Brom cercò di rispondere come meglio poté alla raffica di domande di
Ghino: «Ad essere sincero, non saprei di preciso: stavo strigliando
Faran quando lui di colpo si è impennato ed ha cominciato a sbuffare ed
agitare gli zoccoli. D'istinto mi sono scansato per non farmi colpire da
lui ed ho sentito il bruciore di un taglio sul braccio: immagino che il
mio movimento brusco abbia fatto sbagliare la mira al mio aggressore.
Voltandomi ho visto un uomo identico in tutto e per tutto al nostro
spadaccino, a parte i capelli neri e lunghi a coda di cavallo. Forse è
stato anche colpito di striscio da uno zoccolo di Faran, fatto sta che
si è girato ed è scappato fuori, verso l'uscita della stalla. Non ho
potuto inseguirlo perché, a parte il fatto che avevo solo la mia daga,
ero intralciato da Faran che si stava agitando per uscire a sua volta
dallo stallo... ed un grosso cavallo da guerra inferocito può essere un
gran brutto cliente anche per il suo stesso padrone. Mi dispiace, ma
questo è quanto».
Intanto Morgon stava esprimendo la sua ipotesi sulla possibile identità dell'aggressore. Issus si volse di scatto udendo le sue parole e si mise a fissare intensamente il bardo: «Una creatura che muta il suo aspetto? Cioè, un essere in grado di assumere le sembianze di una persona di sua conoscenza? Non sapevo che potesse esistere qualcosa del genere... ma siamo sicuri che sia davvero possibile?», chiese. «Io non ho mai sentito nulla di simile, ma devo ammettere che non sono un esperto degli esseri strani che popolano il nostro mondo...».
L'espressione dello spadaccino era assai scettica, ma allo stesso tempo l'ombra di un sospetto pareva aleggiare sul suo viso.
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