mercoledì 13 ottobre 2021

SETTIMANA 40 2021 - PRIMO POST

INDEVAR - 04/09
Alzatosi e recepito l’invito dalla padrona di casa, Indevar rifletté ancora un po’ sulle parole che avrebbe detto riguardo al Giudizio sulla Drow.
Una volta che ebbe chiaro cosa pensava e come lo avrebbe messo in parole si diresse verso lo studio di Tionisla.
Il chierico attese il suo turno per entrare.
Una volta dentro prese posto dove la padrona di casa gli offrí di sedersi e comincio ad esporre la sua tesi.
“Ti ringrazio Signora per aver voluto ascoltare tutte le nostre opinioni, ti stai dimostrando degna di essere un giudice.” Si sistemò sulla poltrona e proseguí.
“Il Dio che servo è quello del giudizio, quindi sono totalmente scevro da influenze esterne, mi vanto di poter esaminare le cose senza influenze di alcun tipo, ovviamente, non posso essere sicuro che le informazioni che mi vengono riportate siano esatte, quello è il grande cruccio di ogni giudicante, ma, su ciò che vedo e sento in prima persona, non applico alcun filtro.” Indevar ci teneva a mettere in chiaro il suo metodo di giudizio.
“La nostra vecchia nemica e nuova compagna, è sicuramente da condannare!” Fu secco e deciso nel proferire quelle parole “Non cercherò di negare l’evidenza, alla tua fazione, o quel che siete, ha arrecato danni enormi, quindi merita di essere punita.” Fino a quel punto, la sua espressione facciale era asettica, ma iniziò ad alleggerirsi, con quello che poteva sembrare un sorriso quando continuò.
“È sulla punizione che ho da esprimere i miei parei.” Si sistemó nuovamente sulla poltrona “Kell, ha fatto quello che ha fatto per abitudine, per l’educazione che ha ricevuto, per le usanze assurde che le sono state insegnate…” non aveva mai interrotto il contatto visivo con la Mezzorca “Se tuo padre si fosse dimostrato un essere diverso, accogliendoti con se, insegnandoti a combattere e depredare, convincendoti che quello che aveva fatto a tua madre fosse normale, tu avresti potuto anche crederci mia Signora.” Sapeva che parlare del padre era un enorme rischio, ma la vita della sua Utilissima compagna valeva il rischio, semplice strategia.
“Mia signora, capirai che l’esempio di tuo padre è quanto meno calzante, con questo concludo chiedendoti di tener conto delle mie parole quando deciderai la punizione per la Drow.” Indevar rimase in attesa di una qualsiasi reazione della padrona di casa.
NDG
Non ruolo l’uscita perché ho sicuramente un dado carissima che pende sul mio capo.

SCARLETT - 04/09
Scarlett ascoltò attentamente tutti i compagni, sorridendo constatando che, bene o male, erano tutti più o meno concordi.
Quando Haza ebbe finito di parlare, la Rossa si fece avanti lanciando un sorriso a Kel-hatril.
"Sono d'accordo con quanto già espresso più che bene dai miei compagni: credo anch'io che Kel-hatril abbia dimostrato di meritare una seconda possibilità." esordì spostando lo sguardo su Tionisla. "Ha commesso azioni indicibili, nessuno dice il contrario, nemmeno lei, e né noi né lei le dimenticheremo probabilmente mai. Però da quando abbiamo avuto quel confronto, non ha mai approfittato per andarsene o tradirci, e di occasione ne ha avute, anzi si è data da fare come poteva per darci attivamente una mano senza che glielo chiedessimo, quindi penso che si sia guadagnata la sua possibilità di riscatto, l'occasione di rifarsi una vita."
Gli occhi della maga tornarono alla drow. "Se non si fosse pentita non saremmo nemmeno qui a parlare, ma visto che è così, ritengo che la morte non sarebbe comunque una punizione, perchè la solleverebbe da tutto. Restare con noi per affrontare Raxxla invece, sarebbe un buon modo per aiutare chi soffre, per ripagare attivamente e concretamente con qualcosa di utile per tutti."
Scarlett fece una pausa, poi riprese. "E come han detto altri, noi potremmo esserle di supporto. Vuole cambiare, e ha bisogno di compagni e amici, di qualcuno su cui contare quando si sentirà magari perduta, non di essere lasciata sola. Noi possiamo essere una sorta di famiglia e di guida per lei, aiutandola a non perdere la rotta che si è prefissata."
La Rossa sorrise apertamente. "Ha le carte in regola per farcela e ha già fatto i primi passi, mi piacerebbe vedere fino a dove può spingersi la nuova Kel-hatril."
E con un ultimo sorriso in direzione di Kelly, la Rossa tornò al suo posto accanto ad Issus.

