide. «Argenta, tu invece vieni con me».

Il chierico e l'elfa si fecero avanti fino a fermarsi di fronte all'uomo, che nel vederli chinò brevemente la testa in segno di saluto, prima verso Filth e poi verso Argenta.

«Mastro Filth, sono onorato di rivedervi», esordì.

«Amico Erdem, è un piacere anche per me», replicò il chierico.

L'uomo però già non gli stava prestando più attenzione: «Solcan e gli altri?», chiese bruscamente ad Argenta.

Ricevuta in poche parole la notizia, Erdem storse amaramente la bocca, commentò: «Maledetta Kel-hatril!», poi aggiunse seccamente: «Venite: la padrona vi attende». Detto questo, senza aggiungere altro fece dietrofront e si avviò a passo deciso verso il portone mentre i suoi uomini provvedevano a spalancarlo per lasciare passare il gruppo.

[NdG] Per non farla troppo lunga mi fermo qui: se volete ruolare qualcosa, ogni momento è buono. Aspetterò un giorno, o al massimo due, e poi posterò l'incontro con Tionisla.

INDEVAR - 03/09
Indevar localizzò immediatamente la Drow, fece un passo verso di lei.
Sussurrò"Qualsiasi cosa succeda conta sul mio appoggio"
Il capitano non doveva aver fatto caso al colore della pelle dei membri del gruppo, ma la sera non avrebbe celato per molto le sembianze delle due sorelle.

 

 

 

DUNGEON MASTER - 03/09
Colta di sorpresa, Kel-hatril volse la testa, forse fin troppo bruscamente per non farsi scoprire, in direzione di chi le aveva parlato. Da sotto il cappuccio grigio accuratamente tirato sulla testa Indevar poté scorgere il lieve bagliore degli occhi della maga ma soprattutto l'inaspettato e del tutto spontaneo sorriso che per qualche istante illuminò i lineamenti smorti del suo volto. «Non hai idea di quanto significhi per me ciò che hai detto», sussurrò e poi aggiunse semplicemente: «Grazie».

Kel-hatril tornò a chinare la testa nascondendola completamente all'interno del cappuccio, dalle cui profondità dopo qualche secondo provenne un sospiro seguito dal suono sommesso della voce di Trilly: «Sta diventando sempre più duro accettare di morire adesso...».

«...ma dobbiamo affrontare questa prova», completò la voce di Kelly, ugualmente sommessa.

«Abbiamo paura di morire?», chiese Trilly, un po' timidamente.

«Un po', forse, ma è della perdita di ciò che abbiamo appena trovato che abbiamo davvero paura», corresse Kelly.

«Ma andremo avanti lo stesso?», chiese Trilly in tono spaventato.

«Fino in fondo», confermò Kelly. «Lo dobbiamo a tutti coloro che hanno subito dei torti da noi e lo dobbiamo anche a noi stesse».

Kel-hatril sospirò nuovamente ed infine tacque.

JEAN - 03/09
Il rumore di un ramoscello spezzato. Artemis si era tradita. Eccola lì, a pochi passi da lui. Era una donna, adesso, una bella ragazza con i capelli bruni… Esitò. Abbastanza da muovere un passo falso a propria volta. Non esitarono gli altri, invece. Un dardo di luce la trafisse, subito dopo la spada di Issus e tutto finì, senza una vera e propria lotta. A Jean si torsero spiacevolmente le budella ben prima che Artemis abbandonasse il mondo dei più recuperando quelle che dovevano essere le proprie sembianze reali e il darokiniano si incupì: doveva trattarsi di una creatura ben triste, alla fine dei conti. Il suo aspetto non l’avrebbe resa accettabile in nulla di diverso da una corte dei miracoli… Rinfoderò le spade, in silenzio e girò i tacchi tornando alla caverna di Scortum.
Fu di pessimo umore per tutta la durata del viaggio fino a quella che era la residenza di Tionisla e la presenza costante di arcieri non aiutò affatto in tal senso. Non c’era da preoccuparsi, come aveva sottolineato Argenta, ma le sensazioni gradevoli erano una cosa diversa… Solo il breve scambio di battute tra Kel-Hatril ed Indevar gli riportò un minimo di serenità. Aveva la netta sensazione che la negoziazione non sarebbe stata una cosa semplice, ma avrebbe speso tutto lo spendibile in prima persona perché portasse ad una soluzione pacifica.

