mercoledì 24 novembre 2021

SETTIMANA 45 - 2021 - SECONDO POST

DUNGEON MASTER - 04/09
[Haza] "Spero che afferrarlo per i polsi sia sufficiente a controllarlo senza disturbare eccessivamente."

«No, prendermi per i polsi non andrà bene per due motivi», rispose Issus. «Il primo è che Scarlett mi sta tenendo le mani e quindi vi dareste fastidio a vicenda, il secondo è che, come era già successo a casa mia dopo la mia evasione dal monastero, la rievocazione mi porterà
ad agitarmi, a contorcermi, e quindi tu dovrai tenermi bloccato contro lo schienale della sedia. Visto però che dietro le mie spalle c'è già Tionisla, l'unica è che tu ti metta di fianco a me per potermi stringere contro la sedia, busto e braccia insieme».  Si concesse un ghignetto ironico. «Diciamo in una specie di virile abbraccio laterale non ricambiato».

[Tionisla] «In tal caso, proseguiamo», aggiunse poi, implacabile. «Adesso arriva il peggio».

«Lo so», replicò asciutto Issus. «Andiamo avanti».

«Parlami di cosa accadde dopo», disse Tionisla. «Dove vi misero, cosa vi fecero e, soprattutto, cosa accadde quando vi trovaste davanti a Raxxla».
 
«La prima parte è ancora facile da raccontare», iniziò Issus. «Dopo che le statue animate ci ebbero catturati venimmo presi in consegna da una squadra di orchi, che tra spintoni e sganassoni ci portarono in una zona di detenzione: lì venimmo spogliati completamente e messi in due celle ben distanziate fra loro. Ovviamente come prima cosa mi misi ad esaminare le possibilità di evadere, ma capii subito che non c'era da illudersi: se avessi avuto qualche attrezzo con me sarebbe stato non facilissimo ma possibile forzare quelle serrature, ma nudo com'ero non c'era da illudersi. E poi cominciarono i guai veri, in un'alternanza di normali torture fisiche in una sala attrezzata allo scopo e di torture mentali... AGH!... di cui si occupava personalmente... AGH!... Rax-xla». Si interruppe per un attimo stringendo i denti. «Ecco, non appena la mia memoria focalizza la scena iniziano le solite tremende fitte che mi attraversano il cervello». Gli sfuggì un ringhio. «Ma non importa:
andiamo avanti».

«Se ti può essere di conforto», intervenne Tionisla, «già adesso ho percepito qualcosa di significativo: di certo il tuo nemico non si è preso molto la briga di dissimulare l'incantesimo. Troppo sicuro di sé, forse. Riprendi pure a parlare non appena te la senti, ma lascia pur perdere la parte delle torture fisiche: mentre ne accennavi non ho percepito assolutamente nulla, mentre non appena hai detto "torture mentali" ho avvertito subito attivarsi l'incantesimo».

«D'accordo, allora proseguo», rispose Issus con voce tesa. Poi chiuse gli occhi e parlando con voce distante, da narratore, iniziò la sua rievocazione: «La sala al quarto piano: era sempre lì che incontravo i capi. Un locale vuoto... solo tre gradini a metà lunghezza, larghi come l'intera stanza... i capi stavano là sopra. Nella parte bassa qualche guardia, a volte, ma non sempre: "loro" non ne avevano certo bisogno. Io, nudo, nella parte bassa ma sospeso in aria, come in levitazione». Un brusco sussulto. «"Lui" al centro; altri almeno apparentemente simili, pochi, forse un paio, un po' dietro... AH!». Un grido di dolore, ancora un sussulto, un contorcimento. «Non vedo bene... A-AH!». Ancora segni di intenso tormento. «Un corpo esile... molto... non vedo bene... AH!... come attraverso una nebbia... AAH!... specie la testa... AAAAAAAH!... Non mi è permesso vederla!». Il corpo di Issus balzò verso l'alto. «Haza! Bloccami!», riuscì a gridare, poi inarcò all'indietro  la schiena, si contorse al massimo consentito dalla robusta presa del nano e poi ricadde di schianto a sedere. Poi di nuovo. Ed ancora una volta. Il suo sguardo febbrile, stralunato, si fissò sul volto di Scarlett: «Aiutami...», ringhiò a denti stretti.

