sabato 9 ottobre 2021

SETTIMANA 39 2021 - PRIMO POST

TABITHA - 03/09
Tabitha aveva guardato l'uomo sbattendo gli occhioni viola, cercando di capire quindi, dato che si era presentato come Jeeves, se Battista fosse una specie di soprannome o appellativo della superficie per i maggiordomi, il suo secondo nome o che altro. O forse Jeeves era il secondo nome o come chiamava i maggiordomi Tionisla! Ecco, sì, forse era proprio così: doveva trattarsi di usanze, probabilmente da dove veniva Kreena si chiamavano Battista e qui Jeeves.
A quel punto la drow si concentrò sulla solerte offerta dell'uomo.
"Non ho mai sentito nominare quel...come lo ha chiamato? Pile? Ecco, quello, però se dice che è davvero più morbido della lana, mi fido del suo giudizio Jeeves."
Si era concentrata e aveva usato il nome che, a quanto pareva, era quello corretto.
Il maggiordomo aveva parlato anche che la stoffa poteva avere una fantasia, e la cosa animò letteralmente Tabitha. Non aveva mai avuto abiti con fantasie - se non cose molto, ma molto, sobrie che sua madre non doveva nemmeno avere il sentore che lei potesse avere - figurarsi camicie da notte decorate da disegni! Dovevano essere bellissime!
Ormai il fatto che avesse chiesto coperte per fare un giaciglio e non per un suo effettivo problema con il freddo era passato del tutto in secondo piano.
"Orsetti, Jeeves. Se possibile mi piacerebbe moltissimo averne una con gli orsetti." chiese arrossendo subito dopo.
Forse era un po' eccessivo, o forse era più adatto ad una bambina che a lei ma... voleva davvero vedere com'era quella fantasia ad orsetti! E poi era una serata tra ragazze, no? Quindi era certa che fosse appropriata, eccome se lo era!

DUNGEON MASTER - 03/09
[Morgon] "La prima questione è legata al fatto che volevo dirle che se viene accesa una luce nell'oscurità e questa viene lasciata a se stessa potrebbe venire spenta, ma quando questa luce è custodita ed alimentata è destinata a spazzare via ogni forma di buio, a tal proposito ci sono alcune poemi che mi sono venuti in mente come sostegno a questa mia tesi... ma non credo sia questo il momento di proseguire in tal senso..."

Tionisla si limitò a fissare negli occhi Morgon con espressione alquanto severa, ma non era chiaro se la causa fosse il filosofeggiare del bardo su luce e oscurità o se fosse la prospettiva più o meno prossima di sentirsi propinare poemi a sostegno della tesi.

[Morgon] "La seconda cosa che le voleva chiedere se mi potesse illuminare in merito alla parola Kan-Thor...la sacra isola. Per caso non è mica che conosce una certa Eudana?" La parola Kan-Thor venne pronunciata con un bisbiglio e con la mano a pararsi una lato della bocca.

Lo sguardo di Tionisla da severo si fece minaccioso: «Dove hai sentito questi nomi, ragazzo?», ringhiò. «Spiegati in fretta e vedi di essere convincente».

[Morgon] "E l'ultima cosa le vorrei chiedere se sa dirmi cosa è questo..." disse estraendo da una tasca laterale della cintura un disco metallico (NDG vedi sotto).

Tionisla gettò appena un'occhiata distratta al medaglione: «Di questo ne parleremo domani... come ultima cosa», rispose. Poi aggiunse: «Allora? Cosa sai dirmi su quei nomi che hai fatto?».

MORGON - 03/09
-Oh oh... mi sa che si è arrabbiata!-
-Guarda che faccia seria-
-Questa volta l'hai fatta grossa Morgon-

