Scosse la testa ignorando lo sconosciuto cosi' somigliante a
LEgarerd. Certo non era un caso. Come non era un caso che quella nana
avesse parlato di necromanzia. Una parte della sua testa gli diceva che
quella gente poteva essere davvero utile nella missione, ma l'altra gli
suonava un allarme che gli faceva temere una trappola.
Quando
si fu unito agli altri rappresentanti si rivolse all'uomo provato dalla
fiammata uscito dalle case. Parlava a voce alta in modo che tutti
sentissero.
"Io penso che voi abbiate la chiave
che ci fara' capire se dobbiamo combatterci o unirci e scambiarci
informazioni. E penso che gli Dei non vi abbiano messo qui per caso. O
avreste mantenuto in silenzio la vostra posizione di vantaggio nascosto,
come osservatore. Penso bene?"
.....
"Iniziamo da un nome: Perche' pensate che il nome Arkandil possa significare qualcosa per noi?"
Nel
frattempo scrutava il terzo componente, i paladino di Halav per capire
dall'espressione degli occhi se a lui il nome Arkandil divesse qualcosa.
Vedendolo
da vicino la giovane età del ragazzo contrastava ancor piu' con i segni
sul volto, la barba ed i capellli incolti. Gli occhi tradivano una
tristezza profonda ed una nota di disperazione. Come quegli animali
addestrati nei circhi che vanno avanti per l'abitudine
dell'addestramento a fare attività per loro insensate, solo per
sopravvivere e tirare avanti.
Quasi istintivamente con la mano
destra stringeva il suo simbolo sacro, come a carpirne l'energia
mistica contenuta. In questa posizione la manica della veste consunta
gli scopriva qualche centrimetro di avambraccio, dove si notava la carne
martoriata da una antica e profonda ustione.
Nessun commento:
Posta un commento