martedì 8 marzo 2022

SETTIMANA 09 - 2022

DUNGEON MASTER - 05 - 09 / 09
Abbastanza prevedibilmente la scelta del gruppo fu di trascorrere la notte da Scortum, sia in virtù del particolare ascendente che la chierica aveva nei confronti degli abitatori della valle e che avrebbe garantito loro di trascorrere una notte tranquilla, sia per farle un po' di compagnia dal momento che appariva ancora piuttosto scossa dalla brutta esperienza appena trascorsa.

Infatti la notte andò avanti senza spiacevoli sorprese e, pur avendo comunque previsto i soliti turni di guardia, le sentinelle non ebbero nulla di più da fare che ascoltare in lontananza i normali suoni notturni.

La mattina seguente, invece, ebbero una piccola sorpresa: «Il mio dio senza nome mi ha fatto visita in sogno stanotte», annunciò Scortum, «per dirmi che il mio compito qui è esaurito: ora devo scendere la valle fino a Verge ed attendere là un altro sogno, nel quale il dio mi comunicherà il mio prossimo incarico. Sono una cicciona, lo so, e cammino un po'
piano, ma mi piacerebbe andare fino a Verge con voi, se la cosa non vi dispiace. Se non altro, la mia presenza dovrebbe aiutare a tenere lontani i possibili brutti incontri lungo la via».

«Confermo», intervenne Filth. «Il dio ha parlato anche a me e fra le altre cose mi ha anche annunciato che avrebbe affidato alla nostra cara amica Scortum un nuovo incarico».

Dopo aver brevemente soppesato i pro e i contro di viaggiare con Scortum fino a Verge, il gruppo scelse per il sì e quindi, dopo aver aiutato la donna a mettere insieme le proprie poche cose, tutti insieme scesero a valle, preceduti dai due armigeri feriti e dai due mezzorchi. Come preannunciato, la minaccia dell'ormai defunto armigero si rivelò un
semplice bluff e l'accampamento dei coboldi poté essere attraversato senza alcun inconveniente. Una volta giunti oltre la palizzata a valle della fortificazione, i quattro ex tirapiedi di Kel-hatril presero congedo dal gruppo ma, anziché proseguire verso valle, ritornarono sui propri passi. «Ci scommetterei che intendono ritornare nella miniera per
cercare il forziere dove tenevo le loro paghe», commentò Kel-hatril. «Beh, buon per loro, sempre che riescano a cavarsela con il mimic… l'avevate trovato, immagino... e con i ragni rimasti, sempre che voi non li aveste già eliminati tutti». Scrollò le spalle. «Francamente, non me ne può fregare di meno, né di loro, né dei ragni».

Il resto del viaggio verso valle proseguì senza alcun problema, praticamente una scampagnata, incluso il passaggio della piana degli ankheg che, forse per la presenza di Scortum o forse per pura fortuna, se ne stettero alla larga per fatti loro.

Infine, verso la sera del quarto giorno di cammino, il gruppo giunse a Verge dove, con baci, abbracci e qualche lacrima, Scortum si congedò ed andò a chiedere ospitalità presso il primo tempio che le capitò sott'occhio, senza nemmeno curarsi di quale fosse la divinità alla quale era dedicato.

[NdG] A questo punto lascio al gruppo di avventurieri la sera, la notte e la giornata seguente per qualsiasi cosa vogliano fare: riposare, vendere o acquistare oggetti ed equipaggiamento, eccetera. Direi che potrebbero ripartire da Verge la mattina dell'11/09, cosa che penso che
descriverò giovedì pomeriggio (a meno che qualcuno non decida di intraprendere azioni che possano richiedere più tempo).


NDG
Verge è un villaggio prevalentemente agricolo e conta sui 500 abitanti. L'abitato è circondato da una palizzata e le porte sono protette da torri, anch'esse ovviamente in legno. All'interno si trovano due locande, una taverna, la bottega di un fabbro (che però di armi ne capisce poco: il suo pezzo forte sono gli attrezzi agricoli) ed un emporio. L'abitato è dominato da una torre in cima ad una collina adiacente all'abitato, dove vive il signorotto locale.

Per maggiori dettagli ed una mappa del posto potete vedere all'indirizzo
https://eyesoftraldar.obsidianportal.com/wikis/verge (in inglese).