TABITHA - 04/09
Tabitha si era svegliata la mattina seguente quando il cameriere era arrivato ad avvertire lei e Kreena dell'appuntamento con Tionisla e che la colazione le attendeva nella sala comune.
La serata con l'amica le aveva fatto un gran bene, era stato bello - sebbene molto imbarazzante per certi versi - poter parlare liberamente con lei, sentirsi capita e anche rassicurata.
Si era rivestita con i suoi abiti puliti senza indossare l'armatura che lì dentro non riteneva fosse necessario mettere, quindi si era specchiata un paio di volte legando i capelli in una treccia, poi sciogliendoli, provando una coda alta, poi una mezza coda.
"Cosa sto facendo..." aveva borbottato lasciandoli liberi di ricaderle lungo la schiena, scuotendo piano la testa con ancora il sorriso a piegarle le labbra.
Si era controllata un'ultima volta assicurandosi che non avesse nulla fuori posto, quindi era uscita avvertendo Kreena che andava a far colazione nella sala comune.
Tutta la sua spavalderia però si esaurì non appena fu fuori dalla porta: ricordava dove andare, ma il doversi muovere in quel posto da sola, con la possibilità di incontrare gli uomini di Tionisla, l'aveva gelata sul posto.
Prese un paio di respiri e poi si costrinse a muoversi. Non poteva certo rientrare a chiedere a Kreena di accompagnarla, e non perchè la compagna non lo avrebbe fatto, ma perchè era giusto che imparasse a cavarsela un poco da sola, soprattutto in un posto così dove, con ogni probabilità, nessuno avrebbe osato torcerle un capello. Insomma, se aveva paura lì, come avrebbe fatto ad entrare in una locanda come tanto desiderava?
Il percorso si rivelò più semplice del previsto, e giunse alla sala incrociando giusto un paio di camerieri che a malapena la degnarono di uno sguardo.
Entrò e subito notò che Kel-hatril non c'era - bhe, vista la situazione, lei stessa non aveva molta fame, figurarsi sua sorella -, poi prima ancora di pensarlo, stava già cercando una persona ben specifica che trovò poco dopo: Morgon.
Tabitha sorrise istintivamente quando vide che l'aveva notata, e si avvicinò al tavolo corrugando leggermente la fronte quando si accorse che i posti a sedere accanto a lui erano già occupati.
Accidenti a lei e al suo improvviso scoppio di vanità! Se non avesse perso tempo a decidere se raccogliersi o meno i capelli, per poi finire per lasciarli come al solito, sarebbe arrivata prima.
Si accomodò un paio di sedie più in là, versandosi del latte e prendendo qualche biscotto che cominciò a sgranocchiare lentamente, persa nei suoi pensieri. Chissà come aveva passato la serata lui, magari si era trovato a bere a sua volta con qualcuno, o forse era rimasto da solo e si era riposato... poi avrebbe chiesto a Tionisla, se riusciva a trovare il coraggio, di poter tenere la camicia da notte con gli orsetti, era comodissima e sicuramente calda, e non aveva un cambio d'abiti al momento, quindi le avrebbe fatto comodo se avesse dovuto lavare i suoi vestiti...forse lui l'avrebbe trovata un po' infantile però... aveva ragione Kreena a dire che era meglio qualcosa a tinta unita...tipo nero...come i suoi capelli, le piaceva proprio quel colore...
Morgon le fece un cenno e la pelle che quel giorno era luminosa e di un bel grigio perla, divenne istantaneamente bordeaux non appena si rese conto che doveva averla beccata mentre lo osservava da lontano. Istintivamente abbassò lo sguardo con aria colpevole, ma subito dopo lo rialzò, non poteva certo ignorarlo!
Gli occhi viola incrociarono quelli del mezzelfo ed infine Tabitha sorrise con un cenno affermativo e deciso: stava bene, un po' agitata - per Kelly ovviamente - ma andava tutto bene.