«Prosegui. Non ti fermare. Ci sono quasi», lo incalzò Tionisla con voce tesa. «Tieni duro. Solo pochi istanti ancora».

«Tutto attorno a... AAGH!... Rax-xla c'era una sfera luminescente, una specie di bolla, di uno sgradevole colore verde acido», riprese ostinatamente Issus, con il viso distorto dal dolore e cosparso di sudore. «Ne era completamente circondato... AAH!... Per uccidere Fesses fece sparire la sfera, poi il ragazzo si avvicinò, come in trance, poi non so... quelle mani, adunche, con quelle lunghissime dita secche… AAH!... come zampe di ragno... gli afferrarono la testa, che sparì alla vista, nascosta dalla luminescenza attorno alla testa di Ra-xx-la… ricordo che poi il suo corpo ricadde all'indietro... AAH!... la testa insanguinata... AAH!... No! Devo resistere!... forse l'aveva sgozzato… non so... poi riapparve la sfera... AAH!...». Si arrestò per un istante ansimando, poi: «Il suo nome... ora devo dirlo!... ora *voglio* dirlo!... devo superare... AAAAH!... Ra... AAAH!... xx... AAAH!... la! AAAAAAAAAAAAH! Sì! Ce la devo fare! Sì! Raxxla! RAXXLA! Tu sia maledetto! RAXXLA! Ti strapperò il cuore con queste mani, sempre che tu ne abbia uno...». Si fermò, ansimando furiosamente, ed anche i violenti
contorcimenti che lo avevano squassato per tutta la rievocazione cessarono di colpo.

Si fece un lungo silenzio, rotto solo dall'ansimare dello spadaccino. Infine, fu la voce di Tionisla a riportare tutti al presente: «Ho trovato tutto ciò che mi serviva: ho individuato la natura dell'incantesimo ed il meccanismo che lo attiva. Per fortuna Raxxla, pur essendo un mago di un certo potere, non è potente quanto me, il che mi consente di neutralizzare il suo incantesimo». Sospirò. «Tuttavia c'è un problema: l'incantesimo si attiva perché è strettamente interconnesso con la parte della memoria di Issus in cui sono riposti i ricordi di
quei giorni, quindi eliminare quell'incantesimo significherà anche eliminare ogni traccia della sua memoria di ciò che accadde... e che vide... a Mayraberd. Badate bene, questo non significa affatto che Issus perderà completamente la memoria: soltanto la parte relativa a quella decina di giorni trascorsi in quel posto sarà cancellata, ma il resto rimarrà tutto, dal ricordo delle sue malefatte come assassino su commissione, all'amore che prova per Scarlett ed anche ai suoi ricordi di infanzia...». Qui Tionisla si interruppe di colpo e poi riprese: «Sì, nella tempesta scoppiata nella tua memoria ho intravisto anche quello… mi dispiace...». Poi, con voce colma di meraviglia, aggiunse: «Ecco allora perché finisti a vivere nei bassifondi...».

«Avevo percepito la tua presenza che cercava nella mia mente», replicò Issus, con un tono amaro nella voce ormai tornata quasi normale. «Tanto vale che ti dica anche il resto: evasi dall'orfanotrofio per sfuggire a quei preti sodomiti prima che fosse troppo tardi, dopodiché dovetti vivere di espedienti. Prima di espedienti e poi di omicidi. Ecco perché il mio cognome è Hittebarn, cioè trovatello: me lo diedero da neonato quando venni rinvenuto sui gradini di un tempio». Poi cambiò di colpo tono, diventando molto sbrigativo. «Comunque è storia passata e non ha senso rivangarla oltre. E comunque, se vuoi il mio parere, io ti dico di lasciare tutto come sta: meglio tenermi le mie fitte attraverso il cervello piuttosto che perdere il ricordo di ciò che vidi in quel posto, che potrebbe risultare ancora utile alla missione».