KREENA - FENRYR- 03/09
Kreena imporporò, sentendo l'imprecazione del guardiano. Gonfiò il petto, fece un passo, ma una mano rude la trattenne.

 

 

 

 

 

L'elfo dei ghiacci scambiò uno sguardo significativo con la giovane, quindi la superò, raggiungendo Erdem nel varco.
"La drow e sua sorella sono con noi" - disse nel solito tono basso, in apparenza incolore.
Fissò l'uomo e i suoi compagni coi suoi occhi glaciali, con intensità, come a esser certo non ci fossero fraintendimenti.
"Nessuno farà loro del male"

 

 

SCARLETT - 03/09
Scarlett ascoltò Issus mentre percorrevano il tragitto per tornare da Scortum. Poteva capire i sentimenti contrastanti del suo compagno.
"Credo che Artemis fosse una creatura molto complessa, mentalmente parlando. Degli umani le interessava poco o nulla, però ha imparato a vivere tra loro, comportarsi come loro, e alla fine da te voleva essere ricordata con quello che, ormai, credo considerasse il suo aspetto umano." anche Scarlett sospirò stringendo lievemente le spalle. "Comprendo che tu sia combattuto tra la gioia di aver liberato il mondo da Artemis, e la tristezza di sapere che era, in realtà, anche una persona che ti era simpatica." gli sorrise gentilmente dandogli un'ultima stretta alla mano, prima di dedicarsi inevitabilmente al raccogliere le sue ultime cose per la partenza.
Stava per mettersi in spalla lo zaino, quando lo sguardo le cadde dove Artemis si era seduta cercando di imitare il modo di studiare di un mago: il libro di incantesimi di Vixiar giaceva a terra dove la mutaforma l'aveva lasciato. La Rossa lo raccolse, rigirandoselo tra le mani, mostrandolo poi ai compagni.
"Questo temo che non servirà più al suo proprietario. Lo tengo io, ma è a disposizione di qualunque fruitore di magia del gruppo."
Come ultima cosa Scarlett di diresse da Scortum, abbracciandola calorosamente per ringraziarla dell'ospitalità, quindi si misero in marcia.
A non molta distanza trovarono il cadavere di Vixiar. La maga lo osservò per un istante senza dire nulla, un velo di tristezza negli occhi. Se solo quello stupido fosse stato meno orgoglioso e avesse ascoltato le loro raccomandazioni, probabilmente sarebbe stato ancora vivo.

A metà pomeriggio degli arcieri iniziarono a seguirli lungo il percorso, tenendoli d'occhio fino a che non arrivarono ad uno slargo ai piedi di un dirupo.
Un uomo si fece avanti parlando con Filth ed Argenta, imprecò contro Kel-hatril alla notizia della morte dei compagni di Argenta, quindi disse che erano attesi e si avviò verso il portone.
Scarlett gettò un'occhiata a Kel-hatril e Tabitha, entrambe ben coperte, preparandosi alla sicura discussione che sarebbe scaturita non appena avessero spiegato a Tionisla chi c'era con loro. Voleva solo sperare che la maga fosse di vedute aperte e che concepisse il dare seconde possibilità a chi dimostrava di voler cambiare.
Poi però ci pensò Fenryr a mandare completamente all'aria qualunque possibilità di introdurre la questione in modo pacato e, soprattutto, in primis a Tionisla. Era lei a comandare lì, quindi non era affatto una buona idea dire subito a quei soldati che Kel-hatril era nel gruppo, soprattutto tenendo conto che chissà quanti dei loro compagni erano morti per intervento più o meno diretto della drow.
Scarlett si irrigidì. "Ma che cazzo!" sbottò a denti stretti. Come se poi fosse il caso di mettersi a dettare legge in casa di altri appena arrivati, senza manco sapere con quanti e chi avessero a che fare, contando anche che non erano lì per fare brutto a nessuno.
Rapidamente la maga si spostò mettendo in mostra le mani aperte in modo che fosse chiaro che non voleva intraprendere nessuna azione offensiva. "Vi prego, prima di trarre conclusioni affrettate, dateci modo di parlare con voi e con Tionisla. Le drow non sono qui con intenzioni ostili, ci hanno anche aiutato... quindi, vi prego, parliamo."

