[NdG] Di Scarlett al momento Issus può vedere al massimo una sagoma
indistinta, se non niente del tutto, ma se non altro può sentirne la
voce e riconoscerla.
[GdR]
Alla domanda di Scarlett il monaco si strinse nelle spalle: «Che io sappia, qualche tentativo è stato fatto per trovare aiuto da saggi di altri templi e non solo di quelli di Chardastes, ma finora senza alcun risultato concreto». Il religioso gettò un'occhiata poco caritatevole verso l'uomo legato: «D'altronde», aggiunse, «a quel che mi risulta costui si macchiò in passato di tanti e tali delitti che questa sua follia mi pare solo una ben misera punizione per le sue colpe. Quel che è certo, però, è che d'ora in poi dovremo
essere molto più severi con lui: niente più giocattoli», e così dicendo diede un calcetto ad uno dei cubi di legno sparsi per terra, «niente più monaci costretti a perdere tempo con lui anziché dedicarsi alla cura dei malati molto più meritevoli di cure e, preferibilmente, una buona cella con robuste sbarre per trascorrere in santa meditazione il tempo che gli rimane da trascorrere in questa vita. Ecco come la penso!».
Ciò detto, il monaco si allontanò e si piazzò a braccia conserte accanto alla porta: lasciare la stanza non poteva, visto che era comandato lì, ma assistere quell'infame? No, basta! Mai più nella vita avrebbe accettato di trovarsi in una situazione così pericolosa.
Accecato, disarmato, mandato nel mondo dei sogni e poi risvegliato di colpo mentre lo sballottavano come un fagotto per legarlo mani e piedi; peggio ancora, condannato a restare per sempre prigioniero dei mostri nella sua testa, proprio quando per un attimo era riuscito ad intravedere una via d'uscita... ed ora quella stronza dai capelli rossi aveva anche il coraggio di chiedere il suo aiuto?
«Ma vaff...», sibilò astiosamente, poi sputò rabbiosamente, alla cieca, per rendere ancora più chiaro tutto l'odio che provava per quei suoi nuovi nemici.
[NdG] Magari... castandogli Charme... ^_____________________________
[GdR]
Alla domanda di Scarlett il monaco si strinse nelle spalle: «Che io sappia, qualche tentativo è stato fatto per trovare aiuto da saggi di altri templi e non solo di quelli di Chardastes, ma finora senza alcun risultato concreto». Il religioso gettò un'occhiata poco caritatevole verso l'uomo legato: «D'altronde», aggiunse, «a quel che mi risulta costui si macchiò in passato di tanti e tali delitti che questa sua follia mi pare solo una ben misera punizione per le sue colpe. Quel che è certo, però, è che d'ora in poi dovremo
essere molto più severi con lui: niente più giocattoli», e così dicendo diede un calcetto ad uno dei cubi di legno sparsi per terra, «niente più monaci costretti a perdere tempo con lui anziché dedicarsi alla cura dei malati molto più meritevoli di cure e, preferibilmente, una buona cella con robuste sbarre per trascorrere in santa meditazione il tempo che gli rimane da trascorrere in questa vita. Ecco come la penso!».
Ciò detto, il monaco si allontanò e si piazzò a braccia conserte accanto alla porta: lasciare la stanza non poteva, visto che era comandato lì, ma assistere quell'infame? No, basta! Mai più nella vita avrebbe accettato di trovarsi in una situazione così pericolosa.
Accecato, disarmato, mandato nel mondo dei sogni e poi risvegliato di colpo mentre lo sballottavano come un fagotto per legarlo mani e piedi; peggio ancora, condannato a restare per sempre prigioniero dei mostri nella sua testa, proprio quando per un attimo era riuscito ad intravedere una via d'uscita... ed ora quella stronza dai capelli rossi aveva anche il coraggio di chiedere il suo aiuto?
«Ma vaff...», sibilò astiosamente, poi sputò rabbiosamente, alla cieca, per rendere ancora più chiaro tutto l'odio che provava per quei suoi nuovi nemici.
[NdG] Magari... castandogli Charme... ^_____________________________
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