Ahrar rimase interdetto nel sentire i commenti della femmina umana: si
era mai sentito che un umano potesse convenire con un coboldo su ciò che
questo diceva? C'era puzza di bruciato in tutta quella comprensione:
dove voleva andare a parare, quella femmina? Intanto, però, lui era
ancora vivo, cosa che proprio non si aspettava, e quindi cominciò a
sperare che, dopotutto, a dimostrarsi disponibile forse avrebbe anche
potuto salvarsi la pellaccia...
L'umana dai capelli rossi ora gli stava mostrando la corona che il mezzuomo gli aveva preso e gli chiedeva come l'avesse avuta.
«Me l'ha data lui», disse accennando ancora con la testa all'avventuriero morto, «così come l'ha data agli altri, quando è venuto nella nostra caverna e ci ha ingaggiati. Ci ha detto che è il segno di riconoscimento dei fedeli di un certo Haksla, o Zakhla, o chennesoio come si chiama. Noi poveri, piccoli coboldi non siamo fedeli di nessuno, però, a parte il grande dio Kurtulmak, naturalmente, ma visto che se avevamo con noi quei dischi di legno ci portavano a fare delle belle scorrerie, beh, allora...», lasciò in sospeso la frase e scrollò le spalle.
L'umana dai capelli rossi ora gli stava mostrando la corona che il mezzuomo gli aveva preso e gli chiedeva come l'avesse avuta.
«Me l'ha data lui», disse accennando ancora con la testa all'avventuriero morto, «così come l'ha data agli altri, quando è venuto nella nostra caverna e ci ha ingaggiati. Ci ha detto che è il segno di riconoscimento dei fedeli di un certo Haksla, o Zakhla, o chennesoio come si chiama. Noi poveri, piccoli coboldi non siamo fedeli di nessuno, però, a parte il grande dio Kurtulmak, naturalmente, ma visto che se avevamo con noi quei dischi di legno ci portavano a fare delle belle scorrerie, beh, allora...», lasciò in sospeso la frase e scrollò le spalle.
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