TABITHA - 05 - 09 / 09
Il gruppo infine decise di passare la notte da Scortum, e Tabitha lentamente tornò a rilassarsi, sebbene cercasse di restare sempre ben distante dagli ex-armigeri della sorella. Non era certo l'anima della serata, ma per qualche verso era chiaro che stava cominciando a prendere un po' più confidenza con il gruppo, a sentirsene davvero parte: chiacchierava in modo rilassato con tutte le altre ragazze, e anche con la parte maschile dei compagni - Morgon a parte ovviamente - stava iniziando a sentirsi più a suo agio.  
Quando fu il  momento di coricarsi Tabitha si alzò, si guardò un attimo attorno, sembrò prendere un respiro colossale, e poi raggiunse Morgon, fermandosi ad un metro scarso da lui.
"Ah...ehm... posso mettermi qui?" gli chiese.
Non era la prima volta che si metteva nei suoi pressi, ma era la prima volta che si avvicinava così... non che fosse appiccicata, anzi, ma viste le difficoltà che aveva, soprattutto quando si trattava di letti - o qualcosa di anche solo simile - e la presenza di altri oltre a lei bhe... stava decisamente mettendo alla prova i suoi nervi.
Tabitha rimase ferma ad osservarlo per un lungo istante, torturandosi le dita, poi di colpo abbassò lo sguardo arrossendo e iniziò a sistemare il suo giaciglio.
"Scusa...era una domanda stupida...?" mormorò dopo un po' mentre si sdraiava, lasciando andare il fiato.
Gli occhi dell'elfa si puntarono sul cielo stellato, sembrò rilassarsi e, dopo un po', allungò una mano fino a stringerne una di Morgon. Gli sorrise. "Buonanotte Morgon."
Sorrise ancora: le piaceva quella sensazione, il saluto prima di cedere al sonno...

La mattina dopo si prepararono a partire e, a sorpresa, Scortum si unì a loro. La cosa contribuì al buon umore di Tabitha che fu felice di sentire che la chierica non sarebbe stata più sola, bhe, o almeno non lo sarebbe stata in quei giorni in cui avrebbero viaggiato assieme...ma sperava  per lei che anche il futuro sarebbe stato meno solitario.

Arrivarono a Verge verso la sera del quarto giorno di cammino.
Tabitha iniziò ad essere agitata quando erano ancora a una buona ora di distanza: da un lato non vedeva l'ora di arrivare, di vedere finalmente un villaggio della superficie, di poter andare in una locanda...ma dall'altro sapeva bene che il suo aspetto poteva causarle non pochi problemi. Così sembrava sull'orlo di una crisi di nervi.
"É il caso che tengo il mantello e il cappuccio, vero?" domandò ad un certo punto a Morgon, mentre entravano e già iniziava a guardarsi attorno incuriosita. Dopotutto il mantello non sarebbe stato così terribile da tenere...
Tabitha salutò Scortum quando questa si congedò per andare in un tempio, quindi tornò a guardare i compagni e poi di nuovo Morgon. "Io vorrei comprarmi una spada corta ecco... domani magari... mi sento un po' inutile quando non posso usare il mio arco..." spiegò, abbassando lo sguardo. "E magari anche un cambio di vestiti... non posso avere solo questi..." aggiunse con la voce che andava svanendo un po' per l'imbarazzo.
"Qui ci sarà magari un sarto, no? Kreena aveva detto che ci saremmo andate." continuò cercando per un attimo l'amica tra i compagni, però poi sembrò rabbuiarsi. "Sempre che il sarto voglia avere a che fare con una come me...bhe...forse andrà bene anche un emporio con dei vestiti..."
L'elfa scrollò le spalle decidendo di archiviare, almeno per il momento, la questione, e tornò a guardare Morgon con gli occhi che le brillavano. "Ma quindi ora andremo in una locanda?" chiese con entusiasmo. "E se non mi vogliono?" mormorò subito dopo abbassando lo sguardo.


MORGON - 05-09 / 09
Morgon fece un bel respiro di sollievo quando tutto terminò.
Si ritrovò con un sorriso stampato sul volto.

[Tabitha]
"Scusa...era una domanda stupida...?" mormorò dopo un po' mentre si sdraiava, lasciando andare il fiato.

In risposta alla drow Morgon si sollevò da terra e si spostò un poco verso di lei.
"Ho letto una volta un libro in cui c'era scritto questo: non esistono domande stupide... e poi continuava in qualche modo che ora non ricordo. Per cui, non era una domanda stupida." Le disse sorridendo.
"Buona notte a te!" aggiunse stringendole la mano.
"Buona notte..."

Attraversarono l'accampamento e Morgon cercò di memorizzare ogni cosa di quel momento, i volti, la sensazione di sentirsi estranei, i profumi, le abitazioni, i vestiti, etc.
Il resto del viaggio fu abbastanza tranquillo e Morgon iniziò a rilassarsi davvero. Arrivò anche a canticchiare sottovoce una canzoncina che parlava di un viaggio inaspettato di un piccolo gnomo che senza che lo volesse divenne l'eroe di una grande avventura; avventura che parlava di un anello magico che doveva essere distrutto.