Pensieri. Pensieri e paranoie.
Provò a sorridere, ma non ci riuscì proprio.
Con la faccia più seria che aveva mai fatto in vita sua, Morgon iniziò a parlare.
"Ho acquistato un libro tempo fa. Questo." disse tirando fuori dallo zaino il libro "Il bardo del nord".
"Me lo ha venduto un certo Humbertus, il vecchio matto dei libri. Mi vendette il libro, anche se ebbi subito l'impressione che in realtà me lo stesse affidando, piuttosto che vendermelo. Vede queste pagine qui al centro." Così dicendo mostro a Tionisla le pagine aggiunte al manoscritto.Effettivamente c'erano alcune pagine che, pur essendo parte integrante del volume, parevano essere state aggiunte successivamente alla prima rilegatura, come se questa fosse stata rifatta apposta per aggiungerle.
"Vede, sono scritte in uno strano alfabeto! Ha notato come non ci sono immagini? Solo il disegno di questa isola..." aggiunse ancora il bardo.
"In sostanza, spinto dalla curiosità ho lanciato Lettura del Magico sul testo e l'unica cosa che ne ho tratto è stato questo nome: Kan-Thor". di nuovo pronunciò quel nome pronunciandolo.
"Poi ho avuto come una visione, come una voce, che mi ha suggerito questo".
Fece un respiro profondo, chiuse gli occhi e ripetè a memoria "Ricorda questa parola. È importante. Non è ancora tempo di conoscere il resto. Se questo tempo verrà, dovrai farti trovare pronto. Solo allora tutto ti sarà chiaro".
"Arrivati qui ho pensato di chiedere a lei, perchè magari il tempo è arrivato."
"Ho ritrovato poi lo stesso nome in uno scritto che ho..." fece una pausa. Non voleva dire a Tionisla che aveva trafugato la pergamena a casa del conte Bryosk. "... che ho avuto modo di leggere a casa del conte Bryosk."
"Diceva grosso modo così...", proseguì bisbigliando "Fratelli, sorelle, le mie ricerche mi stanno portando in una situazione di grave pericolo: pare che il misterioso Raxxla sia dotato di poteri grazie ai quali è stato in grado di percepire le mie indagini sul suo conto. Ora proiettare la mia mente  verso di lui è diventato più pericoloso e superare le barriere protettive più  impegnativo. Lo percepisco, anzi, lo so di essere ormai prossima a visualizzarlo, ma ogni passo avanti che compio mi espone ad un possibile contrattacco. Per di più, sospetto che la mia posizione fisica sia stata individuata e che Raxxla sia sul punto di inviare sicari per porre definitivamente termine alle mie indagini: non è per me che temo, tuttavia, ma è per il successo della missione. Non mi fermerò proprio ora, no di certo, ma ritengo più prudente ritirarmi sulla sacra isola di Kan-Thor: voi sapete come raggiungermi, se necessario. Da lì, protetta dalle difese dell'isola, proseguirò le mie ricerche. Eudana. Affinché il Canto non abbia mai fine"
"Ecco... questo è più o meno tutto. Ah no. L'analisi magica sulla pergamena aveva prodotto solo un luccichio sul sigillo... ma nulla di più... solo che poi la pergamena se l'è tenuta il conte (NDG Spero di ricordare correttamente. La pergamena mi sembra di ricordare fosse stata restituita ad uno dei servitori del conte e non dovrebbe più essere in possesso di Morgon. Nel caso lo fosse Morgon fa vedere la pergamena a Tionisla).

Morgon si rese conto di non aver mai parlato così tanto con nessuno del gruppo. Eppure questa volta, la curiosità di avere risposte lo aveva travolto.

Si fermò. Serio. E nella sua testa iniziarono nuovamente le vocine.
-Ora ti sbrana-
-Preparati è giunta la tua ora-
-Sarai servito domani per colazione-
Poi un pensiero andò a Tabitha. Se la immaginò addormentata nel letto con le coperte rimboccate e con un leggero sorriso sul volto. (NDG povero mezz'elfo illuso! ;) )

Si rese conto di essere quasi sull'attenti. Cercò di rilassarsi un poco in attesa del responso di Tionisla.

DUNGEON MASTER - 03/09
[Fenryr] Lì aspettò che entrasse, si sedette nella stessa posizione e rimase in attesa.

La porta della stanza di Kel-hatril si aprì dopo qualche minuto.

«Avevo avuto come l'impressione che stessi seguendo proprio me», osservò  la maga. «Di' un po', è stata Tionisla a chiederti di tenermi d'occhio, casomai volessi provare a scappare, o è una tua personale iniziativa? Però, dato che la prima alternativa è una vera assurdità, allora perché lo fai?».

