lunedì 8 marzo 2021

TABITHA - 01/09

Quando aveva iniziato ad intravedere la luce alla fine del tunnel il cuore aveva preso a batterle all'impazzata. Non era solo perchè stava per respirare nuovamente l'aria fresca dell'esterno, ma perchè uscire dal sottosuolo per lei ora rappresentava la svolta che aveva preso la sua vita.
La luce divenne sempre più forte, costringendola a percorrere gli ultimi metri già schermandosi gli occhi con una mano. Le sarebbe piaciuto uscire correndo, alzando lo sguardo al cielo prima di farlo scorrere su tutto il paesaggio circostante riempiendosi la vista di mille colori vividi, ma la realtà era che i suoi occhi non erano abituati a quella luminosità. Si sarebbero adattati certo, ma le ci sarebbe voluto un po' più di qualche istante e un paio di battiti delle palpebre.
I primi passi all'esterno li fece guardando a terra, sorridendo felice quando vide l'erba sotto i suoi piedi. Attese ancora qualche istante, poi molto lentamente provò ad alzare lo sguardo, ma si trovò gli occhi pieni di lacrime per il fastidio provocato da tutta quella luce.
"Accidenti, non sono più abituata..." borbottò sbattendo le palpebre e alzando una mano per ripararsi.
Eppure nonostante praticamente non era riuscita ad inquadrare molto più su delle gambe dei compagni, continuava a sorridere, come se quel fastidio fosse davvero un'inezia.
Stringendo gli occhi ed evitando accuratamente di girarsi verso il sole, Tabitha si voltò verso Morgon senza che il suo sorriso diminuisse di una virgola, e notò che lui aveva già ripreso il suo compito di controllare la strada da cui erano arrivati.
"Ehm... Morgon...io vorrei aiutarti a tener controllato, ma al momento ho ancora difficoltà con la luce...non ci vedo molto bene, mi ci vorrà ancora un poco per abituarmi..." lo avvertì con un lieve sorriso di scusa, tenendo una mano alzata per ripararsi così da poterlo almeno guardare in faccia. "Appena il sole scomparirà oltre il crinale non dovrei più avere problemi però. Ecco, volevo solo avvertirti della cosa, così lo sai..."
Era dispiaciuta per non essere d'aiuto in quel momento, ma poteva farci poco, se non aspettare e lasciare il tempo ai suoi occhi di abituarsi.

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