giovedì 14 ottobre 2021

SETTIMANA 40 2021 - SECONDO POST

DUNGEON MASTER - 04/09
[NdG] Questi sono gli interventi dei PNG e dei PG i cui proprietari non hanno scritto. Unica eccezione, Aryn: per vari motivi Fabio non è riuscito a postare e quindi mi ha descritto privatamente l'opinione del suo PG.

[GdR]
Elwing era stata in disparte mentre gli altri membri del gruppo esprimevano il proprio parere, ma molto nel suo atteggiamento tradiva una profonda irritazione: le mani che di tanto in tanto si serravano strettamente a pugno, le labbra strette fino ad apparire esangui, lo sguardo inquieto. Infine decise che era giunto il momento di dire la sua: «Mi dispiace, ma mi sembra di avere ascoltato un mare di assurdità», esordì con voce tesa. «Ma come? Abbiamo qui una rea confessa di obbrobriosi peccati contro Natura; un essere crudele che ha assoldato cosiddetti scienziati per usare femmine indifese come fattrici di aberrazioni; una sorella aguzzina della propria sorella; una maniaca del sesso capace di accoppiarsi perfino con un ogre. Un ogre! Madre Natura stessa si contorce per sottrarsi al contatto con tanta perversione!». Trasse un profondo sospiro ed espresse il proprio parere: «Non vedo come qualcuno che possa essere sceso tanto in basso possa mai più risalire. Giustizia vorrebbe che la colpevole fosse condannata a provare su di sé ciò che ha causato agli altri, ma per fare questo si dovrebbe essere mostri al pari di lei: basterà quindi che subisca la pena capitale e saranno poi gli dei stessi a completare la punizione secondo il loro giudizio. Così vuole Madre Natura.»

«Nella mia discutibile carriera assassinai decine di persone», intervenne Issus. «Le uccisi tutte con distacco, senza coinvolgimento emotivo, senza pormi questioni morali, per la sola ragione di essere stato pagato per farlo. Anch'io quindi sono stato un nemico di Madre Natura, un mostro non meno di Kel-hatril, per aver posto la parola fine alla vita di persone che nemmeno conoscevo, al solo scopo di guadagnarmi la pagnotta e perché ero particolarmente abile nello svolgere quel compito. Tuttavia, anche per me, come ora per Kel-hatril, un giorno giunse il momento del pentimento, della ricerca di redenzione: mi fu accordata una seconda possibilità ed ora sono qui, insieme a tutti voi, per compiere la missione forse suicida di eliminare Raxxla. Non mi sento migliore di Kel-hatril: se io sto avendo la mia possibilità di riscatto, chiedo che anche a lei venga accordata la stessa via d'uscita dai suoi errori precedenti.»

«Giudizi del genere spettano solo agli dei», intervenne Brom. «Espiazioni ed ordalie possono essere accordate solo fino ad un certo livello di gravità dei peccati commessi, ma oltre quel livello non vedo altra scelta che affidare l'anima dei peccatori nelle mani degli dei: non propongo una morte vendicativa nei confronti della penitente, ma chiedo per lei una morte misericordiosa affinché possa sottoporsi al più presto possibile al giudizio degli dei.»

«Fratello Brom, perdonami se non mi sento di condividere in toto la tua posizione», si oppose Aryn. «Il fatto è che non ritengo corretto affrettare il momento nel quale un penitente si debba presentare al cospetto del giudizio divino: nel corso delle sua vita, infatti, potrebbe trovare il modo di rimediare almeno in parte ai propri errori, così da presentarsi a tempo debito di fronte agli dei con i due piatti della bilancia più equilibrati possibile. Kel-hatril è un'elfa: la sua vita potrebbe essere lunghissima, avrebbe molto tempo per riscattarsi. Non possiamo rubarle questa opportunità: la mia proposta è di concederle il beneficio della vita e di una seconda occasione. Anzi, credo che per lei la prima azione meritevole dovrebbe essere proprio quella di mettere le sue doti al servizio della nostra missione.»