 

FENRYR - 03/09
L'elfo dei ghiacci la fissò con intensità, quindi scosse il capo, torcendo le labbra in una specie di sorriso.
"Nessun motivo" - rispose in un sussurro - "Evidentemente sono pazzo"

 

 

 

 

DUNGEON MASTER - 03/09
[Fenryr] "Nessun motivo" - rispose in un sussurro - "Evidentemente sono pazzo"

«In tal caso, peggio per te», replicò senza enfasi Kel-hatril. Detto questo, si ritirò nella sua stanza e richiuse a chiave la porta.

«Che idiota», brontolò mentre si preparava a fare il bagno. «Non azzecca mai una risposta».

Finito il bagno, la maga drow si rivestì, raccolse le sue cose, poi eseguì un incantesimo e, semplicemente, scomparve.

DUNGEON MASTER - 03/09
A seguito di una esplicita richiesta, credo sia meglio dire due parole sulla struttura generale della proprietà di Tionisla.

L'intero palazzo si sviluppa completamente sottoterra, anche se ci sono parti aperte sulla valle con finestre e occasionali balconi, peraltro praticamente inaccessibili dal momento che si trovano affacciati a metà di una parete rocciosa alta un buon centinaio di metri (gente particolarmente abile, come ad esempio Issus, potrebbe scalarla ma sarebbe completamente esposta durante l'intera ascesa, o calata dall'alto che sia). La struttura interna si sviluppa su quattro livelli: quello inferiore è destinato agli alloggi della milizia e della servitù ed ai magazzini; il secondo è quello che si trova al livello del portone di ingresso e vi si trovano la sala da pranzo, la cucina, laboratori e stanze da studio, la biblioteca e lo studio di Tionisla con la relativa biblioteca privata; il terzo livello contiene gli alloggi per gli ospiti
e relativi spazi comuni, incluse le latrine ed il guardaroba; il quarto livello contiene l'appartamento privato di Tionisla ed una serie di mini appartamenti destinati agli assistenti ed agli allievi della maga (oltre che le immancabili latrine comuni: solo Tionisla ne ha a disposizione una personale... ma lei è la padrona...).

DUNGEON MASTER - 03/09
[Morgon] "Ricorda questa parola. È importante. Non è ancora tempo di conoscere il resto. Se questo tempo verrà, dovrai farti trovare pronto. Solo allora tutto ti sarà chiaro".

Tionisla fissò in volto Morgon per parecchi secondi con espressione imperscrutabile, ma infine sorrise compiaciuta: «Bravo ragazzo», disse prendendo il libro dalle mani del bardo. «Molto ben fatto». Picchiettò col dito sulla copertina del volume. «Ci hai visto giusto: la rilegatura del libro venne rifatta parecchi anni fa per inserire quelle pagine. In effetti fui proprio io a farla rifare da uno dei miei artigiani e quelle pagine le scrissi io personalmente, tranne il disegno di Kan-Thor, che feci fare da un mio assistente: purtroppo le mie manacce non sono molto adatte per disegnare. Per il resto, compresa la pergamena che avevi letto a casa di Bryosk, sarà meglio rinviare tutto a domani, dopo che avremo terminato il giudizio su Kel-hatril». Sorrise di nuovo. «In ogni caso hai ragione: il tempo è davvero arrivato. Ne è prova il fatto che quel libro sia giunto nelle tue mani e che tu sia riuscito a superare il primo livello di protezione dell'inserto: arrivare a leggere il nome della sacra isola. Sono quasi certa che tu ed i tuoi compagni, anche se forse non tutti, avrete modo di raggiungerne la vetta».

[Morgon] (NDG Spero di ricordare correttamente. La pergamena mi sembra di ricordare fosse stata restituita ad uno dei servitori del conte e non dovrebbe più essere in possesso di Morgon. Nel caso lo fosse Morgon fa vedere la pergamena a Tionisla).

Ricordi correttamente: il giorno seguente al trafugamento Arkoby, scortato da due guardie del Conte (di quelle serie, non di quelle da operetta), venne alla locanda di Trinkwein per farsi restituire la pergamena.

