D'un tratto, un'esplosione all'esterno della casa fece tremare i muri e cadere a terra molti dei volumi che poco prima alloggiavano ordinatamente sulle librerie.
Pergamene svolazzarono ovunque, mentre l'aria si fece sempre più calda e un'onda di fuoco si avvicinò alla casa.
Erano intrappolati li, come topi. Non potevano uscire, e una tempesta di fiamme stava per sommergere i tre avventurieri.
Elendithas si sbilanciò ma riuscì ad aggrapparsi alla scrivania per mantenere l'equilibrio.
Poche parole, sussurrate appena alla ricerca della salvezza.
Ma fu la provvidenza ad aiutarli. La scossa del terremoto fece sobbalzare la botola sotto il pavimento, che cedette. Kayne ed Andromeda si intrufolarono al suo interno.
La porta di ingresso della casa venne travolta dal fuoco e divelta dai cardini. Le fiamme entrarono nella stanza, e con loro un innaturale vento gelido.
Elenditas non fece in tempo a mettersi al riparo, e l'onda lo investì.
Urlò di dolore, ma pochi istanti dopo fiamme e gelo se ne andarono, improvvisi così come erano sopraggiunti.
Il mago di Glantri si appoggiò alla scrivania per sorreggersi, e respirò affannosamente mentre la carne martoriata dalle fiamme gridava il suo dolore.
E dalla finestra li vide, ancora parzialmente illuminati dal rosso delle fiamme. Guerrieri, nani, elfi.
Un gruppo di varia natura, apparso dal nulla, era ora li, poco distante dalla casa.
Salvezza o morte? Questo fu l'unico pensiero che passò dalla testa di Elenditas, mentre si rimetteva in piedi e richiamava i due compagni.
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