Scarlett era corsa verso i coboldi a terra e, senza perdere tempo, aveva
iniziato ad ucciderli con l'aiuto dei contadini e di Kreena.
Alla fine uno era rimasto in piedi e, accerchiato da tutti i presenti, era stato semplice disarmarlo e bloccarlo...
Furono
le grida disperate della madre del ragazzo a terra a distogliere
Scarlett dall'intento di iniziare a parlare con il coboldo...per quanto
dubitasse seriamente di potergli cavare fuori qualcosa di veramente
utile.
La guardò implorare prima Indevar e poi Filth, ma
ancora prima di sentire la risposta del vecchio chierico aveva capito
che per il ragazzo ormai non c'era più nulla da fare...erano corsi
immediatamente da lui in tre per cercare di aiutarlo e, se era ancora a
terra, voleva sicuramente dire che purtroppo erano arrivati troppo
tardi.
Vedere quella madre disperata per il suo unico figlio
fu come prendere uno schiaffo in faccia per Scarlett... sentiva il suo
dolore, lo percepiva come un ferro rovente in mezzo al petto, sebbene si
disse che il suo era solo un misero riflesso di quello che sicuramente
stava provando la donna.... discorsi recenti le tornarono alla mente
mentre si passava una mano sugli occhi prendendo un paio di respiri
profondi per ritrovare la calma. Lo sguardo le cadde poi sul coboldo
ancora legato e, di colpo, il dolore si trasformò in rabbia.
Scarlett
si mosse verso di lui guardandolo con astio e quando fu a meno di due
passi, prese a parlargli in quella che sapeva essere la sua lingua. Il
draconico di per sé non suonava nemmeno troppo gutturale, ma in quel
momento Scarlett sembrava abbaiare ogni singola parola...ed
effettivamente aveva un che di molto simile al modo di parlare del
coboldo, sebbene non lo stesse facendo per aiutare l'essere, quanto più
perchè era furiosa...
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