ARGENTA - 03/09
Durante la cena e poi nello studio di Tionisla Argenta era rimasta in disparte, ascoltando in silenzio. Quando Tionisla li invitò a ritirarsi ne fu sollevata e dopo aver salutato la propria maestra si avviò verso il suo alloggio. Entrando nell'ingresso vide i bagagli che aveva consegnato all'arrivo, non erano passate neppure due settimane da quando lei e Solcan erano partiti ma tante cose erano successe e ora Solcan non c'era più e le sue cose andavano consegnate alla sua compagna..... I lumi erano accesi, si sentiva lo scoppiettio del fuoco che ardeva nei camini e sul tavolo del soggiorno c'era un vassoio con acqua, vino e
biscotti. Argenta ringraziò mentalmente i camerieri degli allievi per questa gentilezza.
Entrò in camera, raggiunse la vasca dietro al paravento e constatato che l'acqua era ancora sufficientemente calda si spogliò e vi si immerse, con gesti lenti cominciò a lavarsi.
Concluso il rito purificatore, avvolta solo in un telo  andò in soggiorno, raggiunse la finestra e sedutasi sui comodi cuscini che coprivano le panchine della strombatura aprì i vetri e cercò conforto nello spettacolo della valle immersa nel buio. I minuti passarono e il freddo della notte ebbe il sopravvento, Argenta chiuse i vetri, si scostò dalla finestra e tornata in camera sostituì il telo con un confortevole abito da casa e uscì per raggiungere le latrine delle donne. Non incontrò nessuno e non se ne dispiacque.
Tornata al suo alloggio, disfò il bagaglio, ripose gli oggetti personali, mise sul tavolo la camicia con il collo ricamato e il bracciale di cuoio di Solcan da un lato, l'anello magico di Solcan e le pozioni rimaste dall'altro. I vestiti sporchi finirono insieme a quelli che si era tolta per fare il bagno nell'apposito cesto dietro il paravento.

Infine cambiò l'abito con una camicia da notte, bevve un bicchiere d'acqua, spense i lumi, tranne quello più vicino la letto, e poi si sdraiò cercando di sgombrare la mente da ogni pensiero per poter dormire.


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N.D.G.
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Gli alloggi degli allievi non sono molto grandi ma asciutti, caldi, puliti e confortevoli. Inoltre uno staff di solerti camerieri è sempre a disposizione.
L'alloggio standard è una grande stanza divisa con pareti di legno in un piccolo ingresso, una zona soggiorno/studio e una stanza da letto. Su sua richiesta, quello di Argenta dà sull'esterno e nel corso degli anni lei lo ha molto personalizzato.
La camera da letto non ha finestre, ma è dotata di un camino, un letto con ai lati due piccoli ripiani e una grossa nicchia con ripiani che funge da armadio, il tutto scavato e modellato nella roccia. Un tendaggio colorato (oggetto personale di Argenta) chiude l'armadio e vivacizza la stanza. Sul letto troneggiano un grande materasso, lenzuola bianche, un morbido piumino e due cuscini. Un grosso paravento nasconde un ripiano con sopra un bacile e una brocca d'acqua e sotto un secchio per l'acqua sporca, una vasca da bagno, un cesto con coperchio per i vestiti sporchi, una nicchia nel muro costantemente rifornita di
asciugamani e sapone, e un pitale con coperchio per le emergenze notturne. Il soggiorno/studio presenta una profonda e larga strombatura che termina in una finestra dotata di vetri apribili, lungo i lati la strombatura ha due panchine di roccia coperte da cuscini e sotto la finestra un piccolo tavolino a scomparsa per poter studiare alla luce del giorno. Sulla sinistra della finestra ci sono un camino, una libreria e un tavolo con due sedie, sulla destra un tappeto con sopra due grossi cuscini una cassa da viaggio dal coperchio piatto, a fare da tavolino. La cassa è in legno dipinto di blu con finiture in metallo lucido, un piccolo lusso che Argenta si è concessa. La libreria è piena di libri e altri oggetti oggetti, alle pareti sono appesi alcuni drappi colorati, molte piccole sottili assi di legno dipinte e piccole sculture in legno e osso, opere personali e ricordi di viaggio.

DUNGEON MASTER - 03/09
La porta dimensionale si aprì e subito si richiuse.

«Ti stavo aspettando», disse Tionisla, sprofondata nella sua poltrona preferita.

