lunedì 10 maggio 2021

DUNGEON MASTER - 02/09

Scortum scoppiò a ridere, con una risata profonda, di gusto. «Ragazzi miei, siete davvero simpatici!», gorgheggiò con la sua ricca voce di contralto. «Pieni di buone maniere, a modo vostro. Perfino tu, Jean
Tannen di Darokin, che nascondi le maniere dietro un eloquio che mi suona così familiare quasi da commuovermi. Però in un luogo come questo le vostre domande sono sensate, fra una terribile maga in cima alla valle, un'altra quasi altrettanto terribile poco più giù di qua con i suoi scagnozzi ed un'allegra banda di coboldi piazzati a bloccare la valle». Annuì compiaciuta. «La vostra circospezione vi fa onore ed ora voglio soddisfare tutte le vostre curiosità». Si strinse nelle spalle con aria comicamente rassegnata. «Ormai le curiosità sono le sole cose che mi è concesso soddisfare negli uomini...».

«Prima di tutto, parliamo del perché conosco Filth... ma sedete, sedete, ché mica vi mangio», invitò con un gesto del braccio lardoso ad indicare il suo falò: con l'ampio movimento diffuse attorno a sé un marcato olezzo di "Eau De Scourrèges", un profumo dozzinale molto diffuso fra le dame di taverna. «Come avete già intuito, non vivo qui da sempre e, se vivo qui, è per punizione. Un tempo facevo la vita in una città portuale, un posto caldo e pieno di gente: davo ai marinai stanchi alla fine dei loro viaggi tutto ciò che chiedevano... era solo questione di prezzo... per cui davo me stessa ed anche di più. In effetti spacciavo anche sostanze dagli effetti piacevoli, ma ero troppo avida: tagliavo quelle sostanze con cose pericolose ed a volte mi capitava di sbagliare, ma chi si preoccupa se trova un marinaio morto stecchito in un vicolo del porto? Una volta però commisi l'errore di spacciare una dose difettosa al figlio di un pezzo grosso della malavita locale: il ragazzo morì ed il padre affettuoso se la prese a male. I suoi scagnozzi mi pestarono a morte, ma poi accadde una cosa strana... e qui arriva il mio nesso con Filth: quando fui all'ultimo respiro mi apparve uno strano dio che mi offrì la vita in cambio del mio impegno a servirlo fino alla morte, esattamente come accadde al vostro compagno di viaggio». Sorrise,
mettendo in mostra una fila di denti inaspettatamente perfetti. «Ebbene sì, potrà apparirvi assurdo, ma io come Filth sono un chierico dello stesso dio senza nome e, così come Filth, anch'io ho ricevuto dal dio un nome che fosse anche una specie di marchio di vergogna: il suo vuol dire "sporcizia" nella lingua di un Paese lontano, il mio significa "meretrice" in un'antica lingua ormai quasi dimenticata».

Si picchiettò il naso con la punta di un dito. «Se ho sentito il suo caratteristico odore? No, naturalmente. Però non sono cieca: secondo voi, quanti ce ne sono in giro lunghi come un palo e larghi anche meno,
con zazzera e barba pepe e sale, vestiti con una tunica conciata da far pietà e muniti di bisaccia e bastone da pellegrino? Non molti, scommetterei. Poi, se lo si trova sul sentiero che conduce da Tionisla,
di chi mai potrebbe trattarsi se non del caro vecchio Filth?».

«Ora l'altra domanda», proseguì. «Cosa ci faccio qui? E perché non provate a chiederlo al mio bislacco dio, invece? Lui mi ha ordinato di piazzarmi qui, di tenere d'occhio cosa accade e di tenerlo informato. Il perché, solo lui lo sa. E mi ha ordinato anche, già che ci sono, di prendermi cura di chi potesse avere bisogno delle mie doti». Abbassò lo sguardo sulle proprie enormi tette informi. «No, non queste doti...
razza di sporcaccioni!». Scoppiò a ridere e poi aggiunse: «Vi ho detto che sono un chierico, no? E cosa fanno i chierici? Pom... ops! Scusate, volevo dire "pomodori"... Ci devo stare attenta o il mio dio si
incazza». Si tappò la bocca con la mano, fece un risolino contrito e continuò: «No, i chierici curano la gente: perfino i coboldi, nel mio caso. E gli animali selvatici. Ecco perché, se mai ve lo foste chiesto,
vivo qui tranquillamente senza dovermi nascondere da nessuno. Cioè, tranquillamente a parte il fatto che vestita così mi si gela anche la... beh, mi si gela proprio tutto. Ma fa parte della punizione, dice lui».

«Ho soddisfatto le vostre curiosità o c'è dell'altro?», chiese infine.

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