Gli occhi di Jean dardeggiavano dal bosco ai compagni, incerti,
sospettosi. In quel momento doveva ammettere di avere molti dubbi e
poche certezze. Espresse quella che gli pareva lapalissiana, ma che
ancora non era stata colta a fondo:
"Lungi da me sostituirmi a voi
nelle competenze arcane o naturalistiche, ma quella non è una cerva. Non
è una cerva normale almeno..."
Proprio mentre chiarificava
questo concetto, l'animale parve prendere consapevolezza della propria
condizione: le ferite non erano tali da immobilizzarla a terra o da
consigliare prudenza ed avere un gruppo di persone vicine era per lei
tutto fuorché normale. Si scrollò e, semplicemente, partì al trotto
lungo il sentiero lasciando i suoi compagni con un palmo di naso.
Sorrise
appena, quasi approvando l'operato dell'animale. Non sarebbe
intervenuto, avrebbe atteso l'evolversi della situazione, tanto più che
l'animale era già fuori portata per un possibile intervento fisico da
parte sua.
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