venerdì 14 maggio 2021

JEAN - 02/09

Jean ignorò con enorme tranquillità lo sguardo di disapprovazione di Indevar, nonché la ramanzina di Ghino sui propri modi. Scortum non gli era parsa particolarmente attenta all’etichetta e, infatti, il suo linguaggio non aveva creato problemi di sorta. Accettò senza indugi l’invito della matrona e si liberò dello zaino, appoggiandosi poi con la schiena al sasso meno scomodo che gli riuscì di individuare. Rispose innanzi tutto a Ghino:

“Se vuoi correre giù dagli altri avviati pure. Io farò due parole con la nostra ospite prima, caso mai vi raggiungo… Ad ogni modo, l’idea di dormire tranquillo non mi dispiace. La signora qua mi pare decisamente degna di fiducia. Magari chiedi a Filth che cosa ne pensa, immagino che vorrebbe sapere di avere un collega in zona…..”

L’allusione al ruolo di comandante era velata, ma piuttosto chiara… Quindi si rivolse a Scortum sorridente:

“Un chierico. Questo pluridannato paese è pieno zeppo di chierici. Non avrei mai pensato di incontrarne così tanti… Comunque, visto che al tuo Dio piace avere informatori piazzati in vari punti strategici del dannatissimo Granducato, forse è meglio che ti dica subito che la negromante o maga drow che dir si voglia viaggia adesso insieme a noi e, pertanto, se vuoi condividere il tuo fuoco dovrai non aver troppi problemi con lei. Hai ragione, comunque. Non abbiamo attraversato il campo dei coboldi. Per qualche imperscrutabile ragione, abbiamo ritenuto che fosse una buona idea aggirarlo, ficcandoci dritti dritti nel buco del culo di qualche vecchia storia di paura e tentando al contempo di praticare su noi stessi una prematura tumulazione."

Estrasse il sacchetto di pelle dove custodiva gelosamente l’erba da sigaro e, con la consueta naturalezza, prese ad avvolgerla, già pregustando una bella fumatina pomeridiana:

“Non è che per caso come parte della tua ospitalità potresti fornirmi una tazza di caffè? Non ne bevo uno degno di questo nome da talmente tanto tempo che ho paura di essermi dimenticato perfino la sensazione…”

La osservò speranzoso, volgendo lo sguardo tutto intorno, poi proseguì:

“Comunque, probabilmente grazie anche a qualche intercessione divina, anziché tirare le cuoia sotto terra come plurifottuti scarafaggi abbiamo trovato il modo di rivedere la luce del giorno e, altrettanto inspiegabilmente, nel tragitto anziché diminuire di numero ed aumentare di rimpianti, abbiamo raccolto qualche disgraziato come noi. Com’è come non è, siamo venuti fuori da quel budello di pietra con una maga drow probabilmente bipolare, la sua bellissima sorellina, una rispettabile signora che si chiama Argenta e - almeno per quanto mi riguarda - la certezza che cavare gemme dalla roccia con un merdoso piccone non sia una vita che vale la pena di vivere.”

Sorrise in tralice e concluse:

“Perdonami, il dono della sintesi a volte può essere una maledizione. Se hai bisogno di dettagli, ad ogni modo, chiedi e proverò ad esaudire la tua curiosità, in attesa di capire che cosa decidono di fare i miei compagni qua sotto."


Indicò con il pollice dietro le proprie spalle, terminando la preparazione del suo sigaro artigianale.

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