mercoledì 6 ottobre 2021

SETTIMANA 38 2021 - TERZO POST

BOGNUS - 03/09
Bognus accolse le parole gentili di Tionisla con un altro sorriso.
Scortò Gymla e Parriwimple alla camera, poi attese che il personale della maga attrezzasse la stanza per la notte.
Mentre aspettava fuori, vide arrivare Haza con uno sguardo turbato.

Lo ascoltò con attenzione.
Lo fissò a lungo.
Rimase in silenzio, a riflettere.
Quindi rispose:
"Un ragno da schiacciare. Lo pensavo anch'io quando mi sono ritirato nella valle degli Ankheg: sono solo insetti da schiacciare, niente più che materia prima.
Non sai quanto mi sbagliavo Haza. Ci ho messo molto tempo a capirlo, giorni e notti passate sulla fucina, con gli attrezzi in mano. Poi un giorno li ho visti in modo diverso, creature forgiate da Halav nella sua immensa saggezza, esseri che hanno un loro posto nel mondo. Da allora la mia convivenza con loro è diventata migliore, in armonia.
Anche io sono confuso, vecchio mio. Non posso dirti se dobbiamo vendetta o giustizia a Kel-hatril. Ma anche lei, come gli Ankheg, ha una sua ragione di essere, un disegno che Halav ha progettato per lei.
Per noi.
Proprio come rompere quell'altare, liberare gli spiriti dei fratelli minatori.
Noi nani siamo spiriti semplici, pratici. Per tutta la vita mi sono basato sui fatti, pietra e acciaio. Da quando abbiamo combattuto con la drow, fianco a fianco in quella caverna, sento che in qualche modo ci possiamo fidare. D'altro lato, ho paura che ci si rivolti contro come un serpente nella cesta.
Non è facile, sono d'accordo con te.
Ma dobbiamo avere fiducia, almeno fino a prova contraria."
Bognus smise di parlare, visibilmente emozionato e con un'espressione stupita sul volto.
"Sei riuscito a farmi dire più parole stasera che negli ultimi dieci anni. Ehi tu!" Chiamò un servitore che passava nel corridoio. "Portaci birra fresca per favore. Dobbiamo bere."
Appoggiò una mano sulla spalla di Haza con fare paterno, invitandolo a entrare nella loro stanza.

HAZA - 03/09
Haza rimase ancora un attimo come paralizzato, perso nei suoi pensieri e nelle parole di Bognus.
Gli ammirava la sua capacità di mantenere la fede negli dei anche dopo tali avventure, al contrario la sua
era chiusa da tempo in un'urna.
Portò la propria mano sul dorso di quella del compagno nano, la strinse, poi si decise.
"Hai ragione. Possiamo fidarci... fino a prova contraria."
Assolvere la drow era la soluzione giusta, ma se si fosse macchiata di nuovo di qualche crimine avrebbe pagato anche per i precedenti, poiché ciò avrebbe rinnegato il suo pentimento.
La nuova consapevolezza lo fece sentire più leggero.
Afferrò la mano del fabbro guerriero perché lo aiutasse a rialzarsi, accettando quindi il suo invito.
"E hai ragione anche sul bere. Nonostante la cena di stasera, quasi non ricordo quel sapore."
Più che alla birra, si riferiva al piacere di una compagnia di amici e di una nottata spensierata.

KREENA - 03/09
NDG
Se vogliamo giocarla davvero, la palla sta ovviamente a Guido per valutare cosa accade, ma secondo me possiamo restare anche solo sulla pura interpretazione, tanto si tratta di qualcosa di per niente connesso con lo scopo dell'avventura (e poi mi sto divertendo troppo ^__-). Intanto proseguo sotto.

GdR (più o meno)
In quel preciso istante, Battista svoltò l'angolo, con un vassoio carico tra le mani: vino e birra in ampie caraffe, una boccetta di liquore, bicchieri, crostini, dolcetti e le camicie chieste da Kreena. Sulla spalla aveva gettato una coperta e una goccia di sudore gli ornava la tempia dallo stesso lato, nonostante il fresco della sera.
Con un tempismo parabolico perfetto, si frammise tra Jean e la porta, quando ormai l'avventuriero aveva spiccato il volo.
L'impatto fu notevole, il clangore assordante. I due sbatterono scomposti contro i battenti, che tremarono soltanto, mentre tutto il resto piovve attorno, in una cacofonia di tintinnii, tonfi e schianti. Il riverbero metallico del vassoio fu l'ultimo a chetarsi, vibrando.
Allora la porta si spalancò e Kreena ne uscì come una furia: scalza, grondante acqua, i capelli incollati di sapone, con la destra reggeva la spada corta, con la destra il bordo dell'asciugamano, che minacciava di cascare a ogni istante.
"Sono Kreena, l'Ammazzadraghi! Chi vuol esser il primo a morire?!"