[Tabitha]
"É il caso che tengo il mantello e il cappuccio, vero?" domandò ad un certo punto a Morgon, mentre entravano e già iniziava a guardarsi attorno incuriosita. Dopotutto il mantello non sarebbe stato così terribile da tenere..

"Almeno inizialmente penso di sì, anche se... mi piaci di più senza..." le sorrise per farle capire che non doveva temere nulla.

"La spada non comprarla... prendi questa!" le disse sfilando la cintura e la fodera ad essa collegata che conteneva la sua spada corta.
"Non è per nulla un' arma leggendaria" sorrise. "Ma è come nuova... penso di averla sfoderata solo per pulirla ed affilarla un paio di volte". Si portò una mano dietro la testa imbarazzato come a scusarsi della sua poca propensione al combattimento.

"Mi devi però promettere che ci starai attenta... non nel senso che non penso tu la sappia usare, ma nel senso che non la sfodererai senza motivo, non ti butterai nella mischia senza motivo... insomma... volevo dire che... non so se riesco a spiegarmi..."
Si fermò e sorrise con la spada ed il suo fodero in mano, protesi verso la drow.

"Per il resto direi che dovresti proprio andare con Kreena e Scarlett... potranno darti supporto migliore di quello che potrei fare io".

[Tabitha]
"Ma quindi ora andremo in una locanda?" chiese con entusiasmo. "E se non mi vogliono?" mormorò subito dopo abbassando lo sguardo.

Non rispose subito. Le prese la mano con la sua mano destra e con la sinistra le sollevò la testa appoggiandola dolcemente sotto il mento.

"Secondo me andrà tutto bene... e se proprio dovesse succedere qualcosa... sai cosa faremo?
Dormiremo insieme sotto le stelle" Le sorrise.

TABITHA - 05-09 / 09
[Morgon]
"Almeno inizialmente penso di sì, anche se... mi piaci di più senza..." le sorrise per farle capire che non doveva temere nulla.
 
Le parole di Morgon la fecero avvampare, ma riuscì a sorridere in risposta nonostante l'imbarazzo.
A Tabitha non era mai interessata più di tanto l'opinione degli altri sul suo aspetto..almeno fino a qualche giorno prima, perchè ora, incredibilmente, si era resa conto che ci teneva ad essere considerata carina da un certo qualcuno. Quel qualcuno che in quel momento le aveva detto che gli piaceva di più senza mantello.
*E se invece intendeva semplicemente che gli piaci senza cappuccio, nel senso che ti accetta per quel che sei?*
Quell'idea improvvisa quasi riuscì a cancellarle il sorriso dal viso, ma non appena si rese conto della piega che stavano prendendo i suoi pensieri, si affrettò a spazzarli via. Niente paturnie, niente pensieri cupi, non lì e non adesso. E se poi ci teneva tanto a sapere in che senso Morgon le aveva detto che gli piaceva bhe, non doveva fare altro che chiederglielo... ah-ah, già, come no.
*Facciamo che lo prendiamo per il bel complimento che è, e va bene così eh...*

Quando Tabitha parlò di quello che voleva comprare, il bardo la fermò dicendole che poteva prendere la sua spada, senza andare a comprarne una. L'elfa spalancò per un istante la bocca sinceramente sorpresa, poi lo guardò negli occhi. "Ma sei sicuro? Voglio dire, e se poi invece dovesse servirti?" domandò avvicinandosi. Posò una sua mano sopra quella di lui che reggeva la spada, stringendogliela piano. "Ti sei spiegato, ho capito quel che intendevi... ma anche io voglio che tu stia attento, e che tu abbia tutte le possibilità di proteggerti se mai dovesse servire...Se dai a me questa, tu hai un'altra arma nel caso dovessi difenderti in uno scontro ravvicinato?"
Tabitha inclinò un poco la testa, osservandolo in attesa di una risposta mentre gli accarezzava lentamente il dorso delle dita. "Se hai modo di farlo, la accetto molto volentieri, e ti prometto che non la userò a sproposito e me ne prenderò cura..."
Gli sorrise e poi lasciò andare una lievissima risata. "Sì, per i vestiti chiederò a Kreena e Scarlett, sono certa che sanno come aiutarmi... mi piacerebbe avere un abito anche più....femminile magari, non solo da viaggio, ma vabbè...direi che non è il momento di pensarci." arrossì lievemente e scrollò piano i capelli, come a dirgli di non stare ad ascoltare i suoi vaneggiamenti.

