Ed infine varcarono la soglia della miniera...
Con un ultimo
sguardo di rimpianto al mondo esterno, Jean si infilò dentro il cunicolo
che - perlomeno - si rivelò fiocamente illuminato da alcune torce
infisse nelle pareti:
"Non è precisamente il corridoio del palazzo del fottuto duca di Specularum..."
Mormorò
rivolto a nessuno in particolare mentre marciavano silenziosi per
quanto possibile ad un gruppo che annoverava tra le proprie fila
paladini e nani corazzati.
Poco dopo giunsero in quella che
poteva a fatica definirsi una stanza, solo leggermente più ampia del
breve cammino che avevano appena percorso, corredata di qualche vecchio
utensile e poco più. Una fugace reminiscenza di quella che poteva
sembrare una vita fa, fece riaffiorare alla sua mente il brutto muso di
un rugginofago ed i capelli biondi di una sacerdotessa che aveva avuto
modo di conoscere nella stessa occasione (ndg: flashabck di puro
sentimentalismo), immediatamente sostituita dalla sua parte più
pragmatica:
"Beh se ci mettiamo a dormire qua siete pregati di
consumare una cena frugale... la prima flatulenza potrebbe trasformare
questo posto in una trappola mortale. Certo, non ci sarà spazio per le
effusioni romantiche, ma chissà se e quando troveremo qualcosa di più
adeguato?"
Lo sguardo del darokiniano passò rapidissimo su
Elwing, per poi abbracciare di nuovo il resto della stanza e le sue
scabre pareti di roccia.
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