Aveva raggiunto lo studio di Tionisla con la morsa allo stomaco che andava intensificandosi, e una volta dentro si era messa leggermente in disparte, lasciando parlare prima di tutto gli altri. Probabilmente Tionisla voleva sentire anche lei, anche se aveva già detto la sua praticamente il giorno prima.
Si trovò con le lacrime agli occhi man mano i compagni esprimevano il loro parere a favore di Kelly, forse Kreena fu proprio la più dura nei suoi confronti ma, si rese conto, era esattamente quello che più si aspettava da lei. Non poteva certo dire di conoscerla bene, ma le chiacchiere della sera prima con la mora le avevano dato un'idea più chiara di come fosse. E quella era Kreena. E comunque non aveva detto che doveva morire, semplicemente lei non poteva perdonarla e pensava si meritasse una punizione.
Tabitha sospirò, lasciò parlare anche gli altri, preparandosi a dire la sua. Si sentiva agitata, per l'esito, non per il dover esprimere il suo voto, alla fine quello l'aveva già fatto e sapeva di potercela fare.
Istintivamente cercò la presenza di Morgon, ma lui era appoggiato al muro con lo sguardo a terra...
Scarlett aveva appena finito, così Tabitha si spostò e raggiunse la sorella fermandosi in piedi davanti a lei. Quando erano così vicine la somiglianza tra loro diventava evidente, anche se Tabitha sembrava aver trasportato nei suoi colori, molto più vividi e luminosi di quelli di Kel-hatril, la sua predisposizione d'animo così diversa da quella dei drow.
"Io ti devo tanto Kel-hatril, ti devo la vita e, per un certo verso, ti devo anche la mia attuale felicità. Mi hai fatto male, e lo sai, te ne sei resa conto, ed è una ferita che ci impiegherà tempo a sanarsi, ma con il tempo passerà. Non lo dimenticherò mai, ma farà meno male...e te l'ho detto: io ho tirato una linea, non voglio più rinfacciarti nulla di quel che è stato, perchè altrimenti le mie sarebbero solo belle parole." le sorrise lievemente, "Non l'avevo pienamente realizzato fino a questa mattina, ma quel che eravamo, che abbiamo fatto, ci ha portato qui, è stato indubbiamente terribile per me e per te, ma ora possiamo ricominciare, io voglio ricominciare anche con te, perchè sei mia sorella, quella più vera, non solo perchè condividiamo lo stesso sangue, ma perchè io e te ci siamo sempre volute bene."
Tabitha fece una pausa, osservandola e cercando di comunicarle tranquillità, nonostante lei stessa non fosse propriamente calma. "Ti chiedo solo una cosa: se ti sarà concessa una seconda possibilità come spero, ti prego di non sprecarla. Resta con noi, e insieme ci costruiremo la vita che davvero desideriamo. Lontane da Al-bairath, lontane da Lolth, lontane dai drow."
Le sorrise un'ultima volta e poi tornò al suo posto.
Era ancora agitata, forse più di prima, perchè il giudizio si avvicinava sempre di più.
Alzò gli occhi e cercò Morgon: era ancora vicino al muro, così lo raggiunse e gli si affiancò lasciando andare un sospiro tremante.
"Ho... ho davvero paura...per lei..." mormorò. Nonostante tutti al momento si fossero espressi a favore per lasciarla in vita, mancavano altri, e lei non riusciva a far finta che non potesse succedere il peggio.
Rimase indecisa per un lungo istante, ma poi allungò timidamente una mano e afferrò quella di Morgon, la strinse piano per un lungo momento prima di lasciarla andare lentamente.

