mercoledì 26 maggio 2021

DUNGEON MASTER - 02/09

In un tempo ragionevolmente breve tutto il gruppo si trasferì al campo di Scortum.

«Sei davvero tu, vecchia puzzola!», esplose allegra la donnona alzandosi in piedi con la massima agilità concessa dalla sua stazza e poi andando a stringere Filth in un entusiastico abbraccio.

«Sì, sono davvero io, vecchia baldracca!», rispose altrettanto allegro il chierico allungandole una pacca sul cospicuo sedere. «Sento con dispiacere che il tuo profumo preferito è ancora quell'Eau de
Scourrèges», osservò scoppiando a ridere.

«E il tuo, allora? Cos'è, Eau de Merde?», ribatté Scortum ridendo come una matta. Poi di colpo cambiò tono per chiedere: «Ma la tua Bradda come sta? Bene, spero! Non è che si è finalmente stufata di stare con uno che da lei ci passa sì e no due volte all'anno?». Guardò di sotto in su Filth in faccia con aria di riprovazione. «Cosa ci troverà in te, poi... boh... e la chiamano anche Bradda la Saggia. Proprio non capisco...».

«Beh, il suo trucco sta proprio lì», replicò serafico Filth. «Mi vede di rado, il che aiuta. Poi, per sua fortuna, fa l'erborista, per cui quando vado da lei si infila un mazzolino di quelle sue erbe su per il naso e non sente quello che il nostro amato dio pretende che io mi porti sempre dietro: com'è che l'hai chiamata? Eau de Merde?». Sorrise. «Comunque sta bene, grazie: l'ho vista appena qualche giorno fa». Sorrise ancora di più. «E, grazie al favore del nostro dio senza nome, fra nove mesi finalmente sarà madre».

Mentre Scortum restava di stucco per la sorpresa, Filth si rivolse agli altri: «Bene, credo che questo risolva ogni dubbio: la nostra cara amica Scortum è davvero lei, a meno che vogliamo ammettere che il mutaforma sapesse che, per quanto incredibile, io ho una compagna».

«Di che cazzo di mutaforma stai parlando?», chiese bruscamente Scortum, allarmata.

«Accidenti alla mia linguaccia: non avrei voluto parlartene per non spaventarti», ammise Filth, «ma ormai è andata così. Il fatto è che siamo braccati da un mutaforma fin dalla partenza da Specularum e già due o tre volte ha tentato di colpire il suo bersaglio, per fortuna senza riuscirci». Indicò Brom. «Lui è l'uomo che sta cacciando: a quanto pare il nostro amico poco prima della partenza è venuto a conoscenza di qualcosa che non avrebbe dovuto scoprire e qualcuno ha ingaggiato questo mutaforma per... beh, puoi immaginare per che cosa».

«Quel mutaforma in realtà è un sicario di professione che agisce soprattutto a Specularum», intervenne Issus. «Il suo nome è Artemis. È uno dei migliori in circolazione, anzi, da quando il più abile sicario
della città si è ritirato dall'attività è diventato lui il numero uno. Finora nessuno aveva mai capito come facesse ad essere così bravo, ma lo abbiamo scoperto di recente: essendo in realtà un mutaforma, uccide e prende l'aspetto di qualcuno vicino alla vittima designata per poterla cogliere più facilmente di sorpresa». Si strinse nelle spalle. «Insomma, a tutta prima temevamo che tu fossi un'altra delle sue trappole, ma per fortuna hai menzionato per puro caso un dettaglio che difficilmente il mutaforma potrebbe conoscere». Poi mostrò a Scortum una delle ferite che ancora gli restavano da guarire. «Magari, giusto per fugare anche l'ultimo dei sospetti, non è che mi guariresti questa ferita? Come
giustamente dice Scarlett... che è poi lei, la maga dai capelli rossi... i mutaforma possono prendere gli aspetti fisici delle loro vittime ma non le loro abilità innate: se uccidono un chierico non possono mettersi a risanare la gente, se uccidono un mago non possono mettersi a fare incantesimi, e così via». Esitò un istante e poi aggiunse: «Senza offesa, neh!».

«Brutta storia che mi state raccontando», commentò Scortum. «E capisco benissimo i vostri timori. Quindi nessuna offesa. Dai, vieni più vicino, bel ragazzo, che ti aggiusto subito così ci togliamo tutti i dubbi».

Così dicendo Scortum impose le mani sulla ferita di Issus, che in pochi istanti ritornò perfettamente guarito. «Grazie, Scortum», disse Issus abbracciandola e stampandole un grosso bacio sulla guancia flaccida.
«Sono felice che tu non sia Artemis».

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