Haza si prese del tempo per rispondere.
Lui
era stato un chierico, per poi diventare un guerriero. Non si era mai
dedicato molto alla scultura e alla forgiatura. Qui poi si trattava
addirittura di qualcosa in legno.
Tuttavia,
l'esperienza e il buon senso non gli mancavano, e nemmeno i ricordi di
trent'anni d'infanzia, passati anche ad osservare gli artigiani nanici
del suo paese.
Davanti al fuoco, chiese di esaminare il bastone e le pietre. Poi annuì con sicurezza.
"Dovrebbe
essere possibile toglierle e rimetterle almeno due tre volte ciascuna
senza rovinare l'alloggiamento e senza ulteriori necessità. Dopo,
insistendo, temo diventerebbe necessario una sorta di mastice, o qualche
altro accorgimento simile, perché non rischino di cadere alla prima
scossa."
Porse il bastone a Morgon, custode designato per il trasporto. Però nel farlo aggiunse:
"Io
ho portato a lungo una spada demoniaca. Qualcuno qui..." l'occhio cadde
su Aryn "mi vedeva come un demone incarnato. Perciò sono abituato a
reggere lo scotto e gli sguardi. Se decidete di dividere il bastone
dalle pietre, io sono disposto a tenere uno dei pezzi. Il tempo della
verifica, naturalmente. O di più, se lo decideremo."
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