ARGENTA - 04/09
Argenta si svegliò all'alba, chiese la colazione in camera e la consumò al tavolino della finestra. Le piaceva guardare la valle al mattino presto, quando le brume illuminate dal sole si muovono lente sugli alberi e le rocce.

Stava finendo il suo pasto quando un cameriere la informò che mancavano due ore all'incontro con Tionisla.

Visto che aveva molto tempo decise di vestirsi e acconciarsi i capelli con particolare cura.
Quando infine uscì dal suo alloggio nel suo miglior completo blu e argento aveva trovato le parole per esprimere i suoi pensieri e sentimenti nei riguardi di Kel-Hatril.

Arrivò nello studio di Tionisla in leggero anticipo, fece un cenno di saluto alla sua maestra, si sistemò sul fondo della sala e attese.

Piano piano arrivarono tutti, anche Kel-hatril.

Argenta ascoltò tutti i suoi compagni, infine Tionisla posò lo sguardo su di lei.
Accettando il muto invito della sua maestra, si alzò e cominciò a parlare guardandola negli occhi.

«Confesso che ogni volta che poso lo sguardo su Kel-hatril rivedo la drow incappucciata accanto al tavolo di tortura su cui Solcan è morto e rivivo quei momenti.»

Fece una pausa, spostò lo sguardo su Kel-hatril e aggiunse:

«Nonostante ciò, davanti a tutti voi, posso affermare che la maga drow che ha combattuto insieme a noi per uscire dalle caverne e giungere fin qui non è più l'aguzzina incappucciata che ha torturato a morte Solcan e mi ha fatto rinchiudere nella gabbia sul pozzo dei ragni.»

Infine guardò negli occhi Tionisla e attese.

JEAN - 04/09
Dopo il burrascoso episodio della sera precedente fuori dalla camera di Kreena e Tabitha, Jean era riuscito a farsi recapitare del brandy e si era profuso in mille scuse con Higgins, promettendogli che se mai fosse riuscito a rientrare a Darokin gli avrebbe spedito una mezza botte di rum per sdebitarsi dell'involontaria spallata, giacché l’improvvisa nudità dell’ammazzadraghi gli aveva impedito di concentrarsi su questo particolare aspetto nel momento dell’incidente vero e proprio.
Aveva avuto qualche difficoltà a prender sonno. Per una buona mezz’ora la visione del corpo tornito di Kreena con la sola spada in pugno si era ripresentata con fastidiosa insistenza a pungolarlo. D’altronde, da quanto tempo non godeva di intimità con una donna? Neppure contava più i giorni… Una volta escluso dalla mente questo particolare ricordo, comunque, si era goduto diverse ore filate di riposo come non gli succedeva da tempo.
La mattina approfittò nuovamente delle comodità di un bagno in camera - seppure freddo - e si presentò nello studio della padrona di casa. Il suo sguardò indugiò una frazione di secondo sulla forma del seno della spadaccina, ma poi si fece concentrato ed attento: non era il momento delle frivolezze e, come minimo, a Kel-Hatril doveva serietà assoluta.
I suoi compagni sfilarono dinanzi a Tionisla, profondendosi in arringhe più o meno accorate. Stavano offrendo un fronte compatto a favore della drow, forse perfino eccessivamente compatto. Mentre Kel-Hatril incassava pareri favorevoli anche da coloro che l’avevano avversata fino al giorno prima, Jean si sorprese pieno di pensieri critici. Imperturbabile ed imperscrutabile, annotò mentalmente di avere forse mal giudicato alcuni di coloro che si erano espressi, quindi - quando fu il suo turno - si alzò in piedi. Tentennò un istante, prima di iniziare a parlare:

“Sono sorpreso, Tionisla.” Appuntò gli occhi in quelli della drow, in cerca di qualcosa che potesse convincerlo in un senso piuttosto che nell’altro, ma non vi trovò altro che una compita rassegnazione. Strano, per una femmina di quel livello.