MORGON - 03/09
- Ma brutto pezzo di elfo... - pensò tra sè e sè Morgon alle parole di Fenryr.
- Ma perchè? Ma perchè? -
Poi volse lo sguardo a Tabitha e provò a mettersi nei suoi panni. Sarebbe stato parecchio impaurito. Provò a fare un respiro e guardandola le sorrise.

"Andrà tutto bene..." disse il giovane mezzelfo cercando di essere il più rassicurante possibile. Ad aiutare le parole del bardo seguirono subito le parole di Scarlett in direzione delle guardie di Tionisla.
Morgon sentì un moto salirgli dentro e parlò ad alta voce anche lui.
"Sì è vero... non sono qui per recare offesa... lo posso confermare..." come se le sue parole potessero mai essere di una qualche utilità a rafforzare quanto già detto dalla maga, ma si sà che a volte la spontaneità ha il sopravvento sulla razionalità.
Detto questo cercò di essere il più serio possibile guardando una ad una le guardie.

GHINO - BOGNUS - 03/09
Ghino era corso giù con l'idea di tagliare la strada ad Artemis. Si era mosso forse troppo in fretta, in modo goffo. Non aveva portato nessun contributo, Issus e qualcuno fra i maghi avevano chiuso la partita prima che potesse fare qualsiasi cosa.
Sbuffò d'impazienza mentre partivano dalla caverna di Scortum, degnò appena di uno sguardo il cadavere scomposto di Vixiar. Era irritabile, non parlò con nessuno per tutto il viaggio, finché non arrivarono senza altri intoppi alla dimora di Tonisla.
Non fece neanche in tempo a porsi il problema di come indorare la pillola della presenza di Kel-athril, che Fenryr aveva già spiattellato tutto col suo modo di fare ottuso.
"Pezzo di cretino..." biascicò fra i denti senza farsi sentire.
A seguire le parole di Morgon e Scarlett, sollevò subito le mani per apparire il più inoffensivo possibile. Quindi attese, il fiato corto.

Bognus era rimasto concentrato a difendere il suo lato. Fu contento che fosse finito tutto in fretta, l'idea di avere una spia fra di loro lo inquietava. Non temeva combattere nemici a viso aperto, ma un impostore era tutta un altra storia. Da quando aveva conosciuto Gymla la cosa era ancora più difficile da gestire, diventando un pensiero fisso.
Quindi la camminata che segui fu piacevole, era tranquillo e parlava con lei del paesaggio, della piccola valle dove viveva.
All'arrivo da Tionisla era ancora di buon umore, cancellato in un secondo dalle parole imprudenti di Fenryr. Si mise in guardia, ma facendo ben attenzione a non mostrarsi minaccioso.

