venerdì 20 maggio 2016

DUNGEON MASTER - 15/08 - LISTA 03

Il valletto condusse Haza lungo un viale perfettamente diritto che risaliva in lieve pendenza una bassa altura e conduceva alla villa del Conte Bryosk, un'ampia e bassa costruzione che ricopriva la sommità del poggio.

La residenza del Conte era una costruzione rettangolare ad un solo piano, senza finestre verso l'esterno e circondata da imponenti colonne. Giunti davanti ad un'ampia porta a dua battenti spalancata, il ragazzo disse: «Eccoci qui, messere. Io, se non vi dispiace, eviterò di entrare: voi, invece, non dovrete fare altro che seguire la musica e troverete Sua Grazia ed i suoi amici». Ciò detto, il ragazzo si affrettò a dileguarsi.


Varcata la soglia, Haza si trovò in un patio interno rettangolare circondato da un elegante peristilio, la parte centrale del quale era costituita da un grazioso giardino ricco di piante esotiche e statue; la luce di numerose torce imbevute di essenze profumate smorzava la penombra della sera ed illuminava l'elegante fontana al centro, sovrastata da una statua a dimensione naturale di un muscoloso eroe nudo con il piede posato sul cranio di un possente leone.

Seguendo la scia di una languida musica Haza entrò in quella che pareva una mezza via fra una sala da pranzo ed una di rappresentanza: numerosi triclini erano disposti qua e là, con accanto a ciascuno un basso tavolino traboccante di delizie; lungo le pareti vi erano varie nicchie coperte da leggeri tendaggi. L'illuminazione veniva da numerose torce profumate collocate tutt'attorno, in misura sufficiente a fornire un'illuminazione adeguata senza tuttavia eliminare del tutto le ombre danzanti al ritmo delle fiamme, dando al tutto un che di misteriosa complicità.

Varie persone - tutti maschi, almeno per l'anagrafe - erano sparse qua e là nell'ampio locale, certuni distesi da soli o in compagnia sui triclini, intenti a mangiucchiare dolcetti, o sorseggiare bevande dai curiosi colori da eleganti coppe, o fumare sostanze dagli aromi esotici da sottili pipe e narghilé, certi altri in piedi, per lo più intenti a danzare languidamente al suono della musica prodotta da un piccolo gruppo di musici su un podio in disparte; da alcune delle alcove provenivano languidi gemiti, mentre in trasparenza dei sottili tendaggi si coglievano ombre intente in ritmici movimenti.

«Oh, ma io ti conosco», modulò vezzoso Arkoby accostandosi ad Haza: il ragazzo era quasi completamente nudo ed indossava solo un perizoma da sera di seta nera. Accarezzando il braccio del nano e tastandone la durezza dei bicipiti commentò: «Oh-oh, che roccia... Forse il padrone vuole provare qualcosa di grezzo stasera, ma direi che faresti bene a sciacquarti un po' di dosso quell'afrore così maschio, non credi?», suggerì storcendo vezzosamente il perfetto nasino. «Vieni, ti aiuterò io stesso a farti un bel bagno profumato, vuoi, sì?», concluse speranzoso mentre cercava di trascinare con sé il nano fuori dalla sala.

«Arkoby, orsù, lascia stare il nostro amico», intervenne alla spalle di Haza la voce flautata del Conte in persona.

A differenza della maggior parte dei suoi ospiti, Bryosk era... per così dire... vestito: in testa una specie di leggero diadema gli mascherava l'incipiente pelata, ai piedi calzava sandali dai lacci dorati ed il corpo paffuto era coperto da una diafana tunica di seta color pesca bordata di filo d'oro, sotto la quale si notava un prezioso perizoma dall'aspetto iridescente che, inaspettatamente, copriva a malapena un equipaggiamento che avrebbe fatto l'invidia di qualsiasi possente eroe.

«Ma, padrone...», accennò a protestare Arboby.

«Lascia stare, ciccino», sospirò Bryosk in tono rassegnato. «Concordo con te che è un vero spreco, ma temo che il nostro poderoso nano non sia qui per godere delle gioie della mia residenza, non è così, amico mio?», chiese rivolgendosi stavolta ad Haza. Si chinò a raccogliere dal tavolo più vicino una coppa e la porse al nano: «Ma anche se non siete qui per festeggiare con noi, una bevanda rinfrescante non la disdegnerete, voglio sperare...».

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