L'idea che potessero non accettarla nella locanda era riuscita dove prima non ce l'avevano fatta altri pensieri: toglierle il sorriso dalle labbra. Tabitha lasciò andare il fiato e provò ad allontanare le sue preoccupazioni, ma si rese conto che faticava a farlo, perchè si rendeva perfettamente conto che se i padroni della locanda non l'avessero voluta non poteva certo pretendere che anche gli altri rinunciassero a quella comodità, quindi avrebbe dovuto trovare qualcosa per sè, e probabilmente anche per Kelly, fuori da Verge. E tanti saluti ai suoi sogni di taverne e acquisti con le amiche.
Stava per dire a Morgon che forse era meglio se stava direttamente fuori, che li avrebbe aspettati da qualche parte per non causare problemi con il suo aspetto, quando sentì la mano di lui afferrarle la sua e poi delle dita gentili posarsi sotto il suo mento, obbligandola dolcemente ad alzare lo sguardo fino ad incrociare gli occhi del bardo.
Ascoltò le parole di Morgon quasi trattenendo il fiato, e quando lui disse che, se proprio, avrebbero dormito assieme sotto le stelle, gli occhi viola di Tabitha divennero lucidi. L'elfa sbatté furiosamente le palpebre, cercando di non mettersi a piangere come una bambina, e poi fece quello che per lei era impensabile: lo abbracciò.
Probabilmente ci riuscì perchè semplicemente non aveva pensato, lo aveva fatto e basta, prima che il suo cervello o il suo istinto potessero bloccarla.
Fu un contatto a dir poco rapido, e non appena realizzò quel che stava facendo, Tabitha si staccò sebbene non lo fece bruscamente e lei stessa si accorse che, nonostante si fosse leggermente irrigidita, era riuscita anche poi a rilassare parte dei muscoli quel tanto da non sembrare una statua di marmo. Era arrossita violentemente, ma anche se aveva abbassato lo sguardo per un attimo, lo aveva poi nuovamente sollevato su di lui. Si vedeva che era imbarazzata, sia per il gesto in sé, ma anche per essersi poi subito staccata, ma non c'era pentimento in quegli occhi, nemmeno una traccia.
"Grazie..." mormorò dopo un istante, passandosi un dito all'angolo dell'occhio per evitare che quella lacrima traditrice sfuggisse al suo controllo.
Tabitha strinse la mano di Morgon, intrecciando le dita alle sue. "Scusa... è che... sei così gentile e quello che hai detto è...grazie." stava sorridendo, con le labbra, con gli occhi e con il cuore, e si vedeva. L'elfa annuì piano, senza smettere di guardarlo. "Va bene... speriamo il mio aspetto non sia un problema, altrimenti avrò comunque una bella notte."

DUNGEON MASTER - 09/09
Dopo qualche esitazione il gruppo decise di provare una delle due locande del villaggio, quella che almeno dall'apparenza esterna pareva la meglio messa delle due.

Mentre si accostavano al bancone di mescita della sala comune il padrone della locanda li squadrò tutti, uno per uno, con occhio professionale e senza dare a vedere ciò che stesse passando per la sua testa. «Bella banda, mica niente da dire», commentò infine. «Pure bella assortita, dico io. Umani... nani... elfi alti... elfi bassi... pure un halfling… ci mancherebbe solo un orco e poi ci avremmo l'assortimento completo».
Scrollò le spalle. «Pfft... a me mi basta che ci avete di che pagare: state cercando per la cena e pure per la notte, dico bene? Presto detto: una moneta d'oro per ciascuno per la notte in stanze a due letti... già, perché qui non siamo in uno di quei posti dove ai viaggiatori ci tocca di stare in camerate da dieci... e cinque d'argento per cena e prima colazione... ma birra a parte, un pezzo d'argento a pinta». Poi fissò uno sguardo ostile sulle due elfe scure. «Ma quelle due no, facce grigie fra i piedi non ce le voglio: sempre piantagrane sono, dico bene? Specie le femmine. Inutile che vi nascondete la faccia, con me: io ci ho gli occhi buoni ed è il mio mestiere scovare i rompipalle. Quindi fuori dalla mia locanda». Gettò uno sguardo più o meno in direzione delle montagne. «Ma ce lo sapete voi, gente, che gira voce che là su, nella vecchia miniera, ci sta una di quelle streghe dalla faccia grigia con la sua banda di scagnozzi? Solo gli dei sanno che razza di magie nere ci sta facendo, là sotto. Però nessuno ci va a dare un'occhiata perché nessuno si fida... e lo credo bene: chi vorrebbe vedersela con una strega che ci basta schioccare le dita e te vai giù secco come un chiodo? Quindi voi potete restare ma quelle due vadano pure a dormire nei boschi».

Detto questo, il locandiere piantò i pugni sui fianchi con aria decisa e si mise a scrutare uno per uno il gruppo degli avventurieri in attesa della loro reazione: accettare prezzo e condizioni o andarsene altrove.

Nessun commento:

Posta un commento