“Sono sorpreso dai miei compagni e da me stesso. Da loro, perché non mi aspettavo di trovarli così convinti, uniti e schierati a difesa di quella che è attualmente la tua prigioniera volontaria. Da me stesso perché, forse, il mio essere diffidente di natura ha scelto di acuirsi in un momento così particolare. Trovavo giusto che Khel-Hatril fosse sottoposta al tuo giudizio e credo che se qualcuno avesse tentato di impedirlo mi sarei battuto per questo. Sono contento delle possibilità che le sono state date qua, nella tua casa. Ho visto pendere dalla forca ragazzini con cui avevo diviso mezzo tozzo di pane duro la mattina stessa, per cose un milione di volte meno gravi di quelle commesse da lei. Quella, però, non è giustizia."
Fece una piccola pausa, perdendosi per un istante dentro un ricordo troppo doloroso per essere anche soltanto interiorizzato.

“Abbiamo scelto di non combattere Kel-Hatril nella miniera e lei non ha tradito la nostra fiducia da quel momento fino ad adesso. È tutto quello che posso dirti… Non sono in grado di giudicare le tradizioni del sottosuolo, l’educazione che le è stata impartita, le motivazioni che l’hanno spinta. So poco del posto in cui sono cresciuto io, nulla di quello in cui è cresciuta lei. Per essere onesto, l’unica cosa che mi sento di dirti è che non la invidio. Non la invidio per il suo retaggio, non la invidio per le sue arti magiche, né per alcuna altra ragione, men che meno per il momento che sta vivendo adesso, con la propria vita appesa ad un filo sottile che qualcun altro potrebbe decidere di recidere. Mi dispiace solo per lei, tutto qua. Mi dispiace anche non poter essere maggiormente di aiuto, ma temo che la mia opinione in merito sia destinata a non spostare i piatti della tua personale bilancia neanche di un millimetro."

DUNGEON MASTER - 04/09
[Fenryr] "Il Giudizio di Maebh" - aggiunse poco dopo, come spiegazione - "Una prova. Una missione. Difficile. Pericolosa. Mortale"

«Che prova, elfo? Ne hai in mente una in particolare?», chiese Tionisla. «E non temere di usare qualche parola in più, se vuoi che ciò che dici venga preso in considerazione.»

 

 

KREENA - 04/09
Finito il suo discorso, Kreena si ritrasse, lasciando che la rabbia sbollisse piano.
Ascoltò gli altri parlare e, quando Tabby intervenne le sorrise, strizzandole poi l'occhio, vedendo che prendeva la mano di Morgon.
Forse il suo intervento non sarebbe stato necessario, dopo tutto...
Inspirò, soddisfatta. Quindi il suo sguardo andò al paladino, che ancora, stranamente, non aveva parlato.
Espirò. Guardò l'amica. Quindi si mosse. Come un'ombra si mosse dietro gli altri, fino a raggiungere Aryn.
"Non farmi sfigurare, buzzurro..." - sussurrò, mettendosi al suo fianco, senza guardarlo.
Poi, delicatamente, gli strinse la mano.

