Madoc guardò Aryn con tanto d'occhi, incredulo: per un attimo parve
perfino sul punto di scoppiare a ridere per l'assurdità della scena, ma
poi le implicazioni tragiche della medesima gli fecero azzerare
l'ilarità.
«Sei un idiota, paladino», e quest'ultima parola uscì quasi come uno
sputo sprezzante dalle labbra dell'halfling. «Fa' una cosa, povero
imbecille: quando tornerai da queste parti, prova a fare una piccola
indagine su ciò che mi sarà capitato. Magari non sarò morto invano, se
sarò almeno riuscito a far aprire gli occhi ad un illuso come te!».
Parve sul punto di aggiungere altro, ma il ceffone che lo sbirro gli
appioppò ebbe l'effetto di zittirlo: «Taci, cane! E rispetta chi è
infinitamente meglio di te!». Poi, a voce più bassa: «Aspetta un poco
ancora e vedrai che ci pensiamo io ed i miei ragazzi ad insegnarti a
stare al mondo», sibilò.
«In maniera rispettosa, certo! Rispetto per rispetto: lo dico sempre,
io!», disse poi la guardia ai due paladini con voce altisonante ed un
ampio sorriso accattivante. «E le richieste dei nobili Paladini di Halav
qui son legge: noi lo tratteremo rispettosamente e lui imparerà ad
inboccare la strada giusta, dico bene, ragazzo?».
Madoc si limitò a rispondere con un versaccio: pur morendo di paura, il
suo risvegliato orgoglio halfling gli avrebbe impedito di dar
soddisfazione a chicchessia in quelli che, ne era ormai certo, sarebbero
stati i suoi ultimi giorni di vita.
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