«Però d'altro canto serviresti a poco se sul più bello finissi in preda alle convulsioni», obiettò Tionisla. Poi, rivolgendosi a tutti, aggiunse: «Voi cosa ne pensate? Meglio mantenere intatti i ricordi di Issus con il rischio di averlo inutile se non di ostacolo quando sarete nella fortezza, o meglio accontentarsi di ciò che ci ha detto finora ed averlo in piena forma nella battaglia finale?».

[NdG] Ai voti! Voi cosa ne pensate o, meglio, i vostri PG cosa ne pensano? Due o tre giorni di tempo e poi, sulla base delle vostre risposte, deciderò.

SCARLETT - 04/09
[Issus]
 Si concesse un ghignetto
ironico. «Diciamo in una specie di virile abbraccio laterale non
ricambiato».

Scarlett sorrise divertita a sua volta, gettando poi però al nano uno sguardo pieno di riconoscenza per l'aiuto che stava dando. Sapeva bene cosa sarebbe successo di lì a poco, lo aveva già visto, e sapeva che da sola non avrebbe mai e poi mai avuto la forza di trattenere Issus; quando era stata a casa sua lui le aveva chiesto di legarlo per riuscire a parlarle di Raxxla, e anche così non era stato facile.
La richiesta di Tionisla di proseguire riportò bruscamente Scarlett al presente. Si concentrò, stringendo piano le mani di Issus e fissandolo negli occhi, cercando di trasmettergli tutta la calma di cui era capace.
Come immaginava la Rossa, le prime reali fitte dolorose arrivarono quando lo spadaccino iniziò a parlare delle torture mentali a cui era stato sottoposto, e con esse la mezzorca percepì chiaramente l'attivarsi dell'incantesimo posto nella mente del suo compagno.
Un moto di rabbia strinse la bocca dello stomaco della maga, ma nel lasso di tempo di un lampo l'aveva represso, scacciandolo, obbligando la sua mente a rimanere ferma e concentrata su quello che era il suo compito.
Al primo sussulto di Issus, Scarlett gli strinse le mani, accarezzandogliele lentamente per ricordargli che era lì... Poi arrivò il grido di dolore, e per quanto fosse cosciente che sarebbe arrivato, fu come prendere un macigno in pieno petto. Poco importava che l'aveva già visto, che c'erano già passati, riviverlo si stava rivelando doloroso quanto la prima volta, se non addirittura di più, dato che ora era ancora più coinvolta sentimentalmente.
"Issus, tesoro, io sono qui con te... " gli disse fissandolo negli occhi, modificando la presa sulle sue mani per non perdere il contatto, perchè sapeva che a breve...
Il corpo dello spadaccino balzò verso l'alto, contorcendosi ed inarcandosi, per poi ricadere sulla sedia trattenuto da Haza. Scarlett scivolò avanti sulla seduta, incuneandosi tra le sue gambe, senza mollare la presa mentre il nano gli teneva le braccia e il busto attaccate allo schienale.
"Issus, guardami!" c'era decisione nel suo tono, ma anche dolcezza e fiducia che ce l'avrebbe fatta, che sarebbe arrivato alla fine senza arrendersi.
Lo sguardo di Issus la raggiunse, stravolto, febbrile, e le chiese di aiutarlo.
Scarlett si alzò, gli si sarebbe seduta sulle gambe se non avesse avuto la certezza di poter essere sbalzata via da uno scatto dei suoi muscoli, provocando la quasi sicura perdita di concentrazione da parte di Tionisla, quindi piantò saldamente i piedi a terra sporgendosi verso di lui per avvicinarsi e rimanere nel suo campo visivo. Teneva strette le sue mani all'altezza dello stomaco, schiacciandole contro di sè per non lasciarle andare.
