[Ghino] "Devi perdonare i miei compagni, ne abbiamo passate troppe
per essere gentili con i nostri assalitori. Bevi qui, starai meglio. Da dove vieni Fratello? Io mi chiamo Ghino..." disse Ghino con calma
mentre prendeva anche qualcosa da mangiare. Quindi attese la risposta
cercando di intuire qualcosa di più dell'halfling guardandolo da vicino.
«L'avevo già chiesto al paladino ed ora lo richiedo a te: perché?», chiese l'halfling con voce assai più ferma che in precedenza e senza sputare più grumi di sangue. «Se state cercando di rimettermi in sesto per poi impiccarmi meglio...». Si arrestò un attimo, colto da un pensiero. «No, ora che ci penso il paladino non farebbe mai una sporca del genere, né mentirebbe sulla sua intenzione di chiedere un po' di clemenza per me se canto... sempre che poi i tizi della legge, su a Verge, non mi impicchino lo stesso non appena lui si volta da un'altra parte...».
L'halfling accettò l'acqua ma fece un cenno di diniego per il cibo: «Dopo, forse», disse. Bevve ancora, e poi: «Madoc Burrows, è così che mi chiamo, anche se immagino che nessun Burrows riconoscerebbe di aver mai sentito di uno che si chiamasse Madoc... mia madre compresa. È proprio per questo motivo che preferirei non dirti da dove vengo... sai com'è... e poi son tanti anni che manco da casa».
«D'accordo, allora: canterò... e che gli dei me la mandino buona! Se stavolta me la sfango, forse farei bene a seguire il consiglio del paladino e cercare di far penitenza... Bah! Vedremo...». Si guardò intorno e poi disse: «Ho cambiato idea sul cibo: sto morendo di fame. Sentite, siete in venti qua intorno ed io sono ferito: non è che mi sleghereste le mani per lasciarmi mangiare un boccone senza dovermi imboccare come un bambino? Potete sempre lasciarmi legate le caviglie: fin dove credete che riuscirei ad arrivare se cercassi di liberarmi? Non riuscirei a fare un solo passo. Poi mentre mangio vi dico tutto quello che so».
cercando di intuire qualcosa di più dell'halfling guardandolo da vicino.
«L'avevo già chiesto al paladino ed ora lo richiedo a te: perché?», chiese l'halfling con voce assai più ferma che in precedenza e senza sputare più grumi di sangue. «Se state cercando di rimettermi in sesto per poi impiccarmi meglio...». Si arrestò un attimo, colto da un pensiero. «No, ora che ci penso il paladino non farebbe mai una sporca del genere, né mentirebbe sulla sua intenzione di chiedere un po' di clemenza per me se canto... sempre che poi i tizi della legge, su a Verge, non mi impicchino lo stesso non appena lui si volta da un'altra parte...».
L'halfling accettò l'acqua ma fece un cenno di diniego per il cibo: «Dopo, forse», disse. Bevve ancora, e poi: «Madoc Burrows, è così che mi chiamo, anche se immagino che nessun Burrows riconoscerebbe di aver mai sentito di uno che si chiamasse Madoc... mia madre compresa. È proprio per questo motivo che preferirei non dirti da dove vengo... sai com'è... e poi son tanti anni che manco da casa».
«D'accordo, allora: canterò... e che gli dei me la mandino buona! Se stavolta me la sfango, forse farei bene a seguire il consiglio del paladino e cercare di far penitenza... Bah! Vedremo...». Si guardò intorno e poi disse: «Ho cambiato idea sul cibo: sto morendo di fame. Sentite, siete in venti qua intorno ed io sono ferito: non è che mi sleghereste le mani per lasciarmi mangiare un boccone senza dovermi imboccare come un bambino? Potete sempre lasciarmi legate le caviglie: fin dove credete che riuscirei ad arrivare se cercassi di liberarmi? Non riuscirei a fare un solo passo. Poi mentre mangio vi dico tutto quello che so».
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