martedì 13 dicembre 2016

DUNGEON MASTER - 18/08 - LISTA 03

L'uomo entrò nella sala comune della locanda mescolandosi ad un gruppetto di altri avventori: pur essendo travestito, non se la sentiva di rischiare di venire riconosciuto. Non era ancora tempo per lasciare che questo accadesse.

Camminando lievemente curvo per cercare di alterare, oltre che l'aspetto, anche la propria statura andò a prendere posto ad un lungo tavolo già occupato da un paio di gruppetti di persone e si fece portare un piatto di stufato ed una brocca d'acqua. Tenendo la testa china sulla sua cena gettava di tanto in tanto occhiate di sottecchi alla lunga tavolata del gruppo di avventurieri ed il suo sguardo si soffermava più che altro sui due enormi paladini: gli altri gli sembravano tipi a posto, tutto sommato, ma quei due potevano costituire un potenziale problema, con le loro fissazioni quasi maniacali.

Il pensiero gli andò al suo intervento di poche ore prima: quei due colossi ricoperti di lattoneria avrebbero mai potuto accettare la logica del suo attacco a sorpresa? Lo avrebbero definito proditorio, ci avrebbe scommesso, e quindi eticamente inaccettabile. Il fatto che con quell'azione li avesse tolti da potenziali guai probabilmente non avrebbe mai penetrato le due dita di osso che foderavano i loro cervelli.

C'era anche da dire che i loro assalitori erano dei tipi piuttosto curiosi: dal gesticolare del loro capo, un bestione tutto muscoli ma, a quanto pareva, dotato di poco ascendente sugli altri, sembrava che prima dell'attacco la vittima designata non dovesse essere il paladino giovane ma uno degli altri, forse uno dei chierici o, peggio, una delle due ragazze: gente poco o nulla corazzata, che con due frecce in corpo seguite da un dardo magico sarebbe probabilmente morta lì sul posto. Sì, doveva essere quella la tattica di quella banda scalcinata: uccidere a tradimento i rivali uno alla volta, per ridurne il numero a qualcosa di più gestibile. Solo che al momento buono il primo arciere aveva finito per fare di testa sua, o forse aveva semplicemente sbagliato mira, per cui anche il secondo aveva finito per cambiare bersaglio ed a sbagliare, un po' per l'azione affrettata ed un po' per il fatto che lui si era messo a tagliargli la gola nell'istante stesso in cui la freccia partiva - cosa questa che disturberebbe la concentrazione di qualsiasi arciere. Risultato, anche il mago, sorpreso e probabilmente spaventato, aveva finito per fare del suo incantesimo una mezza ciofeca.

Gli venne alle labbra un sorriso cattivo al pensiero che quei sei... anzi, ormai cinque... incapaci avevano in programma di andare ad attaccare quell'essere dannato nella sua fortezza: se la banda dei due paladini aveva le sue buone carte da giocare in un'azione del genere, loro invece sarebbero di certo andati incontro ad un totale disastro. Il sorriso gli si trasformò in una smorfia al pensiero delle sofferenze che quel disastro sarebbe costato loro, se mai fossero giunti fino a quel mostro: avrebbero finito per invidiare la sorte di quel Kittil, ne era più che certo...

L'uomo finì con calma la sua cena e poi, approfittando di alcune persone che stavano lasciando la sala, si mescolò a loro ed uscì: aveva ancora una cosa da fare, prima di rifugiarsi da qualche parte a dormire. Una cosa importante, ed era impaziente di farla.

Nessun commento:

Posta un commento