«Mi immaginavo di trovarti qui», rispose Kel-hatril prendendo posto in un'altra poltrona, quasi di fronte, ma sedendosi appena sul bordo della seduta, come fosse sulle spine.

«Hai paura?»

«Di te? No. Di morire? Sì.»

«Avevi detto di non temere la morte.»

«Mentivo, forse, o forse mi atteggiavo a più forte di quanto sia realmente.»

«Perché?»

«Una reazione istintiva, credo: mostrarsi deboli non è cosa degna di un elfo scuro. Non di uno di sangue nobile, quanto meno.» Si strinse nelle spalle ed allargò le braccia, come a scusarsi. «Evidentemente non è così facile liberarsi delle tracce dell'educazione ricevuta.»

«Ti aspettavi che lo fosse?»

«No di certo. O forse sono solo orgogliosa per natura.»

«Ma perché temi la morte? Non hai avuto una vita facile: la morte sarebbe la fine di tutti i problemi. Il riposo. La liberazione.»

«Temo gli dei. La loro punizione. E poi temo di dover affrontare la collera di Lolth.»

«Non credi di meritare la punizione degli dei? E la collera di Lolth?»

«La collera di Lolth? No, non credo di meritarla: se fosse in collera con me, la sarebbe per non essere stata abbastanza malvagia per i suoi gusti. La collera degli altri dei? Sì, so di meritarmela fino in fondo: è anche per questo che desidero tanto una possibilità di riscattarmi.»

«Quindi la tua è paura, non vero pentimento.»

«È paura, sì, ma non è solo paura: non sono certa che tu possa capire, credo che dovresti essere dentro di me per poterci riuscire, ma... ecco, è per via di quello che provo quando mi trovo a guardare negli occhi mia sorella, a leggere la sua sofferenza ed allo stesso tempo la pena che prova per me: è Tabitha la chiave di tutto, lo specchio nel quale mi sono trovata a dovermi guardare, scoprendomi brutta, molto più brutta di quanto avrei mai potuto pensare... e completamente sbagliata.»

«Come ci era riuscita?»

«Aveva trovato finalmente la forza di sbattermi in faccia tutto il male che le avevo fatto, mi aveva costretta a lasciare i panni di Kel-hatril per calarmi nei panni della vittima di Kel-hatril. Allo stesso tempo mi aveva mostrato quanto comunque tenesse a me: ero colpevole ma comunque amata, una combinazione micidiale. Partendo da quell'esperienza, poi ero
andata avanti per conto mio: Solcan, morto per le mie sevizie, Argenta, costretta a dividere una gabbia con il suo cadavere in decomposizione, e... tutto il resto». Di colpo Kel-hatril si interruppe, si prese la testa fra le mani ed emise fra le labbra strette un lungo sospiro
esasperato. «Da una parte provo un intenso desiderio di venire punita, di pagare tutto e subito, dall'altra provo un desiderio ancora più forte di venire messa alla prova, di dimostrare di saper essere molto meglio di quella che tutti conoscono... e odiano...»

«Ai drow non importa di essere odiati, importa di essere temuti», obiettò Tionisla.

«Era così anche per me... prima», replicò Kel-hatril. «Ora non più. Pochi lo sanno, ma esistono anche elfi scuri dissidenti, che vivono in superficie e che adorano un dio diverso da Lolth. Forse sto diventando come loro.» Sospirò. «Mi piacerebbe. Strano, no?»

«No, non poi così strano», fu la risposta della mezzorca. «Non direi...»

Per qualche tempo calò il silenzio nello studio di Tionisla.

«Vieni qui», disse infine la mezzorca. Obbediente, Kel-hatril si alzò in piedi e le si avvicinò a passi lenti: messe una di fronte all'altra, le due maghe davano l'impressione di una bambina al cospetto di una donna adulta.

Tionisla mise le grosse mani attorno alla testa di Kel-hatril, che rimase immobile, in docile attesa. «Non so come andrà domani», disse la mezzorca, «ma ora è tempo che riposi, piccola elfa». Una breve formula ed un momento dopo Kel-hatril si accasciò inerte, al che Tionisla la raccolse fra le massicce braccia e la portò con sé via dalla stanza.

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