«Scusate se mi intrometto», disse Sorcius, appollaiato a disagio su uno sgabello piazzato in una posizione un po' defilata. «So di essere il meno esperto fra noi, ma anch'io vorrei dire la mia... ehm... cioè... se posso...». Ad un cenno di incoraggiamento di Tionisla il piccolo elfo si fece coraggio e riprese: «Prima di incontrare Kel-hatril a me faceva paura il solo pensiero di trovarmela davanti. Poi, vedendo le cose che aveva fatto, le povere partorienti, i ragni enormi, i suoi soldatacci, sua sorella nuda e inebetita su un letto, dalla paura ero passato al terrore. Quando l'avessi incontrata non mi sarei tirato indietro, quello no, ma di certo nella mia testa era diventata più terrificante di un drago. Poi, quando la incontrammo in carne e ossa, di colpo cambiò tutto. Mi ricordo ancora quell'incontro nella caverna del lago: ci venne incontro sicura di sé, beffarda quasi, credo che inizialmente avesse l'intento di provocarci, di minare le nostre certezze; poi però parlò con Scarlett e Tabitha e ne uscì distrutta. Da allora è un'altra persona e non solo per le azioni che ha compiuto da allora: credo di poter dire che in lei adesso c'è una serenità che forse prima non aveva mai conosciuto. E poi, con me è sempre stata gentile. Non diventerà mai un Deva Astrale, certo, ma sono sicuro che col tempo potrà diventare una persona non meno degna di qualunque altra.»

«Bene, se ora volete il parere di una che per Faccia Grigia ci ha lavorato, eccovelo! E, se non lo volete sentire, ve lo dico lo stesso», Intervenne Gymla con il suo solito tono burbero. «A me Faccia Grig... cioè, no, basta con quel nomignolo... a me Kel-hatril non era mai stata simpatica: mi pagava per dar da mangiare ai suoi sgherri e per il resto ci evitavamo come la peste. Ma... giuro!.. a guardarla adesso non sembra nemmeno la stessa persona: quando stavamo nella sua dannata miniera andava in giro che pareva circondata da una nuvola nera di... no, non di cattiveria... direi piuttosto di rabbia repressa, di eterna inquietudine, pareva sempre sul punto di azzannare qualcuno. E adesso, invece? Guardatela: vi pare sul punto di mordere chicchessia? Non è più la stessa di prima, non c'è il minimo dubbio. A me è sempre stata sugli zebedei e, le poche volte che la vedevo, avevo sempre la tentazione di piazzarle una padellata sul muso; adesso mi fa quasi venir voglia di prenderla fra le braccia e consolarla». Si arrestò di colpo, sbuffò, piantò i pugni sui fianchi e sbuffò di nuovo, ancora più forte. «Ma sentitemi!», sbottò. «Ancora un po' e divento sentimentale... roba da matti... Bah! Insomma, in poche parole, secondo me farebbe molto bene a darci dentro con i suoi poteri per fare un po' di bene, ma per poterlo fare deve restare viva, giusto?». Fissò uno sguardo minaccioso su Kel-hatril e concluse: «Capito, tu? Tu vieni con noi, ti dai da fare con i tuoi cazzo di poteri e se sgarri ti riporto personalmente a padellate fino alla tua dannata miniera e ti sbatto giù per quel Pozzo della Morte del cappero, va bene?»

«Molto pittoresco, come quadretto», commentò sogghignando Tionisla. Poi cambiò tono: «Bene, direi che tutti hanno avuto modo di dire la loro. Adesso vorrei lasciarvi ancora qualche momento per aggiungere o discutere qualcosa e poi vedrò di tirare le somme.»


[NdG] In pratica, vi lascio ancora fino a venerdì pomeriggio/sera per evntuali aggiunte, puntualizzazioni o cambiamenti di idea e poi ridò la parola a Tionisla.

