venerdì 16 dicembre 2016

HAZA - 18/08 - LISTA 03 - FLASHBACK

[Scarlett]
 "Avete sempre viaggiato come avventurieri o avete fatto anche altro?" chiedeva la ragazza, tanto per fare un po' di conversazione, del resto avrebbero passato molto tempo assieme, tanto valeva conoscersi almeno un po'..."Io ho iniziato a viaggiare per svolgere incarichi dopo aver terminato gli studi di magia con la mia maestra...del resto tante cose si possono impare solo sul campo con la pratica..." spiegò tra un boccone e l'altro. "Ma sono nata in una famiglia di artisti di strada, quindi viaggiare è nel mio sangue penso...lo faccio da sempre."


[Haza]
Quando penso' fosse giunto il suo turno, anche il nano prese a raccontare di se'.
"Io invece ho preso a viaggiare da che non ho piu' una famiglia."

Il tono dell'affermazione di Haza era quasi neutro. Si coglieva che avesse ormai fatto proprio tutto il dolore di quella perdita, ma che non era apatia, la sua, solo accettazione.
"Ero lontano da casa quando il villaggio fu attaccato da non morti. Non sono l'unico, anche altri del clan si sono salvati. Chi era a caccia, chi in miniera. Io ero a pregare _il_divino_Tarastia_, e officiare in un Tempio la _sua_Giustizia_ sul Mondo."
Il nome del dio fu pronunciato con evidente sarcasmo, cosi' come le parole che chiusero quella frase.
Prese un sorso di birra, poi indico' il mazzafrusto che aveva al fianco. Le cesellature rivelavano come si trattasse di un'arma inusuale, concepita piu' per presenziare cerimonie che per la guerra, eppure ugualmente in grado di essere letale.
"Di quel periodo, questa che ho al fianco e' l'unica cosa che mi rimane. Nemmeno la fede mi e' rimasta. Certo, se avessi potuto trovare sollievo al dolore nella vendetta... ma nemmeno quella e' servita."
Molte volte si era illuso di riuscire a raggiungere quell'obiettivo, mentre lottavano contro il Negromante. Era sceso al compromesso di impugnare una spada demoniaca per riuscirci, era giunto finanche a tagliare di netto il collo al potente avversario, solo per vederlo divenire fumo e ringraziarlo di avergli dato attraverso la morte la possibilita' di tornare vivo.
Anche quando, dopo infinite tribolazioni, la vicenda si era risolta, non era stato in grado di riacquistare la fiducia nel volere e nella guida degli Dei. Si era perso per giorni nel bere, poiche' non aveva modo di trovare lenimento al dolore e scopo alla propria esistenza. Fino alla chiamata del Conte.
"Ho smesso di dileggiare chi conserva la fede. Aryn, Indevar, anche voi Brom e Filth, avete personalmente il mio rispetto perche' seguite i vostri ideali e coerentemente la via che avete scelto per voi stessi. Ma nessun Dio potra' piu' contare sulle mie suppliche. Nemmeno se un giorno dovesse comparirmi davanti e colpirmi a morte per avermi in ginocchio."
Di nuovo, la frase fu pronunciata quasi amorfa, come se fosse un puro dato di fatto, una decisione sedimentata a lungo. Haza riprese a mangiare e bere, aveva detto tutto quel che riteneva potesse servire ai suoi nuovi compagni a compredere chi era.

Nessun commento:

Posta un commento