TABITHA - 03/09
Tabitha aveva letteralmente parlato al vuoto, sebbene non ne fosse minimamente cosciente, e non sentendo risposte dall'altro lato si era voltata per dire a Kreena che Jean probabilmente se ne era andato.
Aveva però fatto in tempo solo a compiere un quarto di giro sul piede, che qualcosa si abbatté sulla porta facendola vibrare da cima a fondo, immediatamente seguito da un rumore a dir poco assordante dall'altra parte.
La drow schizzò ad un paio di metri di distanza, con gli occhi sbarrati e un urlo di spavento. "Jean è impazzito!!" gridò, cercando di guadagnare la protezione del fortino di coperte e cuscini.
In quel momento Kreena uscì dalla tinozza, afferrò una spada, e ancora tutta insaponata andò a spalancare la porta.
Tabitha la fissò, notò l'asciugamano che cercava di rimanere al suo posto con tutte le sue scarse forze, e per poco non venne a lei un attacco di panico per l'amica. Da un lato sarebbe rimasta rintanata nel suo rifugio, ma dall'altro... non poteva certo permettere che Kreena rimanesse nuda, lì sulla porta, dove tutti potevano vederla!
"Cielo! Kree! Copriti!" squittì afferrando un lenzuolo e per coprire le grazie della giovane prima che venissero pubblicamente rivelate dalla salvietta traditrice.
Così anche la drow comparve nello specchio della porta subito dietro Kreena, con una coperta sulle spalle a mo' di mantello.
Vedendo però il cipiglio agguerrito di Kreena, Tabitha si bloccò, inquadrando a quel punto l'autentico cataclisma nel corridoio. Dolcetti e crostini nuotavano in un mare di birra, vino e vetri infranti assieme a Jean e Battista, su cui erano graziosamente planate le camicie da notte che avevano chiesto al solerte maggiordomo.
Li osservò per un istante, con gli occhi viola spalancati, palesemente incapace di capire cosa fosse accaduto.
"... ti piace così tanto il rosolio?" mormorò con un filo di voce, non sapendo che altro pensare.
Di colpo Tabitha si riebbe, realizzando che Kreena era ancora lì mezza nuda, ed un moto di orgoglio e solidarietà femminile si impadronì di lei, facendole dimenticare per un attimo la sua timidezza.
"Giratevi subito! Non si fissa una ragazza appena uscita dal bagno!" provò a rimproverarli. "...per favore."
Sull'essere perentoria doveva lavorare ancora molto.

DUNGEON MASTER - 03/09
[Tabitha] "Ba-Battista!" esclamò richiamando l'attenzione del povero maggiordomo. "Potrebbe, per favore, portarci delle coperte pesanti in più?" domandò con la voce che andava scemando. La timidezza stava tornando a prendere il sopravvento, ma doveva finire quello che aveva iniziato, accidenti a lei!
"Sa, soffro terribilmente il freddo e...e non vorrei disturbare questa notte...gra-grazie!"

«Jeeves, per servirvi», rispose imperturbabile il maggiordomo, facendo un mezzo inchino. «Coperte pesanti? Ma certo, milady. Tuttavia, se soffrite così tanto il freddo, posso permettermi di suggerirvi una camicia da notte fatta con quel materiale che dicevo? Il "pile"? Se mi consentite, vi posso assicurare che si tratta di un materiale eccellente, molto morbido e caldo ed infinitamente meno irritante della lana sulla pelle: darò subito disposizione per farvene avere una scelta. Che colore gradireste? Rosa? Celeste? Magari con dei simpatici
disegnini? Orsetti? Cuoricini? Non avete che da scegliere, milady».

