Era rimasta ferma, osservando sia la cerva che i dintorni, aspettando
che la Maga rispondesse al quesito. Risposta che non si fece troppo
attendere, mentre al contempo aveva potuto ascoltare il parere di Issus,
uguale a quello della ranger. Decisamente troppe cose non quadravano.
Subito dopo, però, quasi le venne l'Istinto di tapparsi le orecchie
nell'udire il Mago pronunciare quella lingua sconosciuta dannatamente
fastidiosa, mentre le labbra si piegarono in una smorfia. Non aveva idea
di ciò ch'egli avesse detto né tanto meno sapeva cosa mai volesse
ottenere rivolgendosi all'animale in quel modo che per lei risultava
bizzarro, oltre che sgradevole. Dalle labbra emerse un lieve sospiro,
scosse lievemente il capo, incredula, mentre udiva il Mago sentenziare
per la seconda volta la morte dell'animale, a priori. *Per Gea, ma
costui ha così tanta brama di far danni?* Domanda che rimase imbrigliata
in un pensiero, senza esprimersi da quelle labbra che poi si piegarono
in un temporaneo sorriso nell'udire la pronta risposta del Paladino. Un
piccolo rimbrotto se lo meritava proprio. Annuì leggermente alle ultime
parole di Scarlett, non aveva smesso un momento di tener d'occhio la
cerva.
Poi, la scena mutò. Dopo aver inizialmente reagito come
qualsiasi animale alla strana lingua del Mago, la cerva ebbe un lampo
d'intuizione negli occhi e si rizzò sulle zampe, per poi correre nella
loro direzione opposta, verso il bosco. La ranger non se l'aspettava.
Cercò di capire a cosa fosse dovuto quel comportamento e, soprattutto,
da dove arrivava quel bagliore negli occhi dell'animale.Non avevano
sentito nulla nei dintorni, eppure l'animale s'era mosso ed il furetto
di Scarlett era irrequieto nella sua sacca. Nel frattempo, altri si
mossero, chi come Ghino nel tentativo di bloccare la cerva, altri la
presero di mira, mentre la Rossa salmodiava un incantesimo.
La
ranger non fece nè l'una nè l'altra cosa. Mantenne l'arco incoccato, ma
ancora basso, pronto all'uso. Gli occhi chiari si puntarono sulla
cerva, osservandola, mentre il cervello lavorava alla ricerca della
comprensione del suo comportamento. E semplicemente le labbra si
schiusero, lasciando uscire un suono gutturale e profondo che
riproduceva fedelmente il bramito di un cervo maschio. Un richiamo, che
spesso veniva usato anche per cacciare ma che, in quel momento, ella
voleva usare col preciso scopo di calmare la corsa della cerva, per dare
il tempo necessario alla Rossa di eseguire la sua Magia.
RISPOSTA DEL DM
Il bramito del maschio non fa né caldo né freddo alla cerva, che continua a correre senza la minima reazione.
E la cerva la va... la va... ^_____________^
E la cerva la va... la va... ^_____________^
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