NdG
Giak, va che Kree non ha mancato l'occhiata interessata di Jean alle sue forme, aspetta solo il momento buono... ^_______________^


JEAN - 04/09
Ndg: quando il buzzurro non c’è i topi ballano ^_________^

 

 

 

 

MORGON - 04/09
Dapprima fu il profumo di lei.
Poi la pelle morbida della sua mano.
Poi la sensazione di averla vicino.
Insomma: sobbalzò.
Sobbalzò sì, ma non sollevò la testa imbarazzato per vedere se qualcuno lo stava guardando. Rimase così com' era, sorrise, e si godette il momento.

Quando lei lasciò la sua mano non la trattenne, ma subito dopo una sensazione di vuoto lo colse. Alzò la testa. Colse lo sguardo di Jean che guardava Kreena che guardava Tabitha. Non s'interrogò oltre a riguardo e spostò lo sguardo sulla drow. Timidamente allungò la mano in cerca di quella di lei.

TABITHA - 04/09
Mentre le sue dita scivolavano via dalla mano di Morgon, Tabitha si maledisse mille e una volta: perchè doveva essere così timorosa? Perchè voleva rinunciare a quel contatto capace di scaldarle il cuore, solo per paura di... invadenza? Risultare appiccicosa? Rifiuto da parte di lui? Dare l'impressione che lo cercasse solo per avere supporto con sua sorella quando invece sapeva benissimo che non era così?
Già... proprio per tutta quella serie di motivi aveva preferito poi ritrarre la mano, anche se si era resa conto che non era quello che avrebbe voluto.
La drow abbassò lo sguardo, serrando le labbra. Parlandone con Kreena la questione era sembrata nettamente più semplice, accidenti. O probabilmente era lei che si complicava la vita.
Un lievissimo sospiro tremante le scivolò dalle labbra: possibile che quello studio sembrasse più freddo ora?
Poi arrivò quel tocco, delicato, timido, che cercava di nuovo la sua mano.
Ebbe l'impressione che il suo cuore fosse finito più o meno a livello dello stomaco, per poi tornare al suo posto mandando un paio di battiti capaci di sfondarle il petto.
Tabitha sobbalzò lievemente, ma poi si voltò a guardare Morgon incrociando il suo sguardo. Aveva le guance arrossate, gli occhi viola che esprimevano sorpresa ma anche gioia, e rimase immobile ad osservarlo per un lunghissimo istante. Poi, lentamente, la sua mano si mosse, andando incontro a quella di lui, scivolando nel suo palmo fino a trovare l'incastro perfetto.
Tabitha aveva abbassato lo sguardo, appoggiandosi al muro a fianco di Morgon, con il volto in fiamme e un delicato sorriso a piegarle le labbra.
Rimase ferma per diversi minuti, a godersi il calore che pareva sprigionarsi dalle loro mani e che la stava scaldando calmandole i nervi tesi, quasi incapace di fare altro oltre a respirare, poi rialzò gli occhi e vide Jean che guardava Kreena un po' troppo attentamente - anche se, al momento, non diede peso alla cosa - , e poi l'amica che raggiungeva Aryn. Quel movimento le strappò un sorriso involontario...sperava solo che adesso il paladino non si tirasse indietro!
Gli occhi a quel punto le si posarono su Kel-hatril e lo stomaco le si contrasse in un modo decisamente meno piacevole rispetto a poco prima.
Jean alla fine non aveva espresso un vero e proprio voto, però aveva dato una testimonianza del fatto che, fino a quel momento, sua sorella non aveva tradito la loro fiducia, mentre Argenta, che forse più di tutti avrebbe potuto votare per la morte senza tanti se e ma, aveva invece detto che Kel-hatril non era più la stessa drow che aveva ucciso il suo compagno. Non erano parole di perdono, ma nemmeno di condanna.
Ora mancavano davvero in pochi...e poi sarebbe toccato a Tionisla decidere...
Tabitha inspirò ed espirò profondamente, stringendo la mano di Morgon... sentì di nuovo quel calore correrle lungo il braccio, e sorrise di nuovo...
Si poteva essere felici e in ansia al tempo stesso? Sì, assolutamente.

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