Lo sguardo di Issus dardeggiava continuamente dall'uno all'altro dei
presenti: molto bene, tutto pareva sotto controllo: la Rossa si stava
sdraiando sul pavimento, come le aveva ordinato, e gli altri tre se ne
erano andati buoni buoni spalle al muro e lontani dalla porta.
Già... la porta...
Il pensiero gli corse per un attimo al vecchio eremita pazzo: sì, lui
avrebbe saputo come liberarlo da quelle presenze nella sua povera testa!
LE PRESENZE! Al solo pensiero gli parve che un urlo gli trafiggesse la
mente.
Sì, ma sarebbe mai riuscito ad arrivare dal vecchio nelle condizioni in
cui si trovava? No, probabilmente no. Però c'era un altro modo per
riacquistare la libertà. Definitivamente. L'idea non gli sorrideva per
niente, ma tutto sarebbe stato meglio della sua condizione attuale, con
la testa piena di incubi e quei monaci deficienti che lo trattavano come
se il deficiente fosse lui e non loro.
In fondo, cosa ci sarebbe voluto? Un istante solamente: voltare la lama
verso il ventre, gettarsi prono al suolo, la spada che si fa strada
nella carne molle dell'addome, pochi minuti di agonia e poi...
finalmente... la libertà!
Un ricordo: le parole di una donna, probabilmente una qualche monaca
dell'orfanotrofio, che gli ripeteva giorno dopo giorno che chi nella
vita uccide poi finisce in pasto ai demoni. Ubbìe! Già, ma se poi fosse
invece vero? Lo sguardo gli corse di nuovo alla porta, al vecchio
eremita pazzo: forse, tutto sommato, valeva la pena di rischiare la
fuga...
Issus esitò... e questa fu la sua rovina.
Il suo sguardo esercitato colse il movimento della mano del ragazzone
che correva quasi di nascosto ad un ciondolo che portava al collo.
«Ehi! Tu! Via la mano!», urlò subito, ma già le labbra del ragazzone si stavano muovendo.
Erano due gli utilizzatori di magia, non uno! Mentre alla labbra di
Issus saliva una bestemmia, un lampo di luce gli ferì lo sguardo (NdG:
TS fallito). Disorientato, il sicario barcollò mentre gli occhi gli si
riempivano di bagliori bianchi, gialli e rossastri. Percepì l'impatto di
un piccolo corpo muscoloso che gli piombava addosso e gli faceva
saltare di mano la spada: l'halfling, maledetto lui!
Ancora un istante e le tenebre di un magico sonno calarono su di lui...
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