"Ci sono io con te, lo so che fa male, ma resta con me... ricordi? Te l'ho scritto su quel biglietto: torna da me e io sarò lì..." sentiva i muscoli di Issus contrarsi, irrigidirsi in modo spasmodico, "Resisti amore, lo so che puoi farcela... stringi le mie mani, Tionisla ha quasi finito, devi proseguire... io non mi sposto, guardami..."
Aveva gli occhi piantati in quelli di Issus, mentre cercava in tutti i modi di essergli di sostegno, per quanto sapesse che non poteva evitargli il dolore, non se volevano provare ad estirpare la fonte.
Lo spadaccino proseguì, fino a costringersi a pronunciare il nome di Raxxla senza tentennamenti e, a quel punto, il suo corpo smise di colpo di contorcersi.
"Lascialo pure, Haza..." mormorò Scarlett facendo scivolare le braccia sulle spalle di Issus, sedendosi su una sua gamba per abbracciarlo delicatamente. Gli posò una mano fresca sulla nuca, dandogli un bacio sulla tempia prima di appoggiare la fronte contro la sua.
"Sei stato bravo amore, sapevo che ce l'avresti fatta..." gli sussurrò prestando poi ascolto a quanto scoperto da Tionisla.
L'espressione della Rossa si corrucciò quando capì le implicazioni della rimozione di quell'incantesimo, ma rimase ferma e tranquilla, continuando ad accarezzare piano Issus. Un lampo passò negli occhi della maga quando lui parlò del suo cognome, ma lo lasciò finire di parlare spostando poi la sua attenzione nuovamente su Tionisla.
Alla domanda della mezzorca, lo spadaccino poté sentire Scarlett trattenere il fiato, e solo dopo diversi attimi lasciarlo andare lentamente.
"Quindi lui rimarrebbe cosciente di essere stato a Mayraberd e di esserne uscito, ma senza ricordare nulla di quei giorni, corretto?" domandò spostando lo sguardo sulla mezzorca, "Qualunque ricordo legato a Mayraberd che però non è strettamente legato alla sua detenzione rimarrebbe invece...ad esempio la sera che ho passato con lui, in cui mi ha raccontato tutto quanto? La ricorderebbe anche se è legata a Mayraberd?"
Scarlett era combattuta, non era una cosa da poco togliere dei ricordi a una persona. "Secondo te, Tionisla, visto che hai analizzato quello che gli è stato fatto, credi che una volta a Mayraberd possa cadere preda di una crisi come quella di poco fa?"
Guardò Issus negli occhi, sondando quei pozzi scuri, e infine lasciò andare un sospiro. "Tu cosa vorresti fare, Issus? Perchè è ovvio che io sia preoccupata che possa succederti qualcosa, che vedendo un posto o qualche creatura tu cada preda delle convulsioni come dice Tionisla..." La Rossa inclinò la testa, quasi studiandolo. "Ma sono i tuoi ricordi, sono parte di te, e penso che l'ultima parola effettivamente spetti solo e soltanto a te. Lascia stare l'utilità per la missione, ovvio che i tuoi ricordi sono importanti, come anche sarebbe importante che tu non stia male una volta arrivato là, ma qui si parla della tua vita. Per quanto si tratti unicamente di una decina di giorni, sono dieci giorni che ti appartengono."
Scarlett alzò lo sguardo al soffitto, per una volta tutta la sua determinazione sembrava vacillare. "Per quello che mi riguarda tu ci hai già detto tanto e non senza pagarne il prezzo, quindi forse preferirei sapere che là non starai male e che Raxxla non avrà più alcun appiglio nella tua mente per ferirti..." gli occhi della maga tornarono poi a posarsi sul suo compagno. "Ma ti ripeto: è la tua vita, i tuoi ricordi, ed è giusto che tu possa decidere..."