SCARLETT - 03/09
Scarlett ascoltò Kel-hatril, lasciando che si sfogasse, rimanendo al suo fianco come avrebbe fatto un'amica, infine le sorrise annuendo.
"Sì dai, andiamo alla tua stanza così ti ridò tutto quanto in tranquillità." la rassicurò avviandosi nel corridoio con un cenno ad Issus di seguirle pure.
Anche Fenryr si accodò a loro rimanendo a poca distanza, la maga lo guardò per un istante, quindi si limitò a un sorriso nella sua direzione senza dire nulla.
"La nuova Kel-hatril ha iniziato a nascere e crescere quando ci siamo confrontate in quella grotta, ma ci vorrà tempo e capisco che ora, dopo aver detto tutto con lo stress che ne consegue, tu ti senta come completamente svuotata."
Scarlett scrollò piano le spalle. "Ora però cerca, per quanto possibile, di rilassarti e riposarti, va bene?" le sorrise gentilmente, "Ad esempio ora ti accompagno, ti restituisco tutto, e quando tolgo il disturbo fatti un lungo bagno caldo. Questo posto mi sembra tenuto in modo esemplare, potrei quasi scommettere che Tionisla avrà fornito anche sapone di ottima qualità e magari anche del profumo, quindi immergiti in una vasca calda e lasciati coccolare dal suo torpore. Per esperienza posso dire che è un buon rimedio per calmare i nervi." le strizzò poi un occhio con complicità. "E poi dobbiamo mantenerci belle, no?"
Sapeva che la situazione era difficile per Kel-hatril, e di sicuro non era facile pensare ad altro, però stava provando a cercare di distrarla parlando di sciocchezze.
"Sull'avere vicino qualcuno come Issus invece bhe... non credo che tu intenda letteralmente un compagno, in questo caso specifico, giusto? O forse anche sì, non vedo perchè non dovresti volerlo dopotutto..." le gettò uno sguardo continuando a camminarle a fianco. "Il compagno lo troverai, e magari proprio quando meno te lo aspetti, vedrai. Ma sull'avere un abbraccio..."
Scarlett si fermò davanti alla porta della stanza scelta da Kel-hatril, attese che lei fu entrata, poi la seguì. Le sorrise e, rapidamente, le posò sul letto tutti gli oggetti che le aveva dato da custodire, controllando due volte di non aver dimenticato nulla, quindi tornò a guardare Kel-hatril
"Stavo dicendo, per l'abbraccio, se ti può far sentire meglio, io ci sono..." le sorrise aprendo le braccia, lasciandole il tempo di capire prima di stringerla per un attimo, non sapendo quanto effettivamente potesse essere gradito quel gesto. "Sono dalla tua parte Kelly, e se hai bisogno, io ci sono." le mormorò. "Non sarò un aitante giovanotto dalle braccia forti e rassicuranti, ma come amica non penso di essere male." scherzò stringendole un'ultima volta le braccia prima di lasciarla andare.

DUNGEON MASTER - 03/09
[Kreena] "Battista, buon uomo" - esordì in falsetto, sbattendo le ciglia - "Sareste così gentile da accompagnare me e Lady Tabitha alla nostra stanza? Tutte queste emozioni ci hanno stremato..."

«Jeeves, per servirvi, milady», rispose il maggiordomo, impettito come un pinguino.

[Kreena] "Vista valle, naturalmente, caro...e un po' di frutta candita, dolcetti al miele, vino leggero, birra chiara e magari del rosolio..."

«Vista valle, certamente, milady», rispose Jeeves, sussiegoso. «Ottima scelta, se posso permettermi. Per tutto il resto, passerò immediatamente l'ordinazione ad un cameriere».

[Kreena] "E due camicie da notte...mica possiamo dormir nude...e un bagno caldo, sapone e del profumo alla verbena, pare sia all'ultima moda..."

Alla parola "nude" Jeeves tossicchiò ed inarcò un sopracciglio, ma ovviamente non disse nulla in merito.

