Morgon li vide sfilare uno per uno diretti alla ricerca di assi e legname per la costruzione di quanto suggerito da Ghino. Per certi versi era contento di un attimo di pausa. In qualche modo si rilassò, si sedette a terra, cercando però di non dimenticarsi di presidiare il corridoio. Di tanto in tanto ci buttava un' occhiata.Non parlò molto con Tabitha o con gli altri. Pensò molto. Come suo solito. Sua nonna materna glielo diceva sempre "Tu pensi troppo...". Che farci però? Era proprio fatto così.
Passò del tempo. Dei rumori in fondo al corridoio attirarono l'attenzione di Morgon e non solo. Si alzò. Tese la corda dell'arco ed incoccò una freccia. Il cuore iniziò a battere forte. Il rumore si avvicinava. Tum-Tum. Quando vide svoltare l'angolo da Bognus tirò un profondo respiro di sollievo ed abbassò la testa sorridendo.
Gli esperti del gruppo attrezzarono il ponte con molta abilità, Morgon ne fù ammirato. In qualche modo la cosa lo riempiva d'orgoglio. Il poter far parte di un gruppo così esperto, così eclettico, così!
Attraversare quel ponte con tutto quel vuoto sotto i piedi ed il rumore della cascata a far da cornice era una delle cose che da bambino aveva letto nei grandi libri di avventura. Una di quelle cose che solo i grandi eroi facevano. Sorrise. Lui non era per niente un grande eroe.
Quando il gruppo si fermò, ancora una volta Morgon si voltò indietro a tenere sotto controllo il corridoio alle loro spalle. Sperando che nessuno li stesse seguendo.
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