[Haza] "Bognus, rifletti. Per quanto possa essere stupido e avido questo
Tarbek, non avrebbe sprecato soldi a mandare umani in mezzo agli
Ankheg, non credi? Siamo qui solo per il crollo del sentiero alla
cascata!"
«Si vede che Tarbek proprio non lo conosci», ribatté subito Bognus. «Primo, di soldi di certo non ne sprecherebbe visto che lui non paga mai anticipato: se i tuoi amici umani si fanno ammazzare dagli ankheg, ebbene, per lui sono solo soldi risparmiati. Secondo, Tarbek sarebbe capacissimo di mandare con te anche degli umani proprio perché sa come si comportano gli umani: magari si fanno ammazzare, ma intanto mi fanno venire l'acido dalla rabbia restituendo colpo su colpo ai miei animaletti. Terzo, sarebbe proprio da lui far franare il sentiero per avere la scusa per farvi venire su fin qua apposta». Si fermò per tirare un profondo respiro. «Insomma, è chiaro che di quel figlio di una zoccola tu non ne sai proprio niente!», concluse con la soddisfazione di un matematico che avesse finalmente trovato la dimostrazione dell'Ultimo Teorema Indimostrabile.
Poi, di colpo, cambiò espressione. «Ma allora... vuoi dire che davvero non conosci Tarbek?!?», chiese meravigliato. «Hmmm... questo cambia tutto, quindi...».
[Morgon] "Haza... vieni con me intorno a Jean... spero che il mio piano funzioni... la nostra presenza potrebbe bastare a confondere quel mostro e ad evitare un nuovo attacco..."
«Era ora che qualcuno si svegliasse», brontolò Bognus. Poi, a gran voce aggiunse: «Ehi, voialtri! È del tutto inutile che cerchiate massi spessi abbastanza perché gli ankheg non vi fiutino: qua non ce ne sono! Quindi, o vi arrampicate su qualche albero per almeno cinque o sei braccia, oppure vi radunate tutti qui vicino a me ed Haza... specie se magari si uniscono a noi anche quei due elfi tontoloni: la carne di noi nani è troppo dura per i miei insettoni e quella degli elfi puzza troppo per i loro gusti, quindi...».
Così dicendo si avvicinò a gran passi a Jean, proprio mentre la ormai ben nota vibrazione del terreno stava iniziando a farsi sentire di nuovo sotto ai piedi dello spadaccino. Tuttavia questa volta, non appena il vecchio nano fu giunto ad un paio di passi da lui, la vibrazione per un istante cessò e poi riprese: contrariamente a prima, però, questa volta il movimento del terreno parve allontanarsi ed affievolirsi via via fino a cessare del tutto...
«Si vede che Tarbek proprio non lo conosci», ribatté subito Bognus. «Primo, di soldi di certo non ne sprecherebbe visto che lui non paga mai anticipato: se i tuoi amici umani si fanno ammazzare dagli ankheg, ebbene, per lui sono solo soldi risparmiati. Secondo, Tarbek sarebbe capacissimo di mandare con te anche degli umani proprio perché sa come si comportano gli umani: magari si fanno ammazzare, ma intanto mi fanno venire l'acido dalla rabbia restituendo colpo su colpo ai miei animaletti. Terzo, sarebbe proprio da lui far franare il sentiero per avere la scusa per farvi venire su fin qua apposta». Si fermò per tirare un profondo respiro. «Insomma, è chiaro che di quel figlio di una zoccola tu non ne sai proprio niente!», concluse con la soddisfazione di un matematico che avesse finalmente trovato la dimostrazione dell'Ultimo Teorema Indimostrabile.
Poi, di colpo, cambiò espressione. «Ma allora... vuoi dire che davvero non conosci Tarbek?!?», chiese meravigliato. «Hmmm... questo cambia tutto, quindi...».
[Morgon] "Haza... vieni con me intorno a Jean... spero che il mio piano funzioni... la nostra presenza potrebbe bastare a confondere quel mostro e ad evitare un nuovo attacco..."
«Era ora che qualcuno si svegliasse», brontolò Bognus. Poi, a gran voce aggiunse: «Ehi, voialtri! È del tutto inutile che cerchiate massi spessi abbastanza perché gli ankheg non vi fiutino: qua non ce ne sono! Quindi, o vi arrampicate su qualche albero per almeno cinque o sei braccia, oppure vi radunate tutti qui vicino a me ed Haza... specie se magari si uniscono a noi anche quei due elfi tontoloni: la carne di noi nani è troppo dura per i miei insettoni e quella degli elfi puzza troppo per i loro gusti, quindi...».
Così dicendo si avvicinò a gran passi a Jean, proprio mentre la ormai ben nota vibrazione del terreno stava iniziando a farsi sentire di nuovo sotto ai piedi dello spadaccino. Tuttavia questa volta, non appena il vecchio nano fu giunto ad un paio di passi da lui, la vibrazione per un istante cessò e poi riprese: contrariamente a prima, però, questa volta il movimento del terreno parve allontanarsi ed affievolirsi via via fino a cessare del tutto...
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