TABITHA - 03/09
Artemis era stata fermata, avevano salutato Scortum e poi erano ripartiti alla volta della dimora di quella Tionisla. Ogni passo in più verso la loro meta rendeva Tabitha sempre più nervosa, perchè credeva che non sarebbe stata una passeggiata convincere quella maga che sua sorella voleva davvero cambiare vita. Sarebbe stato più facile per Kel-hatril scappare, ma non era la cosa giusta: se voleva dimostrare il suo impegno e determinazione a non essere più la drow di prima, doveva affrontare Tionisla, con tutti i rischi del caso.
Quando Filth e Argenta andarono a parlare con l'uomo e questi inveì contro Kelly, Tabitha si ritrasse ancora di più nel cappuccio, respirando il più piano possibile, come se così facendo potesse diventare di colpo invisibile.
Sentì le poche parole di Indevar dirette a Kel-hatril e si tranquillizzò un poco. Doveva confidare nel gruppo, le avevano aiutate fino a quel momento, ed era certa che non le avrebbero abbandonate ora.
Poi però arrivò una doccia gelata, che le bloccò il respiro e le fece defluire tutto il sangue dal viso. Fenryr aveva detto a quel tizio che sembrava avercela a morte con Kelly, che le due drow erano lì con il gruppo. Certo, aveva anche detto che nessuno avrebbe fatto loro del male, ma era difficile pensare che tutte quelle guardie decidessero di accontentarlo, del resto chi era lui per dire loro cosa fare?
O forse lui li conosceva e lei non lo sapeva...
Ma quella flebile speranza si infranse non appena udì qualche imprecazione arrivare da svariati membri del gruppo.
Tabitha deglutì a vuoto, non sapendo nemmeno lei cosa fare... da un lato avrebbe voluto essere forte, affrontare il problema mostrandosi, dall'altro però tutti quegli uomini armati, palesemente adirati con Kelly...difficilmente avrebbero fatto differenze tra loro due, erano due drow dopotutto, quindi certamente sarebbero state giudicate colpevoli a prescindere. Si ritrasse ancora di più, avvicinandosi di un passo a Morgon che era al suo fianco.
Si aggrappò alle parole del bardo, cercando di scacciare il panico che le stava attanagliando la gola, e si rese conto che aveva sì paura di essere ferita...ma era ancora più terrorizzata all'idea che la toccassero.
Stava per cedere alla paura, ma si costrinse a prendere dei respiri e a calmarsi. Doveva rimanere lucida, non poteva crollare, per lei e, soprattutto, per Kelly.
Sperava solo che Scarlett e Morgon venissero ascoltati, che quelle guardie dessero loro il tempo di spiegare...

HAZA - 03/09
Haza aveva tenuto stretta la balestra a due dardi fin da quando l'aveva impugnata per dare il suo contributo contro il mutaforma, quell'Artemis che si era rivelato una fanciulla ma anche un umanoide dalla pelle grigia.
Lungo la strada aveva continuato ad impugnarla per rispondere agli arcieri, se fosse iniziata una battaglia, nonostante le rassicurazioni di Argenta sulla fedeltà di quegli uomini a Tionisla.
Solo giunti al cospetto del Capitano del luogo ripose finalmente il tutto, ascoltando senza impugnare armi.

Le parole del Capitano lasciavano nessun margine a qualsiasi trattativa. Era troppo tempo che da queste parti avevano in odio le drow rintanatesi fra i coboldi. Redimerle agli occhi loro e del resto del mondo era un lavoro lungo e non era Haza che si era assunto questo onere.
Lasciò che gli eventi seguissero il loro corso, convinto che Tionisla non avrebbe consentito una lapidazione senza giusto processo.


ARGENTA - 03/09
"Attento Fenrir, in questo luogo la magia offensiva no è tollerata, la pietra stessa punisce chi la usa"

 

 

 

 

DUNGEON MASTER - 03/09
Erdem si bloccò di colpo quando Fenryr gli sbarrò la strada: «Chi ti credi di essere, elfo? Qui solo la Padrona, i suoi assistenti e in subordine io abbiamo facoltà di decidere se, quando e chi farà del male a chi», ringhiò minaccioso mentre all'istante tutte le guardie presenti si preparavano al combattimento e creavano un fronte compatto poco oltre il punto raggiunto da Fenryr: dalla silenziosa efficienza e dall'atteggiamento determinato era chiaro che si trattava di professionisti di prim'ordine.