FENRYR - 04/09
L'elfo dei ghiacci fissò la mezz'orca con sguardo strano.
"Abitudine" - rispose secco - "A Nord chi parla troppo, muore congelato"
Fece una smorfia. Quindi prese fiato e continuò.
"Strappare il cuore di un wyrmglasse...un drago bianco...la testa del re dei Thursi della Brina...rubare il Sole dalle fauci del Niigthowwlerr...il Lupo della Notte"
Una pausa.
"Questo nelle leggende. La Prova è pesata sulla colpa. Le Ancelle di Daana la decidono"
Una seconda pausa. La sua espressione s'indurì più di quanto non fosse.
"La mia è stata: viaggiare nelle terre calde per un anno e tornare con un nuovo nome".
Arricciò le labbra, come se considerasse niente le prove precedenti, paragonata a quella.
"Per lei" - concluse, spostando lo sguardo sulla drow, pur rivolgendosi a Tionisla - "Tu sarai a decidere"

SCARLETT - 04/09
Scarlett ascoltò il resto dei compagni restando accanto ad Issus, l'espressione abbastanza rilassata che tradì solo un certo fastidio alle osservazioni di Elwing: le labbra rosse si strinsero mentre la schiena si irrigidiva. Il problema non era ovviamente che la ranger pensava che Kel-hatril meritasse la pena di morte - era la sua opinione e andava bene - ma il modo e, in parte, quel che aveva detto.
Il temperamento della Rossa l'avrebbe spinta a intervenire subito, ma Issus la anticipò, quindi rimase tranquilla al suo fianco.
Le parole di Brom non la stupirono, a differenza invece di quelle di Aryn. Poi fu il turno di Gymla e Scarlett si trovò a sorridere apertamente: adorava il cipiglio agguerrito e il carattere forte della nana.
 *Riportarla a padellate... questa è bella... dobbiamo farle conoscere Agathe, altrochè!*
A quel punto Tionisla disse che potevano aggiungere o discutere altro se lo desideravano, così Scarlett fece qualche passo avanti.
Quel giorno la maga aveva indossato un lungo abito viola cupo, che metteva ancora più in risalto i capelli rossi lasciati sciolti ma trattenuti da un lato da un paio di trecce attaccate alla testa che le scoprivano completamente l'orecchio destro. Il corsetto stretto con scollo a cuore terminava in una gonna di stoffa multistrato che le scorreva sulla figura sottolineandola ma senza stringerla, e solo muovendosi rendeva evidente il profondo spacco a destra che le doveva permettere un'ampia libertà di movimento, nonché l'accesso ai pugnali che di solito teneva legati alla coscia. Palesemente alla Rossa non dovevano affatto piacere le classiche tuniche da mago.
Dopo un breve sorriso in direzione di Tionisla, spostò lo sguardo su Elwing. "Sia chiaro che rispetto la tua opinione sul fatto che, per come la vedi tu, Kel-hatril meriti la morte. Non concordo, ma lo rispetto." fece una brevissima pausa, "Però, sinceramente, non credo che i suoi gusti sessuali o chi si è portata a letto centrino con il giudizio che dobbiamo fare. A me e te può fare ribrezzo l'idea di accoppiarci con un ogre, ma se lei e l'ogre erano consenzienti, allora sinceramente non vedo come questo possa incidere, o ci debba interessare. Che poi il suo essere maniaca del sesso come dici tu, abbia portato a qualcosa di peggio, cioè a quel che ha fatto a Tabitha, è indubbiamente grave e nessuno di noi lo nega, ma ed esclusione proprio di Tabitha, chi si è portata a letto lei non ci riguarda e, a mio avviso, non può essere l'ago della bilancia per decidere se deve vivere o morire. Sarebbe ovviamente un discorso diverso se le sue attenzioni fossero state rivolte a bambini, creature non senzienti o non consenzienti, ma visto che un ogre per quanto stupido è senziente, ed era evidentemente pure adulto e direi che difficilmente sia stato stuprato, non vedo perchè dovremmo considerare questo fatto."
Gli occhi di Scarlett erano passati dalla ranger a Tionisla mentre parlava, perchè quell'osservazione, a conti fatti, era proprio per il giudice, non tanto per Elwing che aveva tutto il diritto di pensarla come voleva in materia di sesso. Nemmeno la Rossa avrebbe mai pensato a portarsi a letto un ogre, ma quello che Kelly voleva fare con il proprio corpo, fin tanto che non ledeva altri, erano solo ed esclusivamente fatti suoi.
La maga distese le labbra in un lieve sorriso per la compagna, lasciando intendere che il suo intervento non era stato fatto per farle cambiare idea o perchè non le andasse bene la sua opinione, quindi riprese il suo posto accanto ad Issus.