HAZA - 04/09
Tenere un puledro imbizzarrito sarebbe forse stato più facile, se non altro perché quando un puledro scalcia l'allevatore non deve badare a non colpire altre persone ma un intero recinto a tenerle lontane.
L'improvviso acquietarsi di Issus lasciò un attimo Haza perplesso sul da farsi, e mantenne la presa finché non fu Scarlett a chiarire la situazione. Il nano si staccò e si allontanò per lasciare alla coppia un po' di 'solitudine', per quanto potesse garantirla una stanza affollata come quella in cui erano.
Restava da votare, ancora una volta, sul da farsi. Questa volta direttamente sulla pelle del compagno.
"Ritengo che solo Issus possa scegliere per se stesso, ma poiché lo chiedete vi dirò quello che sceglierei per me stesso al suo posto. Sceglierei di dimenticare per non rischiare di diventare un peso o addirittura un pericolo per i miei compagni, fiducioso che qualsiasi cosa io abbia dimenticato, questa volta saremo insieme nell'affrontarlo."

FENRYR - KREENA - 04/09
[Haza]
"Ritengo che solo Issus possa scegliere per se stesso, ma poiché lo chiedete vi dirò quello che sceglierei per me stesso al suo posto. Sceglierei di dimenticare per non rischiare di diventare un peso o addirittura un pericolo per i miei compagni, fiducioso che qualsiasi cosa io abbia dimenticato, questa volta saremo insieme nell'affrontarlo."

"E morire insieme nel tentativo" - concluse Fenryr, gelido, senza muoversi dalla posizione defilata accanto alla parete.
Fissò Tionisla e nessun altro, come se fosse l'unico interlocutore presente nella sala.
"Se lo stregone non può controllarlo, i ricordi restano. Quando non sarà più in grado di procedere, sarà abbandonato"
Solo allora spostò l'attenzione su Issus, con una smorfia ferina.
"Ma sono certo non succederà"

Kreena portò inavvertitamente la mano alla cicatrice sul volto, quando la mezz'orca chiese il loro parere.
Strinse i denti. Anche il quel momento la paura, la rabbia e il disgusto ribollivano selvaggi dentro di lei. Eppure mai, mai avrebbe voluto dimenticare il fuoco, il ferro e il dolore della propria carne straziata.
Ma ognuno aveva diritto di decidere per sè stesso: quindi scosse soltanto il capo e non disse nulla.

 

 

 

