Filth sorrise. «Amico mio, la parola affetto forse non è la più esatta,
ma tutti i viventi mi sono cari: anche coloro che intendono uccidermi. È
proprio per questo che io non combatto mai, se non per difendere me o
chi è in qualche modo legato a me, ed anche quello lo faccio solo se
indispensabile. Perfino Raxxla, pur nella sua inequivocabile malvagità
per la quale non può certamente essermi caro, non suscita però in me
altro che compassione». Il chierico si concesse un altro sorriso, un po'
sghembo questa volta, e riprese: «Per quanto riguarda il termine
schiavo, avrai notato che fra tutti noi la sola ad usarlo è stata la
nostra piuttosto pepata amica Kreena, ma secondo me è solo il suo modo
di fare: in realtà, qui nessuno è schiavo di nessuno». Così dicendo lo
sguardo di Filth si fissò per un istante con espressione severa su
Kreena, ma subito dopo tornò a rivolgersi al mago. «Infine, mi dispiace
se ti ho offeso, ma temo proprio che sia stato il tuo fare alquanto
misterioso ad indurmi in errore sulla limpidezza delle tue intenzioni.
In ogni caso, non ha senso che tu inviti me ad osservare i tuoi
esperimenti: invita piuttosto Scarlett, che di certo potrà capirci di
più e, se del caso, fornire anche il suo contributo in quelle prove».
Alzandosi in tutta la sua chilometrica statura Filth si diresse verso un
angolo libero della grotta aggiungendo: «Ora credo che concederò un po'
di riposo alle mie stanche ossa: suggerisco a voi due maghi di non
indugiare troppo in esperimenti, o domani potremmo rischiare di dover
fare a meno delle vostre abilità».
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