DUNGEON MASTER - 04/09
[Scarlett] "Però, sinceramente, non credo che i suoi gusti sessuali o chi si è portata a letto centrino con il giudizio che dobbiamo fare. A me e te può fare ribrezzo l'idea di accoppiarci con un ogre, ma se lei e l'ogre erano consenzienti, allora sinceramente non vedo come questo possa incidere, o ci debba interessare.

Cupa in viso e a labbra strette, Elwing fissò in viso Scarlett per parecchi secondi e poi rispose: «Lo so bene che a molti non importa la violenza che viene fatta a Madre Natura con atti come quelli che tu sembri considerare giusti e normali. Tuttavia, la mia vocazione è quella di difendere sempre e comunque Madre Natura, non importa quanto impopolari o non alla moda le mie parole e le mie azioni possano sembrare: lo ribadisco con la massima fermezza, atti aberranti come l'accoppiamento fra specie differenti, consenzienti o no che siano, gli esperimenti volti alla creazione di forme di vita distorte o la sottomissione di un essere vivente a disordinate e impure pratiche sessuali sono azioni assolutamente inammissibili che, nei casi più gravi, devono essere estirpate così come un dente guasto va estirpato dalla bocca di chi ne soffre». Lo sguardo di Elwing si spostò da Scarlett a Tionisla prima di proseguire: «La gravità delle azioni su cui ora stiamo discutendo è tale da non lasciare alcun dubbio su quale sia l'unico modo di procedere accettabile contro chi se ne è macchiato: quella drow, rea confessa di tutti e tre quegli abominevoli comportamenti, deve morire». Annuì convinta alle proprie stesse parole. «Per motivi che non condivido appieno, tu sei stata designata come giudice anche se i crimini di cui la drow si è macchiata sono rivolti prima di tutto contro Madre Natura», aggiunse sempre rivolgendosi a Tionisla, «e quindi mi vedrò di fatto costretta ad accettare la tua sentenza anche se ti sarai fatta commuovere dalle parole al miele dei presenti. Tuttavia, ti scongiuro, rifletti bene prima di assolvere l'accusata». Alzò il braccio per puntare un dito contro Kel-hatril. «La drow deve morire: è l'unica sentenza possibile. È Madre Natura che lo vuole».

Tionisla non rispose subito: rimase a lungo a fissare Kel-hatril, ritta davanti a lei, rigidamente immobile con gli occhi fissi al suolo e con la pelle di un colorito malsano, unico segno palese del suo stato d'animo. «Tu che ne dici, Kel-hatril: devi morire come chiedono Brom e Elwing?», le chiese infine.