«Qui sei ospite e sta solo a te far sì di risultare un ospite gradito», aggiunse Erdem in tono non meno minaccioso di prima. «Sei già partito con il piede sbagliato, quindi d'ora in poi riga dritto e se ti viene la cattiva idea di parlare piuttosto morditi la lingua. E tieni anche le mani ben lontane da quello spiedo che ti porti appresso, se vuoi evitarti grossi guai». Poi si rivolse ad alcune delle sue guardie: «Tu, tu, tu e tu: finché questa gente resterà qua voi terrete d'occhio quest'elfo giorno e notte». I quattro scattarono sull'attenti, risposero all'unisono: «Signorsì, signore!» e si affrettarono a disporsi in quadrato attorno a Fenryr, mantenendo tuttavia una distanza tale da non far apparire l'elfo come un prigioniero.

Erdem si volse poi verso Filth per esporre la situazione, anche se evidentemente il discorso era rivolto all'intero gruppo: «La minaccia di Raxxla è concreta anche qui, quindi per precauzione da qualche tempo la Padrona ha deciso di introdurre qualche misura di sicurezza in più. Prima di tutto e come ha appena detto la signora Argenta, le magie offensive sono vietate all'interno della residenza ed un estraneo che tenti di farne ricorso farebbe scattare le difese magiche predisposte dalla Padrona. La magia difensiva è tollerata ma sconsigliata: il suo uso potrebbe portare ad un interrogatorio sul motivo che l'avesse resa
necessaria. Non ci sono invece limiti per la magia non connessa con il combattimento. È sottinteso che anche le armi convenzionali sono vietate: non ve le toglieremo per rispetto nei confronti soprattutto di Messer Filth, ma vi sconsiglio vivamente di impugnarle». Il cenno in
direzione di alcuni dei suoi uomini fu più che significativo: mettere mano alle armi sarebbe stato molto rischioso per chiunque. «Mi dispiace se vi possiamo apparire inospitali, ma siamo in guerra».

«E adesso, prima di condurvi alla presenza della Padrona, ordino alla maga drow Kel-hatril di farsi riconoscere», aggiunse Erdem.

Il capo delle guardie aveva appena finito di dire queste parole che Kel-hatril già si stava facendo avanti fino a fermarsi di fronte a lui: la sua sagoma minuta la faceva parere una ragazzina inerme di fronte al massiccio guerriero. «Kel-hatril sono io», disse con voce ferma
abbassando il cappuccio della sua veste grigia: solo il colorito un po' più malsano del solito tradiva in qualche modo la paura che di certo stava provando.

Di certo non appariva in nulla la solita Kel-hatril che i membri del gruppo avevano imparato a riconoscere: a piedi nudi, a capo scoperto, vestita solo della sua tunica grigia, senza bastone né protezioni magiche, i lineamenti del viso contratti dalla tensione, tutto poteva emanare dalla sua figura tranne che un senso di potere. Tuttavia, anche se appariva come uno scricciolo indifeso di fronte ad un grosso gatto, il suo sguardo fermo in quello del capo delle guardie diceva tutto sulla dignità con la quale intendeva affrontare il proprio destino, quale che
si fosse rivelato. «Io sono Kel-hatril», ripeté, «e sono qui per sottopormi al giudizio di Tionisla: ti prego di condurmi da lei senza indugio».

FENRYR - 03/09
L'elfo dei ghiacci rimase impassibile, nè mosse un muscolo mentre le guardie lo circondavano.
"Non era una minaccia" - disse in tono roco "Solo un chiarimento. In guerra è sempre meglio conoscere chi si ha davanti"
Contò in silenzio i soldati attorno a lui, spostando lo sguardo da uno all'altro.
"E tu mi hai giudicato bene" - aggiunse con un mezzo, freddo, sorriso.
Quindi rimase a osservare la drow avanzare e mostrarsi, attendendo eventuali reazioni.

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