L'idea di accamparsi a quanto pareva era ritenuta
prematura da più o meno tutto il gruppo. Effettivamente, la valutazione
del pericolo non era il forte di Jean... più di una volta aveva
rischiato di rimetterci le penne tentando di affrontare situazioni più
grandi di lui e solo a tratti razionalizzava abbastanza da usare
l'intelletto per venirne fuori. Stare sotto migliaia di chili di roccia
non lo aiutava a pensare. A quanto pareva, comunque, non era il solo a
soffrire terribilmente quella situazione ed alla domanda di Elwing
rispose con la massima sincerità:
“Male, ma
considerando il fatto che potrebbe andare di merda e che presumibilmente
prima di portare il culo fuori da questo posto in effetti ci andrà, per
il momento ho deciso di non lamentarmi. Tu? Mi sembri una delle poche
scontente almeno quanto me di essere dentro questo tunnel...” Accompagnò
la frase con un sorriso piuttosto naturale per i suoi standard
sarcastici ed attese il ritorno di Kreena, partita in esplorazione.
Quella donna aveva tutti i crismi del tipo pericoloso e probabilmente
aveva cacciato nei guai molti dei suoi compagni di viaggio, che infatti
la trattavano con un misto di deferenza e bonaria rassegnazione. La
giovane non tardò a tornare con le prime brutte notizie...
“Bene,
tutto sommato non è passato nemmeno troppo tempo prima che la
situazione iniziasse a peggiorare. Diciamo che non mi sono dovuto
contenere troppo...”
Quando Elwing lo chiamò in causa annuì:
“Posso
tranquillamente andare avanti. Quello che mi pare importante è fare
meno rumore possibile... ma dobbiamo ammazzarli per forza questi
disgraziati esseri? Non potrebbero essercene abbastanza a pensarla come
Ahrar? Potrebbe essere una domanda poco pertinente, ma mi stavo
chiedendo se davvero dobbiamo lasciarci un tappeto di cadaveri alle
spalle...”
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