Finalmente lasciarono quella Valle maledetta, o almeno per lei lo era
stata, e fu con evidente sollievo che raggiunse il punto di sicurezza
definitivo, troppo roccioso per quegli enormi scarafaggi, giacché per
tutto il tragitto era rimasta in costante tensione. Il resto del viaggio
fu decisamente più tranquillo per lei e con l'approssimarsi del
tramonto predispose, assieme agli altri il campo per la notte.
Fortunatamente, le ore notturne passarono tranquille, concedendo a tutti
meritato riposo e consentendo a lei, come agli altri che erano stati
provati dagli attacchi degli ankheg, di riprendersi a dovere. Vista la
tranquillità del posto, riuscì anche a mettere in atto un paio di cose a
cui aveva pensato durante il tragitto, azioni che le vennero spontanee e
naturali, prima di abbandonarsi al sonno (NDG: seguiranno mail private
in flashback).
Il mattino seguente, si alzò come consuetudine
all'alba e dopo aver raccolto il proprio giaciglio, mentre gli altri
adempivano ai rispettivi riti, la ranger s'inerpicò nei dintorni del
sentiero, tra rocce sporgenti e sassi, con il preciso obiettivo di
cercare erbe montane che potessero tornare utili, a lei o ai compagni di
viaggio: bacche rosse di Mirenna per esempio, abbastanza comuni, oppure
fiori di Centaurea; più raro sarebbe stato trovare Spina d'Oro e Spina
d'argento, perciò puntò sulle altre due (NdG per DM: riesco a trovare le
bacche di Mirenna o i fiori di Centaurea?(o entrambi?)). Quando ebbe
finito la perlustrazione, ritornò dagli altri e tutti ripartirono lungo
il sentiero. Il cielo era scuro, con le nubi gonfie di una pioggia che
ancora non voleva cadere; d'istinto si alzò il cappuccio sul capo mentre
camminava. Anche stavolta, il tragitto si rivelò tranquillo, superarono
un guado e ripresero il sentiero, senza incontrare nessuno. Ma non
erano gli unici a solcare quei terreni. Abbassò gli occhi al suolo e nel
momento stesso in cui notò le impronte di coboldi la voce gracchiante
di Ahrar si fece sentire. Erano vicini a casa sua ed a quanto aveva
detto il piccoletto c'erano parecchi dei suoi simili, compresi i capi,
un Re ed anche un Negromante. Alzò il sopracciglio, perplessa e
scettica, nell'apprendere la presenza anche di un "mago nero" come li
appellava lei tra sé e sé, poi si piegò sulle ginocchia e si mise ad
analizzare le tracce sul terreno, mentre Vixiar e Scarlett chiedevano
ulteriori dettagli al coboldo. (NdG per DM: analizzo le tracce per
capire almeno quanti coboldi siano, pressapoco).
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