Kel-hatril sollevò lentamente lo sguardo su Tionisla. «Non posso negare che la pena capitale possa essere una sentenza accettabile nel mio caso», rispose a voce bassa e controllata. «Su Brom ho poco da dire: è un paladino e, in quanto tale, è fedele ad un codice morale molto rigoroso. Non ce l'ho con lui per la sua scelta, anche se il suo fratello d'armi Aryn si è pronunciato in maniera del tutto differente. Ho molto di più da eccepire sull'altra voce che si è fatta sentire a favore della pena capitale. Infatti Elwing dice di parlare a nome di Madre Natura, ma io nelle sue parole colgo soprattutto fanatismo e intransigenza. Che io abbia fatto dei torti a Madre Natura, posto che un'entità del genere esista davvero, è fuor di dubbio, ma non posso non chiedermi se la Natura a nome di cui parla Elwing non sia piuttosto una matrigna che vuole vendetta e nulla più. Lo ripeterò una volta ancora: io mi sono già dichiarata colpevole, anzi, questo processo io stessa l'ho richiesto: voi stessi avete detto che avrei potuto facilmente darmi alla fuga, o addirittura ingannarvi per poi colpirvi a tradimento. Ma non l'ho fatto. Non l'ho fatto perché, nascosta da qualche parte dentro di me, c'è qualcosa che potrebbe assomigliare ad una coscienza: per questo ho voluto questo giudizio, per confrontarmi con la mia coscienza. Ed anche, nel caso vogliate proseguire con me il vostro cammino, per mettere tutto in chiaro fra noi. Direi che, quale che sarà il verdetto,
l'obiettivo è stato raggiunto, da me come da voi». Stirò le labbra in un malriuscito tentativo di sorriso. «Ed ora, anche se sto morendo di paura, credo che il momento sia giunto: mi rimetto al tuo giudizio, Tionisla, Signora di questo luogo».

Tionisla rimase per un lunghissimo istante in silenzio a fissare Kel-hatril, poi si protese in avanti e le appoggiò la punta di un indice sulla fronte. «Il Dito della Morte...», boccheggiò quest'ultima mentre le ultime tracce di colore svanivano dal suo viso. «Dunque è questa la
sentenza? È così che sto per morire?».

Tionisla attese ancora, senza togliere il dito né pronunciare l'incantesimo. «No, volevo solo farti morire di paura», disse infine tornando ad appoggiarsi allo schienale della poltrona. «Perdona la mia parte orchesca che ogni tanto si fa vedere: no, Kel-hatril, non morirai oggi. In ogni caso, non credo che morirai per mano mia. Non è che con questo ti assolvo, naturalmente, ma, da ciò che ho visto e sentito, ucciderti sarebbe inutile e controproducente: mi sembra chiara in te la volontà di redenzione ed una scelta così deve essere sia sostenuta
che... come dire... sfruttata. Non è facile individuare ordalie spettacolari come quelle auspicate da Fenryr, per cui, in attesa di escogitarne una, ti ordino di porti al servizio della missione che i tuoi nuovi compagni stanno portando avanti: lo farai senza risparmiare
nulla delle tue capacità e con il massimo sprezzo del pericolo, specialmente quando giungerà il momento di confrontarvi con Raxxla. Alla fine della missione, se sarai ancora viva, tornerai qui da me accompagnata da Filth e vedremo cosa fare di te in futuro».

Finito di ascoltare queste parole, Kel-hatril portò le mani al voto ed iniziò a singhiozzare sommessamente. «Giuro che...», iniziò poi a dire, con le parole soffocate dai palmi delle mani.

«No, non giurare», la interruppe Tionisla. «Mi basta che tu dia la tua parola: intuisco che per te sia aoùncora più vincolante di un giuramento».

Kel-hatril annuì: «È vero», rispose, «quindi do a tutti voi la mia parola che non mancherò al mio impegno, costi quello che costi».

Tionisla attese che Kel-hatril finisse di sfogare il suo pianto e poi aggiunse: «C'è un'altra cosa, per aggiungere un po' di doveroso sacrificio al tuo impegno appena assunto: a partire da domani, dovrai sottometterti ad un voto di castità finché non sarò io stessa a sollevartene».

Kel-hatril tolse le mani dal volto, fissò Tionisla per qualche istante, poi sorrise e disse: «Magari, allora, che ne diresti di rivedere la sentenza e fare contenti Brom e Elwing?».

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