TABITHA - 04/09
Al primo grido di dolore di Issus, Tabitha sobbalzò sbarrando gli occhi allamata. Tionisla aveva detto che non sarebbe stato piacevole, ma non si aspettava di sentirlo gridare così; in realtà non sapeva nemmeno lei cosa davvero credeva sarebbe accaduto, ma nella sua testa probabilmente si era figurata un dolore forte ma controllabile, magari proprio grazie alla presenza di Scarlett. E invece anche la Rossa era praticamente uno spettatore impotente, che cercava evidentemente di fare il possibile che le era consentito, senza in realtà riuscire effettivamente a fare qualcosa di concreto.
Issus balzò verso l'alto, contorcendosi e gridando, e l'elfa scura si incuneò istintivamente tra il muro e il braccio di Morgon, a cui si aggrappò stringendogli la manica della giacca. Aveva il cuore che le batteva all'impazzata, mentre guardava Scarlett alzarsi e avvicinarsi al suo compagno, senza smettere di parlargli e tenergli le mani, con lo sguardo che trasmetteva tutta la fiducia e l'amore che aveva per lui.
Gli occhi le divennero lucidi per la pena che provava per lo spadaccino, e mentre batteva furiosamente le palpebre nel tentativo di ricacciarle indietro, appoggiò la fronte sulla spalla di Morgon. "Mi dispiace così tanto per quello che gli han fatto..." mormorò piano.
La tortura di Issus durò ancora qualche istante, poi lui riuscì a dire il nome del loro nemico e tutto si fermò. Tabitha trattenne il fiato fino a che non capì che era davvero finita, e solo allora la sua presa sul braccio di Morgon si allentò fino a rimanere semplicemente appoggiata.
Sentì Tionisla spiegare l'esito del suo controllo, e Tabitha si accigliò quando fu chiesto loro di esprimersi riguardo il cosa farne dei ricordi dello spadaccino.
Così su due piedi, visto quanto dolore gli causavano, avrebbe detto che era meglio toglierli, anche perchè si trattava di dieci giorni in cui aveva subito torture di ogni genere... ma poi le balenò nella testa un pensiero. Se fosse stato possibile, lei si sarebbe fatta rimuovere il ricordo di quello che le era stato fatto da Kel-hatril e da tutti quegli uomini?
Le sarebbe venuto da dire di sì, così non avrebbe più avuto tutti i suoi timori, le sue paure legate a Kelly, forse avrebbe potuto riprendere subito con lei un rapporto più sereno... eppure, nonostante quei ricordi fossero terribili, non era così certa che volesse cancellarli. Erano parte di lei, o no?
Tabitha scrollò piano la testa, facendo oscillare i lunghi capelli candidi con un sospiro. "Credo che la sua sicurezza sia molto importante, e di informazioni ne ha già date tante, no? Più di quante ne avremmo avute senza il suo aiuto..." fece una pausa, guardando Issus. "Però si tratta dei suoi ricordi, della sua vita, anche se sono solo pochi giorni... Io non so se rinuncerei al ricordo di quel che mi è stato fatto... Insomma, credo sia una cosa personale, che dovrebbe decidere Issus..."
L'elfa tirò fuori un timido sorriso, quindi abbassò lo sguardo e, in quell'istante, si rese conto che era ancora appiccicata - letteralmente - a Morgon.
Avvampò alzando gli occhi sul volto del bardo. "Scu-scusa..." si affrettò a dire prima di abbassare di nuovo lo sguardo e spostarsi un poco, quello che bastava per non stargli praticamente addosso.

MORGON - 04/09
Morgon sgranò gli occhi quando vide Scarlett avanzare verso di loro. Non sapeva bene cosa aspettarsi. Sorrise poi quando la maga estrasse il furetto da una tasca e lo porse a Tabitha.
Non rispose alle parole di Tabitha, non per mancanza di rispetto o altro, era solo concentrato su quello che stava per succedere. Il volto del bardo si fece serio e lo sguardo si fissò su Issus, Tionisla, Scarlett e Haza. Cercò di seguire ogni minimo movimento della maga e cercò di registrare ogni parola di Issus.
Sentì la drow avvicinarsi a lui sempre di più e la cosa lo distrasse completamente da quello che stava succedendo. Il profumo di TAbitha riempì le narici ed il cuore ed il suo sguardo si posò solo più su di lei.
Quando la giovane gli chiese scusa per allontanarsi un poco Morgon quasi la fermò.
"Possiamo fare una patto?" disse sottovoce.
"Non chiediamoci più scusa per queste cose... penso siano gesti normali per persone che si vogliono bene...".
Si zittì.
Aveva esagerato?
Poteva dire quello che voleva dire in un altro modo?
Ahhh, quel che era stato detto era stato detto.
Le sorrise.

Ascoltò le risposte dei compagni e poi prese la parola.
Posò lo sguardo su Issus e Scarlet. Quello che disse non lo disse tanto per un conto tattico strategico, quanto per loro.
"Sicuramente l'ultima parola spetta ad Issus, ma sinceramente penso lui abbia già fatto tanto per il nostro gruppo e la nostra missione. Penso si meriti, per quanto possibile, un poco di pace."

Si mise poi a recitare a memoria un qualche passaggio che gli saltò alla mente. Lo fece sottovoce, come se fosse una condivisione intima con Tabitha.

"Il manto bianco copre tutto ed uniforma la mia visione
tutto sembra perso, tutto sembra uguale
solo la speranza del sole mi rimane
Il sole che verrà e che farà capolino
Tutto muterà ed il bianco scioglierà
Rimarranno le rocce
e la montagna ancora una volta sarà lì
a ricordarci il tempo
la pace e la serenità..."

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