[Indevar] Si avvicinò alla donna, e l'abbracciò, lasciando che le lacrime scemassero lentamente.
[Morgon] cerca di confortare la signora e non si interessa al coboldo catturato.
Filth abbassò lo sguardo sui due compagni di missione che si stavano
adoperando a confortare la donna e si sentì uno schifo: "Ecco perché il
mio dio senza nome ha voluto chiamarmi così", si disse amaramente.
Era così tutte le volte: la lotta fra il desiderio di praticare il bene e
la paura per il prezzo da pagare per esso. Paura. O, forse, viltà. Ma
così facendo mai e poi mai avrebbe conseguito ciò che il suo dio gli
aveva comandato.
Guardò la donna. Tentennò. Si mosse lievemente, a disagio. Cercò di
distogliere lo sguardo, ma i suoi occhi cercarono il corpo del ragazzo
morto, come se il suo dio li avesse rivolti a forza su di esso. Ma era
stato il suo dio o la sua coscienza?
Il ragazzo morto: un contadino qualsiasi. Un altro ne avrebbe preso il
posto. E, tuttavia, chi mai avrebbe potuto dire in anticipo cosa egli
avrebbe potuto fare nella vita? In realtà, nessun altro ne avrebbe
potuto prendere il posto. Si immaginò morto al posto del ragazzo: la sua
vita sarebbe stato un prezzo equo da pagare per quella del ragazzo?
Forse sì...
«Ehm...», accennò a dire Filth, incerto. «Forse...».
Ancora quella maledetta vigliaccheria ad impedirgli di continuare...
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