Sharayah aveva spostato lo sguardo verso il nuovo arrivato e si era
rabbuiata sentendo nominare Arkandil associato alle parole "quando era
ancora in vita".
*Ancora morte... * si ricordava bene del paladino,
lo aveva curato e lui l'aveva condotta da quelli che ora erano i suoi
compagni... e fu Abe a farsi avanti a chiedere più dettagli allo
sconosciuto. La sacerdotessa si spostò un poco per affiancarsi al nano,
ma la voce di uno degli avventurieri dell'altro gruppo la bloccò sul
posto. Lo sguardo blu saettò alla ricerca del proprietario: un tizio
basso, armato di una spada che sembrava essere stata vomitata
dall'inferno stesso e, ad opinione della chierica, pure un po'
maleducato dato che, fino a prova contraria, lui non sapeva minimamente
chi fossero loro...
Sharayah gli regalò un'occhiataccia piena
di disappunto mentre la schiena le si raddrizzava rigidamente. "Forse è
il caso che lasciate parlare qualche vostro compagno con un po' più di
cortesia signore. Non è sguainandoci in faccia una spada che, mi
perdoni, sembra essere stata vomitata dall'inferno, ci porterete a
credere alle vostre parole." disse in un tono deciso ma pacato. "Come
giustamente qualcuno qui ha già detto, professarsi dalla parte del bene,
o dei giusti, non è sufficiente di questi tempi...purtroppo. E dato che
il suo compagno e la persona appena giunta stavano appunto cercando il
modo di spiegarsi e darci modo, come a voi, di capire se siamo o siete
un pericolo, lasciate fare a loro." concluse sperando che il nano
decidesse di rimettere a posto la spada. Se quello era davvero un
paladino di Halav non avrebbe fatto loro alcun male senza motivo...se
però quel tizio bellicoso fosse passato ad un'azione offensiva loro
avrebbero reagito e di conseguenza si sarebbero fatti tutti male
indistintamente probabilmente...e lei non aveva nessunissima voglia di
concludere così la serata.
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