«Vogliate perdonarmi, milady», rispose invece, sempre più imperturbabile, «ma le camicie come le gradite? Cotonina? Flanella? Ne abbiamo anche in un materiale di nuovo tipo: lo chiamano "pile", ma forse è ancora un po' troppo caldo per la stagione... se mi consentite
di esprimere un parere». Accennò un mezzo inchino rigido. «Per l'acqua del bagno non c'è problema, comanderò subito che vi venga portata acqua calda: abbastanza per una tinozza subito, poi, se posso avanzare un suggerimento, un ricambio d'acqua per la seconda fra una mezz'ora. Il sapone è già pronto dietro il paravento». Poi, senza batter ciglio: «Temo però che ci sia un problema con il profumo alla verbena: mi risulta che l'abbiamo esaurito e, con la strada bloccata da quella strega e dai suoi coboldi... posso forse proporvi del profumo al sandalo d'Oriente? Pare che le dame che vivono qui ne siano soddisfatte». Fece un altro mezzo inchino rigido. «Ora, se non c'è altro, vorrei chiedere licenza di allontanarmi per impartire le necessarie disposizioni».

JEAN - 03/09
Jean fece appena in tempo ad accorgersi con la coda dell’occhio dell’arrivo del maggiordomo, prima di schiantarglisi addosso con tutte le sue forze. Il malcapitato non aveva alcuna possibilità di attutire il colpo, men che meno di rimanere in piedi considerando anche il fatto carico trasportato ed infatti rovinò al suolo in un tripudio di vesti, vetri e liquidi vari, per fortuna tutti dagli odori più o meno gradevoli.
Neanche il tempo di scuotere la testa e divincolarsi da una camicia da notte particolarmente affettuosa, che una Kreena semi nuda ma con la spada sguainata in mano spalancò la porta facendo la propria comparsa minacciando morte a destra ed a manca:
“Kreena! Aryn! Dove è?! Il buzzurro si è infilato di nascosto in camera vostra?!”
Urlò lo spadaccino mentre si alzava faticosamente in piedi grondando quello che doveva proprio essere rosolio dalla veste completamente zuppa. L’intervento di Tabitha che intimava prima all’amica di coprirsi e poi a lui ed al maggiordomo di voltarsi, ebbe se possibile l’effetto di confondere il darokiniano più di quanto non fosse:
“Voltarsi? Noi? Ma Aryn allora?!"
Ad ogni buon conto, compreso infine che la situazione era più o meno sotto controllo e nessuno pareva sotto attacco a parte la sua dignità, si voltò di tre quarti mentre concludeva:
“Pluridannazione a te, ma non stavate insieme tu ed il paladino? C’è bisogno di fare tutto questo casino se ti vede nuda? Padre senza Nome giuro che se mai concederai al tuo umile servitore il dono di capire la psiche femminile, dedicherò un’offerta di morte grandiosa a tutti i futuri trapassati nel tuo nome, senza eccezioni cazzo."

DUNGEON MASTER - 03/09
Tutto ok, tranne il fatto che stavolta non si tratta di Jeeves ma del servitore da lui inviato per soddisfare le "poche e semplici" richieste delle due fanciulle.
Il povero Higgins si sentì travolgere da qualche cosa di simile ad un
toro alla carica e franò senza scampo per terra, spargendo al suolo la
montagna di roba che stava trasportando.

«Mapporc...», ringhiò a bassa voce prima di riuscire a riprendere il controllo: non gli era parso di vedere Jeeves nei dintorni, ma se l'avesse sentito imprecare per lui sarebbe stato meglio andare direttamente a consegnarsi nelle grinfie della banda di coboldi che notoriamente imperversava nella valle.

Ripreso il controllo, Higgins si rialzò, tentò di rassettarsi alla meglio la giubba malridotta, poi con un deferente inchino si rivolse a Jean: «Vogliate perdonare la mia goffaggine, signore...», iniziò a dire in tono contrito, ma prima di poter aggiungere altro la visione di una ragazza armata, seminuda ed infuriata giunse a metterlo in totale confusione: senza saper più cosa dire, si affannò a raccogliere alla bell'e meglio i resti del disastro che insozzava il corridoio per poi battere in ritirata farfugliando qualcosa sul mandare qualcuno a completare il riordino.

Però, fuori portata di udito, non riuscì a trattenersi oltre: «Un buzzurro nella camera della tizia mezza nuda?», ringhiò fra sé. «Bah! Io so di un goffo buzzurro nascosto in corridoio che si mette a rendere la vita difficile alla gente che lavora. Quello so io sui buzzurri in giro
da 'ste parti... Fanculo agli eroi raccomandati dalla Padrona... Prima vanno fuori dai coglioni e meglio è. Tutti matti nella testa, questi eroi del cazzo...».

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